eleonora panzeri
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lunedì 9 marzo 2015
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maledetto trailer
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Un mondo magico, una strega malvagia, un eroe bello e misterioso, un maestro ironico ed insopportabile, una bellissima strega e un’appassionante storia d’amore, condita da portentosi effetti speciali. Questo è quello che mi aspettavo di vedere … non quello che ho visto.
Ho appreso in seguito che questo film è tratto da un romanzo che sfortunatamente non ho letto quindi non saprei dire di chi è la colpa.
Partiamo dalla fugace presenza di Kit Harington utile solo a richiamare pubblico come falene verso la luce. La trama buttata lì alla bene e meglio senza spiegare nulla. La scioccante presenza di Julianne Moore, in un film come questo.
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Un mondo magico, una strega malvagia, un eroe bello e misterioso, un maestro ironico ed insopportabile, una bellissima strega e un’appassionante storia d’amore, condita da portentosi effetti speciali. Questo è quello che mi aspettavo di vedere … non quello che ho visto.
Ho appreso in seguito che questo film è tratto da un romanzo che sfortunatamente non ho letto quindi non saprei dire di chi è la colpa.
Partiamo dalla fugace presenza di Kit Harington utile solo a richiamare pubblico come falene verso la luce. La trama buttata lì alla bene e meglio senza spiegare nulla. La scioccante presenza di Julianne Moore, in un film come questo.
Gli effetti speciali sono ridondanti, a tratti ridicoli, in una storia che fila solo perché deve farlo ma non ne ha nessuna voglia. La storia d’amore più ridicola che abbia mai visto, senza contare uno dei finali più idioti per un film del genere per cui credo sia stato investito comunque parecchio.
Mi sento di dire NO, non andate a vedere questo film, non ci hanno nemmeno provato a fare un fantasy pur avendo mezzi ed elementi intriganti da giocarsi, l’unica cosa che hanno fatto come si deve è il trailer, appunto maledetto!
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parieaa
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domenica 1 marzo 2015
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compresso e distaccato
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Devo ammettere che mi aspettavo decisamante di meglio da questo film. Le premesse c'erano tutte: grande budget, grandi (chi più chi meno) interpreti, un regista in ascesa (a questo punto però forse già finita), un grande costumista, un buon compositore....invece sembra che si siano semplicemente accontentati del minimo sindacale, che abbiano pensto "ma si dai, facciamolo e togliamocelo dalle scatole!". Vero è anche il fatto che questa è un'altra produzione dalla storia travagliata, e si è visto come questo sia sempre dannoso poi per la buona riuscita del film, però questo non basta a giustificarli. Un film fantasy, per poter fare successo, deve essere capace di trasportare lo spettatore nel mondo in cui vivono i personaggi, spiegandolo e mostrandolo ,anche in poche parole e immagini, ma qui non si capisce nemmeno dove il regista ci sta trasportando, ci è dato sapere che è un mondo pieno di laghi e boschi, dove i maghi uccidono le streghe e le campane sono potentissime e udibili ovunque.
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Devo ammettere che mi aspettavo decisamante di meglio da questo film. Le premesse c'erano tutte: grande budget, grandi (chi più chi meno) interpreti, un regista in ascesa (a questo punto però forse già finita), un grande costumista, un buon compositore....invece sembra che si siano semplicemente accontentati del minimo sindacale, che abbiano pensto "ma si dai, facciamolo e togliamocelo dalle scatole!". Vero è anche il fatto che questa è un'altra produzione dalla storia travagliata, e si è visto come questo sia sempre dannoso poi per la buona riuscita del film, però questo non basta a giustificarli. Un film fantasy, per poter fare successo, deve essere capace di trasportare lo spettatore nel mondo in cui vivono i personaggi, spiegandolo e mostrandolo ,anche in poche parole e immagini, ma qui non si capisce nemmeno dove il regista ci sta trasportando, ci è dato sapere che è un mondo pieno di laghi e boschi, dove i maghi uccidono le streghe e le campane sono potentissime e udibili ovunque. Non basta! Bisogna far dimenticare al pubblico il mondo reale e farlo vivere in quello sullo schermo. Poi si può passare a presentare i personaggi e far conoscere il modo in cui vivono, pensano e le regole ed i poteri di quel mondo. Nemmeno questo è ben fatto comunque, si sa solo che un mago (che poi un vero mago non è, ma solo una specie di fattucchiere) che porta sfortuna ai suoi apprendisti, ne cerca un altro da poter allevare e mandare al macello e a cui piace a dismisura ripetere la frase "tu sei un settimo figlio di un settimo figlio", cosa molto fastidiosa. In 1 ora e 40 minuti scarsi vengono presentati una miriade di personaggi, uno meno utile dell'altro, presi da tutte le mitologie terrestri a caso e senza caratterizzazione alcuna, con una mega morìa di cattivi nel finale, sterminati da una suprema arma che si attiva non si sa bene come nè perchè. Tutto qui. Gli effetti speciali non sono il massimo, solo alcune scene d'azione sono coinvolgenti, la colonna sonora è quasi assente, i costumi non sono all'altezza di Ferretti (sembrano quasi un mix estremo di costumi riciclati da altri film e ripresi un po' da tutti i periodi storici dal medioevo in poi), la fotografia è basica, e il cast poteva fare decisamente meglio, Birdges e Moore in primis (il primo troppo altalenante e che fa inspiegabilmente il verso a don Vito Corleone e la seconda quasi svogliata, la cui bravura si vede in poche scene). Inutile John Snow nei primi 10 minuti (forse solo un'operazione di marketing per attirare più fan di GOT), al cui posto potevano benissimo prendere il primo pincopallino che passava di lì per caso. Insomma un vera delusione. Di un Eragon 2 non ne sentivamo assolutamente bisogno. Peccato. 2 stelle sono forse anche un po' troppe.
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lisadp
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sabato 7 marzo 2015
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non c'è più poesia...
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IL SETTIMO FIGLIO
Il settimo figlio di un settimo figlio: molte leggende nascono da qui. In questa storia, il settimo figlio diventa apprendista di uno stregone (che in realtà di magico non ha nulla, solo qualche comune trucco ed una grande capacità combattiva) per imparare a controllare le forze dell'oscurità, in primis le streghe, creature cattive, potenti... bla, bla, bla... la conosciamo la tiritera del bene contro il male, no?!
Potremmo anche dire che la storia di base è interessante, forse non troppo originale, ma del tutto godibile. Potremmo anche ricordare di come gli effetti speciali rendano del tutto accattivanti le scene d'azione e di come i cattivi siano interessanti e visivamente belli, ma alla fine.
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IL SETTIMO FIGLIO
Il settimo figlio di un settimo figlio: molte leggende nascono da qui. In questa storia, il settimo figlio diventa apprendista di uno stregone (che in realtà di magico non ha nulla, solo qualche comune trucco ed una grande capacità combattiva) per imparare a controllare le forze dell'oscurità, in primis le streghe, creature cattive, potenti... bla, bla, bla... la conosciamo la tiritera del bene contro il male, no?!
Potremmo anche dire che la storia di base è interessante, forse non troppo originale, ma del tutto godibile. Potremmo anche ricordare di come gli effetti speciali rendano del tutto accattivanti le scene d'azione e di come i cattivi siano interessanti e visivamente belli, ma alla fine... che cosa lascia davvero "Il settimo figlio"?
Non molto.
Devo dire che ero partita un po' prevenuta, lo ammetto, perchè ultimamente mi avvicino a nuovi film fantasy che di fantastico hanno solo il trailer, alla fine. Sembrano così originali e belli e poi lasciano un piccolo vuoto, facendoti ripensare solamente a com'era il cinema del fantasy anni addietro.
Certo, non possiamo aspettarci un "Signore degli anelli" alla settimana, ma guardiamoci un po' alle spalle: abbiamo film come "Ladyhowke", "Dragonheart", "Il labirinto del fauno", "La storia infinita", "Stardust"... e via dicendo! Dove sono finiti questi film?
Oggi, andando al cinema, vedo solo sceneggiature poco ponderate, molto bambine, immature, piene di battutine sarcastiche che dopo averti fatto fare un breve e forzato sorriso non lasciano più nulla nello spettatore; dialoghi moderni, leggeri, superficiali, irriverenti, che spesso non hanno nulla a che vedere col periodo storico trattato. Dove sono quelle battute memorabili che restano dentro? Che il pubblico vuole annotarsi da qualche parte per non dimenticarle? "Mira alle stelle Bowen!" Diceva Draco prima di morire lasciando che una lacrima solcasse il nostro viso... ecco, mi mancano momenti epici come questo,momenti in cui, anche solo per un secondo, può credere nella magia che il film ti ha appena mostrato, ma questo non accade...
Nonostante gli ultimi film fantasy mi abbiano delusa, sono andata comunque a vedere "Il settimo figlio" ed ho trovato... esattamente questo: racconti già sentiti, parole già udite, azioni prevedibili e senza nemmeno doversi sforzare... sapere già cosa accadrà in un film non lascia spazio all'immaginazione, al pensiero, alla riflessione, alla sorpresa... ci sono tutti questi scontri corpo a corpo di puro intrattenimento... ormai facciamo i film per questo: per intrattenimento, non per arte ed è come fare musica senza suonare... dov'è il cuore? Dov'è l'anima, l'emozione?
Storie d'amore nate in trenta secondi e che ne durano quaranta, spacciate come l'amore di Rose per Jack, duraturo anche dopo la sua morte, come quello di Giulietta e Romeo che è perdurato sulle pagine per anni ed anni... Allievi che apprendono ogni cosa in un momento, anche se fino a tre minuti prima sarebbero stati in grado di inciampare da fermi, imparando solo grazie ad una piccola scintilla di coraggio... nessuna crescita emotiva: gli eroi nascono eroi, sono solo i villian che devono avere un motivo per essere crudeli... non siamo stufi di rivedere sullo schermo sempre le stesse cose?
Io si, francamente aspetto con ansia un nuovo film fantasy che possa davvero emozionarmi, farmi provare qualcosa di forte... nel frattempo, credo che mi riguarderò "Willow"...
Alla fine, in ogni caso, credo di aver tifato per le streghe: nonostante tutto, erano bellissime, e non parlo solo dell'aspetto fisico...
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sev7en
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venerdì 6 marzo 2015
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un minestrone...
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Con sullo sfondo la resa dei conti tra forze del bene e dell’oscurita’, il Maestro “mago” Gregory si trova ad affrontare la strega Madre Malkin, imprigionata anni addietro, accecata dalla vendetta, con solo l’aiuto delle proprie forze e del settimo filo di un settimo figlio, suo nuovo apprendista.
Il fantasy e’ un genere che non segue le mode o le tendenze, le idea, le immagina, le crea in quanto non basandosi su realta’ contingenti permette di sfruttare quell’infinito background creativo che e’ caratterizzante il nostro essere. Partendo, sovente, da opere su carta vergata, il lavoro di regista, sceneggiatori, attori e ogni altra figura dietro la macchina da presa, e’ quella di restituire la magia che si crea con la lettura di un libro, all’interno di una sala cinematografica con un unico ma imprescindibile limite: la durata.
Per il suo ultimo lungometraggio il regista russo Sergej Bodrov, noto piu’ per l’epiteto di “errante russo” che per meriti dietro la camera (tuttaltro che memorabili le produzioni precedenti) punta l’indice-segnalibro sulla serie "The spook's apprentice" (L’apprendista del mago) di Joseph Delaney, non molto nota in Italia, affidandone la rielaborazione per il grande schermo a Charles Leavitt (saltato di recente alla ribalta perche’ sara’ lo sceneggiatore del “filmone” su World of Warcraft), ad attori di caratura internazionale e a due nomi italiali: Dante Ferretti per le scenografie e Marco Beltrami per l’accompagnamento musicale.
Fin da subito si viene catapultati all’interno di questo nuovo mondo che tuttavia appare esattamente come lo ci si aspetterebbe: foreste, montagne, panorami mozzafiato, lunghe, infinite, distese di terra che si perdono all’orizzonte e rapidi cambi di scena che hanno come effetto collaterale quello di “forzare” l’immersione e non di calare, lentamente, con atmosfera, lo spettatore all’interno delle vicende che di li a breve saranno narrate.
Il budget elevato ha permesso alla produzione di ingaggiare molte stelle del firmamento hollywoodiano: i protagonisti sono fondamentalmente 3, il mago/fatucchiere/Maestro Gregory, interpretato da Jeff Bridges, il suo apprendista, il belloccio Ben Barnes (Thomas Ward) e la cattiva di turno, Julianne More. A contorno, attori noti anche per i ruoli da comparsa, testimonianza di come non fossero i soldi a mancare, ma che difettano di personalita’, come, purtroppo bisogna sottolinearlo, il trio stellato.
I 102 minuti che portano ai titoli di coda scorrono con alti e bassi che planano sempre sui livelli di mediocrita’: la sceneggiatura e’ “citofonata”, si intuisce rapidamente come le cose andranno a finire a causa di un perbenismo forzato che arride alle produzioni Disney per sfacciataggine e non permette, mai, ai cattivi di essere troppo cattivi, cruenti, odiosi, ed ai buoni di mostrare come realmente l’oscurita’ sia una nemesi da combattere fin nelle viscere dell’inferno. La visione scorre fluida non perche’ sia piacevole ma proprio per la piattezza di quanto proiettato e le gag al limite dell’assurdo di Gregory, considerando il cinismo con cui “ha sprecato” 10 anni di addestramento del precedente apprendista e la superficialita’ con la quale scopre alcuni particolari (ma il Mago di che?)… particolari che lasciano intendere allo spettatore come piu’ che di Mago forse si dovrebbe parlare di fatucchiere o Mago “fatto in casa”.
L’altro protagonista Thomas, e’ preso di petto da “Le cronache di Narnia", adattamento cinematografico della nota opera letteraria, e dopo il successo con Sturdust, sembra proprio essere fuori posto in un lungometraggio che probabilmente restera’ episodio unico. Alla sua opera attoriale, inoltre, il regista ha cercato di legare in modo grossolano e spocchioso, anche tematiche che avrebbero meritato maggior onore: il rapporto tra madre (…) e figlio, quello tra dovere (combattere le forze del male) e cuore (l’amore per la figlia della prediletta da Madre Malkin) tra visionario (le sue premonizioni) e figlio tra i figli, venduto per una manciata di monete senza che nessuno battesse ciglio (a tal fronte e’ deprecabile il modo in cui la madre non abbia detto nulla durante la trattattiva tanto fare la classifica filippica dopo…).
Chiude il trio una Julianne Moore la cui interpretazione e’ un sali-scendi con voli pindarici nelle scene in cui la crudelta’ dovrebbe farla da padrona: il suo difetto e’ quello di offrire un personaggio che quasi fa tenerezza dopo aver scoperto l’arcano e lascia che lo spettatore si immedesimi in quell’altro aspetto che possa essere una donna tradita, perche’ sara’ anche una strega, ma pur sempre donna rimane… accecata dal desiderio di vendetta. A questo punto perche’ non prendersela direttamente con il responsabile di tale astio anziche’ partire con la crociata verso il genere umano? Misteri della fede… o piu probabilmente di quelli che avrebbero dovuto essere eventuali sequel, la cui eventualita’ scema di giorno in giorno per via dello scarso successo riscosso al botteghino.
I nostri, Beltrami e Ferretti, offrono la loro professionalita’ ad un’opera mediocre ed il risultato e’ una ricostruzione accettabile di costumi e personaggi, per il secondo, una colonna sonora poco incisiva e a tratti assente per il primo.
In definitiva si tratta di un film che non consigliamo di vedere in quanto girato frettolosamente e risultate un concentrato di quanto gia’ visto molto stile minestrone.
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paolo casiraghi
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giovedì 27 agosto 2015
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inaspettato
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Guardato per patologica attrazione verso fantasy e fantascienza, si e' rivelato una piacevole sorpresa per sceneggiatura ed effetti speciali. Non e' una favoletta per bambini e tocca il tema delle streghe in modo non scontato, anche se non e' il primo a farlo. Facendo dei paragoni con altri film per avere un riferimento: meno completo del Signore degli anelli, ma più serio di Dragonhearth. lo piazzerei al di sopra di Outlander l'ultimo vichingo, con jim caviezel, che non mi era dispiaciuto. Molto meglio di Eragon, soprattutto grazie all'interpretazione dei due indiscussi protagonisti, Jeff Bridges e Julianne Moore. Le storie dei protagonisti si intrecciano e si sviluppano gradualmente, tenendo abilmente celati( magari non per i più smaliziati) i gradevoli colpi di scena sparsi qua e là.
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Guardato per patologica attrazione verso fantasy e fantascienza, si e' rivelato una piacevole sorpresa per sceneggiatura ed effetti speciali. Non e' una favoletta per bambini e tocca il tema delle streghe in modo non scontato, anche se non e' il primo a farlo. Facendo dei paragoni con altri film per avere un riferimento: meno completo del Signore degli anelli, ma più serio di Dragonhearth. lo piazzerei al di sopra di Outlander l'ultimo vichingo, con jim caviezel, che non mi era dispiaciuto. Molto meglio di Eragon, soprattutto grazie all'interpretazione dei due indiscussi protagonisti, Jeff Bridges e Julianne Moore. Le storie dei protagonisti si intrecciano e si sviluppano gradualmente, tenendo abilmente celati( magari non per i più smaliziati) i gradevoli colpi di scena sparsi qua e là.
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onufrio
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lunedì 28 settembre 2015
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e l'allievo superò il maestro
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Gregory è un mago cacciatore di streghe, dopo la morte dell'ennesimo apprendista per mano della malefica strega Madre Malkin, il vecchio mago va alla ricerca del nuovo apprendista, il suo nome è Tom, egli è ,come si dice, il settimo figlio. Questo giovane ragazzo si mostra in primis poco avvezzo ad un'avventura del genere, apparenza che verrà contraddetta passo dopo passo in un escalation di incontri con mostri e streghe varie. Film per ragazzini, parliamoci chiaro, c'è anche l'innesto della storiella d'amore, tanto per non farci mancare nulla. Piacevole alla visione.
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iuriv
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sabato 24 febbraio 2018
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uno spreco indicibile.
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Il Settimo Figlio era un film da guardare al cinema. Le imponenti scenografie, arricchite dagli effetti speciali e il potente comparto sonoro meritavano certamente il giusto contesto per essere apprezzati al meglio.
Se a ciò aggiungiamo un cast di primissimo livello, con Jeff Bridges e Julienne Moore nel ruolo di mattatori e addirittura il nuovo idolo del fantasy Kit Harrington, a cui è stata affidata una particina di dieci minuti, le premesse per una grande opera in costume esistevano tutte.
Eppure ciò che lascia dietro di se la visione di questo lavoro è una sensazione di inutilità.
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Il Settimo Figlio era un film da guardare al cinema. Le imponenti scenografie, arricchite dagli effetti speciali e il potente comparto sonoro meritavano certamente il giusto contesto per essere apprezzati al meglio.
Se a ciò aggiungiamo un cast di primissimo livello, con Jeff Bridges e Julienne Moore nel ruolo di mattatori e addirittura il nuovo idolo del fantasy Kit Harrington, a cui è stata affidata una particina di dieci minuti, le premesse per una grande opera in costume esistevano tutte.
Eppure ciò che lascia dietro di se la visione di questo lavoro è una sensazione di inutilità. Una tramicella rimasticata più volte e una sceneggiatura priva di spunti intriganti non offrono niente a uno spettatore già abituato a un genere sulla cresta da qualche anno.
Volendo sottoporsi a un intenso esercizio mentale, si potrebbe anche andare a trovare un significato simbolico alle avventure di Tom Ward e del suo maestro. L'idea di due potenze crudeli che si scontrano, cercando di mettere in dubbio quale delle due sia veramente nefasta, le ripicche continue sfociate nell'odio e il rapporto tra il mago Gregory e la strega Malkin, potrebbero suggerire persino una sorta di riflessione sulla separazione e sul modo in cui certi errori dei genitori ricadono sui figli. Ma probabilmente non vale la pena slogarsi il cervello alla ricerca di un messaggio comunque debole.
Perché di fatto questa pellicola non aggiunge nulla al fantasy, già rappresentato al cinema e in televisione in modo più degno di questo. Anzi oscilla nell'indecisione se proporsi come film per ragazzi o creazione destinata ad un pubblico più adulto, finendo per scontentare tutti.
Nulla di più di un filmettino insulso messo in piedi per sfruttare l'onda lunga di un successo che arriva da altri.
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elgatoloco
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giovedì 19 dicembre 2019
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grande uso di effetti speciali
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Certo, "The Seventh Son"(2015, di Sergej Vladimovic Bodrov, dal ciclo di romanzi di Joseph Delaney)è in primis un fantasy con qualche"spruzzatina dark"(l'orso mannaro, altre creature mostruose)ma in complesso non ci propone grandi novità. Da escludere che lo si possa definire un horror o un film fantastico-horror, se teniamo, per comodità ma ormai anche per chiarimento complessivo, alla definizione di /del genere. Combattimenti spettacolari(ma un fantasy dev'essere sempre, almeno in parte, anche un film d'azione nonché romantico e qui è entrambe le cose, rigorosamente). Viene rispettata la"castità"del cavaliere giovane prima dell'iniziazione alla lotta, mentre dopo si svolge"sine ira et studio", diremmo, la love story comunque necessaria.
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Certo, "The Seventh Son"(2015, di Sergej Vladimovic Bodrov, dal ciclo di romanzi di Joseph Delaney)è in primis un fantasy con qualche"spruzzatina dark"(l'orso mannaro, altre creature mostruose)ma in complesso non ci propone grandi novità. Da escludere che lo si possa definire un horror o un film fantastico-horror, se teniamo, per comodità ma ormai anche per chiarimento complessivo, alla definizione di /del genere. Combattimenti spettacolari(ma un fantasy dev'essere sempre, almeno in parte, anche un film d'azione nonché romantico e qui è entrambe le cose, rigorosamente). Viene rispettata la"castità"del cavaliere giovane prima dell'iniziazione alla lotta, mentre dopo si svolge"sine ira et studio", diremmo, la love story comunque necessaria. Se si volesse definire il film un'innovazione totale, si "topperebbe"notevol,ente. , come si è già in parte accennato, ma il film in complesso, in questa ricostruzione, in parte abbastanza nuova, del tema eterne Lotta del Bene contro il Male risulta non del tutto scontato né peregrino, anche in virtù, appunto, di una bravura tecnica senz'altro notevole, superiore a molte cose viste anche negli ultimi tempi. Jeff Bridges nel ruolo del mago-maestro e Julianne Moore come arci-strega sono più che solamente coinvincenti, ma anche i giovani Ben Barnes e Alicia Vikander convincono, nei rispettivi ruoli dle neo.cavaliere e della strega buona, i nuovi amanti e probabili generatori di figli"particolari"fino alla settima e poi quarantanovesima(7 x 7)generazione, come la numerologia docet. El Gato
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