eugenio
|
mercoledì 8 marzo 2017
|
emozionante racconto di formazione
|
|
|
|
Emozionante e commovente, il nuovo film del regista di Juan Antonio Bayona (The orphanage, The impossible, per citare due pellicole celebri), stupisce per delicatezza e drammaticità con un’amarezza di fondo foriera ai film Disney.
A monster callso meglio, Sette minuti dopo la mezzanotte, dal bestseller di Siobhan Dawd e Patrick Ness è la storia della vita “agra” del giovane Conor O’Malley, che notte dopo notte è sconvolto da terribili incubi in cui vede sé stesso non riuscire a salvare la madre da una minaccia incombente, inghiottita in un lembo di terra cimiteriale, in un abisso senza scampo.
[+]
Emozionante e commovente, il nuovo film del regista di Juan Antonio Bayona (The orphanage, The impossible, per citare due pellicole celebri), stupisce per delicatezza e drammaticità con un’amarezza di fondo foriera ai film Disney.
A monster callso meglio, Sette minuti dopo la mezzanotte, dal bestseller di Siobhan Dawd e Patrick Ness è la storia della vita “agra” del giovane Conor O’Malley, che notte dopo notte è sconvolto da terribili incubi in cui vede sé stesso non riuscire a salvare la madre da una minaccia incombente, inghiottita in un lembo di terra cimiteriale, in un abisso senza scampo. Metaforicamente il transfert “notturno” si ripercuote nella quotidiana esistenza del ragazzino, nella vicenda drammatica della madre malata terminale, nella nonna (l’ottima “alien” Sigourney Weaver) apparentemente distante dal modo di pensiero di questo nipote che rifugge nei sogni il suo disagio sia psicologico che soprattutto scolastico (Connor è preda di continui attacchi di bullismo da alcuni compagni di classe).
I sogni e il lato più adeguatamente “feroce” e sopito del giovinetto, si mostreranno nella loro verve più dolorosa e amara nel “mostro”, un maestoso albero dalle sembianze di Liam Neeson, che sette minuti dopo mezzanotte appunto, farà visita al giovane Connor raccontandogli tre storie che lo aiuteranno in qualche modo a guardare con altri occhi la tragedia imminente.
Con un prezzo da pagare.
Quello di una quarta storia maturata dentro la verità nascosta di Connor, nel silenzio amaro del coraggio e non ultimo di una scelta che potrà salvare se non il corpo, almeno il suo spirito. Una storia che Connor dovrà avere la forza di raccontare fino in fondo per sé stesso o almeno, per la stessa madre.
Difficile rimanere indifferenti a un film così complesso. Sette minuti dopo la mezzanotte, come il romanzo omonimo tratta diversi generi: superficialmente rappresenta un romanzo di formazione, intrapreso da Connor O’Malley verso il contorto e difficile mondo adulto, nell’accettazione e soprattutto nella consapevolezza del dolore, ma trascende tuttavia gli stilemi della pellicola di genere. Il film di Bayona riesce a confondere la fantasia con la realtà attraverso raffinati intermezzi artistici in cui ciò che sembra essere una combinazione di inchiostro ed acquerello bagnato prende vita davanti agli occhi dello spettatore alternandosi al clima grigio britannico della storia reale.
E’ un film pregno di emozioni, Sette minuti dopo mezzanotte. Parla di morte, di fantasia, di rabbia, di dolore.
Ma parla soprattutto di arte creando sin da subito con l’accattivante sceneggiatura e la ricercata musica un’empatia con lo spettatore grazie agli effetti speciali (primi tra tutti la caratterizzazione di Liam Neeson- albero) e al gioco di sguardi tra il “piccolo uomo” emotivo, selvaggio e il “paterno” albero.
Il film che colpisce proprio per l’incontro diretto con la malattia e la morte di un proprio caro, ancora prima che sia cresciuto, trascina nelle due orette scarse un peso nello spettatore che si porterà dietro fino alla fine, quando Connor svelerà la sua verità, lasciando quindi “scorrere quelle lacrime” finora trattenute a fatica.
L’innocenza di un adolescente compatito, irrequieto, solo e al tempo stesso “invisibile agli occhi degli altri” (potente la scena in cui il bullo di situazione, stanco di picchiarlo, decide di trascurarlo considerando il suo carattere cupo e pesante senza capire che dentro di lui urla un dolore muto e segreto), fa tanta letteratura di genere ma riesce a raccontare una storia drammatica con toni delicati e dolci. E proprio questo stile rende Sette minuti dopo la mezzanotte un prodotto degno di nota nel panorama Disney, nel legame di iniziale diffidenza col “mostro” nasce poi quel supporto e quella comprensione reciproca alla ricerca di un sofferto tentativo di normalità.
Tocca le corde intelligentemente il film di Bayona ma va dritto al cuore. E L’interpretazione del giovane Toby Kebell, della segnata Sigourney Weaver e di Liam Neeson (in stop motion digitale) rimangono come dono per occhi e cuore in una favola dark gotica a metà tra formazione e fantasia.
[-]
[+] il trauma prende la forma dell’immaginazione
(di antoniomontefalcone)
[ - ] il trauma prende la forma dell’immaginazione
|
|
[+] lascia un commento a eugenio »
[ - ] lascia un commento a eugenio »
|
|
d'accordo? |
|
cristian
|
mercoledì 31 maggio 2017
|
emozione e riflessione
|
|
|
|
Terza opera diretta dallo spagnolo Juan Antonio Bayona, Sette minuti dopo la mezzanotte è probabilmente il film più sentito e riuscito del regista, in cui dramma fortemente emozionale e venatura fantasy si amalgamano alla perfezione strizzando l’occhio a Il labirinto del fauno del messicano Guillermo del Toro.
La giovane vita di Conor O’Malley (Lewis MacDougall) è molto complicata. Il piccolo deve avere a che fare con la malattia incurabile della madre Lizzie (Felicity Jones), con un padre distante, con la nonna (Sigourney Weaver) che odia e con i bulli che puntualmente lo pestano a scuola.
[+]
Terza opera diretta dallo spagnolo Juan Antonio Bayona, Sette minuti dopo la mezzanotte è probabilmente il film più sentito e riuscito del regista, in cui dramma fortemente emozionale e venatura fantasy si amalgamano alla perfezione strizzando l’occhio a Il labirinto del fauno del messicano Guillermo del Toro.
La giovane vita di Conor O’Malley (Lewis MacDougall) è molto complicata. Il piccolo deve avere a che fare con la malattia incurabile della madre Lizzie (Felicity Jones), con un padre distante, con la nonna (Sigourney Weaver) che odia e con i bulli che puntualmente lo pestano a scuola. L’unica via di fuga per Conor da un mondo così crudele è il disegno. Una notte, un enorme albero umanoide (voce originale di Liam Neeson) compare nei sogni del ragazzo per raccontargli tre diverse storie morali. La quarta e ultima storia dovrà essere raccontata dallo stesso Conor.
Una giovane vita alla ricerca disperata della felicità. E’ questo il quadro d’insieme che il film di Bayona mostra al pubblico. La struggente opera del regista spagnolo ha come scopo principe quello di immergere totalmente lo spettatore nella vita di Conor, nel suo modo di affrontare la malattia degenerativa della madre e nello scontro affettivo con una nonna all’apparenza troppo dura con lui. La vita del ragazzo è afflitta da dolori troppo grandi da sopportare cosicché egli trova nella fantasia, in mancanza di appoggi solidi nella vita reale, l’unico rifugio confortevole in grado di aiutarlo ad affrontare le sue paure e a sprigionare i suoi sentimenti repressi. L’albero millenario che giganteggia nel mezzo di un vecchio cimitero non lontano dalla casa di Conor, prende vita nei sogni del ragazzo e diventa simbolo di saggezza da cui trarre consolazione e insegnamento. Le tre storie morali raccontate dal tasso umanoide al ragazzo rompono in maniera decisa le certezze dello spettatore che non assiste ad un film pienamente classico dove da una parte vi sono i buoni e dall’altra i cattivi. In questa pellicola i due concetti quasi si mescolano tra loro, lasciando che sia il punto di vista dello spettatore a decidere cosa sia giusto o sbagliato. La quarta storia, quella che lo stesso Conor dovrà raccontare, deve rappresentare la verità pura, senza filtri, quella più difficile per l’uomo da esprimere e che non deve compiacere gli altri. Non mentire a sé stessi e fare una scelta rappresentano, dunque, il fulcro del film, due compiti che risultano ardui da svolgere anche per un bambino, seppur ancora salvo dalle costruzioni mentali fittizie che appartengono al mondo degli adulti. Sette minuti dopo la mezzanotte è un’opera narrativa che commuove e coinvolge a livelli sempre più alti lo spettatore grazie ad una sceneggiatura solida e a dialoghi significativi. Tutto culmina in un finale, scontato ma superbamente infiorettato, dove tutte le emozioni accumulate trovano libero sfogo.
Per lunghi tratti è convincente la prova del piccolo protagonista Lewis MacDougall, soprattutto in occasione dei primi piani che lo colgono nei momenti più difficili della sua vita e attraverso cui riesce ad esprimere una buona espressività. Altre volte la prestazione pare meno credibile ma è da sottolineare come il suo personaggio sia dotato di profondità e sfumature tutt’altro che banali. Giustamente poco presente ma comunque decisiva ai fini dello sviluppo dell’intreccio la mamma di Conor, Lizzie, interpretata da Felicity Jones, mentre è sempre imponente in personalità e presenza Sigourney Weaver nei panni della nonna del ragazzo. Ben caratterizzato e graficamente apprezzabile il personaggio in CGI dell’albero che lascia un’impronta determinante nella vita di Conor.
In definitiva, Sette minuti dopo la mezzanotte è un racconto che, pur avendo come protagonista un bambino, ha il suo target in un pubblico adulto e maturo che viene stimolato ad una profonda riflessione interiore. Bayona realizza un racconto dalle radici solide, in cui riesce ad inserire una bomba di emozioni che quando esplode investe in pieno lo spettatore senza lasciargli scampo
[-]
|
|
[+] lascia un commento a cristian »
[ - ] lascia un commento a cristian »
|
|
d'accordo? |
|
carlo145
|
domenica 21 maggio 2017
|
bellissimo e terribile
|
|
|
|
Film incredibilmente bello, che evoca i sentimenti strazianti di fronte al dolore inimmaginabile (soprattutto per un bambino) alla vista del decadimento fisico della propria madre, malata terminale. Non è un film per bambini, e neanche per tutti gli adulti, visto che questa società ha messo da parte l'esperienza della malattia e della morte, relegandola in appositi spazi. C'è una risposta a tutto questo? Il film è positivo, al riguardo. La risposta si trova in noi stessi, nella nostra capacità di essere onesti di fronte alle emozioni più forti e meno accettabili del nostro animo che scaturiscono in queste situazioni. E nella nostra capacità di sognare e di progettarci comunque, ritrovando al nostro interno la forza e la creatività per farlo.
[+]
Film incredibilmente bello, che evoca i sentimenti strazianti di fronte al dolore inimmaginabile (soprattutto per un bambino) alla vista del decadimento fisico della propria madre, malata terminale. Non è un film per bambini, e neanche per tutti gli adulti, visto che questa società ha messo da parte l'esperienza della malattia e della morte, relegandola in appositi spazi. C'è una risposta a tutto questo? Il film è positivo, al riguardo. La risposta si trova in noi stessi, nella nostra capacità di essere onesti di fronte alle emozioni più forti e meno accettabili del nostro animo che scaturiscono in queste situazioni. E nella nostra capacità di sognare e di progettarci comunque, ritrovando al nostro interno la forza e la creatività per farlo.
Alcune annotazioni: il film di per sè, già straordinario, si basa su un'idea di una scrittrice venuta a mancare troppo presto (per illibro e la sua vita) a 47 anni, e che è stato ultimato da uno scrittore che è anche co-sceneggiatore del film.
Altra cosa: l'incredibile solitudine del bambino di fronte al dolore che lo circonda. Ci chiediamo se sia un dato della cultura anglosassone, in quanto lo troviamo inconcepibile per la nostra cultura mediterranea. La stessa madre sembrerebbe vivere i suoi ultimi momenti in uno stato di abbandono o, quanto meno, di non presenza amicale, il che è sconcertante a dir poco. A meno che non si voglia con questo sottolineare l'estrema solitudine di noi tutti di fronte al dolore e alla morte.
Il bambino è bravissimo. Si sarà reso conto di cosa stava interpretando?
[-]
|
|
[+] lascia un commento a carlo145 »
[ - ] lascia un commento a carlo145 »
|
|
d'accordo? |
|
alberto
|
venerdì 26 maggio 2017
|
favola filosofica
|
|
|
|
Il dodicenne Conor vive in un mondo che sembra odiarlo: la madre è malata di cancro e le sue condizioni peggiorano sempre di più, a scuola ci sono i bulli di turno che lo picchiano, non ha veri amici, ha il padre lontano e la nonna non gli va a genio, anzi la esorta più volte ad andarsene di casa. E' un animale notturno e durante le ore "proibite" disegna: una notte scoprirà che a mezzanotte e sette l'albero millenario vicino a casa sua si sveglia, si libera delle fronde e gironzola per la strada, ma l'esperienza di quest'ultimo, l'essere stato testimone di tante vicende dal Medioevo alla Rivoluzione Industriale, potrebbe essere d'aiuto al giovane uomo ad affrontare di petto anche la più brutta delle evenienze, che spesso hanno solo bisogno di una formula, di una "verità".
[+]
Il dodicenne Conor vive in un mondo che sembra odiarlo: la madre è malata di cancro e le sue condizioni peggiorano sempre di più, a scuola ci sono i bulli di turno che lo picchiano, non ha veri amici, ha il padre lontano e la nonna non gli va a genio, anzi la esorta più volte ad andarsene di casa. E' un animale notturno e durante le ore "proibite" disegna: una notte scoprirà che a mezzanotte e sette l'albero millenario vicino a casa sua si sveglia, si libera delle fronde e gironzola per la strada, ma l'esperienza di quest'ultimo, l'essere stato testimone di tante vicende dal Medioevo alla Rivoluzione Industriale, potrebbe essere d'aiuto al giovane uomo ad affrontare di petto anche la più brutta delle evenienze, che spesso hanno solo bisogno di una formula, di una "verità". Un percorso psicologico avente come tappe tre storie lungo la storia dell'uomo, con protagonisti un principe, un erborista e un uomo invisibile, ognuna metafora dei più grandi errori che un uomo puo commettere, spinto dalla sua natura complessa, nell'eterna lotta per essere accettato dagli altri e nel disperato tentativo di vivere come come vorrebbe lui. C'è però un dilemma: quest'albero gigante parlante, che appare come un lontano parente del Groot de "I Guardiani della Galassia", appartiene alla sfera del sogno o a quella della realtà? E' un semplice frutto del cervello umano creato come autodifesa dalle sventure, o è davvero una creatura che ha partecipato a tanti fatti mentre tutti lo consideravano semplicemente flora? Il finale enigmatico renderà ancora più ardua la risposta. E' questo uno dei migliori aspetti del film: il sottile confine tra i due mondi, l'elemento fantasy che, pur essendo così concreto, dà comunque una sensazione di verosimiglianza e quindi di essere un mero "pensiero". Un dramma che però sembra riservare una soluzione, lasciando allo spettatore un senso di tenerezza e un ottimismo di fondo. Il rapporto tra i due non costituisce la solita amicizia, ma rimane comunque per il protagonista una valvola di sfogo, un "oggetto" che si palesa davanti a lui apparentemente per un motivo preciso, uno degli abitanti del suo mondo di fantasia che non gli provoca alcuna reazione isterica o di spavento a prima vista, anzi sembrava quasi aspettarlo. Juan Antonio Bayona, regista di "The Orphanage", "The Impossible" e dell'imminente sequel di "Jurassic World" rappresenta con semplicità la storia del romanzo da un'idea di Siobhan Dowd e scritto da Patrick Ness, che in veste di sceneggiatore regala molti dialoghi filosofici degni di nota, in una "favola" che si distingue dalle altre. Molto immedesimati nei personaggi gli attori, dal piccolo Lewis MacDougall alla madre Felicity Jones, che dimostra di sapersela cavare anche in un ruolo del genere, e anche la mitica Ripley di "Alien" Sigourney Weaver, la nonna. A doppiare in lingua originale il Tasso, con un bel design, che incute timore, e ottimi effetti speciali è Liam Neeson e in italiano ha la voce profonda e austera di Alessandro Rossi. Un film che commuove e intrattiene, e che non si ferma alla semplice narrazione della storia e delle storie.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a alberto »
[ - ] lascia un commento a alberto »
|
|
d'accordo? |
|
toty bottalla
|
mercoledì 25 settembre 2019
|
film gradevole... senza esagerare!
|
|
|
|
Il racconto parte macchinoso somigliante già ad altre storie, l'entrata in scena del mostro (Straordinario effetto) Con la sua storia in quattro parti, crea quel patos che dona alla storia un interesse crescente, niente miracoli nè lieto fine, ma la forza di affrontare la vita per Conor O'Malley rimuovendo i suoi incubi, film gradevole! Saluti.
|
|
[+] lascia un commento a toty bottalla »
[ - ] lascia un commento a toty bottalla »
|
|
d'accordo? |
|
elgatoloco
|
sabato 9 gennaio 2021
|
di grande efficacia, psicologica e non solo
|
|
|
|
"A Monsters Calls-Un monstruo viene a verme"(Juan Antonio Bayona, da una sceneggiatura di Patrick Ness, autore del romanzo da cui il film è tratto, ma per il soggetto viene citato anche Siobhan Dowd, per l'idea originale, 2016), film in coproduzione ispano-britannico-statunintese, è un"Bildungsfim"(come si parla di Bildungsroman, e tale è quello di Ness, da cui il fikm è tratto), nel senso che tratta della formazione di cui ragazzo solo, timido, angariato dal bullismo a scuola, vittima di una situazione molto difficile(la madre stra morendo di tumore, dopo varie sedute di chemioterapia, il rapporto con la nonna e con il padre, dove quest'ultimo, peraltro, è quasi"assente,"è più che problematico), che ha degli incubi(dei sogni, se vogliamo)nei quali un mosturoso enorme tasso(il tasso del tasso del Tasso di Achille Campanile proprio non c'entra, siamo in territorio tragico, non comico)che gli narra dei racconti"ad hoc", miranti a fargli comprendere la difficoltà, ma anche la libera scelta di una certa decisione, da prendere dopo la tragica dipartita della madre.
[+]
"A Monsters Calls-Un monstruo viene a verme"(Juan Antonio Bayona, da una sceneggiatura di Patrick Ness, autore del romanzo da cui il film è tratto, ma per il soggetto viene citato anche Siobhan Dowd, per l'idea originale, 2016), film in coproduzione ispano-britannico-statunintese, è un"Bildungsfim"(come si parla di Bildungsroman, e tale è quello di Ness, da cui il fikm è tratto), nel senso che tratta della formazione di cui ragazzo solo, timido, angariato dal bullismo a scuola, vittima di una situazione molto difficile(la madre stra morendo di tumore, dopo varie sedute di chemioterapia, il rapporto con la nonna e con il padre, dove quest'ultimo, peraltro, è quasi"assente,"è più che problematico), che ha degli incubi(dei sogni, se vogliamo)nei quali un mosturoso enorme tasso(il tasso del tasso del Tasso di Achille Campanile proprio non c'entra, siamo in territorio tragico, non comico)che gli narra dei racconti"ad hoc", miranti a fargli comprendere la difficoltà, ma anche la libera scelta di una certa decisione, da prendere dopo la tragica dipartita della madre. Non è un"film per bambini"(come il romanzo non è"per bambini", come talora si dice, confondendo le età e i piani di lettura), ma appunto di formazione, narrato in forma decisamente fantastica, dove ogni personaggio svolte una funzione particolare e la presenza di due interpreti femminili come Sigouney Weawer(la nonna)e Felicity Jones(la madre)ma anche di LIam Neeson(l'alberro animato), oltre alla breve partecipazione di Geraldine Chaplin(la preside della scuola)sottolineano la prova di Lewis Mac Dougall, il ragazzino, la cui intensità già nello sguardo è assoluta. Decisamente siamo nell'ambito del cinema fantastico che ha molto da dire, non in chiave didattico-.didascalica, ma dove la simbologia serve realmente a coomprendere non solo la vicenda ma quanto sta"a monte"della stessa. Decisamente da vedere, perché si tratta di un film significativo da molti punti di vista(quello visivo, ovviamente, in primis)dove la comprensione non può non essere"empatica"se non anche"simpatetica". Tra i film visti negli ultimi anni, per non dire nell'ultimo decennio, senz'altro questo assume un ruolo di importanza notevolissima, che ha ben pochi titoli che gli possano contendere un ruolo di primaria importnza. El Gato
[-]
|
|
[+] lascia un commento a elgatoloco »
[ - ] lascia un commento a elgatoloco »
|
|
d'accordo? |
|
carloalberto
|
mercoledì 29 dicembre 2021
|
tutta roba vecchia riciclata in computer grafica
|
|
|
|
Dramma umano lacrimevole, sottoforma di fantasy per adulti, di Juan Antonio Bayona, stilisticamente ineccepibile, eppure stucchevole e soporifero. Facile, troppo facile, far commuovere con un soggetto simile. Meglio allora Voglia di tenerezza di Brooks dell’83. Il tasso che si anima dopo la mezzanotte e si trasforma in una gigantesca creatura antropomorfa, già vista in Harry Potter ed Il signore degli anelli, racconta storie banali, che vorrebbero essere insegnamenti morali, ma sono soltanto luoghi comuni permeati dal buon senso dei motti popolari. Misurata e sobria la recitazione di Sigourney Weaver, nella parte della nonna del piccolo protagonista, un personaggio che avrebbe forse meritato una diversa valorizzazione ed invece rimane schiacciato dalla narrazione favolistica di Bayona, che incredibilmente dà più spazio alla performance attoriale del suo albero digitale.
[+]
Dramma umano lacrimevole, sottoforma di fantasy per adulti, di Juan Antonio Bayona, stilisticamente ineccepibile, eppure stucchevole e soporifero. Facile, troppo facile, far commuovere con un soggetto simile. Meglio allora Voglia di tenerezza di Brooks dell’83. Il tasso che si anima dopo la mezzanotte e si trasforma in una gigantesca creatura antropomorfa, già vista in Harry Potter ed Il signore degli anelli, racconta storie banali, che vorrebbero essere insegnamenti morali, ma sono soltanto luoghi comuni permeati dal buon senso dei motti popolari. Misurata e sobria la recitazione di Sigourney Weaver, nella parte della nonna del piccolo protagonista, un personaggio che avrebbe forse meritato una diversa valorizzazione ed invece rimane schiacciato dalla narrazione favolistica di Bayona, che incredibilmente dà più spazio alla performance attoriale del suo albero digitale. La cosa migliore di questo film, a cui non manca ovviamente il finale strappalacrime, è la computer grafica e gli effetti speciali digitali. Tutto il resto è roba vecchia riciclata.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a carloalberto »
[ - ] lascia un commento a carloalberto »
|
|
d'accordo? |
|
|