skywalker70
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mercoledì 26 agosto 2015
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teenage dream
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Classica commedia americana dagli ingredienti ormai standardizati: prendi una high school, mettici il bonazzo mascellone membro della squadra di football, la 'sfigata' secchiona un po' bruttina (ma neanche tanto) e aggiungici la bonazza oca incredibilmente stronza; condisci il tutto con un po' di goliardia pre/post puberale, romanticismo quanto basta con riscatto finale, ....e il gioco e fatto.
Il copione è già visto ma una volta tanto viene realizzato bene, senza puntare troppo sulla volgarità e su situazioni paradossali. Anzi, la sottile ironia con la quale vengono raccontate le fissazioni ipertecnologiche dei moderni adolescenti è molto divertente.
In definitiva la commedia è leggera, gli interpreti se la cavano e si ride con spensieratezza, senza comunque tralasciare che 'la morale' finale, anche se ormai inflazionata, rappresenta un tentativo di inviare un messaggio positivo (infinitamente più apprezzabile del nulla cosmico proposto da commedie simili) al pubblico di giovanissimi al quale il film è destinato.
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shingo tamai
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sabato 8 ottobre 2016
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amica sfigata strategicamente oscena
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Ci sono degli spunti veramente interessanti,purtroppo rimangono tali e la pellicola non spicca mai veramente il volo.
Indubbiamente a noi tutti,sopratutto nel periodo scolastico, ma anche nella quotidianità è capitato di sentirci secondi a qualcuno,come è capitato ad altri nei nostri confronti.
Quasi una regola non scritta.
Bianca non è certo una bellezza rara ma ha tante altre qualità nei termini di simpatia, intelligenza e luminosità interiore, dunque non così Sfigata come ci si vuol far credere,anche se ce la presentano vestita in maniera improponibile.
Partendo da questo assunto,tutto quello che ne segue dopo non è sempre molto credibile.
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Ci sono degli spunti veramente interessanti,purtroppo rimangono tali e la pellicola non spicca mai veramente il volo.
Indubbiamente a noi tutti,sopratutto nel periodo scolastico, ma anche nella quotidianità è capitato di sentirci secondi a qualcuno,come è capitato ad altri nei nostri confronti.
Quasi una regola non scritta.
Bianca non è certo una bellezza rara ma ha tante altre qualità nei termini di simpatia, intelligenza e luminosità interiore, dunque non così Sfigata come ci si vuol far credere,anche se ce la presentano vestita in maniera improponibile.
Partendo da questo assunto,tutto quello che ne segue dopo non è sempre molto credibile.
Insomma sarebbe stato preferibile è più intelligente vederla innamorarsi di tipi con una personalità almeno pari alla sua,invece dobbiamo sorbirci la classica forzatura da film :tipina sveglia e vivace con belloccio simil provolone, sebbene non grezzo come al solito.
Insomma un quasi classico intereccio in puro stile sogno americano che non può stupirci a dovere.
Tutto il contorno fa simpatia ma allo stesso tempo ha il sapore del già visto.
Non mi sono assolutamente annoiato ma ho provato un bel pizzico di delusione,convinto del fatto che con un poco di coraggio in più avremmo potuto godere di un prodotto veramente completo.
Godibile,ma non riesco ad assegnarli tre stelle.
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gianleo67
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domenica 10 gennaio 2016
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fuga dalle prigioni di una gabbia di acronimi
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Quando si rende conto che la sua immagine sociale è subordinata al fascino ed all'interesse per le sue due amiche del cuore, più belle e spigliate di lei, la combattiva e consapevole Bianca intraprende una vera e propria battaglia contro il pregiudizio e l'ostracismo che grava verso una categoria di individui in cui si rifiuta di riconoscersi. In suo aiuto viene l'aitante ed atletico compagno di scuola e vicino di casa Wes, in una relazione di mutuo soccorso che consentirà a lui di superare un importante test scolastico ed a lei di conquistare il ragazzo del cuore a cui non ha mai osato rivolgere la parola.
Le cose però prendono una piega del tutto inaspettata.
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Quando si rende conto che la sua immagine sociale è subordinata al fascino ed all'interesse per le sue due amiche del cuore, più belle e spigliate di lei, la combattiva e consapevole Bianca intraprende una vera e propria battaglia contro il pregiudizio e l'ostracismo che grava verso una categoria di individui in cui si rifiuta di riconoscersi. In suo aiuto viene l'aitante ed atletico compagno di scuola e vicino di casa Wes, in una relazione di mutuo soccorso che consentirà a lui di superare un importante test scolastico ed a lei di conquistare il ragazzo del cuore a cui non ha mai osato rivolgere la parola.
Le cose però prendono una piega del tutto inaspettata.
Se è vero che la tassonomia sociale della teen-comedy americana sembra ancora la condizione necessaria e sufficiente per un'operazione in cui riconoscere e provare a sovvertire un immaginario un pò logoro di modelli perfetti e succedanei perfettibili, questa ennesima versione in chiave politically-uncorrect sembra avere come unico motivo di originalità ed interesse quello che il Nerd di turno sia in realtà una pingue e risoluta femminuccia , che non si vuole arrendere al ruolo ed alla collocazione sociale che qualcun altro ha scelto per lei, sfoggiando il solito armamentario di goffaggine e seduzione che ne rappresenta il riscatto eroico e femminista in un mondo di omologazione ed irreversibile conformismo. Peccato che piuttosto che metterli alla berlina, il film proceda nel valorizzare tutti i luoghi comuni più retrivi di questo genere di produzioni, passando dalla solita galleria di personaggi sempre uguali a sè stessi (l'atleta, le pin up, la secchiona, il professore eccentrico, la mamma-guru, etc.) alla sconfessione dell'ipocrisia relazionale attraverso una riconferma del solito buonismo di ritorno, in cui la sincerità ed il valore umano dei sentimenti conta di più di qualunque plausibile ideale di appartenenza sociale e di attrazione sessuale. Aggiornare queste tematiche vecchie come il cucco al tempo della connettività multimediale, del cyber-bullismo e dei format televisivi da riscatto del brutto anatroccolo non bastano però a salvare questa commediola leggera e scontata dalla insipienza dei suoi risultati, riconfermandoci non solo che i valori di riferimento dell'american way of life non guardano in faccia nessuno (oppure sì?) ma soprattutto che si continua a cavalcare una retorica sentimentale che vuole riscattare una coscienza cattiva e superficiale premiando la tenacia di chi punta sulle proprie competenze e le proprie qualità nascoste per riuscire nell'intento che alle altre risulta assai più facilitato: allargare le gambe al bellimbusto di turno. La Masaniella di questo anarchismo della restaurazione insomma tenta a tutti i costi di sottrarsi alle solitarie prigioni di una gabbia di acronimi (A.S.S.O/D.U.F.F) tutti parimenti volgari e insultanti, per riconquistare autostima ed apprezzamento nell'adesione ad un modello che sulla carta sembra disprezzare e finendo per assecondare la banalità e l'omologazione in cui quella stessa società di caste inespugnabili vorrebbe precipitare i paria come lei. Inficiato dalle implicite contraddizioni di questi presupposti ideologici e senza particolari guizzi del registro brillante, il film cerca di appoggiarsi alla verve comica della brava Mae Whitman, la cui remissiva personalità non riesce a compensare tutti quei deficit fisici (dalla cifosi alle sopracciglia da Hobbit, dalla monotetta alle camicie di flanella) che lo strano rapporto col suo personal-fashion trainer (un credibile Robbie Amell) dovrebbe stigmatizzare e far passare in secondo piano. Ma, si sa, le alchimie sentimentali se ne fregano delle inclemenze dello specchio e dell'alito cattivo. Cinque nomination ai Teen Choice Award 2015 ed un solo premio, quello come cattiva di turno alla bella (nomen omen) Bella Thorne.
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