folignoli
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venerdì 12 febbraio 2016
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sciapo come la pasta della zia, ma cucinato bene
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Sono anni che Verdone confeziona lo stesso film, cambiando solo un po’ la storia. E’ come se fossero tante puntate dello stesso protagonista. Verdone interpreta se stesso, personaggio ansioso e salutista alle prese con situazioni più o meno sentimentali. Lo si capisce fin dall’ avvio in una battuta interessante di Albanese, giudicando la pasta della zia di Verdone, troppo sciapa. Va bene mettere poco sale, fa bene alla salute, ma quella pasta è realmente troppo sciapa.
Il regista romano, questa volta lascia quasi completamente da parte i sentimenti e si proietta su un intrigo politico, con la morale finale che i politici, in fin dei conti sono dei ladri.
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Sono anni che Verdone confeziona lo stesso film, cambiando solo un po’ la storia. E’ come se fossero tante puntate dello stesso protagonista. Verdone interpreta se stesso, personaggio ansioso e salutista alle prese con situazioni più o meno sentimentali. Lo si capisce fin dall’ avvio in una battuta interessante di Albanese, giudicando la pasta della zia di Verdone, troppo sciapa. Va bene mettere poco sale, fa bene alla salute, ma quella pasta è realmente troppo sciapa.
Il regista romano, questa volta lascia quasi completamente da parte i sentimenti e si proietta su un intrigo politico, con la morale finale che i politici, in fin dei conti sono dei ladri. Un disguido fa “sottrarre” la valigetta sbagliata e questo porterà grossi problemi a lui (detective privato) e al suo cliente (Albanese).
Il film benchè sciapo (come la pasta) in fin dei conti è stato “cucinato” con ingredienti buoni (attori bravi) e quindi procede simpaticamente, regalando anche qualche sonora risata a spettatori (meno di dieci a dire il vero) assiepati alle ultime file. Risate fantozziane, risate in momenti di zuffe, come quando cade in testa la statua dell’arma dei carabinieri ad un malvivente. Risate puerili, risate fanciullesche simbolo di un pubblico pop-corn, incapace poi di ridere in momenti psicologici ben più sottili e ben congeniati.
Da un grosso attore e regista come Verdone, in questi anni ci si saremmo aspettati un cambio di passo, dei film più d’autore, più studiati, non le solite storielle che nulla lasciano e che presto si dimenticano, adatti (come accennato sopra) ad un pubblico sciapo, un pubblico da prima serata televisiva, che stanco da molte ore di lavoro, allungato sul divano, tra una chiacchiera della moglie, un rimprovero al figlio e una chattata sullo smartphone osserva soddisfatto film di poco impegno intellettivo. Continuare a mettere al mondo film fotocopia uno dell’altro non ci farà ricordare ed annoverare Verdone tra i grandi del nostro tempo, ce lo farà ricordare solo perché autore di genuini capolavori come Bianco Rosso e Verdone.
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enzo70
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giovedì 11 febbraio 2016
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classica e gradevole commedia all'italiana
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Commedia all’italiana che più commedia all’italiana non si può, l’abbiamo fatta grossa è un lavoro semplice semplice per due simboli del cinema contemporaneo; due uomini, un attore che non si ricorda le battute ed un investigatore ridotto a recuperare i gatti persi, alle prese con i problemi della vita quotidiana incrociano le proprie strade e per errore rubano una valigetta con un milione di euro ad un malavitoso.
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Commedia all’italiana che più commedia all’italiana non si può, l’abbiamo fatta grossa è un lavoro semplice semplice per due simboli del cinema contemporaneo; due uomini, un attore che non si ricorda le battute ed un investigatore ridotto a recuperare i gatti persi, alle prese con i problemi della vita quotidiana incrociano le proprie strade e per errore rubano una valigetta con un milione di euro ad un malavitoso. La trama è scontata, la storia praticamente inesistente, ma, che volete farci, questi due sono bravi ed allora nella sala cinematografica senti la gente che ride; ed allora il film funziona, proprio per l’onestà di non avere pretese. Sembra una commedia anni settanta con Pozzetto e Montesano, Verdone ed Albanese insieme funzionano o, almeno, fanno ridere. Ma non aspettativi gag stratosferiche, sono le situazioni che fanno sorridere, favorite, comunque, dalla familiarità dello spettatore con i due attori. Potevano fare di più? Sicuro; ora alzi la meno chi non potrebbe fare di più.
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ciolo
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giovedì 11 febbraio 2016
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verdone patetico!
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Verdone ma che fine hai fatto??... Il film è estenuantemente lungo, si susseguono immagine senza un filo conduttore, Le poche battue sono scontate, la storia è povera e i personaggi sono grotteschi. Alla fine anche la critica morale alla società con una catarsi dei protagonisti è banale!... Con una certa amarezza il ricordo correal tempo in cui film di Verdone erano spassosi e le battute, ormai entrate nel parlare comune, facevano ridere. Ormai è ombra di se stesso e terribilmente patetico...
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eugenio
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martedì 9 febbraio 2016
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una strana coppia in un caso tutto italiano
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Carlo Verdone e Antonio Albanese: inedita coppia di attori per un film che fa il verso alle grandi commedie d’altri tempi. Immaginiamo un Cetto La Qualunque con l’Enzo, il Mimmo e il Ruggero di Bianco Rosso e Verdone e Un sacco bello, condiamo il tutto con vicende di umana miseria, un contesto culturale di un attore ( Pelagatti-Albanese) che dopo la separazione dalla moglie non riesce a darsi pace e a recitare adeguatamente in una piccola compagnia e di un investigatore privato (Merlino-Verdone) costretto a vivere dando la caccia a gatti e vantandosi di inesistenti collaborazioni con la polizia e con casi grandi di droga con la cameriera di un locale.
I due personaggi entrano in contatto quasi casualmente: Pelagatti incarica Merlino di verificare l’infedeltà dell’ex moglie ma per una serie di circostanze (conversazioni carpite al ristorante con tanta ingenuità), entrano in possesso di una valigetta contenente un milione di euro.
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Carlo Verdone e Antonio Albanese: inedita coppia di attori per un film che fa il verso alle grandi commedie d’altri tempi. Immaginiamo un Cetto La Qualunque con l’Enzo, il Mimmo e il Ruggero di Bianco Rosso e Verdone e Un sacco bello, condiamo il tutto con vicende di umana miseria, un contesto culturale di un attore ( Pelagatti-Albanese) che dopo la separazione dalla moglie non riesce a darsi pace e a recitare adeguatamente in una piccola compagnia e di un investigatore privato (Merlino-Verdone) costretto a vivere dando la caccia a gatti e vantandosi di inesistenti collaborazioni con la polizia e con casi grandi di droga con la cameriera di un locale.
I due personaggi entrano in contatto quasi casualmente: Pelagatti incarica Merlino di verificare l’infedeltà dell’ex moglie ma per una serie di circostanze (conversazioni carpite al ristorante con tanta ingenuità), entrano in possesso di una valigetta contenente un milione di euro.
Cercando prima di pulirsi l’anima consegnando il maltolto in polizia e non avendo poi il coraggio di riuscirci, il duetto si pone come pausa riflessiva un mese superato il quale avrà modo di decidere per il meglio. Ma la tentazione è forte e la necessità di pagare debiti avranno la precedenza su altre priorità senza considerare anche che gli “illeggitimi proprietari” della valigetta (su cui spicca un convincente Massimo Popolizio) tenteranno il tutto e per tutto per recuperarla.
L’abbiamo fatta grossa è un film commedia-comico-poliziesco incentrato sul buddy-movie “la strana coppia” che non nasconde ironia, attenzione nei confronti del sociale e studio analitico sui comportamenti e le mosse del simpatico duetto tra paranoie e angosce sempre diverse.
Quanta disparità di caratteri, quanta umanità in questo film! Note agrodolci di un uomo solo spezzato dalla solitudine per l’abbandono della moglie e dei figli, “morto di fame, eurodipendente e mezzo matto” come si dirà in una scena del film, si intersecano nella mutabilità d’animo di vizi sempre diversi che hanno come punto focale la figura del “Merlino mago” Carlo Verdone.
La figura dell’investigatore, dalla simpatica zia malata e dai ricordi sfumati, che fissa la realtà con occhi di istanza realista e non scenici a differenza del disulluso Pellegati, scoppiettante e allegra, ci mostra, in matrice leggera, i peccati di una Roma capitale grottesca di sordida umanità. Antonio Albanese, eccellente nel reggere il ruolo di un uomo bandito dalla vita che cerca il riscatto, è incontenibile nella sua energia al punto che lo stesso Verdone pare incapace di reggere il suo ritmo, uno dei limiti del film.
Commedia capace di coniugare una buona dose di riso con la critica a una società che nei sottoscala si arrangia come può, mettendo in luce anzi in ombra vizi e peccati inconfessabili, L’abbiamo fatta grossa è un prodotto anomalo nella commedia all’italiana, un film che apre orizzonti originali all’ingenuità umana e soprattutto,come sottolineato nei titoli di coda alla “realtà che produce simili personaggi”.
Personaggi macchiette, appunto, capaci di cogliere il ridicolo del mondo di cui fanno parte, dove devono pagare lo scotto per altri che li umiliano e li trattano come zerbini.
Zerbini che tuttavia, senza togliere nulla al finale, avranno modo di prendersi la loro, pur amara, rivincita.
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domnik
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martedì 9 febbraio 2016
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una commedia dove vince l'amarezza
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Il film è una critica alla situazione attuale: dalle 500 euro che pochi hanno visto, a quelli che non riescono a fare il lavoro che vorrebbero, a come le relazioni amorose influiscano sul lavoro, al politico (sconosciuto alla massa) ma che proprio grazie alla sua posizione muove quattrini e gestisce affari loschi, per poi presenziare agli eventi pubblici.
Il film trasuda amarezza e una sorta di impotenza: il lieto fine non c'è, proprio a voler sottolineare tutto questo.
Belle le citazioni a vecchi personaggi di Verdone e infine a Totò.
E' vero, non si ride molto, ma quelle risate che strappa sono decisamente amare.
Recitazione del duo di altissimo livello e il personaggio della ragazza dell'est è veramente interessante.
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romancat
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martedì 9 febbraio 2016
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deludente
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Sono un'ammiratrice di Verdone,ma in questo film è stato veramente deludente e noioso. Albanese, anche lui bravissimo attore, si è ritrovato a fare da spalla..forse avrebbero dovuto dare più risalto alle rispettive caratteristiche e non appiattirsi reciprocamente. Peccato..la cantante dovrebbe continuare a cantare e lasciare perdere il cinema...
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antonello chichiricco
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lunedì 8 febbraio 2016
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delusione
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Classica commediola all’italiana degli equivoci. Un patetico investigatore privato mitomane e un attore di teatro mezzo psicotico lasciato dalla moglie, in fuga dalla propria mediocrità s’industriano affannati a nascondere una valigetta con dentro un milione di euro in contanti. Ma quel denaro in tagli da 500 – di cui sono entrati inopinatamente in possesso causa rocambolesco scambio di persona - scotta parecchio.
Si vuol far ridere con gag scontate e poco riuscite dove la forzatura è troppo evidente, il finto andamento trafelato da vaudeville non ‘buca’ e non trascina mai, anzi, risulta piuttosto costruito e non regge alla distanza. Verdone sta ormai riciclando se stesso, ma anche Albanese non sta messo meglio, anche lui dà la sensazione di aver esaurito la sua carica nevropatica di comicità surreale.
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Classica commediola all’italiana degli equivoci. Un patetico investigatore privato mitomane e un attore di teatro mezzo psicotico lasciato dalla moglie, in fuga dalla propria mediocrità s’industriano affannati a nascondere una valigetta con dentro un milione di euro in contanti. Ma quel denaro in tagli da 500 – di cui sono entrati inopinatamente in possesso causa rocambolesco scambio di persona - scotta parecchio.
Si vuol far ridere con gag scontate e poco riuscite dove la forzatura è troppo evidente, il finto andamento trafelato da vaudeville non ‘buca’ e non trascina mai, anzi, risulta piuttosto costruito e non regge alla distanza. Verdone sta ormai riciclando se stesso, ma anche Albanese non sta messo meglio, anche lui dà la sensazione di aver esaurito la sua carica nevropatica di comicità surreale. Una sceneggiatura e una regia tutto sommato discrete non bastano a coprire le lacune e la scarsa naturalezza di una miscela comica ben poco riuscita. Malgrado la massiccia pubblicità con cui si è presentato, il film è un mezzo fiasco.
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gberzoll
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domenica 7 febbraio 2016
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mia cognata si è addormeentata
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Film piuttosto noioso intriso di banalità'...una storia inverosimile....salvo solo la pernacchia alla politica..geniale
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domenica 7 febbraio 2016
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mia cognata si è addormeentata
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Film piuttosto noioso intriso di banalità'...una storia inverosimile....salvo solo la pernacchia alla politica..geniale
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