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mercoledì 15 febbraio 2017
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human
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Bellissimo film Arrival, non c'è che dire... una grande storia che ci fa riflettere sull'importanza della comunicazione, sull'impatto che essa può avere nei rapporti con i nostri alleati e soprattutto con i nostri potenziali nemici. Il punto forte del film è dunque sicuramente la sceneggiatura che, seppur con qualche piccola sbavatura, racconta una storia coinvolgente, stimolante, provocatoria, soprendente e alla fine anche commovente, il tutto con un budget piuttosto contenuto (50 milioni di dollari, si pensi che Interstellar di Nolan è costato più del triplo).. Fotografia a grandi livelli, che si contraddistingue soprattutto per le belle inquadrature paesaggistiche che danno un punto in più all'estetica dell'opera.
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Bellissimo film Arrival, non c'è che dire... una grande storia che ci fa riflettere sull'importanza della comunicazione, sull'impatto che essa può avere nei rapporti con i nostri alleati e soprattutto con i nostri potenziali nemici. Il punto forte del film è dunque sicuramente la sceneggiatura che, seppur con qualche piccola sbavatura, racconta una storia coinvolgente, stimolante, provocatoria, soprendente e alla fine anche commovente, il tutto con un budget piuttosto contenuto (50 milioni di dollari, si pensi che Interstellar di Nolan è costato più del triplo).. Fotografia a grandi livelli, che si contraddistingue soprattutto per le belle inquadrature paesaggistiche che danno un punto in più all'estetica dell'opera. Bellissima la rappresentazione degli eptapodi, non vedevo una rappresentazione degli alieni così convincente da molto tempo. In sostanza, Denis Villeneuve nel complesso riesce a girare un ottimo film di fantascienza nonostante il budget contenuto ( 50 milioni di dollari, meno di un terzo di Interstellar, per intenderci). L'ottimo lavoro il regista canadese l'ha fatto soprattutto con Amy Adams, che nella pellicola recita senza alcun tipo di trucco, ne' viene mai ritoccata in computer grafica. Al contrario il regista è proprio interessato al voler esaltare i difetti fisici della sua protagonista, le sue occhiaie, le sue borse, le rughe. I suoi primi piani sono per me la vera forza del film. Alla Sandra Sandra Bullock perfetta di Gravity si contrappone questa donna imperfetta, sconvolta, stressata e quindi vera. E quindi umana.
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djspesso
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martedì 21 febbraio 2017
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semplice ma intrigante
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La trama, a grandi linee, si intuisce dal trailer: arrivano gli alieni che sembrano voler comunicare qualcosa ..eh ma chi li capisce è bravo :-)
Battute a parte, questo film non è cio che ti aspetteresti, ma non è male.
Una cosa che di solito non amo, ma che ho apprezzato in questo film è la "lentezza" dell'inizio, perchè, a mio avviso non è semplice lentezza, ma aiuta a trasmettere questa sensazione di timore verso il mistero rappresentato da questi alieni.
Una cosa che invece ho apprezzato meno è stato il cambio di velocità un po' troppo marcato: se, come dicevo all'inizio il film procede con lentezza quasi a voler mostrare tutti i dettagli, tutti i perchè .
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La trama, a grandi linee, si intuisce dal trailer: arrivano gli alieni che sembrano voler comunicare qualcosa ..eh ma chi li capisce è bravo :-)
Battute a parte, questo film non è cio che ti aspetteresti, ma non è male.
Una cosa che di solito non amo, ma che ho apprezzato in questo film è la "lentezza" dell'inizio, perchè, a mio avviso non è semplice lentezza, ma aiuta a trasmettere questa sensazione di timore verso il mistero rappresentato da questi alieni.
Una cosa che invece ho apprezzato meno è stato il cambio di velocità un po' troppo marcato: se, come dicevo all'inizio il film procede con lentezza quasi a voler mostrare tutti i dettagli, tutti i perchè .. ad un certo punto tutto prende velocità e questo amore per i dettagli si traforma in cose che accadono e basta.
Non è il film perfetto ma per me è originale, soprattutto per l'approccio.
Di solito cerco di suggerire a chi, secondo me, potrebbe piacere o no un film ma in questo caso mi rimane difficile dato che questo mescola generi diversi, quindi direi che potrebbe essere un film da vedere "a scatola chiusa" :-)
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icutino
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lunedì 3 aprile 2017
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il mistero della comunicazione
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Misteriosi dischi volanti entrano nell’atmosfera terrestre e si posizionano in varie aree del pianeta, chi sono? Da dove vengono? La loro presenza getta nel caos la popolazione, ma qualcuno si interroga sullo scopo di questa “invasione” e cerca un primo contatto con la presenza aliena.
Arrival, diretto da Denis Villeneuve,è una pellicola che condensa con efficacia alcuni dei temi classici della fantascienza, da 2001 Odissea nello spazio, a Solaris, passando per Contact e Incontri ravvicinati del terzo tipo, oguno di questi grandi film ha sviluppato tematiche che sono state poi riprese e reinterpretate in molti altri film. Villeneuve con Arrival è consapevole dell’importante eredità di queste pietre miliari del genere fantascientifico e con questa pellicola tenta di accostarsi ad essi, arricchendo il panorama introducendo nuovi interrogativi a queste tematiche e confezionando un film efficace.
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Misteriosi dischi volanti entrano nell’atmosfera terrestre e si posizionano in varie aree del pianeta, chi sono? Da dove vengono? La loro presenza getta nel caos la popolazione, ma qualcuno si interroga sullo scopo di questa “invasione” e cerca un primo contatto con la presenza aliena.
Arrival, diretto da Denis Villeneuve,è una pellicola che condensa con efficacia alcuni dei temi classici della fantascienza, da 2001 Odissea nello spazio, a Solaris, passando per Contact e Incontri ravvicinati del terzo tipo, oguno di questi grandi film ha sviluppato tematiche che sono state poi riprese e reinterpretate in molti altri film. Villeneuve con Arrival è consapevole dell’importante eredità di queste pietre miliari del genere fantascientifico e con questa pellicola tenta di accostarsi ad essi, arricchendo il panorama introducendo nuovi interrogativi a queste tematiche e confezionando un film efficace.
Alla protagonista Louise Banks, linguista riconosciuta a livello internazionale, viene affidata la missione di decifrare la lingua degli alieni. La protagonista viene imbarcata su un elicottero militare diretto verso il luogo di atterragio di uno dei misteriosi oggetti. Inizia qui un viaggio fisico e mentale che Louise vive quando entra per la mia volta in contatto con gli extraterrestri. Alle prese con le difficoltà di interpretazione della “lingua” degli alieni ma anche con i pregiudizi e le ottusità dei militari e politici a capo della spedizione di ricerca, Louise comincia a svelare il mistero intorno a questi misteriosi esseri e capisce al contempo un’importante verità sulla sua vita passata e futura. Il film, efficace sul piano narrativo, lascia allo spettatore una serie di domande che assumono un carattere universale sul significato della comunicazione e dei rapporti umani.
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petrossi
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venerdì 20 gennaio 2017
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il racconto originale e il film
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Il film "Arrival" si ispira fortemente al racconto "Storie della tua vita" di Ted Chang del 1998, pubblicato in Italia nel 2002. E' interessante vedere come alcuni elementi del racconto, trascurati nel film, avrebbero reso più scorrevole la narrazione.
Per prima cosa, per la linguista c'è la consapevolezza della diversità tra la lingua parlata e quella scritta degli alieni: la lingua parlata è per sua natura sequenziale, una parola viene detta dopo l'altra, la lingua scritta, meglio il testo scritto, può essere invece colta con immediatezza totale (come accade in certe calligrafie cinesi o giapponesi), quasi senza necessità di una sequenza costruttiva.
Per seconda cosa, nel racconto la Scienza ha un ruolo fondamentale.
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Il film "Arrival" si ispira fortemente al racconto "Storie della tua vita" di Ted Chang del 1998, pubblicato in Italia nel 2002. E' interessante vedere come alcuni elementi del racconto, trascurati nel film, avrebbero reso più scorrevole la narrazione.
Per prima cosa, per la linguista c'è la consapevolezza della diversità tra la lingua parlata e quella scritta degli alieni: la lingua parlata è per sua natura sequenziale, una parola viene detta dopo l'altra, la lingua scritta, meglio il testo scritto, può essere invece colta con immediatezza totale (come accade in certe calligrafie cinesi o giapponesi), quasi senza necessità di una sequenza costruttiva.
Per seconda cosa, nel racconto la Scienza ha un ruolo fondamentale. Gli alieni non capiscono termini quali accelerazione, ma capiscono benissimo i princìpi variazionali: se un raggio di luce - attraversando aria ed acqua - segue un percorso non rettilineo, ma "piegato", è perché minimizza il tempo impiegato nel percorso, ma questo fa pensare ad una luce che "sa" fin dall'inizio quale sarà il punto di arrivo ed il percorso da effettuare per arrivarci, una luce per cui futuro e presente coesistono fin dall'inizio, per cui ogni punto percorso è, in un certo senso, la "celebrazione" di un "unicum" atemporale.
Per terza cosa, la vita della protagonista e di sua figlia è più piena, meno solitaria: senza rivelare nulla direi più piena di minimi ma anche di massimi.
L'idea di una lingua che "ti cambia" è presente a più riprese nella fantascienza (La "neolingua" in "1984", "Babel5", "I linguaggi di Pao"...) e in un certo senso anche da alcuni "guru" della comunicazione (De Bono: il Greco come lingua del "Foro", avversativa, quindi degli avvocati e dei litigi, contrapposta a d una lingua che cerca di comprendere l'altro). Non si sa se nasca prima l'uovo o la gallina (la Cultura o la Lingua) ma l'ipotesi è certamente affascinante.
Alcune differenze sono molto interessanti e positive per la narrazione: il pericolo di guerra, la figura del generale cinese, una certa motivazione degli alieni che donano oggi per essere aiutati nel futuro, l'entrata nell'astronave e il contatto "diretto" con gli alieni, più umano (come afferma nella sua lavagnetta la linguista).
Il film è comunque coinvolgente ed emozionante, più "scuro" del racconto originale, che pur non mancava di emozionare, ma pur sempre un film di altissimo livello.
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filippotognoli
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sabato 21 gennaio 2017
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usare arma
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Arrival entra di diritto tra i migliori film di fantascienza mai girati. La prima parte ricorda molto da vicino "Incontri ravvicinati del terzo tipo", creando un'atmosfera di mistero e curiosita' molto intensa. Poi prosegue sviluppando concetti spazio temporali innovativi (Interstellar). Per poi concludere dando risposte filosofiche universali (2001: odissea nello spazio). Il tema del linguaggio come arma pacifica per dare una pace terrena e' tanto bello quanto utopistico. Le domande "da dove venite" e "che cosa volete", anziche' essere rivolte alle forme di vita aliena si riflettono sui 12 paesi/nazioni della terra nei quali sono atterrati i misteriosi gusci.
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Arrival entra di diritto tra i migliori film di fantascienza mai girati. La prima parte ricorda molto da vicino "Incontri ravvicinati del terzo tipo", creando un'atmosfera di mistero e curiosita' molto intensa. Poi prosegue sviluppando concetti spazio temporali innovativi (Interstellar). Per poi concludere dando risposte filosofiche universali (2001: odissea nello spazio). Il tema del linguaggio come arma pacifica per dare una pace terrena e' tanto bello quanto utopistico. Le domande "da dove venite" e "che cosa volete", anziche' essere rivolte alle forme di vita aliena si riflettono sui 12 paesi/nazioni della terra nei quali sono atterrati i misteriosi gusci. Conoscere una nuova lingua e' come rinascere e pensare/vivere la vita in un modo del tutto diverso da come siamo abituati. Il senso di un tempo palindromo dove l'inizio e' la fine, e la fine e' l'inizio, e dove il passato/presente/futuro si fondono e non hanno senso di esistere, come li intendiamo noi. Sono tutte teorie e concetti espressi in modo molto accattivante ed emozionante. Villeneuve, dopo gli ottimi 'Prisoners' e 'Sicario', firma un vero gioiello del genere fantascentifico. Amy Adams, effetti sonori e montaggio da Oscar.
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madmaxx081
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lunedì 23 gennaio 2017
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già visto!
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Lento, fino all’eccesso; cupo, ma non per le ambientazioni o il tema, ma semplicemente perché il regista ha abbassato il cursore della luminosità e messo qualche filtro. Che grande!! Una assoluta novità poi, la trama: sono arrivati gli alieni. OHHHHHHHHHHHH.
E vogliono parlare con noi, ma, poverini, non ci riescono. Hanno percorso 1000 anni luce con astronavi inimmaginabili, ma non capiscono il nostro misero alfabeto che noi abbiamo insegnato anche ai piccioni.
Come si fa? Chiamiamo l’eroina di turno, la bella Amy Adams, autrice di una discreta prova in un film noioso, ma che mi ha tenuto sveglio solo con un inquietante quesito: ma dovrà succedere qualcosa in questo film in cambio dei miei 10 euro? Magistrale poi, agli albori dell’era Trump, aver passato la palma degli ebeti guerrafondai, solitamente appannaggio degli yankees, ai cinesi.
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Lento, fino all’eccesso; cupo, ma non per le ambientazioni o il tema, ma semplicemente perché il regista ha abbassato il cursore della luminosità e messo qualche filtro. Che grande!! Una assoluta novità poi, la trama: sono arrivati gli alieni. OHHHHHHHHHHHH.
E vogliono parlare con noi, ma, poverini, non ci riescono. Hanno percorso 1000 anni luce con astronavi inimmaginabili, ma non capiscono il nostro misero alfabeto che noi abbiamo insegnato anche ai piccioni.
Come si fa? Chiamiamo l’eroina di turno, la bella Amy Adams, autrice di una discreta prova in un film noioso, ma che mi ha tenuto sveglio solo con un inquietante quesito: ma dovrà succedere qualcosa in questo film in cambio dei miei 10 euro? Magistrale poi, agli albori dell’era Trump, aver passato la palma degli ebeti guerrafondai, solitamente appannaggio degli yankees, ai cinesi. L’espediente, che non svelo, già visto in tanti altri film, ritorna a risolvere la querelle intergalattica, ma non il quesito iniziale: perché sono in questa sala?
Comunque, tecnicamente il film ha qualità e presenta spunti interessanti, ma mal sviluppati. La sensazione è che il film possa decollare, ma in realtà non abbandona la fase di rullaggio in pista neanche per un istante, accartocciandosi su stesso per due ore di fila. Una occasione sprecata, a mio avviso, dove il disappunto lascia il posto allo smarrimento. In ogni caso ho letto recensioni troppo indulgenti su questa pellicola. Chiudo augurandomi, come tutti gli appassionati del genere, che gli alieni giungano qui da noi prima che qualcuno possa di nuovo immaginare e realizzare un film di questa fatta.
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[+] tanta noia
(di no_data)
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elfoscuro75
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martedì 24 gennaio 2017
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il fascino degli uroboro
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Un viaggio introspettivo, la paura del diverso, la mancanza di comunicazione, l'accettazione stessa della bellezza della vita nella propria finitudine: temi sapientemente orchestrati a comporre un film di grande respiro, sapientemente dosato. Il ritmo lento del film ben si adatta alle atmosfere richiamando un grande filone di fantascienza che combattimenti, marvel e frenetici effetti speciali avevano quasi portato sull'orlo dell'estinzione; un filone che va da "incontri ravvicinati del terzo tipo al criptico 2001 di kubrik. Senza spoilerare su un film che ha anche qualche sorpresina da giocarsi, 12 immense navi aliene compaiono all'improvviso sulla terra: quali saranno le loro intenzioni? Saremo invasi? colonizzati? E nel momento di più alta paura per la razza umana, si scopre che al di là dell'infinita tecnica e dei miliardi di armi con cui ci siamo circondati, ciò che davvero serve per capire le loro intenzioni e per parlare fra noi è una esperta in linguaggio e comunicazione.
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Un viaggio introspettivo, la paura del diverso, la mancanza di comunicazione, l'accettazione stessa della bellezza della vita nella propria finitudine: temi sapientemente orchestrati a comporre un film di grande respiro, sapientemente dosato. Il ritmo lento del film ben si adatta alle atmosfere richiamando un grande filone di fantascienza che combattimenti, marvel e frenetici effetti speciali avevano quasi portato sull'orlo dell'estinzione; un filone che va da "incontri ravvicinati del terzo tipo al criptico 2001 di kubrik. Senza spoilerare su un film che ha anche qualche sorpresina da giocarsi, 12 immense navi aliene compaiono all'improvviso sulla terra: quali saranno le loro intenzioni? Saremo invasi? colonizzati? E nel momento di più alta paura per la razza umana, si scopre che al di là dell'infinita tecnica e dei miliardi di armi con cui ci siamo circondati, ciò che davvero serve per capire le loro intenzioni e per parlare fra noi è una esperta in linguaggio e comunicazione. E sarà lei in un percorso che la porterà a scoprire le mille facce splendide e orrende della verità, a stabilire il contatto e a vedere cosa c'è dietro le nebbie. Pregebole Amy Adams che dopo molti ruoli light, affronta un film impegnativo dal punto di vista emotivo in cui gli stati d'animo si rincorrono proprio come in un uroboro. Un uroboro è un antico simbolo alchemico che compare in molte civiltà e illustra un serpente (o un drago o due rettili) che si mangia la coda. Uno dei più famosi è nella copertina del libro di Ende "La storia infinita". E di fatto simboleggia proprio l'infinito, l'eterno ciclo di morte, rinascita e purificazione. Nel decifrare complessi pittogrammi che ricordano, forse non a caso, l'uroboro riuscirà a dare un senso a una comunicazione e forse alla sua vita stessa? Ps. Non scende al ribasso: è un film per molti, ma non per tutti, come dovrebbe essere il grande cinema
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trollipp
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mercoledì 25 gennaio 2017
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con l'inchiostro della penna stilografica
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Scienze e fiction nel film di Villeneuve sugli schermi mondiali per celebrare un arrivo, gli arrivi alieni.
Arrival vuol dire anche neonato, avvento, apparizione.
Il tempo dell'avvento e siamo già nel Carnevale.
"Arrivano" con le due r del verbo che scaldano i motori, arrivano nei gusci, astronavi del 2017, arrivano dei polpi, dei cefalopidi che emettono inchiostro nero attraverso un sifone, dice Wikipedia,non uno dei tentacoli.
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Scienze e fiction nel film di Villeneuve sugli schermi mondiali per celebrare un arrivo, gli arrivi alieni.
Arrival vuol dire anche neonato, avvento, apparizione.
Il tempo dell'avvento e siamo già nel Carnevale.
"Arrivano" con le due r del verbo che scaldano i motori, arrivano nei gusci, astronavi del 2017, arrivano dei polpi, dei cefalopidi che emettono inchiostro nero attraverso un sifone, dice Wikipedia,non uno dei tentacoli. Arrivano per darci un dono che fra tremila anni ci servirà, servirà a loro, ok ci servirà. Il dono di leggere nel futuro.
Andiamo dunque a vedere questo film al Centro Commerciale in una sala vuota, altri due spettatori più in là. In quattro.
Arrival e arriva il neonato, la neonata, la nascita della figlia della protagonista, insegnante e ricercatrice universitaria, non sappiamo se a contratto o meno, comunque linguista, che abita in una casa veranda spettacolare, in un bosco con vista lago.
I film sono così.
Arrival sono dodici gusci che stazionano in alcuni punti della terra, Cina, Russia, America, l'Europa è un po' messa in disparte mentre la Cina si prepara ad attaccare il loro guscio, la Russia, il Pakistan ed il Sudan faranno lo stesso. L'America brava brava attende e cerca di comprendere quei segnali prima di intraprendere una guerra intelligente. Fantascienza dunque.
Visto così l'impianto sembra uno schema già fin troppo visto, ed infatti lo è, ridicolo a volte, come ridicolo l'arrivo notturno in casa della protagonista Louise e la battuta sui dieci minuti per preparare uno zaino necessario ad una così importante spedizione.
Un film senza una logica, prima i protagonisti indossano scafandri per andare ed è difficilissimo salire in una specie di parete uterina lunghissima per incontrare gli alieni, poi vanno e vengono senza protezioni come se andassero a passeggio sul corso cittadino.
La sceneggiatura è basata su un racconto dal titolo "Storia della tua vita" di Ted Chiang e contiene qualche spunto interessante. La difficoltà di comunicazione, di interpretare i segni, il concetto di memoria circolare con possibilità di conoscere il futuro.
Con l'inchiostro della penna stilografica anche io, da bimba, facevo quei cerchi e quelle figure, forse ancestrali, in una memoria dove passato e futuro si incrociano nel luogo effimero del presente.
Un futuro che conosciamo, ne siamo responsabili, scegliendo volta per volta la guerra, la vita o il disprezzo. Un futuro che è un cerchio, molti cerchi, che noi non vedremo.
Salviamo dal film i due attori, non aspettando l'Oscar
Ippolita Luzzo
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fede17
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giovedì 9 febbraio 2017
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villeneuve riporta in alto la fantascienza
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Dennis Villeneuve dimostra di essere in grado di dirigere un film fantascienza, quella fantascienza apparentemente banale che pochi sono stati capaci di valorizzare in questi ultimi anni. La storia comincia quando in una tranquilla mattinata di un qualsiasi giorno arrivano sulla terra dodici astronavi aliene. I governi vogliono comprendere lo scopo del loro arrivo, e per questo motivo viene contattata un'esperta linguista in grado di instaurare un dialogo con gli alieni. Amy Adams, Jeremy Renner e altri collaboratori entrano in una di quelle misteriose astronavi aliene. Quando per la prima volta entrano all'interno dell'astronave mi è sembrato di trovarmi di fronte a un capolavoro assoluto di fantascienza: le perfette e seducenti inquadrature, la colonna sonora potente, la scenografia misteriosa e affascinante, la faccia smarrita di Amy Adams.
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Dennis Villeneuve dimostra di essere in grado di dirigere un film fantascienza, quella fantascienza apparentemente banale che pochi sono stati capaci di valorizzare in questi ultimi anni. La storia comincia quando in una tranquilla mattinata di un qualsiasi giorno arrivano sulla terra dodici astronavi aliene. I governi vogliono comprendere lo scopo del loro arrivo, e per questo motivo viene contattata un'esperta linguista in grado di instaurare un dialogo con gli alieni. Amy Adams, Jeremy Renner e altri collaboratori entrano in una di quelle misteriose astronavi aliene. Quando per la prima volta entrano all'interno dell'astronave mi è sembrato di trovarmi di fronte a un capolavoro assoluto di fantascienza: le perfette e seducenti inquadrature, la colonna sonora potente, la scenografia misteriosa e affascinante, la faccia smarrita di Amy Adams. Tutto era così enigmatico e al tempo stesso ammaliante. Arrival rimane un film dall'elevata qualità cinematografica, ma decade dal suo status di capolavoro nel secondo tempo, aggrovigliandosi troppo nei fili di una storia complicata e distaccata. Comunque, mi sono già innamorato della straordinaria efficacia con cui Villeneuve manovra la macchina da presa, dimostrando di essere uno dei migliori registi del nostro tempo.
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domenica 12 febbraio 2017
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psicologico!!!!
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Durante un'improvvisa invasione aliena, una celebre linguista avrà il compito di comunicare con le misteriose creature nell'attesa che i potenti della terra decidano come meglio agire. Arrival offre una visione inconsueta alle tematiche relative agli alieni proponendo un approccio molto spirituale tra gli esseri umani e le misteriose creature. Un contesto estremamente introspettivo, la vicendevole ricerca di un possibile contatto atto alla comprensione piuttosto che all'offesa, il misteri relativi ad altre forme di vita rivisti sotto un'aspetto di reciproca ed inedita comprensione.
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