enzo70
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sabato 26 marzo 2016
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una splendida irlandese alla ricerca della vita
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Irlanda, anni cinquanta. L’isola di smeraldo è sempre lei, con le sue tradizioni, fatte di povertà e di religione, cultura e grettezza, ed Ellis cerca un futuro migliore. Ed il futuro è in America, a Brooklyn dove un prete, e finalmente il cinema riconosce un minimo di dignità ai religiosi, relegati unicamente dalle mode al ruolo di pedofili, l’aiuta a trovare un lavoro e la spinge a studiare contabilità. E a Brooklyn Ellis trova l’amore, l’amore vero con un ragazzo italo-americano. Ma la morte della sorella costringe la ragazza a tornare in Irlanda, per fare compagnia alla madre; il resto della storia non la racconto, altrimenti perdereste il gusto per un film dolce, ma mai melenso, con una continua contrapposizione tra il dramma della vita e l’esaltazione dell’amore.
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Irlanda, anni cinquanta. L’isola di smeraldo è sempre lei, con le sue tradizioni, fatte di povertà e di religione, cultura e grettezza, ed Ellis cerca un futuro migliore. Ed il futuro è in America, a Brooklyn dove un prete, e finalmente il cinema riconosce un minimo di dignità ai religiosi, relegati unicamente dalle mode al ruolo di pedofili, l’aiuta a trovare un lavoro e la spinge a studiare contabilità. E a Brooklyn Ellis trova l’amore, l’amore vero con un ragazzo italo-americano. Ma la morte della sorella costringe la ragazza a tornare in Irlanda, per fare compagnia alla madre; il resto della storia non la racconto, altrimenti perdereste il gusto per un film dolce, ma mai melenso, con una continua contrapposizione tra il dramma della vita e l’esaltazione dell’amore. L’equilibrio di questo film è proprio nella splendida interpretazione della bravissima Saoirse Ronan che riesce a rendere perfettamente il senso di una donna che vive la vita con intensità e semplicità. Consigliato vivamente.
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irene
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sabato 19 marzo 2016
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incantevole saoirse
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"Avrai così tanta nostalgia che vorrai morire. Ma un giorno ti sveglierai e ti renderai conto che sei dove vorresti essere".
Film incantevole, gentilmente romantico, melodramma dai colori tenui e storia dove in fondo poco accade se non la vita che cambia di una giovane emigrata irlandese, il film vive negli incredibili, profondi, espressivi occhi azzurri della meravigliosa Saoirse Ronan, presenza luminosa e catalizzante.
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"Avrai così tanta nostalgia che vorrai morire. Ma un giorno ti sveglierai e ti renderai conto che sei dove vorresti essere".
Film incantevole, gentilmente romantico, melodramma dai colori tenui e storia dove in fondo poco accade se non la vita che cambia di una giovane emigrata irlandese, il film vive negli incredibili, profondi, espressivi occhi azzurri della meravigliosa Saoirse Ronan, presenza luminosa e catalizzante. E' una storia di vita, è una storia semplice e vecchio stile, è una storia irlandese e quindi si piange almeno un po' e senza vergognarsene, persino. Come detto la Ronan è il centro e il perché del film, dalla espressività prorompente nella sua estrema semplicità. Molto bravi tutti gli altri, vedere Domhall Gleeson è sempre un piacere nonché sempre un piacere diverso.
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samanta
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lunedì 15 novembre 2021
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le speranze dell''emigrante. recensione
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Siamo in Irlanda intorno al 1951, Ellis (Saoirse Ronan attrice irlandese con 4 nomination all'Oscar oltre a questo film anche per Lady Bird, Piccole donne), è una giovane ragazza ventenne vive con la madre rimasta vedova e la sorella maggiore Rose (Fiona Glascott) a cui è molto legata. L'opprime l'ambiente del piccolo paese in cui vive e soprattutto la mancanza assoluto di lavoro, ha solo un modesto lavoro saltuario la domenica nel negozio gestito dalla scontrosa e pettegola Miss Kelly. Con l'aiuto del parroco è messa in contatto con Padre Flood (Jim Broadbent, bravo attore: Dolittle, Oscar per Iris-un amore vero) un prete di New York che aiuta gli emigranti e parte.
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Siamo in Irlanda intorno al 1951, Ellis (Saoirse Ronan attrice irlandese con 4 nomination all'Oscar oltre a questo film anche per Lady Bird, Piccole donne), è una giovane ragazza ventenne vive con la madre rimasta vedova e la sorella maggiore Rose (Fiona Glascott) a cui è molto legata. L'opprime l'ambiente del piccolo paese in cui vive e soprattutto la mancanza assoluto di lavoro, ha solo un modesto lavoro saltuario la domenica nel negozio gestito dalla scontrosa e pettegola Miss Kelly. Con l'aiuto del parroco è messa in contatto con Padre Flood (Jim Broadbent, bravo attore: Dolittle, Oscar per Iris-un amore vero) un prete di New York che aiuta gli emigranti e parte. P. Flood le trova un posto in un pensionato femminile e il lavoro di commessa in un negozio di lusso. Ellis è spaesata sia nel lavoro che vivere in una grande città, P. Flood le paga (grazie a un mecenate) un corso serale di contabilità in cui la ragazza riesce a diplomarsi con successo. Si libera dalla timidezza nel lavoro grazie anche all'amore per un simpatico ragazzo italiano che fa l'idraulico e che incontra in una festa da ballo in parrocchia. Tony (Emory Cohen attore USA : Lord of Chaos, La fratellanza) è un lavoratore e vive con i gentori e i fratelli, presenta Ellis ai suoi che pur essendo lontana dalle usanze italiane è subito apprezzata. I 2 hanno una relazione semplice e serena, interrotta dalla notizia della morte di Rose che sconvolge Elllis che decide di ritornare in Irlanda per stare per un pò con la madre, Tony la convince a sposarsi civilmente di nascosto e consumare il loro primo rapporto sessuale. In Irlanda Ellis riallaccia i rapporti con la sua migliore amica, trova anche un buon lavoro come contabile e s'innamora di Jim (Domhnall Gleeson) un bravo ragazzo ricco, non risponde alle lettere di Tony, protraendo la permanenza Quando tutti credono ad un matrimonio con Jim, Miss Kelly che ha saputo per vie traverse del matrimonio di Ellis e minaccia di rivelarlo, Ellis capisce che non può più vivere in un'ambiente così ristretto rivendica il suo matrimonio e ritorna a New York da Tony.
E' un film uscito nel 2015 inconsueto, molto delicato nei sentimenti e nel sottolineare i turbamenti, le aspettive e i desideri dei protagonisti con finezza, mettendo in risalto le difficoltà che incontrano gli emigranti. Ellis è una ragazza romantica ma nella steso tempo pratica, la timidezza naturale le impedisce di parlare o rispondere spontaneamente, però dopo una riflessione il discorso è franco e diretto. Si sblocca dal rimpianto della verde Irlanda grazie all'amore per Tony, intrecciando una relazione che è appassionata e nello stesso tempo sincera e pulita. L'interpretazione di Saoirse Ronan è di alto livello, con disinvoltura passa dai toni sentimentali e romantici a quelli drammatici, l'attrice aveva 20 anni ma dimostra una notevole maturità professionale, Emory Cohen dimostra di essere un giovane attore in sicura ascesa, interpretando un ragazzo passionale che rispetta la sua ragazza (il primo bacio aspetta ...). La regia John Crowley è accurata, ottima l'ambientazione e la direzione di un cast che recita complessivamente molto bene. Finalmente un film con un prete cattolico che non è visto come un criminale represso, ma semplicemente un sacerdote che cura con affetto e saggezza il suo gregge cercando di aiutare non solo spiritualmente ma anche economicamente gli emigranti, da repertorio la festa di Natale in cui un gruppo di giovani donne serve il pranzo a tanti anziani che dopo 40 o 50 anni di duro lavoro in fabbrica o nelle miniere sono soli e senza pensione.
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filippo catani
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lunedì 23 gennaio 2017
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una ragazza e due mondi
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1952. Una giovane ragazza irlandese decide di cambiare vita e andarsene dal piccolo paese dove è nata e cresciuta per emigrare oltreoceano e più precisamente a New York. La giovane dopo le iniziali difficoltà riuscirà a farsi una vita.
Una storia un po' diversa in quello che è il filone del cinema che racconta le grandi ondate migratorie verso gli Usa. Protagonista una giovane ragazza irlandese che sentendo troppo stretto il mondo in cui vive decide di andare a New York cercando però di mantenere i contatti con casa e specialmente con l'amata sorella. In America riuscirà con fatica a trovare la propria dimensione ma un evento luttuoso la costringerà a rientrare in Irlanda per fare i conti con il suo passato e fondamentalmente con se stessa e la vita che intende condurre divisa tra un piccolo mondo antico e la grande città.
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1952. Una giovane ragazza irlandese decide di cambiare vita e andarsene dal piccolo paese dove è nata e cresciuta per emigrare oltreoceano e più precisamente a New York. La giovane dopo le iniziali difficoltà riuscirà a farsi una vita.
Una storia un po' diversa in quello che è il filone del cinema che racconta le grandi ondate migratorie verso gli Usa. Protagonista una giovane ragazza irlandese che sentendo troppo stretto il mondo in cui vive decide di andare a New York cercando però di mantenere i contatti con casa e specialmente con l'amata sorella. In America riuscirà con fatica a trovare la propria dimensione ma un evento luttuoso la costringerà a rientrare in Irlanda per fare i conti con il suo passato e fondamentalmente con se stessa e la vita che intende condurre divisa tra un piccolo mondo antico e la grande città. La Ronan è davvero molto brava a calarsi nella parte e abbiamo anche una bellissima fotografia. Resta comunque il fatto che ci troviamo davanti a un buon film un po' eccessivamente incensato.
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valterchiappa
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venerdì 20 ottobre 2017
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il melodramma fa bene, se fatto bene
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Fa bene, il melodramma. Rispolverare fazzoletti e buoni sentimenti appaga istanze per noi, lo si conceda, insopprimibili. Se poi anche il cinefilo esce soddisfatto, si può essere contenti di aver concesso due ore a una languidezza che può accompagnarci, si spera, verso sogni rosati. “Brooklyn” è infatti un buon film. Lineare nella trama, sceglie in generale il registro della semplicità. Nessuna esasperazione delle situazioni, nessuna violenza nel suscitare sentimenti, nessuno scossone che turbi l’andamento che le cose devono naturalmente avere.
Anni ’50. Eilis (Saoirse Ronan) è una brava ragazza del paesino irlandese di Enniscorthy.
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Fa bene, il melodramma. Rispolverare fazzoletti e buoni sentimenti appaga istanze per noi, lo si conceda, insopprimibili. Se poi anche il cinefilo esce soddisfatto, si può essere contenti di aver concesso due ore a una languidezza che può accompagnarci, si spera, verso sogni rosati. “Brooklyn” è infatti un buon film. Lineare nella trama, sceglie in generale il registro della semplicità. Nessuna esasperazione delle situazioni, nessuna violenza nel suscitare sentimenti, nessuno scossone che turbi l’andamento che le cose devono naturalmente avere.
Anni ’50. Eilis (Saoirse Ronan) è una brava ragazza del paesino irlandese di Enniscorthy. Sensibile ed intelligente, nell’ambiente gretto ed angusto in cui vive non trova spazio per la sua piena realizzazione. La sorella, con cui convive assieme alla madre vedova, le regala il sogno: l’America e la promessa di un lavoro. Ed Eilis, come tanti suoi conterranei, parte. Nel Nuovo Mondo si fa rapidamente strada: un buon lavoro, una scuola professionale che la fa sperare nell’ambito posto di contabile, un fidanzato italiano (Emory Cohen). La ragazza irlandese, timida ed insicura, diventa gradualmente una donna decisa e realizzata. Saranno gli eventi a minare le sue certezze. Costretta dagli accadimenti a ritornare in patria, in quel paese prima inospitale si aprono nuove prospettive inattese: il posto di lavoro sognato, un corteggiatore galante e facoltoso (Domhnall Gleeson), la vicinanza dell’anziana madre. Il richiamo delle radici è fortissimo. Eilis dovrà scegliere il suo futuro: uno legato indissolubilmente al cordone ombelicale delle sue origini o un altro, del tutto nuovo, solamente suo. E i possibili futuri si personificano in due diversi uomini, in due diverse storie d’amore.
Assieme ai vastissimi scenari sullo sfondo (la grande immigrazione irlandese, il sogno americano), ce ne sarebbe a sufficienza per chi volesse speculare sui sentimenti. Ed invece ci si commuove, molto, ma con garbo. Il regista John Crowley sceglie difatti pennellate lievi, ma comunque efficaci: ne è esempio la scena della partenza per nave di Eilis, minima, forse anche scolastica nella costruzione, ma di grande suggestione emotiva. Cosa fa sì allora che la sua opera non scivoli nel catalogo dei prodotti di genere, fra i film cui dedicare una serata e null’altro? “Brooklyn” fonda la sua qualità su due pilastri (entrambi riconosciuti con la nomination agli Oscar 2016): la sceneggiatura di Nick Hornby e l’interpretazione di Saoirse Ronan.
Il primo, più spesso adattatore di sue opere (“Alta fedeltà”), tesse la sua trama sapientemente, lavorando principalmente sui personaggi che scolpisce a tutto tondo e che dell’intreccio diventano i punti nodali. Ma il suo lavoro, accurato, cesellato ha l’odore del mestiere consumato.
È piuttosto Saoirse Ronan che sostiene il film: col suo volto luminoso ed intenso, con una bellezza assolutamente non canonica ma estremamente comunicativa, con una presenza al contempo discreta e dominante. Il talento dell’attrice di origine irlandese non è una novità: già candidata all’Oscar nel 2008 a soli 13 anni per il ruolo interpretato in “Espiazione”, ammirata in “Amabili resti”, di nuovo nominata come Miglior attrice protagonista, attende solo la parte che possa lanciarla verso la definitiva consacrazione.
Da citare anche la fotografia di Yves Bélanger, che varia efficacemente i cromatismi nei due diversi contesti in cui la storia si snoda: freddi e luminosi i paesaggi irlandesi, policromi e vivaci gli scenari newyorchesi, creando così anche visivamente la discrasìa fra i mondi e le possibili vite tra cui la protagonista trova a dibattersi.
Se andrete a vedere “Brooklyn” quindi attendetevi una serata serena: dolci lacrime, buoni sentimenti, l’Amore che vince e gli occhi celestissimi di Saoirse Ronan. Ogni tanto fa bene.
Voto: 6.5
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luca scialo
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giovedì 29 luglio 2021
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film semplice riscattato da risvolti interessanti
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Eilis è una giovane ragazza che vive in una tipica piccola cittadina irlandese e, come tante nella prima metà del secolo scorso, sogna l'America per cambiare vita. E fuggire da quella monotonia e ristrettezza mentale nella quale era cresciuta. Raggiunge così Brooklyn, città con una corposa comunità irlandese. E riesce subito ad inserirsi, tanto da arrivare anche a sposarsi con un giovane italiano. Tuttavia, una tragedia familiare "rischia" di strappare presto quelle radici che ormai stava impiantando oltreoceano, per riprendere quelle originarie. John Crowley traspone un omonimo romanzo del 2006, grazie alla sceneggiatura fedele allo stesso di NIck Hornby. Il film inizialmente non viaggia sui binari giusti: dopo soli 8 minuti la protagonista già emigra e il tutto sembra la solita storiella per ragazzine in cerca di favole moderne.
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Eilis è una giovane ragazza che vive in una tipica piccola cittadina irlandese e, come tante nella prima metà del secolo scorso, sogna l'America per cambiare vita. E fuggire da quella monotonia e ristrettezza mentale nella quale era cresciuta. Raggiunge così Brooklyn, città con una corposa comunità irlandese. E riesce subito ad inserirsi, tanto da arrivare anche a sposarsi con un giovane italiano. Tuttavia, una tragedia familiare "rischia" di strappare presto quelle radici che ormai stava impiantando oltreoceano, per riprendere quelle originarie. John Crowley traspone un omonimo romanzo del 2006, grazie alla sceneggiatura fedele allo stesso di NIck Hornby. Il film inizialmente non viaggia sui binari giusti: dopo soli 8 minuti la protagonista già emigra e il tutto sembra la solita storiella per ragazzine in cerca di favole moderne. Tuttavia, alcuni risvolti a metà storia, il contro-risvolto verso la fine e il finale denso di significato, correggono il tiro. E consentono alla pellicola di prendere la direzione giusta. Uno dei tanti film sul popolo irlandese in generale, meno drammatico e disperato di alcuni, e meno intenso di altri. Ma tutto sommato godibile oltre le apparenze iniziali.
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flyanto
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lunedì 21 marzo 2016
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una brooklyn piena di promesse
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Tratto dal romanzo di Colm Toibin e mirabilmente adattato dallo scrittore inglese Nick Hornby per ciò che riguarda la sceneggiatura nella versione cinematografica, "Brooklyn" è il titolo emblematico intorno al quale ruota l'intera vicenda del film.
Eilis è la giovane protagonista che vive negli anni '50 in Irlanda con la mamma e la sorella, trascorrendo le sue giornate alla ricerca di un lavoro stabile. A causa delle proprie condizioni economiche precarie e grazie all'interessamento della sorella stessa, ella ottiene il visto per recarsi negli Stati Uniti, e precisamente a New York, dove un sacerdote della comunità irlandese che viveva precedentemente nel suo villaggio si è trasferito e le ha trovato nel frattempo un alloggio presso un pensionato di ragazze, appunto a Brooklyn, ed un lavoro come commessa in un importante grande magazzino.
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Tratto dal romanzo di Colm Toibin e mirabilmente adattato dallo scrittore inglese Nick Hornby per ciò che riguarda la sceneggiatura nella versione cinematografica, "Brooklyn" è il titolo emblematico intorno al quale ruota l'intera vicenda del film.
Eilis è la giovane protagonista che vive negli anni '50 in Irlanda con la mamma e la sorella, trascorrendo le sue giornate alla ricerca di un lavoro stabile. A causa delle proprie condizioni economiche precarie e grazie all'interessamento della sorella stessa, ella ottiene il visto per recarsi negli Stati Uniti, e precisamente a New York, dove un sacerdote della comunità irlandese che viveva precedentemente nel suo villaggio si è trasferito e le ha trovato nel frattempo un alloggio presso un pensionato di ragazze, appunto a Brooklyn, ed un lavoro come commessa in un importante grande magazzino. Dopo aver attraversato con la nave l'Oceano Atlantico, Eilis giunge a New York ed inizia la sua nuova esistenza, caratterizzata all'inizio, com'è naturale, da una profonda nostalgia di casa che però piano piano, grazie anche al proprio impegno professionale, scema a poco a poco, riuscendo così ad adattarsi al nuovo ambiente. Qui ella conoscerà nuove persone e soprattutto un idraulico italoamericano di cui si innamorerà e che sposerà in segreto finchè, la morte improvvisa della sorella, la costringerà a ritornare in Irlanda ed a fare i conti col proprio passato....
Quello che poteva sembrare un film semplicemente romantico e melodrammatico, in realtà grazie ad una rigorosa regia e ad una scorrevole e sostenuta sceneggiatura diviene una storia interessante e soprattutto simbolica di un'epoca, gli anni '50 appunto, in cui gli Stati Uniti d'America, e più precisamente la città di New York, costituivano il trampolino di lancio per una nuova e migliore futura esistenza per tutti gli individui. E' proprio ciò che, infatti, succede alla giovane protagonista che all'inizio appare fortemente insicura, un poco goffa ed impacciata ma che il suo soggiorno americano rende via via donna e soprattutto più sicura, determinata e professionalmente in carriera. Pertanto la pellicola dell'irlandese John Crowley, che ben conosce il suo paese e la sua storia, diviene quasi come un inno di speranza per un riscatto sociale, una testimonianza quanto mai realistica e dunque veritiera di un'epoca in cui la seria crisi economica poteva essere superata grazie ad un profondo impegno e ad un poco di sacrificio, ma in un'era dove tutto era possibile che potesse accadere. Concludendo, il valore di questo film consiste proprio nella sua atmosfera generale di speranza verso un possibile migliore avvenire di cui tanto all'epoca odierna si avrebbe anche bisogno. Inoltre, bisogna anche rimarcare e lodare l' azzeccato cast dei protagonisti ed in particolare la timida ma determinata Saorise Ronan che impersona in maniera quanto mai efficace la protagonista Eilis e la sua graduale trasformazione da adolescente a donna.
Un piccolo gioiello.
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alex62
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domenica 27 dicembre 2015
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egoismo e amore
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Saoirse Ronan è un'attrice di alto rango, della stessa “casta” di Evan Rachel Wood, Kristen Stewart, Jennifer Connelly, Lindsay Lohan, Dakota Fanning, sì insomma di quelle che hanno imparato prima a recitare e poi a parlare! Le Shirley Temple che però da grandi non hanno abbandonato il cinema. Sono insuperabili perché la loro naturalezza si sovrappone perfettamente alla loro sfrontata e sofisticata “doppiezza”. Fino a far coincidere la maschera con gli stessi lineamenti reali, con conseguenze per alcune devastanti, sul piano personale.
La Ronan poi è un enigma ancor più delle altre, soprattutto per la sua perfetta capacità di affettare lucida indifferenza e forza anche di fronte alle più aspre prove della vita, alle quali spesso i suoi personaggi vengono sottoposti.
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Saoirse Ronan è un'attrice di alto rango, della stessa “casta” di Evan Rachel Wood, Kristen Stewart, Jennifer Connelly, Lindsay Lohan, Dakota Fanning, sì insomma di quelle che hanno imparato prima a recitare e poi a parlare! Le Shirley Temple che però da grandi non hanno abbandonato il cinema. Sono insuperabili perché la loro naturalezza si sovrappone perfettamente alla loro sfrontata e sofisticata “doppiezza”. Fino a far coincidere la maschera con gli stessi lineamenti reali, con conseguenze per alcune devastanti, sul piano personale.
La Ronan poi è un enigma ancor più delle altre, soprattutto per la sua perfetta capacità di affettare lucida indifferenza e forza anche di fronte alle più aspre prove della vita, alle quali spesso i suoi personaggi vengono sottoposti.
Con qualche chilo in più e un sederone posticcio (che ricorda quello super di Sandra Milo, nella splendida commedia di Pietrangeli, “La visita” del 1964), Saoirse si è calata alla perfezione nella sottoveste e nei costumi castigatissimi dell'emigrante irlandese del secondo dopoguerra verso il sogno di Brooklyn, New-York, verso il quale l'aveva sospinta - con un gesto altruistico da antologia - la sorella maggiore. Quest'ultima sapeva che se fosse rimasta a casa, sarebbe stata vincolata a oltranza alla madre, per assisterla nella vecchiaia. La stessa madre egoista che fino all'ultimo cerca disperatamente di trattenerla presso di lei, tentandola anche con un “ottimo partito” da sposare in patria.
Ma la nostra eroina, per non vanificare lo splendido dono della sorella e per tenere fede a un impegno già preso con il suo neo-marito italiano (finalmente un personaggio autentico di Italo-americano, dopo la galleria di mostri, mafiosi e peggio, alla quale la cinematografia hollywoodiana ci aveva abituato).
Saoirse non è più la ragazza ingenua che si era imbarcata per la “terra promessa” qualche anno prima, ora ha capito cosa conta davvero ed ha acquistato il coraggio per andare a coglierlo, insieme con il suo nuovo amore e la speranza di avvenire che lui rappresenta.
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zarar
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giovedì 4 febbraio 2016
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scegliere tra due mondi
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Crowley porta sullo schermo in modo semplice una storia semplice, quella di Eilis (una brava Saoirse Ronan), una ragazza irlandese di famiglia modesta, con scarsissime prospettive, che, incoraggiata da un’amata sorella, emigra in America all’inizio degli anni ’50 nella speranza di un futuro migliore. Il film la segue nel suo difficile distacco, nei primi momenti di solitudine e disorientamento e poi nel percorso di progressiva integrazione, sempre segnato dalla nostalgia, ma anche da una caparbia voglia di farsi strada e da un amore che la sostiene. Un percorso senza sorprese, che viene interrotto da un precipitare di eventi: muore improvvisamente la sorella, la madre rimasta sola è disperata e Eilis stessa ha una crisi di dolore e rimpianto; decide di tornare a casa per un tempo breve e, in questo momento emotivamente tempestoso, accetta la proposta del fidanzato Tony di sposarsi segretamente prima della partenza.
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Crowley porta sullo schermo in modo semplice una storia semplice, quella di Eilis (una brava Saoirse Ronan), una ragazza irlandese di famiglia modesta, con scarsissime prospettive, che, incoraggiata da un’amata sorella, emigra in America all’inizio degli anni ’50 nella speranza di un futuro migliore. Il film la segue nel suo difficile distacco, nei primi momenti di solitudine e disorientamento e poi nel percorso di progressiva integrazione, sempre segnato dalla nostalgia, ma anche da una caparbia voglia di farsi strada e da un amore che la sostiene. Un percorso senza sorprese, che viene interrotto da un precipitare di eventi: muore improvvisamente la sorella, la madre rimasta sola è disperata e Eilis stessa ha una crisi di dolore e rimpianto; decide di tornare a casa per un tempo breve e, in questo momento emotivamente tempestoso, accetta la proposta del fidanzato Tony di sposarsi segretamente prima della partenza. Una volta in Irlanda però, inaspettatamente il passato sembra riappropriarsi di lei: la madre, gli amici, le abitudini, un certo stile di vita, la natura l’avvolgono protettivi; in più, a questa ragazza a cui l’America e la vita autonoma hanno dato una nuova disinvoltura, si offre quello che sembrava impossibile nel passato: un lavoro promettente, un corteggiatore benestante, Jim, che sembra amarla molto. Eilis è tentata di lasciarsi l’America e Tony alle spalle; per Jim prova un sentimento forte, che mette Tony in secondo piano, in un mondo che avverte di nuovo lontano… Deus ex machina, una megera di paese le provoca uno shock che vorrebbe essere distruttivo, ma si rivela benefico, riportandola alla percezione dell’ambiente gretto in cui è, e ricordandole la Eilis adulta e indipendente che l’America ha fatto di lei. Tornerà al suo Tony, alle sue aspirazioni e alle sue responsabilità. Nel film non è la nota drammatica o di denuncia sociale la più rilevante, non c’è nulla che ricordi, ad esempio, il film di Alan Parker “Le ceneri di Angela” tratto dal romanzo di McCourt, a cui l’accomuna il tema dell’emigrazione irlandese negli USA. Tratto anch’esso da un romanzo di autore irlandese,Colm Tóibín, “Brooklyn” ha piuttosto un tono elegiaco. Il tema chiave è quello del sentirsi inevitabilmente dilaniato tra due mondi, quello che si è lasciato e quello che promette un futuro, cosicché non ci si sente totalmente a casa in nessuno dei due, anche quando la scelta è definitiva. Il regista sceglie di rappresentare questo conflitto di sentimenti all’interno di una psicologia semplice, ma non banale: una brava ragazza di paese ingenua, ma non sprovveduta, un po’ goffa, ma delicata, controllata ma anche passionale e impulsiva, senza risorse eppure determinata. L’incontro di questo carattere con un conflitto psicologico quasi più grande di lei ha una presa particolare sullo spettatore ed è espresso affettuosamente da Crowley, che gioca soprattutto su primi piani molto espressivi. Non è facile dimenticare l’alternarsi delle emozioni sul viso pulito, I grandi occhi chiari di Eilis. Efficace anche la scelta del colore: la fotografia è tutta giocata con eleganza su colori chiari e dilavati, che costruiscono un’atmosfera di sapore vintage e minimalista perfettamente sintonizzata con la regia.
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mauro lanari
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mercoledì 13 gennaio 2016
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la ronan è cresciuta, purtroppo.
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Saoirse Ronan è nat'a New York nel '94 e a tre anni s'è trasferita coi genitori a Carlow, in Irlanda, dov'è cresciuta. Possied'ancora anche la cittadinanza statunitens'e attualmente viv'a New York. Ha iniziat'a fare cinema nel 2007, ad appena 13 anni, ed è stata una fanciulla dallo sguard'angelicato spess'usata in ruoli su misura, a eccezione forse di "Hanna" (2011) dove recitava l'improbabile parte d'una killer addestrata dal padr'ex agente CIA. Nella sua categori'anagrafic'aveva forse un'unica contendente, la Shailene Woodley "occhi di cerbiatta" più anziana di 2 anni e mezzo.
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Saoirse Ronan è nat'a New York nel '94 e a tre anni s'è trasferita coi genitori a Carlow, in Irlanda, dov'è cresciuta. Possied'ancora anche la cittadinanza statunitens'e attualmente viv'a New York. Ha iniziat'a fare cinema nel 2007, ad appena 13 anni, ed è stata una fanciulla dallo sguard'angelicato spess'usata in ruoli su misura, a eccezione forse di "Hanna" (2011) dove recitava l'improbabile parte d'una killer addestrata dal padr'ex agente CIA. Nella sua categori'anagrafic'aveva forse un'unica contendente, la Shailene Woodley "occhi di cerbiatta" più anziana di 2 anni e mezzo. Oggi Saoirse ha 21 anni ed è adatta a impersonare adolescenti ormai cresciut'e diventate giovani donne: "Brooklyn" sembr'esser'il suo autobiopic intercontinentale, e il diventare grande non le ha giovat'affatto in presenza scenica: se nel film la fase (pre)pubere non trasmette più dolcezza pura ma un alone di smunta sciatteria, da ragazz'emancipata assomiglia fin tropp'a come sono descritte le irlandesi: femmine dal fisico robusto, piazzato, con gamb'e polpacci più tozzi che snelli, truccata da snob. Tutto makeup, qualche chil'aggiunto e un sederone posticcio? Le foto fuori dal set negherebbero tal'ipotesi. La storia narrata da Crowley s'una protagonista dilaniata fra due mondi, due culture, due ambienti, due paesaggi, due uomini, ecc. non ha molto senso: perché il regist'irlandese raffigura maggiorment'attraenti gli States? Perché alla morte della sorella Rose, Eilis non invita la madre rimasta sol'a trasferirsi con lei a NY? Che c'entra lo humour british d'Hornby con questa sceneggiatura? Certo è che qui la Grande Mela è declinat'in melò parrocchiale: dov'il fisico ha smesso d'emanare da sé certi requisiti (delicatezza, gracilità, fragilità), essi vengono reinserit'a forza tramit'il copione che descrive la protagonista con un animo dedito ai reietti e le maniere squisitament'educat'e pulite. Piacerà ai popoli d'ex emigranti ed esiliati adesso alle prese col problem'opposto.
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[+] trimurti dio, patria, famiglia.
(di mauro lanari)
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