no_data
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martedì 11 ottobre 2022
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gli anni pesano anche per carlo verdone.
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Ancora lui, Verdone, oltre a deliziare il pubblico dei lettori con "La carezza della memoria", profila un personaggio da ricordare, l'investigatore Merlino, costretto dal suo cliente - un Albanese stranito e naif - a occuparsi dell'infedelta' coniugale di sua moglie col suo avvocato. La grinta della sua espressione e' un motivo nuovo per il grande attore comico romano ("Facevo il carabiniere prima di fare l'investigatore", avverte il suo cliente) rinviando parecchi anni prima per chi conosce il suo cinema a I DUE CARABINIERI in coppia con Montesano. Qui lo accompagna lo sguardo ingenuo e un po' trasognato del partner Albanese, ma protagonista del racconto "agrodolce" - caratteristica comune ai films di Verdone- resta addirittura il denaro, che i due protagonisti si scambiano in continuazione per tutto il film, per poi finire a farsi rifilare dal truffatore politico di turno (un ottimo Popolizio, cinico e spietato come un gangster americano) le banconote false che li trascinano al processo e in prigione.
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Ancora lui, Verdone, oltre a deliziare il pubblico dei lettori con "La carezza della memoria", profila un personaggio da ricordare, l'investigatore Merlino, costretto dal suo cliente - un Albanese stranito e naif - a occuparsi dell'infedelta' coniugale di sua moglie col suo avvocato. La grinta della sua espressione e' un motivo nuovo per il grande attore comico romano ("Facevo il carabiniere prima di fare l'investigatore", avverte il suo cliente) rinviando parecchi anni prima per chi conosce il suo cinema a I DUE CARABINIERI in coppia con Montesano. Qui lo accompagna lo sguardo ingenuo e un po' trasognato del partner Albanese, ma protagonista del racconto "agrodolce" - caratteristica comune ai films di Verdone- resta addirittura il denaro, che i due protagonisti si scambiano in continuazione per tutto il film, per poi finire a farsi rifilare dal truffatore politico di turno (un ottimo Popolizio, cinico e spietato come un gangster americano) le banconote false che li trascinano al processo e in prigione. Ma il "vaffa" alla Beppe Grillo c'e', nella occasione della cerimonia reagiscono all'untuoso discorso politico con una popolare pernacchia. Non ci si deluda: l'autore ha settant'anni ormai.
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fabrizio friuli
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venerdì 24 giugno 2022
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un vero squallore.
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Un attore in crisi e un investigatore che si limita a cercare i gatti smarriti incrociano le loro strade , e casualmente hanno a che fare con una notevole somma di denaro, e sarà proprio quella somma di denaro a farli finire in un terribile guaio , ed entrambi devono assolutamente uscirne illesi , ma non si rivela una cosa semplice.
L' abbiamo fatta grossa è una commedia innegabilmente priva di qualità e soprattutto di originalità, dato che i personaggi fondamentali della pellicola appaiono differenti tra di loro , e nel corso della vicenda , entrambi si ritrovano coinvolti in un guaio associato ad una somma di denaro, ed è la tipica commedia italiana con due personaggi che finiscono in guaio , ed entrambi devono fare di tutto per salvare loro stessi e le loro vite , dato che verranno introdotti dei personaggi che risultano essere dei soggetti poco raccomandabili.
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Un attore in crisi e un investigatore che si limita a cercare i gatti smarriti incrociano le loro strade , e casualmente hanno a che fare con una notevole somma di denaro, e sarà proprio quella somma di denaro a farli finire in un terribile guaio , ed entrambi devono assolutamente uscirne illesi , ma non si rivela una cosa semplice.
L' abbiamo fatta grossa è una commedia innegabilmente priva di qualità e soprattutto di originalità, dato che i personaggi fondamentali della pellicola appaiono differenti tra di loro , e nel corso della vicenda , entrambi si ritrovano coinvolti in un guaio associato ad una somma di denaro, ed è la tipica commedia italiana con due personaggi che finiscono in guaio , ed entrambi devono fare di tutto per salvare loro stessi e le loro vite , dato che verranno introdotti dei personaggi che risultano essere dei soggetti poco raccomandabili. I personaggi principali sono stati interpretati da Carlo Verdone e Da Antonio Albanese , due attori talentuosi, che però si sono rivelati due miserere caricature di Fantozzi e Filini , dato che I due iconici personaggi ( Filini e Fantozzi ) finiscono sempre nei guai , proprio come i personaggi principali di questa commedia costituita da una sceneggiatura che ricorda vagamente quella di un cinepanettone di Neri Parenti, anche se in questo film non ci sono le donne conturbanti ( in un certo senso , menomale ) , però , questo non garantisce a questa commediuccia di scarso valore una valutazione positiva e degli apprezzamenti, dato che si limita solo a deludere chiunque sia affezionato a Carlo Verdone ed apprezzi Antonio Albanese come attore ( ed egli è un attore a cui la competenza non manca di sicuro ) , e questo vale a che per Carlo Verdone , tuttavia, è il film in questione ad essere sbagliato, anche Massimo Popolizio , uno degli attori presenti nel film non risulta essere eccezionale, anche se in questo film ha indossato la maschera di un losco figuro , data la sua voce minacciosa. Le gag umoristiche non sono capaci di far apparire un piccollissimo sorrisino sulla bocca di un qualsiasi tipo di spettatore, e per concludere , il film italiano L' Abbiamo Fatta Grossa è un vero squallore.
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lucascialo
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mercoledì 5 dicembre 2018
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verdone e albanese detective improbabili
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Arturo è un ex carabiniere dimessosi dal suo lavoro e divorziato da una donna scappata con un greco. E' un investigatore privato che si arrangia come può e scrive libri gialli. Un giorno alla sua porta bussa l'invadente Yuri, che gli chiede di investigare sulla moglie con cui sta divorziando e sul suo nuovo compagno. Un avvocato. Dopo l'iniziale ritrosia, Arturo decide di prendere l'incarico ma ben presto si troveranno in una situazione molto più grande di loro: gestire una valigetta piena di banconote da 500 euro. Di lì partiranno una serie di equivoci e gag esilaranti. Quando leggi che in un film ci sono insieme Carlo Verdone e Antonio Albanese, ti dici certo che il divertimento è assicurato.
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Arturo è un ex carabiniere dimessosi dal suo lavoro e divorziato da una donna scappata con un greco. E' un investigatore privato che si arrangia come può e scrive libri gialli. Un giorno alla sua porta bussa l'invadente Yuri, che gli chiede di investigare sulla moglie con cui sta divorziando e sul suo nuovo compagno. Un avvocato. Dopo l'iniziale ritrosia, Arturo decide di prendere l'incarico ma ben presto si troveranno in una situazione molto più grande di loro: gestire una valigetta piena di banconote da 500 euro. Di lì partiranno una serie di equivoci e gag esilaranti. Quando leggi che in un film ci sono insieme Carlo Verdone e Antonio Albanese, ti dici certo che il divertimento è assicurato. Invece il risultato finale è una trama non sempre credibile ed una pellicola che ad un certo punto non sembra sapere dove vada a parare. Arricchita comunque da qualche gang esilarante. Inevitabile, tutto sommato, considerando gli attori in causa. Su tutte, quella nel centro abbronzante dove Arturo e Yuri cercano di far asciugare le banconote. E così si conferma ancora una volta il fatto che Verdone non riesca ad inanellare una serie di film riusciti appieno. Quando gli riesce, il successivo o i successivi in genere sono più scadenti. E così, dopo Posti in piedi in paradiso, ha proposto due film meno riusciti. Sebbene questo deluda di più del precedente per la presenza di Antonio Albanese, attore in piena ascesa.
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dandy
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mercoledì 4 ottobre 2017
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non tanto grossa in effetti...
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Verdone tenta una strada diversa rispetto ai film precedenti,dividendo la scena con Albanese.E cerca di aggiornare il suo personaggio di perdente usando un intreggio giallo-comico,con annesse riflessioni serie sul malessere odierno(in qesto caso la politica corrotta).Se il duo di interpreti funziona perchè nessuno dei due cerca di rubare la scena all'altro(e solo in un paio di occasioni Albanese sfodera i suoi personaggi-macchietta)l'occasione si rivela più mancata che riuscita.Perchè il divertimento è prevalentemente fine a se stesso,farsesco,più in voga con la piatta comicità televisiva che col cinema del regista,che avrebbe potuto tirare fuori una satira ben più incisiva.
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Verdone tenta una strada diversa rispetto ai film precedenti,dividendo la scena con Albanese.E cerca di aggiornare il suo personaggio di perdente usando un intreggio giallo-comico,con annesse riflessioni serie sul malessere odierno(in qesto caso la politica corrotta).Se il duo di interpreti funziona perchè nessuno dei due cerca di rubare la scena all'altro(e solo in un paio di occasioni Albanese sfodera i suoi personaggi-macchietta)l'occasione si rivela più mancata che riuscita.Perchè il divertimento è prevalentemente fine a se stesso,farsesco,più in voga con la piatta comicità televisiva che col cinema del regista,che avrebbe potuto tirare fuori una satira ben più incisiva.E certe risoluzioni della trama sono troppo forzate(il trucco in cui alla fine Yuri e Arturo cascano come niente,la riappacificazione inspiegata tra Yuri e la moglie),malgrado un piacevole finale"pessimista".Ben scelto il cast di contorno,a cominciare da Anna Kasyan,autentico soprano lirico.Giuliano Montaldo e Vera Pescarolo sono i proprietari del gatto.L'ultima scena rende omaggio all'Eduardo di Marotta e De Sica.
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vepra81
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mercoledì 21 giugno 2017
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grossa ma bella
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temevo nella comicità noiosa di albanese ma invece il buon Carlo e riuscito a creare una spalla alla sua altezza. Il film scorre con momenti di comicità. Trama carina e come gia detto regia ottima e ben curata.
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euwexxxx
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domenica 2 aprile 2017
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inguardabile
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Una farsa senza alcun contatto con la realtà. Si è mai visto uno che al tramonto si mette su una panchina del Pincio a scrivere su un iPad da 400 euro? Se ti vuoi far rapinare, forse! Si è mai visto il proprietario di un gatto assoldare un detective per ritrovarlo? Si è mai visto uno che per recuperare un gatto finito in un giardino commette una violazione di domicilio? Non era più logico suonare il campanello? Si è mai visto un vigile urbano così vecchio? A quella età stanno già in pensione. Si è mai visto un vigile così vecchio lavorare ancora in strada? Si è mai visto un vigile effettuare la rimozione di un veicolo da solo? Io li ho visti lavorare sempre in due.
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Una farsa senza alcun contatto con la realtà. Si è mai visto uno che al tramonto si mette su una panchina del Pincio a scrivere su un iPad da 400 euro? Se ti vuoi far rapinare, forse! Si è mai visto il proprietario di un gatto assoldare un detective per ritrovarlo? Si è mai visto uno che per recuperare un gatto finito in un giardino commette una violazione di domicilio? Non era più logico suonare il campanello? Si è mai visto un vigile urbano così vecchio? A quella età stanno già in pensione. Si è mai visto un vigile così vecchio lavorare ancora in strada? Si è mai visto un vigile effettuare la rimozione di un veicolo da solo? Io li ho visti lavorare sempre in due. Potrei continuare....
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shingo tamai
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lunedì 27 marzo 2017
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l'abbiamo fatta piccola
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Pur amando Albanese e Verdone non si può dire che quanto visto sia apprezzabile.
A parte che non se può più di sviluppare una sceneggiatura basata sull'equivoco di turno (in questo casa una intercettazione),ma è tutta la storia che fa acqua da tutte le parti.
Molto sembra lasciato al caso ed alle capacità artistiche dei due protagonisti che purtroppo non ci regalano il meglio del loro vasto repertorio.
AlcunE scene come quella nel centro di bellezza ,diciamolo tutta, provocano quasi imbarazzo,proprio per il livello di chi le recita.
Non so perché ma ho avuto la costante impressione che sia stato girato tutto molto in fretta,senza un copione,eppure ricordavo nel VerDone regista molta attenzione ai dettagli a partire dai costumi.
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Pur amando Albanese e Verdone non si può dire che quanto visto sia apprezzabile.
A parte che non se può più di sviluppare una sceneggiatura basata sull'equivoco di turno (in questo casa una intercettazione),ma è tutta la storia che fa acqua da tutte le parti.
Molto sembra lasciato al caso ed alle capacità artistiche dei due protagonisti che purtroppo non ci regalano il meglio del loro vasto repertorio.
AlcunE scene come quella nel centro di bellezza ,diciamolo tutta, provocano quasi imbarazzo,proprio per il livello di chi le recita.
Non so perché ma ho avuto la costante impressione che sia stato girato tutto molto in fretta,senza un copione,eppure ricordavo nel VerDone regista molta attenzione ai dettagli a partire dai costumi.
Nella scheda della recensione si accenna ad una indovinata satira sulla politica e i suoi militanti.
Non l'ho vista,piuttosto mi sono dovuto sorbire un criminale,neanche poco credibile, che misteriosamente non viene neanche incarcerato o indagato perché la sceneggiatura, molto semplicemente, è indegna.
Se a qualcuno è piaciuto mi fa piacere ma in questo caso si è accontentato davvero di poco.
Comunque al Carlo "nazionale " una battuta a vuoto si può perdonare,ci mancherebbe altro.
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onufrio
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mercoledì 14 settembre 2016
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la forza del duo verdone-albanese
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Mi aspettavo di vedere la classica commedia che accompagna Verdone da un buon decennio a questa parte, ovvero l'uomo di mezza età in crisi, una storia d'amore che non funziona e classici stereotipi verdoniani e invece rimango positivamente sorpreso da questa commedia simpatica che ha come protagonisti un attore teatrale in crisi artistica ed un detective privato non proprio all'altezza; i due si ritroveranno alle prese con un caso davvero complicato per via di un fatale errore di spionaggio del detective che porterà a seguire la coppia sbagliata, dando il via ad una serie di avvenimenti drammaticalmente divertenti. Il finale poi è una critica severa ma fatta con ironia agli alti poteri.
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Mi aspettavo di vedere la classica commedia che accompagna Verdone da un buon decennio a questa parte, ovvero l'uomo di mezza età in crisi, una storia d'amore che non funziona e classici stereotipi verdoniani e invece rimango positivamente sorpreso da questa commedia simpatica che ha come protagonisti un attore teatrale in crisi artistica ed un detective privato non proprio all'altezza; i due si ritroveranno alle prese con un caso davvero complicato per via di un fatale errore di spionaggio del detective che porterà a seguire la coppia sbagliata, dando il via ad una serie di avvenimenti drammaticalmente divertenti. Il finale poi è una critica severa ma fatta con ironia agli alti poteri.
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filippo catani
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mercoledì 14 settembre 2016
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commedia che si regge sui suoi due protagonisti
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Un improbabile attore di teatro si rivolge ad un altrettanto improbabile investigatore privato affinchè raccolga prove sul nuovo compagno della ex moglie. Le cose però prenderanno una piega tragicomica.
La trama se vogliamo è molto semplice e piuttosto lineare seppur con un apprezzabile finale. Il tutto si regge sulla gradevole ed ironica caratterizzazione dei due protagonisti. Verdone che è un investigatore privato che si diletta a scrivere improbabili racconti di spionaggio o thriller. Albanese è un aspirante attore in crisi per l'abbandono della moglie e che praticamente recita costantemente in tutti i momenti della vita con una impostazione comica.
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Un improbabile attore di teatro si rivolge ad un altrettanto improbabile investigatore privato affinchè raccolga prove sul nuovo compagno della ex moglie. Le cose però prenderanno una piega tragicomica.
La trama se vogliamo è molto semplice e piuttosto lineare seppur con un apprezzabile finale. Il tutto si regge sulla gradevole ed ironica caratterizzazione dei due protagonisti. Verdone che è un investigatore privato che si diletta a scrivere improbabili racconti di spionaggio o thriller. Albanese è un aspirante attore in crisi per l'abbandono della moglie e che praticamente recita costantemente in tutti i momenti della vita con una impostazione comica. Ecco diciamo che il gusto del film sta tutto nel vedere all'opera questa coppia che si rivela affiatata e ci permette di staccare (ma non troppo) la spina dai nostri impegni quotidiani per poco meno di un paio d'ore e già non è poco.
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fabal
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lunedì 1 agosto 2016
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che fine ha fatto il sofisticato verdone?
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Yuri è un attore di teatro in grave crisi d'ispirazione da quando è stato lasciato dalla moglie. Si rivolge allora ad Arturo, investigatore privato caduto molto in basso e che sbarca il lunario recuperando i gatti scappati. Arturo dovrà pedinare l'ex moglie del suo cliente per scoprire se ha una relazione. A causa di un fortuito scambio di persona i due si trovano a scappare con una valigetta piena di soldi e inseguiti da criminali che la rivogliono.
Un grande estimatore di Verdone non può restare indifferente a questa clamorosa caduta di stile dell'attore e regista e qui (ahimè) anche sceneggiatore di L'abbiamo fatta grossa.
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Yuri è un attore di teatro in grave crisi d'ispirazione da quando è stato lasciato dalla moglie. Si rivolge allora ad Arturo, investigatore privato caduto molto in basso e che sbarca il lunario recuperando i gatti scappati. Arturo dovrà pedinare l'ex moglie del suo cliente per scoprire se ha una relazione. A causa di un fortuito scambio di persona i due si trovano a scappare con una valigetta piena di soldi e inseguiti da criminali che la rivogliono.
Un grande estimatore di Verdone non può restare indifferente a questa clamorosa caduta di stile dell'attore e regista e qui (ahimè) anche sceneggiatore di L'abbiamo fatta grossa. I personaggi di Verdone, spesso nevrotici, ottimamente caratterizzati, hanno prodotto commedie sofisticate e amare, in cui spiccava anche una comicità sottile, sempre entro le righe, e mai alla ricerca di se stessa. L'abbiamo fatta grossa, invece, parte con l'affanno di voler far ridere a tutti i costi, prediligendo la gag singola, lo sketch a mo' di cabaret molto più sulla scia cinepattoniana che nel solco della tradizione cinematografica (ben più raffinata) dell'attore romano. Non occorre scomodare la sofisticazione psicologica di Sono pazzo di Iris Blond o la ricerca esistenziale di Al lupo al lupo. Partiamo da qualcosa di molto più terra terra come Gallo Cedrone, per rendere plausibile il raffronto.
Risultato? Se quando Verdone parte dal personaggio la comicità è quasi un parto spontaneo e pertinente, qui le gag sono invece banali, telefonate, se non addirittura squallide. Scivolare su un tappeto per cadere su una torta, strabuzzare gli occhi quando Albanese esibisce il suo membro, travestirsi goffamente da venditore di rose indiano - e fermiamoci qui - sono trovate che gettano nello sconforto non tanto perché siano pacchiane o infantili, ma perché vorrebbero costituire il vero mordente del film, che non ha alcuna ironia esistenziale di fondo, nessuna amara profondità in cui scavare o, più semplicemente, proprio niente da dire. E non basta la pernacchia finale per farne una satira politica.
Albanese, più avvezzo all'ottica dello sketch frontale di Cetto Laqualunque, è assolutamente spaesato in un film che vorrebbe essere organico (ma ci riesce ben poco), e nei suoi discorsi notiamo sempre delle esitazioni, come chi non è abituato a recitare senza esasperazione. Quella che la caricatura ti consente di fare ma l'uomo normale no. La figura di Verdone, invece, è troppo poco colta per essere uno dei suoi personaggi, e troppo anonima per essere davvero incisivo come una delle sue tante rappresentazioni dell'uomo comune. Non è nemmeno lo sfigato che desta simpatia come il Lillo che viaggiava in auto con la sora Lella.
Ne risultano gag infantili, sceneggiate in cui l'incontro dialettale tra il romanesco di Arturo e il napoletano di Lena generano soltanto chiasso e non fanno ridere, con una trama piuttosto scontata e i "cattivi" molto stereotipati.
Un tonfo pazzesco, inspiegabile. Sperando che sia solo un incidente di percorso e che L'abbiamo fatta grossa non voglia essere la sterzata di un Verdone "terza maniera", dimentichiamo lo sconforto e rifugiamoci nel passato.
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