giorgio47
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domenica 13 marzo 2016
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quando non si nulla da dire occorre stare zitti
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Definire questo film brutto è quasi fargli un complimento. Premetto che sono anni che non vedo un film di verdone e questo sono andato a vederlo in una sala di "terza visione". Comunque vedere la "critica" che lo avvalora di tre stelle è un insulto all'intelligenza. Capisco "spingere" i film italiani ma se un film è brutto si deve anche rispettare chi legge la "critica" per orientarsi.
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vipera gentile
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giovedì 25 febbraio 2016
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un po' di humour e un po' di morale
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In questo film, Verdone interpreta un investigatore privato senza clienti che vive con la vecchia zia vedova. Un attore fallito, Albanese, lo contatta perché vuole sapere se la sua ex moglie ha una relazione con il legale che la segue nella causa di divorzio. Con un espediente, i due compari riescono a piazzare un registratore sotto il tavolo di un ristorante prenotato dalla coppia; ma questa cambia posto a causa dell’aria condizionata e così intercettano una conversazione che non avrebbero dovuto ascoltare. Molto divertente, con una stoccata alla classe politica e con un finale a sorpresa.
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In questo film, Verdone interpreta un investigatore privato senza clienti che vive con la vecchia zia vedova. Un attore fallito, Albanese, lo contatta perché vuole sapere se la sua ex moglie ha una relazione con il legale che la segue nella causa di divorzio. Con un espediente, i due compari riescono a piazzare un registratore sotto il tavolo di un ristorante prenotato dalla coppia; ma questa cambia posto a causa dell’aria condizionata e così intercettano una conversazione che non avrebbero dovuto ascoltare. Molto divertente, con una stoccata alla classe politica e con un finale a sorpresa.
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uranya78
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sabato 20 febbraio 2016
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una commedia che non decolla
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L'idea di un "noir sui generis" non trova piena attuazione anche se è innegabile una bella sinergia tra i due protagonisti, con tempi comici perfettamente rodati. In molte scene, Verdone ripercorre le caratterizzazioni delle origini con espressioni facciali enfatizzate e divertenti uscite istrioniche, mentre Albanese gli fa da spalla nella sua nevroticità simpaticamente sgangherata. Nonostante l'aria di comicità, la commedia però non decolla e si avverte costantemente la sensazione che manchi qualcosa. Sorrisi più che risate per una sceneggiatura poco più che sufficiente e neanche il finale riesce a risollevare il tutto. Tuttavia, non si può non provare un moto d'affetto istintivo per Verdone e la sua inalterata genuinità.
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lofamo
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venerdì 19 febbraio 2016
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dispiace
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è grigia, è il consumarsi di un fenomeno, di un mistero, di un'epoca. Possibile che Verdone con la sua sensibilità bruci fino all'ultimo credito, non sia più capace di analisi, di architetture e debba affidarsi a battutine povere, a personaggi insignificanti?
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ilamar
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giovedì 18 febbraio 2016
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tanto fumo e niente arrosto
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Al film è stata fatta così tanta pubblicità che doveva essere chissà quale capolavoro e invece...
Il film è pieno si situazioni equivoche e a volte anche di scene di pessimo gusto, come quella in cui Albanese si abbassa i pantaloni o quella del solarium.
Verdone praticamente è se stesso, un uomo pieno di dubbi paure e insicurezze, Albanese il solito ex marito che vuole riconquistare la moglie.
Risate poche, noia tanta.
Forse anche per Verdone è arrivata l'ora di appendere la cinepresa al muro
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ciolo
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mercoledì 17 febbraio 2016
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quando il vino invecchia... diventa aceto!!
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Verdone invecchiando non è migliorato come il vino buono... ma è diventato aceto! Poche idee e confuse, tempi sbagliati e gag per nulla divertenti. Le espressioni che ci avevano fatto ridere e la maliconia di fondo degli esordi si sono tramutate in grottesche maschere che più che rallegrare fanno tristezza.
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robert eroica
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domenica 14 febbraio 2016
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il grande ritorno di verdone
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Il miglior film di Verdone regista da parecchio tempo a questa parte. Una commedia cattiva dove i cretini sono giustamente puniti, e da reietti, sbeffeggiano il potere come possono. Nella miglior tradizione della commedia all’italiana, dove nessuno è incolpevole e l’amarezza va a braccetto con il riso (amaro). Ce lo hanno insegnato non in troppi: Comencini (“A cavallo della tigre”) e Monicelli, su tutti. Verdone abbandona le stupidaggini sentimentali che troppo hanno caratterizzato il suo cinema degli ultimi due decenni (il nadir di “Sono pazzo di Iris Blond” non si dimentica facilmente) e, nella sua cadenza di inesorabile racconto morale, si colloca sulla scia del suo film più feroce e bello, “Compagni di scuola” (che ormai è del 1988…).
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Il miglior film di Verdone regista da parecchio tempo a questa parte. Una commedia cattiva dove i cretini sono giustamente puniti, e da reietti, sbeffeggiano il potere come possono. Nella miglior tradizione della commedia all’italiana, dove nessuno è incolpevole e l’amarezza va a braccetto con il riso (amaro). Ce lo hanno insegnato non in troppi: Comencini (“A cavallo della tigre”) e Monicelli, su tutti. Verdone abbandona le stupidaggini sentimentali che troppo hanno caratterizzato il suo cinema degli ultimi due decenni (il nadir di “Sono pazzo di Iris Blond” non si dimentica facilmente) e, nella sua cadenza di inesorabile racconto morale, si colloca sulla scia del suo film più feroce e bello, “Compagni di scuola” (che ormai è del 1988…). La prima parte acclimata lo spettatore alla misera esistenza di due sfigati, un investigatore privato che si diletta a scrivere racconti polizieschi e un attore teatrale fallito nella professione e nella vita di coppia (la moglie lo ha abbandonato per un avvocato carogna). Poi la vicenda, che sceglie i mezzi toni ed evita il plateale (anche nelle battute, per una volta e non fatevi ingannare dal trailer) diventa una sorta di giallo stile Woody Allen di “Misterioso omicidio a Manhattan”. Soldi rubati, perduti e ritrovati, loschi figuri che svaligiano appartamenti, pestaggi, ricatti, rapimenti. E prepotente emerge il ritratto di una società smarrita, che vive nel culto del denaro ma che poi non sa riconoscerlo o non sa spenderlo: L’Italia di oggi. Carlo Verdone è un Marlowe peggiore di ogni parodia e la sua disillusione e il suo disincanto da soli non bastano, se non sono supportati dall’intelligenza e dalla scaltrezza. Al suo fianco un grande Antonio Albanese, maschera tragicomica che aderisce al personaggio come l’attore che vorrebbe essere aderisce al palcoscenico della vita. Sottovalutato da tanti ma per noi una sorta di sorpresa di un amico ritrovato.
VOTO: 7
Robert Eroica
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achab50
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sabato 13 febbraio 2016
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mantiene quel che promette
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Resto sempre meravigliato da quante considerazioni culturali, sociologiche ed esegetiche si possano coagulare su di un film che non ha grandi pretese di questo genere. E dunque mi calo nei (miei) panni di spettatore medio che sceglie un film, accetta con malagrazia il posto numerato (questa smania del posto numerato contribuisce in maniera sostanziale alla crisi del cinema italiano) per vedersi un film di Verdone ed Albanese. E si aspetta un film con Verdone ed Albanese e non uno di Martone, sia detto col dovuto rispetto.
Bisogna dare atto degli sforzi di Verdone per uscire dal macchiettismo che ha funestato, rendendolo insopportabile, l'ultimo Sordi, e va detto che un passo per volta ci sta riuscendo.
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Resto sempre meravigliato da quante considerazioni culturali, sociologiche ed esegetiche si possano coagulare su di un film che non ha grandi pretese di questo genere. E dunque mi calo nei (miei) panni di spettatore medio che sceglie un film, accetta con malagrazia il posto numerato (questa smania del posto numerato contribuisce in maniera sostanziale alla crisi del cinema italiano) per vedersi un film di Verdone ed Albanese. E si aspetta un film con Verdone ed Albanese e non uno di Martone, sia detto col dovuto rispetto.
Bisogna dare atto degli sforzi di Verdone per uscire dal macchiettismo che ha funestato, rendendolo insopportabile, l'ultimo Sordi, e va detto che un passo per volta ci sta riuscendo. Col procedere dell'età la maschera di Verdone ha assunto una piega amara da perdente che, in questo ambito, corrisponde alle rughe cui teneva moltissimo la Magnani. Durante il film raramente gigioneggia, e questo è un bene, richiama con molta misura alcuni suoi personaggi ma senza strafare. Quanto ad Albanese, come è stato scritto in altre occasioni, è un comico sempre avanti di una generazione, per cui si permette una recitazione sottotono, mai oltre le righe, e ciò nonostante buca immediatamente lo schermo, e ci rende complici in quanto simili nella sventatezza e nella furberia che finisce sempre male. Strepitosa Anna Kasyan la cui interpretazione non mi meraviglia perchè le cantanti liriche sono per prima cosa attrici (come non ricordare le splendire interpretazioni della Ricciarelli?).
E con questo abbiamo sistemato i protagonisti. Quanto alla trama, procede bene, senza grandi intoppi, tutto ciò che può andar male a questi poveri disgraziati va malissimo. Quando il film sembra volgere ad un inaspettato happy end, si scatena la vera tragedia.
Ho comunque trovato il finale troppo ruffiano e troppo ammiccante del sentire popolare, che non sempre corrisponde alla realtà fattuale.
La controprova della sostanziale riuscita dell'opera è la troppa brevità del film, anche se l'orologio ci dice che è di un'ora e quaranta minuti abbondanti.
Attendiamo la nuova coppia comica alla prossima prova.
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no_data
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sabato 13 febbraio 2016
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un film prudente a 78 giri.
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Non posso disprezzare un lavoro, ne ho la presunzione di mettermi al di sopra di un autore come Verdone.
Comunque devo dire che questo film non mi ha entusiasmato, se paragonato ad altri del passato. Al di la della bravura dei due protagonisti, c'è qualcosa che non ha funzionato. Forse doveva fluire più velocemente e in modo più serrato, in un crescendo vertiginoso. Con la coppia molto più alleata a dare di se un unicum comico, fatto di complicità,ironia e meno parolacce gratuite.
Questo Verdone, non è lontanamente " Giulio Cesare Carminati " di Italians. E mi chiedo dove sia andata la qualità di Albanese, di film come: "Cetto la Qualunque"- "Tutto Tutto niente niente" e La fame e la Sete, etc.
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Non posso disprezzare un lavoro, ne ho la presunzione di mettermi al di sopra di un autore come Verdone.
Comunque devo dire che questo film non mi ha entusiasmato, se paragonato ad altri del passato. Al di la della bravura dei due protagonisti, c'è qualcosa che non ha funzionato. Forse doveva fluire più velocemente e in modo più serrato, in un crescendo vertiginoso. Con la coppia molto più alleata a dare di se un unicum comico, fatto di complicità,ironia e meno parolacce gratuite.
Questo Verdone, non è lontanamente " Giulio Cesare Carminati " di Italians. E mi chiedo dove sia andata la qualità di Albanese, di film come: "Cetto la Qualunque"- "Tutto Tutto niente niente" e La fame e la Sete, etc. Dunque, alla prossima !
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pier delmonte
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sabato 13 febbraio 2016
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piccolo miglioramento verdone
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Detto che non ho riso molto, la visione di questa commedia e’ abbastanza piacevole, la coppia Verdone e Albanese funziona, la trama e’ incasinata congeniata al punto giusto (tranne il finale, molto forzato, troppo!), addirittura Carlo Verdone e’ amato da una quasi buzzicona!!! Albanese istrionico e folle. Film da vedere.
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