marezia
|
domenica 25 ottobre 2015
|
romanzo di famiglia in stile fantasy
|
|
|
|
Dopo averlo visto - perché mi diverte dedurre dai pochi fotogrammi disponibili quello che potrebbe essere - posso dire che questo film è un gioiellino INGIUSTAMENTE stroncato dall'esimio recensore il quale, lo ha descritto - e lo ripeto - sulla scorta degli altri senza capire che si tratta di una saga dei sentimenti forse da melò ma anche da storia romantica nel senso più pieno della parola. Che cosa avrebbe dovuto fare secondo lui Del Toro: far uscire fantasmi con fattezze umane da ogni fessura? Lasciare porte semiaperte urlanti nella notte? NO. Ha calato il soprannaturale in un maniero decaduto e decandente ma trasudante vita. Morta magari, ma vita. L'intreccio ci doveva essere e c'è; la fotografia, la scenografia, i costumi sono straordinari e l'ultima parte è di una PASSIONE tutt'altro che eterea e sognante.
[+]
Dopo averlo visto - perché mi diverte dedurre dai pochi fotogrammi disponibili quello che potrebbe essere - posso dire che questo film è un gioiellino INGIUSTAMENTE stroncato dall'esimio recensore il quale, lo ha descritto - e lo ripeto - sulla scorta degli altri senza capire che si tratta di una saga dei sentimenti forse da melò ma anche da storia romantica nel senso più pieno della parola. Che cosa avrebbe dovuto fare secondo lui Del Toro: far uscire fantasmi con fattezze umane da ogni fessura? Lasciare porte semiaperte urlanti nella notte? NO. Ha calato il soprannaturale in un maniero decaduto e decandente ma trasudante vita. Morta magari, ma vita. L'intreccio ci doveva essere e c'è; la fotografia, la scenografia, i costumi sono straordinari e l'ultima parte è di una PASSIONE tutt'altro che eterea e sognante. Caro Niola, NON VALE ASSOLUTAMENTE 2 STELLE O 2 STELLE E MEZZA. ASSOLUTAMENTE. E lo sa anche lei.
[-]
[+] ops!
(di marezia)
[ - ] ops!
[+] altro ops!
(di marezia)
[ - ] altro ops!
|
|
[+] lascia un commento a marezia »
[ - ] lascia un commento a marezia »
|
|
d'accordo? |
|
francy99
|
domenica 25 ottobre 2015
|
grande film!
|
|
|
|
Film ben strutturato. La trama è fluida e la storia ricca di colpi di scena. Sembrebbe essere un mix di altri film diretti dallo stesso regista (Guillermo Del Toro) tra cui: La madre, Non avere paura del buio e il labirinto del fauno. DA VEDERE ASSOLUTAMENTE!!
|
|
[+] lascia un commento a francy99 »
[ - ] lascia un commento a francy99 »
|
|
d'accordo? |
|
paolo salvaro
|
domenica 25 ottobre 2015
|
il ruggito dell'horror gotico
|
|
|
|
CONTIENE SPOILER.
Ohibò ... dunque è ancora possibile girare un film horror senza che vi siano fontane di sangue, una finta presa diretta, effetti speciali invadenti e jump scares inutili ogni minuto? Pensavo che ormai il mercato fosse riservato a prodotti di quel tipo. Invece ecco che Guillermo Del Toro mi smentisce, facendo uscire nelle sale questo Crimson Peak che è il suo ritorno al genere, esattamente 14 anni dopo La spina del diavolo girato in Spagna e recitato in lingua locale. Lodevole inanzitutto la scelta di far recitare la parte del baronetto inglese ad un vero "Sir" come Tom Hiddleston.
[+]
CONTIENE SPOILER.
Ohibò ... dunque è ancora possibile girare un film horror senza che vi siano fontane di sangue, una finta presa diretta, effetti speciali invadenti e jump scares inutili ogni minuto? Pensavo che ormai il mercato fosse riservato a prodotti di quel tipo. Invece ecco che Guillermo Del Toro mi smentisce, facendo uscire nelle sale questo Crimson Peak che è il suo ritorno al genere, esattamente 14 anni dopo La spina del diavolo girato in Spagna e recitato in lingua locale. Lodevole inanzitutto la scelta di far recitare la parte del baronetto inglese ad un vero "Sir" come Tom Hiddleston. Dall'Australia con amore arriva Mia Wasikowska, un'attrice con una filmografia già di tutto rispetto e che di recente si era cimentata nei panni di Madame Bovary in un riadattamento non del tutto riuscito del celebre romanzo di Flaubert.
Il film, ambientato all'inizio del XX secolo se non prima, inzia con l'abc dei clichè dei film horror: una bambina nel cuore di una notte piovosa (!) viene messa in guardia dal fantasma di sua madre che le intima di non recarsi a Crimson Peak ... ed ovviamente lei poi finirà a Crimson Peak, anche se a sua insaputa, che altro non è che un'antica magione colma di mistero e segreti al cui confronto la Manderley di Rebecca (1940) era un posto accogliente. Probabilmente l'arredatore del posto è uscito direttamente da Bettlejuice. Mi aspettavo di veder comparire Winona Ryder dietro ogni angolo, a levitare in divisa da scolaretta al ritmo di "Shake, shake, shake, Senora, shake your body line!". La nostra protagonista si innamora di un gentiluomo inglese di professione inventore, venuto nel nuovo continente in cerca di finanziamenti per una sua nuova creazione e questo amore la porterà al centro del letale turbine di avvenimenti che si susseguiranno fino alla fine del film.
Ora, il solo vero difetto di questa pellicola è l'essere molto (forse troppo) prevedibile, sia nell'evoluzione che nella risoluzione. Era ad esempio palese che il rapporto tra il gentleman inglese e la sorella che si porta sempre accanto fosse molto più che affettivo. Giuro, per quanto Game Of Thrones mi stia sulle balle e non lo possa soffrire, la prima cosa che ho pensato dopo averli visti per la prima volta sullo schermo è stata: "ehi, ehi, ehi ... qualcuno ha lasciato dei Lannister in giro?". Poi, che ad uccidere il padre di lei fosse stata la "sorella cattiva" e perversa era talmente ovvio che ad un certo punto avevo sperato in un plot twist: "in realtà ad ucciderlo è stato il dottor McMichael perchè è un folle omicida", così, a caso. Sarebbe stato decisamente più forzato, ma anche meno scontato. Sa di già visto anche il trucco del veleno nel thè, o almeno, a chiunque ha già visto Rosemary's Baby (1968), ma in ogni caso è anch'esso un passaggio assai facile da intuire, perchè nel momento in cui la narrazione insiste sempre su quella determinata bevanda per due, tre, quattro, cinque volte almeno, qualche sospetto verrebbe anche al più ottuso fra gli spettatori; mentre invece il "ti rubo la chiave- lei lo scopre ma fa finta di niente- la rimetto al suo posto facendo il tuo gioco" sa tanto di Notorious (1946). Insomma, ho trovato tante citazioni più o meno volontarie ad alcuni capolavori di genere e non, ma a grandi linee si può definire Crimson Peak come un infilare un film di Tim Burton ed uno di Alfred Hitchcock nel frullatore e farlo poi azionare da Roman Polanski, il che non è assolutamente una cosa negativa, anzi, a me il film è piaciuto.
I fantasmi però non mi hanno molto convinto, voglio dire, senza dubbio visivamente inquietanti ed ammirabili per realizzazione, ma perchè gli spiriti delle varie vittime assumono all'istante, a distanza di pochissimo tempo, un aspetto così deformato? Ovviamente è per suscitare sgomento e panico nello spettatore, ma mi è sembrato a tratti eccessivo vincolare le varie apparizioni solo a questo aspetto e per il resto lasciare i fantasmi del tutto fuori dalla storia. Ero sicuro che alla fine la "sorella cattiva" avrebbe avuto a che fare con i fantasmi delle tre ex mogli di suo fratello incazzate come tre vespe, invece Del Toro ha scelto una strada del tutto diversa, affidando alla protagonista il compito di rifilarle la .. ehmn ... badilata di grazia. Ed anche questa non è assolutamente una cosa negativa, anzi, il finale è la parte migliore del film. Quando la protagonista di avvicina al fantasma del suo amato ecco che Guillermo cala l'effetto speciale migliore del film, con il sangue che rimane a fluttuare nell'aria sebbene la ferita da cui sgorga appartenga al corpo di un defunto, come si era già visto anche ne La spina del diavolo, ma ancor più spettacolare.
Nel complesso, una fusione degna di nota tra le atmosfere dell'horror gotico e le migliori tecnologie odierne, mix rinvenibile anche nella colonna sonora composta da Fernando Velàzquez, semplicemente perfetta. Del Toro ha diretto il film con grande personalità e dato un'impronta precisa alla sceneggiatura che ogni volta, nel momento in cui sembra rivolgersi più alla componente romantica che a quella horrorifica, colpisce lo spettatore alle spalle con una forza impressionante. Buona anche la prova dell'intero cast. La forza dei due personaggi femminili della storia è ottimamente resa dalle due attrici coinvolte nel progetto: Mia Wasikowska si trasforma in tutto e per tutto in una raffinata ed indipendente dama di un'epoca lontana, mentre Jessica Chastain impressiona ancora una volta per la duttilità con cui interpreta i ruoli più disparati, stavolta una psicopatica corrosa fin nell'animo da una morbosa passione amorosa, distruttiva sia per sè stessa che per chiunque le sta intorno.
Film non eccelso ma sicuramente buono. Tre stelle meritate.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a paolo salvaro »
[ - ] lascia un commento a paolo salvaro »
|
|
d'accordo? |
|
gael t.
|
sabato 24 ottobre 2015
|
una "storia di fantasmi"
|
|
|
|
La piccola Edith Cushing, figlia di un ricco uomo d'affari, riceve durante la notte, la visita del fantasma della madre morta precedentemente di colera. Quest'ultima in una profezia ammonitrice le intima di stare lontana da “Crimson Peak”. Passano quattordici anni e lo spettro ricompare alla ragazza ormai adulta proprio in occasione dell'arrivo in città di un giovane “baronetto” inglese caduto in disgrazia, Sir Thomas Sharpe (Tom Hiddleston) e della sua enigmatica sorella Lucille (Jessica Chastain). Edith si innamora del giovane lord ma suo padre non sembra essere d'accordo con l'unione, anzi tenta di pagare i due fratelli perché se ne vadano.
[+]
La piccola Edith Cushing, figlia di un ricco uomo d'affari, riceve durante la notte, la visita del fantasma della madre morta precedentemente di colera. Quest'ultima in una profezia ammonitrice le intima di stare lontana da “Crimson Peak”. Passano quattordici anni e lo spettro ricompare alla ragazza ormai adulta proprio in occasione dell'arrivo in città di un giovane “baronetto” inglese caduto in disgrazia, Sir Thomas Sharpe (Tom Hiddleston) e della sua enigmatica sorella Lucille (Jessica Chastain). Edith si innamora del giovane lord ma suo padre non sembra essere d'accordo con l'unione, anzi tenta di pagare i due fratelli perché se ne vadano. L'improvvisa e misteriosa morte del signor Cushing cambierà però i piani e Edith, rimasta ormai sola, sposa Thomas e si trasferisce in Inghilterra nella sua decadente e desolata villa dove dovrà fare i conti, oltre che con la gelida Lucille, con altre spaventose apparizioni di spettri. Quasi casualmente viene a sapere che la proprietà è denominata proprio “Crimson Peak”...
Il visionario ed eclettico Guillermo del Toro torna alla regia e lo fa con un' intensa storia horror. Un film coloratissimo e avvincente, molto curato per quanto riguarda la fotografia e i costumi. Colori intensi e ambientazioni perfette. Chi cercava un horror pieno di spaventi sarà rimasto deluso. Più che una storia di fantasmi, Crimson Peak è un romanzo gotico (e romantico) che ha al suo interno mostri ed elementi macabri. Le componenti più puramente horror come le apparizioni spettrali comunque ben curate e rimangono comunque suggestive. Imponente e affascinante la scenografia della villa inglese, ampia e labirintica, con il buco nel tetto che lascia passare la neve che dà un tocco davvero magico al contesto.
Del Toro torna all'horror e lo fa rimanendo fedele a tutti i suoi “pezzi forti”: gli elementi horror incastonati in una “favola” (come ne Il labirinto del fauno), la suggestione per gli insetti (i nugoli di farfalle che “infestano” Crimson Peak), il fascino per il sottosuolo (le macchine per estrarre l'arenaria di sir Thorpe e il misterioso scantinato della villa) ed infine la violenza truculenta di certe scene. Ne risulta un film piacevole e coinvolgente che riesce a fondere la paura col romanticismo, il giallo con il fantastico, la realtà con il sogno.
Da provare.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gael t. »
[ - ] lascia un commento a gael t. »
|
|
d'accordo? |
|
asdrubale03
|
sabato 24 ottobre 2015
|
una famiglia misteriosa...
|
|
|
|
Guillermo Del Toro ha creato uno dei migliori horror degli ultimi hanni, la pellicola è in grado di trasmettere inquietudine ed ansia per tutta la sua durata,grazie alla strepitosa regia ed alle stupende ambientazioni cupe soprattutto la casa che è stata creata interamente in uno studio.Ottime le interpretazioni degli attori in particolare quelle di Tom Hiddleston (Sir Thomas Sharpe),della giovane attrice australiana Mia Wasikowska (Edith Cushing) e della fantastica Jessica Chastain (Lady Lucille Sharpe) mi ha sorpreso anche l'attore Charlie Hunnam (Dottor Alan McMichael) che nel film "Pacific Rim" non mi haveva convinto.
[+]
Guillermo Del Toro ha creato uno dei migliori horror degli ultimi hanni, la pellicola è in grado di trasmettere inquietudine ed ansia per tutta la sua durata,grazie alla strepitosa regia ed alle stupende ambientazioni cupe soprattutto la casa che è stata creata interamente in uno studio.Ottime le interpretazioni degli attori in particolare quelle di Tom Hiddleston (Sir Thomas Sharpe),della giovane attrice australiana Mia Wasikowska (Edith Cushing) e della fantastica Jessica Chastain (Lady Lucille Sharpe) mi ha sorpreso anche l'attore Charlie Hunnam (Dottor Alan McMichael) che nel film "Pacific Rim" non mi haveva convinto.Inoltre ho apprezzato tantissimo la fotografia poetica ed elegante.Voto 8/10
[-]
[+] mi scuso per l'errore grammaticale
(di asdrubale03)
[ - ] mi scuso per l'errore grammaticale
|
|
[+] lascia un commento a asdrubale03 »
[ - ] lascia un commento a asdrubale03 »
|
|
d'accordo? |
|
armando bonacci
|
sabato 24 ottobre 2015
|
un meraviglioso affresco gotico
|
|
|
|
Sono un grandissimo ammiratore di del Toro, ho apprezzato tutta la sua filmografia a partire dal discreto "Cronos" al criticatissimo "pacific rim" (che per me è molto meglio di qualsiasi film di Trasformers e di parecchi cine-comics parecchio blasonati). Attendevo questo Crimson Peak con talmente tanta trepidazione che sono andato a vederlo di pomeriggio, che dire? Sono uscito dalla sala con un grandissimo senso di soddisfazione,per tutta la durata del film sono rimasto incantato dalla scenografia curatissima e dalla cura per i costumi e i colori, non ho sentito la noia nemmeno per un secondo, anzi, il film ha catturato a grandi linee tutta la mia attenzione nella parte centrale, a tal punto che le mie ginocchia tremavano dall'adrenalina.
[+]
Sono un grandissimo ammiratore di del Toro, ho apprezzato tutta la sua filmografia a partire dal discreto "Cronos" al criticatissimo "pacific rim" (che per me è molto meglio di qualsiasi film di Trasformers e di parecchi cine-comics parecchio blasonati). Attendevo questo Crimson Peak con talmente tanta trepidazione che sono andato a vederlo di pomeriggio, che dire? Sono uscito dalla sala con un grandissimo senso di soddisfazione,per tutta la durata del film sono rimasto incantato dalla scenografia curatissima e dalla cura per i costumi e i colori, non ho sentito la noia nemmeno per un secondo, anzi, il film ha catturato a grandi linee tutta la mia attenzione nella parte centrale, a tal punto che le mie ginocchia tremavano dall'adrenalina. Molti si sono lamentati della struttura troppo "classica" e del poco spessore della protagonista, come dico sempre l'importante non è il cosa succede ma il come e del Toro trascina lo spettatore in un vortice di follia per niente scontato, se qualcuno si lamenta del carattere troppo ovvio della protagonista Edith probabilmente è abituato a troppi personaggi sopra le righe, quando per me Edith è perfetta nella sua semplicità (mica ti puoi aspettare che sia una Beatrix Kiddo), lei si adatta solo a ciò che accade intorno a lei, quindi tutte queste lamentele non le capisco. Per me l'ultimo film di del Toro è un film riuscitissimo, con rimandi che vanno da Hitchcock, a Bava ad alcune inquadrature e scene che ricordano Shining o Profondo Rosso, tutte cose che solo chi mastica l'horror può apprezzare. Il discorso sulle farfalle e le falene nere è il fulcro del film e del Toro come aveva fatto per "la spina del diavolo" ci insegna che l'essere umano può far molto più paura dei fantasmi, ora non mi resta che attendere "le montagne della follia" e vedere cosa partorirà il buon Guillermo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a armando bonacci »
[ - ] lascia un commento a armando bonacci »
|
|
d'accordo? |
|
tmpsvita
|
sabato 24 ottobre 2015
|
una casa cigolante cela un segreto raccapricciante
|
|
|
|
Un horror, un thriller o un dramma, difficile dire a quale dei tre generi il appartenga, probabilmente a tutti e tre. Che il film sia un horror o un thriller poco importa se dietro alla macchina da presa si trova Guillermo Del Toro, un regista che apprezzo moltissimo per i suoi vecchi lavori, come il labirinto del fauno e pacific rim, un regista visionario che lascia la sua impronta in ogni film, da lui diretto, con una mestria unica. E anche quest'ultimo lavoro non è da meno. Dal punto di vista tecnico la pellicola è impeccabile, dalla straordinaria regia alla fotografia accattivante e suggestiva, dalla colonna sonora travolgente alle scenografie mozzafiato, come la casa ricostruita pezzo per pezzo in uno studios, straordinari anche i costumi.
[+]
Un horror, un thriller o un dramma, difficile dire a quale dei tre generi il appartenga, probabilmente a tutti e tre. Che il film sia un horror o un thriller poco importa se dietro alla macchina da presa si trova Guillermo Del Toro, un regista che apprezzo moltissimo per i suoi vecchi lavori, come il labirinto del fauno e pacific rim, un regista visionario che lascia la sua impronta in ogni film, da lui diretto, con una mestria unica. E anche quest'ultimo lavoro non è da meno. Dal punto di vista tecnico la pellicola è impeccabile, dalla straordinaria regia alla fotografia accattivante e suggestiva, dalla colonna sonora travolgente alle scenografie mozzafiato, come la casa ricostruita pezzo per pezzo in uno studios, straordinari anche i costumi. La trama è coinvolgente tanto da non far staccare gli occhi dello spettatore dallo schermo, bellissima la caratterizzazione dei personaggi e dei rapporti tra di loro, come quello del protagonista con la sorella. Ottimi effetti speciali, fantasmi realistici e raccapriccianti. Il ritmo all'inizio troppo lento migliora con il proseguire delle vicende. Un'altra cosa che mi è piaciuta molto è che il film non ha paura di mostrare scene troppo violente o troppo esplicite per paura della censura, infatti sono presenti moltissime scene visivamente forti come la scena in cui (spoiler) la sorella conficca il coltellino sotto l'occhio del fratello(fine spoiler). Comunque non è uno splatter e non regala violenza gratuita, rozza, volgare o troppo abbondante, la violenza nel film è una violenza molto ben calibrata, non eccede mai, è una crudezza così, non vorrei sembrare pazzo, bella da vedere. Dal punto di vista interpretativo il film è davvero ottimo, anche perchè si avvale di un cast non di poco conto, come l'affascinante Jessica Chastain ( Interstella, The Martian, Zero Dark Thirty), il bravissimo Tom Hiddleston. Il film però perde un po' nella partenza troppo lenta. Voto 8,5/10.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a tmpsvita »
[ - ] lascia un commento a tmpsvita »
|
|
d'accordo? |
|
claudiofedele93
|
venerdì 23 ottobre 2015
|
"attento a crimson peak"
|
|
|
|
Il fantasma è una delle figure più emblematiche ed affascinanti che la letteratura abbia mai creato, sia che si parli di testi relegati a quella antica che a quella moderna, capace di fungere sia come solo elemento estetico o decorativo, che come simbolo di un qualcosa, o per meglio dire, un qualcuno, un tempo vivo, ma adesso non più, tornato dagli inferi per pura casualità o con uno scopo preciso, assumendo un duplice significato carico di una sfumatura metaforica. Si parli di comuni poltergeist, antichi spiriti irrequieti, minacce o semplici ombre che vagano indisturbate e senza meta, appena percettibili dai nostri sensi, la presenza di queste entità ha goduto, fin da subito, di un certo privilegio all’interno di innumerevoli storie e racconti, ed esattamente come nei libri, anche su pellicola il mondo dell’occulto ha influenzato alcune tra le menti più visionarie e creative di sempre, ed una di queste, al giorno d’oggi, è quella di Guillermo Del Toro, il quale, dopo la parentesi fantascientifica del 2013 di Pacific Rim, torna a narrare una storia più intima, meno spettacolare e divertente, estremamente macabra, ma sopratutto figlia di una letteratura ed un metodo di fare cinema di altri tempi, di cui oggi abbiamo pressoché qualche sbiadito ricordo.
[+]
Il fantasma è una delle figure più emblematiche ed affascinanti che la letteratura abbia mai creato, sia che si parli di testi relegati a quella antica che a quella moderna, capace di fungere sia come solo elemento estetico o decorativo, che come simbolo di un qualcosa, o per meglio dire, un qualcuno, un tempo vivo, ma adesso non più, tornato dagli inferi per pura casualità o con uno scopo preciso, assumendo un duplice significato carico di una sfumatura metaforica. Si parli di comuni poltergeist, antichi spiriti irrequieti, minacce o semplici ombre che vagano indisturbate e senza meta, appena percettibili dai nostri sensi, la presenza di queste entità ha goduto, fin da subito, di un certo privilegio all’interno di innumerevoli storie e racconti, ed esattamente come nei libri, anche su pellicola il mondo dell’occulto ha influenzato alcune tra le menti più visionarie e creative di sempre, ed una di queste, al giorno d’oggi, è quella di Guillermo Del Toro, il quale, dopo la parentesi fantascientifica del 2013 di Pacific Rim, torna a narrare una storia più intima, meno spettacolare e divertente, estremamente macabra, ma sopratutto figlia di una letteratura ed un metodo di fare cinema di altri tempi, di cui oggi abbiamo pressoché qualche sbiadito ricordo.
Siamo a cavallo di due importanti secoli, tra il 1800 ed il ‘900, Edith Cushing, giovane aspirante scrittrice, vive a Buffalo, New York, assieme a suo padre, Carter Cushing, proprietario di una modesta rete di industrie locali, che assieme ad altri colleghi mantengono viva l’economia della piccola cittadina, quando casualmente si imbatte in Sir Thomas Sharpe, baronetto inglese, proprietario di una cava di argilla rosso sangue in Inghilterra, venuto in America per cercare il supporto finanziario adeguato da parte del padre di quest’ultima e dei suoi colleghi affinché possa, l’industria di famiglia, tornare ai fasti di un tempo ed alla sua costante produttività. Sir Thomas, tuttavia, non riscontrando successo negli affari, si consola con la figlia del signor Cushing, di cui si innamora, sebbene il padre sia contrario al matrimonio. Venuto questi a mancare in circostanze sospette, e convolati a nozze i novelli sposi, i due decidono di tornare nel vecchio continente, nella magione della famiglia Sharp, un antico maniero situato in Cumbria, dove ad attenderli vi è Lady Lucille, la sorella di Thomas. Edith capirà, però, ben presto che Allerdale Hall è tutto tranne che un luogo sicuro, e se la casa, da un lato, sembra essere viva, dall’altro non lo sono da meno i fantasmi che sembrano ogni notte costellare i suoi incubi, tanto verosimili da sembrare reali.
Arrivato al suo nono lungometraggio, Guillermo Del Toro, decide di tornare sui propri passi, quelli che lo hanno fatto conoscere al grande pubblico, donandogli una fama internazionale, grazie ad opere come Cronos, La Spina del Diavolo e lo straordinario Il Labirinto del Fauno, ricercando una forma ed una innovazione che attinge a piene mani da specifici autori e correnti di pensiero, che il regista messicano, con maestria ed attenzione, ripropone ed amalgama in maniera perfetta con un tocco di personalità necessaria a marcare il suo timbro di cinema d’autore capace di unire la realtà al fantastico puro.
Crimson Peak è a tutti gli effetti un racconto gotico, un horror ed un thriller, e nel vederlo, la prima impressione è quella di essere stati catapultati all’interno di una storia scritta nel diciannovesimo secolo, o di avere tra le mani un prodotto lontano anni luce dagli standard odierni, particolarmente oscuro ed invitante, che, proprio come Thomas Sharpe fa con Edith, ci spinge a prender parte ad un valzer di terrore e morte, ove ogni cosa, dal terreno, al pavimento, dalle pareti e al soffitto, della magione desolata, dagli echi Dickiensiani di Grandi Speranze, o da quelli di Edgar Allan Poe con il racconto La Casa degli Usher, sembra trasudare colpa e violenza.
Edith Cushing è l’assoluta protagonista di una classica storia di fantasmi, dai forti richiami vittoriani di un tempo, il cui scopo finale, tuttavia, non è quello di concentrare l’attenzione nel sovrannaturale, sebbene questo sia presente in modo massiccio e accompagni la sventurata per gran parte della vicenda; gli spiriti ultraterreni, esattamente come nell’El Espinazo de Diablo, dal quale Crimson Peak eredita l’impostazione narrativa e il rocambolesco svolgersi degli eventi oltre che alcuni temi importanti, si palesano ai nostri occhi come presenze apparentemente spaventose, che incutono timore e scuotono, nel nostro animo, un’inquietudine interminabile, facendoci credere che non siano altro che spettri malvagi, i quali vogliono unicamente suscitare in noi paura o persino farci del male, ma per Del Toro il male non viene mai da ciò che temiamo, da quello che ad una prima occhiata può sembrare “diverso” o impercettibile, anzi, esso può arrivare più probabilmente da chi non si sospetterebbe mai, perché, in fondo, un fantasma è un qualcosa di puro, rappresenta l’anima del defunto e la sua più intima essenza, ed è per questo motivo che, sradicato da tutti i vizi umani, questi si rivelerà come un qualcosa di completamente diverso da quanto siamo abituati a credere, o a cui gli usi ed i costumi della società ci hanno convito a pensare, al quale Del Toro serva uno specifico compito di emissario, in questo caso, come lo fu, ad esempio, Jacob Marley per Scrooge in A Christmas Carol. Il vero orrore nasce dalle persone, da ciò che bramano, dalla loro perversione, dall’avidità e dal cieco egoismo.
La pellicola, infatti, prende molto a cuore l’elemento della dualità e del contrasto, lo fa inizialmente con la descrizione di una società Americana orientata al futuro e consapevole del proprio potenziale, incredibilmente incentivata a fare la storia e piena di innovazioni tecnologiche, contrapposta ad un’Inghilterra dal sapore antico, decadente e ormai passata, dove non vi è nulla di nuovo che possa dare qualche avvisaglia sul progresso ottenuto, nel mondo, con gli anni grazie all’avvento dell’industria. La campagna della regione della Cumbria sembra vivere in un limbo bucolico perenne, un quadretto drammatico nel quale le persone interagiscono continuamente tra loro come se gli anni si fossero fermati per sempre e dove ogni cosa non ne vuol sapere di cambiare.
A tutto ciò vi si sovrappone un sentito duello di personalità, da una parte abbiamo infatti Edith, timida ragazza figlia della borghesia più progressista, che dal basso si è fatta spazio nella società con la fatica ed il sudore della fronte, intenzionata a scrivere racconti di fantasmi, che ama Mary Shelley (la quale al contrario di Jane Austen “non è morta illibata, ma vedova”) e nutre una ardente passione per la scrittura ed i libri; mentre dall’altra, Lady Lucille, si presta ad essere identificata come una donna dalla personalità forte, sicura e cosciente di ciò che è, cinica e caparbia, che tiene alle tradizioni di famiglia ed in particolare al fratello Thomas. Le due, fin da subito, sono un caleidoscopio di diversità che arriveranno ad una climax finale efficace, tanto potente visivamente da mettere in disparte la figura del baronetto, che nella conclusione sembra assumere quasi un ruolo di contorno.
Del Toro, infatti, ispirandosi ad alcuni dei più classici tra i romanzi gotici dei due secoli passati, sembra, con questa sua ultima fatica, voler fare un grande omaggio a racconti come Lo Zio Silas di Sheridan Le Fanu, I Misteri di Udolpho, Il Castello di Otranto di Walpole e ad alcune novelle di Hoffman. L’intera impostazione sprigiona fin dalla prima inquadratura un attaccamento a quel tipo di letteratura e di cinema che contribuisce a rendere l’atmosfera perennemente ispirata, reale e verosimile, mai artificiosa o artefatta da un senso di già visto; l’illimitato estro creativo del padre di molte tra le pellicole più visionarie degli ultimi anni, si percepisce in ogni angolo, anche quando la telecamera indugia su piccoli aspetti quotidiani o particolari di uso comune come può essere una candela, un candelabro o una tazza di tè. Palesi, inoltre, i rimandi a Alfred Hitchcock e alla sua “Rebecca, la Prima Moglie”, sotto il profilo della sceneggiatura, mentre appaiono, fin dai titoli di testa, altrettanto chiare le orme seguite da Guillermo per la scelta dei colori e della cromatura delle immagini portate sullo schermo, le quali strizzano l’occhio al technicolor usato da Mario Bava per alcuni dei suoi progetti più importanti come i Wurdulac e La Maschera del Demonio, dando così all’insieme di colori un tocco pastello e rilassato che, grazie alla fotografia Dan Lausten, si amalgama perfettamente al genere trattato, tratteggiando una messa in scena forte e potente.
Il film sotto il profilo tecnico è una vera e propria gioia per gli occhi, ogni inquadratura sembra essere studiata con certosina cura, rivelandosi completamente capace di catturare l’essenza in ogni scena senza mai apparire invadente; la telecamera, che abilmente si muove tra una parte all’altra della casa degli Sharpe danza da un piano all’altro, ci guida con scrupolo dentro i più oscuri meandri del maniero desolato intriso di odio ed orrore. A ribaltare tutto ciò vi è una trama che, per quanto coerente e compatta, non si mostra poi particolarmente originale, configurandosi alla perfezione con quel tipo di storie gotiche vittoriane dal retrogusto dei romanzi delle sorelle Bronte, quali Cime Tempestose o il più noto Jane Eyre. Sia chiaro, non avere una sceneggiatura particolarmente potente, tuttavia, non è per forza un punto di debolezza, specialmente quando possiedi una padronanza tecnica da vendere, cosa che accade per Crimson Peak, che se da un lato non ammalierà per la sua storia, dall’altro riuscirà a valorizzarla interamente con sequenze degne di nota e spettacolari, o con momenti ricchi di tensione, percepibili facilmente ad un occhio attento e vigile, che fin dal primo momento contamineranno un racconto che ambisce, nella sua apparenza, a descrivere una perfetta rappresentazione della nostra esistenza.
Vera protagonista indiscussa rimane la magione degli Sharpe, la quale sembra cadere a pezzi da un momento all’altro, che si palesa quasi come la rappresentazione interiore dell’animo dei proprietari, dimostrando una decadenza che da puro elemento estetico o decorativo, si manifesta quale metafora dell’animo umano. Allerdale Hall è un luogo oscuro, costantemente ricoperto di neve, freddo, situato lontano da un qualsiasi centro abitato e costruito su una cava di argilla che, dall’essere la causa della propria fortuna, sembra diventata la motivazione principale di tale decadimento. L’argilla rosso sanguigno, rivestirà le pareti dei sotterranei del maniero, schizzerà via dai tubi dei rubinetti e sgorgherà dal pavimento come il sangue da una ferita, perché in essa si manifesta la colpa degli Sharpe, il loro cuore e la loro natura ambigua, la loro essenza perversa e le reali intenzioni che, come un qualunque thriller che si rispetti, si mostreranno allo spettatore lentamente.
Nel dare un giudizio definitivo a Crimson Peak bisogna tenere in grande considerazione molti elementi, di vario tipo e natura, che hanno un loro peso nell’economia del lungometraggio. La nuova pellicola di Guillermo Del Toro nella sua interezza non mostra, di fatto, un’originalità tale da gridare al miracolo, sotto il profilo della storia, perché il regista messicano sembra essere tornato più sui suoi passi che desideroso di traghettare lo spettatore verso nuovi orizzonti inesplorati, realizzando un’opera con la quale di certo sapeva di avere gran dimestichezza fin da subito, e non è un caso che, nel prendere in analisi alcune tematiche, la sceneggiatura di questo prodotto sia “vecchia” di dieci anni e risalga a quella fase in cui Del Toro diresse El Laberinto del Fauno e La Spina del Diavolo; tuttavia, muovere delle pesanti critiche a Crimson Peak significherebbe snaturarne il grande valore che risiede all’interno di esso e comporterebbe dare meno importanza ad alcuni aspetti cruciali. La storia degli Sharpe e di Edith sembra essere un sentito omaggio al cinema del passato, ma anche e sopratutto alla letteratura e all’arte del 1800, nella sua sfumatura più estetica, ed è soprattutto grazie a questi elementi descritti, alla cura posta nelle scenografie, nei set e nell’impianto degli effetti digitali utilizzati, alla fotografia dichiaratamente ispirata ai film di Mario Bava ed alla bravura degli attori, specialmente da tenere in considerazione le performance dei tre protagonisti (in particolar modo di Jessica Chastain e Mia Wasikowka), che mostra di avere un’animo nobile e sincero, una pura dimostrazione di amore verso un’arte alla quale Guillermo Del Toro continua a servire molta della sua creatività, amalgamandola a tanti elementi di natura diversa, ma incapaci di stonare in una rappresentazione del mondo che è sempre contraddistinta dall’impronta personale dell’autore.
Crimson Peak è probabilmente la pellicola gotica migliore degli ultimi anni, non tanto per l’elemento narrativo, sebbene sia diretta con straordinaria maestria, ma per l’attenzione e le ispirazioni riposte da Del Toro per un genere che ad oggi sembrava quasi completamente scomparso. Come in Shining di Kubrick anche la casa degli Sharpe, sotto un’interminabile tempesta di neve, gode di vita propria e manifesta l’orrore che si è manifestato all’interno, con quell’argilla rossa che si fa metafora delle morti avvenute tra quelle mura, che cola sul volto dei protagonisti diventando un tutt’uno con il sangue e la violenza che scorre da quest’ultimi sui loro corpi. Coloro i quali amano questo specifico genere di storie, ed aspettavano un racconto di fantasmi con una morale forte, nelle corde del regista messicano, che si ispirasse ai classici cinematografici di un tempo come la Jane Eyre di Orson Welles, o ai pittori romantici ed agli scrittori Vittoriani come Bronte, Dickens, Henry James e Shelley, rimarrà soddisfatto di Crimson Peak e di tutti quei particolari che ne contrassegnano l’originalità e la bellezza visiva. L’unica grande critica da fare a Del Toro sta proprio nella scelta di non aver proposto un tipo di cinema nuovo, di essersi “accontentato”, a livello di sceneggiatura, di qualche situazione non particolarmente brillante a causa di una sceneggiatura poco accattivante in alcuni frangenti; aspetti che, nel complesso, non rovinano affatto l’esperienza che propone Crimson Peak, la storia di fantasmi migliore di questo 2015, e di certo capace di dare nuova linfa ad un genere quasi scomparso, ma che a tratti fanno sentire il loro peso. Il grande cuore di questa macabra vicenda restano le persone, la loro natura e le loro perversioni, aspetti nettamente più spaventosi dei fantasmi e del sovrannaturale, che condanniamo ignorantemente in quanto differente da noi per natura e perché manifestazione di un qualcosa che non comprendiamo appieno. Il vero orrore, ancora una volta, per Guillermo Del Toro, non viene dai fantasmi, ma da coloro che abbiamo attorno, che lasciamo entrare nelle nostre vite quando, dentro di noi, come in Edith, a dettar legge non è la regione, ma l’istinto e l’ingenuità.
[-]
[+] il regista messicano torna al gotico e al fiabesco
(di antonio montefalcone)
[ - ] il regista messicano torna al gotico e al fiabesco
|
|
[+] lascia un commento a claudiofedele93 »
[ - ] lascia un commento a claudiofedele93 »
|
|
d'accordo? |
|
marezia
|
giovedì 22 ottobre 2015
|
non è vero.
|
|
|
|
Senta, esimio recensore, qua forse forse il primo che ha un ricordo così affollato degli echi delle altre pellicole dell'autore è proprio Lei perché ha giudicato questo in base agli altri E NON SI FA. Questo film intanto è un fantasy, NON UN HORROR e nessuno può vederci l'horror perché è dichiaratamente fiabesco e grottesco e visivamente eccellente. Troppo complesso? Troppo semplicistico? Troppa carne al fuoco? Troppa aria fritta? Chi se ne frega. Ha dei colori così intensi, magici che strega e questo è quello che conta.
|
|
[+] lascia un commento a marezia »
[ - ] lascia un commento a marezia »
|
|
d'accordo? |
|
|