nanni
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giovedì 22 ottobre 2015
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la vita è facile ad occhi chiusi
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La seconda metà del novecento è stata la testimone di una grande rivoluzione di costume che ha trasformato le nostre vite radicalmente e per sempre.
Quella stagione, però, così densa di aspettative non fu ne semplice ne indolore.
Non va dimenticato che perfino nella civile ed evoluta Inghilterra il reato di omosessualità, introdotto nel '500, fu abolito solo nel 1967.
Fu in quel clima che un piccolo gesto come quello per un uomo di farsi crescere i capelli acquisiva una valenza eversiva al pari delle rivendicazioni intorno alle libertà sessuali dei giovani....etc.....etc....
La musica, soprattutto quella dei Beatles, fu la colonna sonora delle aspirazioni e desideri di cambiamento di quella generazione e fu uno degli strumenti più potenti ed efficaci per veicolare e comunicare quell'esigenza.
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La seconda metà del novecento è stata la testimone di una grande rivoluzione di costume che ha trasformato le nostre vite radicalmente e per sempre.
Quella stagione, però, così densa di aspettative non fu ne semplice ne indolore.
Non va dimenticato che perfino nella civile ed evoluta Inghilterra il reato di omosessualità, introdotto nel '500, fu abolito solo nel 1967.
Fu in quel clima che un piccolo gesto come quello per un uomo di farsi crescere i capelli acquisiva una valenza eversiva al pari delle rivendicazioni intorno alle libertà sessuali dei giovani....etc.....etc....
La musica, soprattutto quella dei Beatles, fu la colonna sonora delle aspirazioni e desideri di cambiamento di quella generazione e fu uno degli strumenti più potenti ed efficaci per veicolare e comunicare quell'esigenza.
E' dalla voglia di ripercorrere quella stagione che nasce il piccolo, prezioso e poetico la voro di Davide Trueba che si dice tratto da una storia vera e per questo ancora più attraente.
Antonio, il professore che insegna inglese con le canzoni dei Beatles, ha saputo che John Lennon è in Andalusia per girare un film e parte per incontrarlo.
Lungo la strada incontra prima Belen, ragazza incinta e in fuga da un istituto per ragazze madri e poi Juanio in fuga , anche lui, dal padre poliziotto dopo l'ennesimo scontro sulla lunghezza dei capelli.
I due ragazzi ed il romantico professore , che lungo la strada, come un irriducibile cavaliere romantico a cavallo del suo destriero Fiat 850 vendicherà prepotenze e sanerà ingiustizie, faranno di tutto per incontrare John Lennon, protagonista invisibile del film ma potentemente evocativo dei sogni e delle speranze di quella generazione.
Perfetta anche la scelta della NON colonna sonora delle musiche dei Beatles.
il film è delizioso e sarebbe un peccato perderlo.
Ciao Nanni
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mauridal
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lunedì 14 dicembre 2015
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alla ricerca della libertà
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Non sempre la ricerca della libertà trova strade lineari ,percorsi precisi , di lotta al dominio o di abbattimento di poteri assoluti, A volte il percorso è indiretto. Qui in questo film delicato e leggero, il percorso è la figura di John Lennon ,irragiungibile mito per un semplice ma poetico prof. d'inglese di un liceo della spagna franchista. Ambientato negli anni sessanta, tutte le immagini, i personaggi, i volti, i luoghi hanno un sapore vintage, e riportano alla mente le esperienze di quegli anni. La incipiente voglia di libertà giovanile si esprimeva nei dettagli,i capelli lunghi o le gonne corte, il bisogno di fuggire, ancora di più dalla Spagna del dittatore Franco.
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Non sempre la ricerca della libertà trova strade lineari ,percorsi precisi , di lotta al dominio o di abbattimento di poteri assoluti, A volte il percorso è indiretto. Qui in questo film delicato e leggero, il percorso è la figura di John Lennon ,irragiungibile mito per un semplice ma poetico prof. d'inglese di un liceo della spagna franchista. Ambientato negli anni sessanta, tutte le immagini, i personaggi, i volti, i luoghi hanno un sapore vintage, e riportano alla mente le esperienze di quegli anni. La incipiente voglia di libertà giovanile si esprimeva nei dettagli,i capelli lunghi o le gonne corte, il bisogno di fuggire, ancora di più dalla Spagna del dittatore Franco. Il piccolo professore si inventa un viaggio alla ricerca di Jhon Lennon che gira un film nel deserto spagnolo, un film antimilitarista. Questa storia permette al film di staccarsi dalla realtà per diventare un sogno ad occhi aperti, a dispetto del titolo.Tuttavia durante il viaggio si incontrano personaggi e situazioni del tutto realistici e soprattutto si esprimono buoni sentimenti e ingenuità i che li investono appieno, la ragazza incinta fuggita da casa così come il ragazzo maltratto dal padre, trovano una libertà relativa in quel viaggio e in quel professore che insieme li accoglie per una meta non definita. Il pregio del film è proprio l'indefinitezza degli intenti, poichè il lraggiungere da parte del prof un mitico Jhon Lennon che alla fine troverà e gli concederà una visita dopo un lungo appostamento, non cambierà la realtà certamente, ma lascia un segno profondo nell'animo dei personaggi che torneranno in città appagati e più felici e nel viaggio di ritorno ascolteranno cantando una imrovvisata registrazione su cassetta di strowberryfields che Jhon suona alla chitarra. tutto questo consentirà ai protagonisti del film ma anche a tutti gli spettatori di risollevare lo spirito e di sperare che la vita possa essere vissuta più facilmente anche ad occhi chiusi cantando una canzone così come dice in un verso Jhon . Finalmente così sui titoli potremo ascoltare tutta la canzone dei Beatles quasi come un film musicarello degli anni sessanta ma con intenti più libertari e ribelli.
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enrico danelli
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sabato 24 ottobre 2015
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la vita è un sogno ...
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... o i sogni aiutano a vivere meglio ? Sicuramente la seconda opzione. La vita, cioè il mondo reale, nel film è un mondo fatto di sberle, non solo metaforiche ma reali. Nelle prime scene il comune denominatore nelle vicende personali dei tre personaggi principali sono i sonori ceffoni che subiscono o a cui assistono in prima persona. I sogni invece aiutano a sopportare meglio la triste e crudele quotidianità: il tentivo di realizzarne uno (conoscere e intervistare John Lennon) da parte di un maturo professore di liceo mette in movimento una trama quasi onirica e irrealistica che accomuna tre anime perse in tre giorni della loro vita, giorni che rappresenteranno appunto un sogno per la loro eccezionalità.
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... o i sogni aiutano a vivere meglio ? Sicuramente la seconda opzione. La vita, cioè il mondo reale, nel film è un mondo fatto di sberle, non solo metaforiche ma reali. Nelle prime scene il comune denominatore nelle vicende personali dei tre personaggi principali sono i sonori ceffoni che subiscono o a cui assistono in prima persona. I sogni invece aiutano a sopportare meglio la triste e crudele quotidianità: il tentivo di realizzarne uno (conoscere e intervistare John Lennon) da parte di un maturo professore di liceo mette in movimento una trama quasi onirica e irrealistica che accomuna tre anime perse in tre giorni della loro vita, giorni che rappresenteranno appunto un sogno per la loro eccezionalità. Bella ed equilibrata scenaggiatura con attenzione al futuro (Lennon, la lingua inglese, i messaggi innovativi delle canzoni dei Beatles) e al passato classico (il latino non viene gettato nella spazzatura, anzi gli si riconosce la giusta importanza). Quello che si getta nella spazzatura è il presente fatto di sberle, papà poliziotti e dittature. Anche questo però senza eccessi e preconcetti così che la valenza politica del film passa quasi inosservata. Rimane quella personale e individuale: chi non si riconosce nei tre personaggi e vorrebbe avere a disposziione tre giorni per realizzare un sogno ?
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miguel angel tarditti
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domenica 11 ottobre 2015
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heeelllp (cuando help es un grito visceral)
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“Vivir es fàcil con los ojos cerrados”
Life is easy with eyes closed/ La vita è facile ad occhi chiusi
Bello film de David Trueba, España 2014
O, tal vez, la vida es màs fàcil si la recorremos acompañados, sin acomodarnos en nuestra propia soledad. Acompañandonos de un o una complice de vida, por ejemplo.
Caso contrario, la experiencia de cada uno de nosotros en un amplio porcentaje, dirà que decir que la vida es fàcil, es una afirmaciòn falàz.
Necesitamos coraje, complicidades, fortaleza, decisiones, vencer miedos, y otras diversas virtudes para llevar a cabo una vida digna, para sentirnos bien con nosotros mismos, para vivir con felicidad, no?
(Y no tengamos miedo a la palabra felicidad.
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“Vivir es fàcil con los ojos cerrados”
Life is easy with eyes closed/ La vita è facile ad occhi chiusi
Bello film de David Trueba, España 2014
O, tal vez, la vida es màs fàcil si la recorremos acompañados, sin acomodarnos en nuestra propia soledad. Acompañandonos de un o una complice de vida, por ejemplo.
Caso contrario, la experiencia de cada uno de nosotros en un amplio porcentaje, dirà que decir que la vida es fàcil, es una afirmaciòn falàz.
Necesitamos coraje, complicidades, fortaleza, decisiones, vencer miedos, y otras diversas virtudes para llevar a cabo una vida digna, para sentirnos bien con nosotros mismos, para vivir con felicidad, no?
(Y no tengamos miedo a la palabra felicidad. Parece mas difìcil de lo que en realidad es si la vemos como amiga y si le damos un caràcter de humildad alcanzable).
Y si, el film propone un modo de vida, donde en realidad aparecen soledades, miedos, debilidades, fantasias, deseos, prejuicios, violencias, y otras yerbas.
Y que es la soledad por ejemplo?
“Melancolìa que se siente por ausencia o pèrdida de una persona o una cosa muy queridas”, (segùn el diccionario español).
Y que es la melancolìa?
Freud decìa que la melancolìa se identifica con una cancelaciòn del interès por el mundo exterior, la pèrdida de la capacidad de amar, la inhibiciòn de la productividad y la degradaciòn del yo.
Y que es el coraje? Y la fortaleza?
Para Aristotele la valentia es el tèrmino medio entre miedo y confianza, es decir,
es el realizar el “justo medio”. La fortaleza serà entonces la relaciòn entre esos dos valores.
Bueno puede parecer una explicaciòn difìcil, pero quien dijo que vivir es facil?
El regista David Trueba con su film? No creo, nos demuestra afirmando el contrario, que vivir es dificil. Y sabemos que es asi salvo que en nuestro camino encontremos:
1. nuestro primer complice: el amor,
2. nuestros grandes complices: los amigos,
3. o los que padecen dificultades de vida parecidas o diversas a la nuestra,
4. o los que toleran sin prejuicios,
5. o los que esperan sin esperanza, o los que tienen fantasìas que movilizan,
6. en fìn, los que tienen coraje de enfrentar la vida que no es otra cosa que,
revolver y resolver, resistir y resistir, amar y defender a los màs dèbiles, porque en eso se encuentra la felicidad, que como decia antes, puede ser amiga nuestra.
El film es absolutamente delicioso, con dialogos inteligentisimos, con una poesia que emociona. Amaremos a esos personajes tan nobles, tan inocentes, tan idefensos de tanta violencia y prejuicios, propias de la prepotente època franquista (violencia que se impronta en la identidad de las personas). Los actores magnificos.
Il protagonista del film, un maestro amante de The Beatles, enamorado de la poesia de sus canciones, enseñarà a sus adolecentes alumnos (y tambien a nosotros, adultos diplomados) que a veces hay que saber pedir ayuda, gritar HEEELLLLPPP!!!!
Imperdible.
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stefano capasso
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lunedì 28 marzo 2016
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la necessità di realizzare i propri sogni
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Siamo nel 1966 nella Spagna Franchista. Antonio insegna inglese in una scuola di religiosi, ed usa le canzoni dei Beatles per aiutare i ragazzi a comprendere meglio. Venuto a sapere che John Lennon si trova ad Almeria per girare un film, decide di andare a parlargli per chiedere aiutoi sulle traduzioni, che lui fa ascoltando le canzoni dalla radio.
Allo stesso momento Juanjo, un ragazzo adolescente decide di scappare di casa per non sottostare più alle imposizioni violente del padre che vuole che lui si tagli ci capelli. E altrove Belen, una giovane ragazza incinta, fugge dall’istituto dove è stata rinchiusa.
Un bel film leggero e con una vena poetica questo di David Trueba che parla della necessità di inseguire i propri sogni, di tre anime che vivono con disagio la vita di oppressione che il paese impone, e che vogliono fare della propria vita qualcosa di diverso da quello a cui sembrano destinati
È affrontando i pericoli che questa sfida propone che diventa possibile ottenere quei risultati che rendono possibile il ritorno alla quotidianeità con nuovi occhi e nuovi prospettive.
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Siamo nel 1966 nella Spagna Franchista. Antonio insegna inglese in una scuola di religiosi, ed usa le canzoni dei Beatles per aiutare i ragazzi a comprendere meglio. Venuto a sapere che John Lennon si trova ad Almeria per girare un film, decide di andare a parlargli per chiedere aiutoi sulle traduzioni, che lui fa ascoltando le canzoni dalla radio.
Allo stesso momento Juanjo, un ragazzo adolescente decide di scappare di casa per non sottostare più alle imposizioni violente del padre che vuole che lui si tagli ci capelli. E altrove Belen, una giovane ragazza incinta, fugge dall’istituto dove è stata rinchiusa.
Un bel film leggero e con una vena poetica questo di David Trueba che parla della necessità di inseguire i propri sogni, di tre anime che vivono con disagio la vita di oppressione che il paese impone, e che vogliono fare della propria vita qualcosa di diverso da quello a cui sembrano destinati
È affrontando i pericoli che questa sfida propone che diventa possibile ottenere quei risultati che rendono possibile il ritorno alla quotidianeità con nuovi occhi e nuovi prospettive.
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lbavassano
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mercoledì 6 aprile 2016
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l'arte difficile della commedia pensante
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La capacità di raccontare con leggerezza storie che a ben vedere così leggere non sono, senza banalizzarle, è arte difficile, così come il saper coniugare il riso all’amara presa d’atto di una realtà in cui c’è in apparenza assai poco da ridere, senza negare l’asprezza di tale realtà. Il saper utilizzare le forme della commedia per far riflettere, un’arte di cui un tempo siamo stati maestri, prima che il becerismo comico dilagasse. E’ citata spesso l’Italia nel film di David Trueba. Anni sessanta: un’epoca in cui mentalità, e modi di vivere, e finanche regimi oppressivi hanno stimolato la capacità di sognare un mondo migliore, ad occhi aperti, contrariamente al titolo di film e canzone, anni in cui musica e “canzonette” hanno saputo interpretare tale aspirazione al di là delle barriere linguistiche.
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La capacità di raccontare con leggerezza storie che a ben vedere così leggere non sono, senza banalizzarle, è arte difficile, così come il saper coniugare il riso all’amara presa d’atto di una realtà in cui c’è in apparenza assai poco da ridere, senza negare l’asprezza di tale realtà. Il saper utilizzare le forme della commedia per far riflettere, un’arte di cui un tempo siamo stati maestri, prima che il becerismo comico dilagasse. E’ citata spesso l’Italia nel film di David Trueba. Anni sessanta: un’epoca in cui mentalità, e modi di vivere, e finanche regimi oppressivi hanno stimolato la capacità di sognare un mondo migliore, ad occhi aperti, contrariamente al titolo di film e canzone, anni in cui musica e “canzonette” hanno saputo interpretare tale aspirazione al di là delle barriere linguistiche. Un’epoca in cui la strada era vissuta, o quantomeno rappresentata, come luogo di possibilità ed incontri, e non di paure e di agguati, il mondo, e non il proprio paesello, era visto come la propria autentica casa. Di tutto ciò ci parla questo bel film, tramite bei personaggi, una bella storia e begli esterni mai banalmente pittoreschi, tutto ciò ci fa ricordare, e in parte, molta parte a dire il vero, rimpiangere.
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riccardo tavani
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venerdì 25 novembre 2016
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il quinto beatles è un prof andaluso
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In Spagna il film ha fatto incetta di Premi Goya, l’equivalente di quelli che sono i David di Donatello per il cinema italiano. Ben sei: dal miglior film alla colonna sonora. Ambientata sotto la dittatura franchista, la vicenda è tratta dalla storia vera di Juan Carrión, un insegnante di inglese che nel 1966 incontra John Lennon sul set del film Come ho vinto la guerra di Richard Lester. Lo incontra per convincerlo a inserire i testi delle canzoni nei dischi, cosa che i cosiddetti Fab Four, i favolosi quattro caschetti di Liverpool, da quel momento iniziano a fare. Il titolo è preso dal verso che apre la canzone Strawberry Fields Forever ('Life is easy with eyes closed').
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In Spagna il film ha fatto incetta di Premi Goya, l’equivalente di quelli che sono i David di Donatello per il cinema italiano. Ben sei: dal miglior film alla colonna sonora. Ambientata sotto la dittatura franchista, la vicenda è tratta dalla storia vera di Juan Carrión, un insegnante di inglese che nel 1966 incontra John Lennon sul set del film Come ho vinto la guerra di Richard Lester. Lo incontra per convincerlo a inserire i testi delle canzoni nei dischi, cosa che i cosiddetti Fab Four, i favolosi quattro caschetti di Liverpool, da quel momento iniziano a fare. Il titolo è preso dal verso che apre la canzone Strawberry Fields Forever ('Life is easy with eyes closed'). Gli occhi chiusi qui sono quelli della Spagna sotto la lunga dittatura del generale Francisco Franco, durata dal 1939 al 1975.
Nel film l’insegnante prende il nome di Antonio. Si sposta su una Fiat 850 di un verde squillante. Nel suo viaggio verso l’Almeria, dove è il set cinematografico di Lennon, si imbatte prima in una ragazza, Belem, poi nel sedicenne Juanjo. Sono entrambi, per vicende diverse, in difficoltà. Il prof lo intuisce e li prende a bordo con sé. Conosce a memoria il testo della canzone dei Beatles Help!, e sa che in Spagna, al tempo del franchismo, le difficoltà tipiche dei ragazzi di quell’età sono accentuate dal pesante clima reazionario che grava sulla società, sulle famiglie, la morale e la cultura.
Help! You know I need somebody, Help! – attaccano e poi proseguono i quattro nel loro pezzo –Aiutami se puoi, mi sento triste/ E apprezzo molto che tu sia qui in giro/ Aiutami a tornare con i piedi per terra/ Non vuoi, per favore, per favore, aiutarmi? Così canta quel vecchio successo scritto da Lennon, la pop star che tutti e tre insieme vanno ora a incontrare. Si sa, però, che nei viaggi è l’andare in sé che conta molto più della meta.
Per Belem e Juanjo, saranno pochi ma decisivi giorni per la formazione del loro carattere, quelli trascorsi con questo strano, a volte buffo prof che, in una sperduta scuola cattolica di paese, insegna inglese attraverso i testi dei quattro Beatles e che invita i ragazzi che ne hanno bisogno a gridare forte Help!, Aiuto!
Non è però dell'epoca franchista che si parla in questo film, ma di come la nostra di epoca somigli sempre più a quella, per l'aiuto di cui ha bisogno una generazione pluri-istruita e però anche pluri-sfruttata, cui sono stati sottratti reddito e diritti, speranze e possibilità. Ci dice di come oggi monti un tono generale reazionario nei loro confronti, mentre dovrebbe essere ogni adulto un prezioso Quinto Beatles nel raccoglierli sulla linea del precipizio, della sfiducia, della perdita definitiva di autostima e di chiusura verso il futuro. Help! deve essere gridato, insegnato a cantare, agito, per aprirli gli occhi, non sul passato, ma sull’oggi, sul domani di chi si trova isolato, schiacciato nell’atto stesso di aprirsi verso essi.
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fabiofeli
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giovedì 15 ottobre 2015
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una canzone può salvarti la vita
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La vita è facile ad occhi chiusi di David Trueba / Nella Soagna del 1966, sotto la dittatura di Franco, sono molti quelli che chiudono gli occhi per non vedere, quando John Lennon con il regista Lester, già autore dei divertenti film dei Beatles 'Tutti per uno' ed 'Help!', gira nella zona di Almeria la satira antimilitarista 'Come ho vinto la guerra. Nel Regno Unito ci si divide tra fan dei Beatles o dei Rolling Stones, ma prima che il vento della Swinging London investa gli altri paesi europei e in particolare la sonnolenta e bigotta Spagna con minigonne per le ragazze e i capelli a caschetto per i ragazzi ci vuole ancora un po'. Il diciassettenne Juanjo (Francesc Colomer) sfida il padre militare con la zazzera che non vuol tagliare, viene umiliato davanti all'intera, numerosa e timorata famiglia e se ne va di casa.
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La vita è facile ad occhi chiusi di David Trueba / Nella Soagna del 1966, sotto la dittatura di Franco, sono molti quelli che chiudono gli occhi per non vedere, quando John Lennon con il regista Lester, già autore dei divertenti film dei Beatles 'Tutti per uno' ed 'Help!', gira nella zona di Almeria la satira antimilitarista 'Come ho vinto la guerra. Nel Regno Unito ci si divide tra fan dei Beatles o dei Rolling Stones, ma prima che il vento della Swinging London investa gli altri paesi europei e in particolare la sonnolenta e bigotta Spagna con minigonne per le ragazze e i capelli a caschetto per i ragazzi ci vuole ancora un po'. Il diciassettenne Juanjo (Francesc Colomer) sfida il padre militare con la zazzera che non vuol tagliare, viene umiliato davanti all'intera, numerosa e timorata famiglia e se ne va di casa. Anche Belen (Natalia de Molina) ha seri motivi per lasciare Madrid: è incinta e vorrebbe (Misericordia!) liberarsi del guaio. Mentre i due fanno autostop si imbattono in Antonio ( Javier Camara), un insegnante di inglese madrileno che vuole andare a parlare con John Lennon. È un ammiratore del quartetto di Liverpool e adopera i loro testi elementari per vivacizzare le lezioni nel cupo istituto religioso: è più semplice insegnare la lingua della regina Elisabetta, nonostante la pronuncia chiusa e le sgrammaticature dei "don't" al posto dei "doesn't". Molto peggio sarebbe utilizzare canzoni yankee infarcite di "gonna", "wanna" e "gotta", ma neanche nei testi di Lennon e Mc Cartney è tutto chiaro. Antonio vuole chiarire i suoi dubbi sulle canzoni messe in onda da Radio Luxembourg e chiedere a John di inserire i testi scritti sui dischi. Durante il viaggio Antonio indaga delicatamente sui crucci che travagliano i due giovani. Vicino alla cittadina prendono alloggio in una pensione modesta l'insegnante e Belen, mentre Juanjo lavora e dorme nell'osteria del "Catalano", un brav'uomo che gestisce il ritrovo è si occupa del figlio handicappato della sua ex. Mentre Antonio cerca inutilmente di superare il posto di blocco della ottusa polizia per raggiungere Lennon, Juanjo cade nelle grinfie di energumeni, conformisti e violenti, che gli tagliano i capelli dei quali andava fiero. Per uscire dall'impasse Antonio scrive una lettera al Beatle... Trueba traccia una storia delicata nella quali i giovani cambiano realmente la loro vita grazie alle canzoni; Antonio continua il suo tran-tran solitario di paterno educatore, attento allo spirito dei ragazzi ai quali insegna, ma raggiunge comunque il suo scopo tornando con Strawberry Fields Forever eseguita da Lennon incisa nel suo registratore, la canzone ad occhi chiusi, una allucinazione psichedelica che nasconde gli aspetti più odiosi, angosciosi e autoritari della vita che si vive: i testi appariranno sulle copertine dei dischi. La descrizione della provincia nel "far east" della Spagna e degli oppressivi istituti religiosi madrileni fanno da sfondo ai personaggi descritti a tutto tondo. No, la vita non è facile perché non è facile chiudere gli occhi su tutto, ma a volte anche una "stupida" canzone può essere un aiuto decisivo. Da vedere.
Valutazione ***
FabioFeli
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flyanto
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venerdì 30 ottobre 2015
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un bellissimo ritratto di tre solitudini
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Film spagnolo di non grande richiamo e passato quasi inosservato nelle sale cinematografiche, "La Vita é Facile ad Occhi Chiusi" è invece da tenere presente in quanto ben girato e con bravi ed efficaci attori.
Siamo ìn Spagna negli anni '60, avendo un professore d'inglese di un istituto religioso appreso che il suo cantante idolo John Lennon si appresta a girare un film in Almeria, decide di partire con la sua Due Cavalli e recarsi di persona sul set al fine d' incontrarlo e parlargli. Nel corso del viaggio egli incontra e dà un passaggio a due giovani poco più che adolescenti che sono scappati dalla propria casa: il ragazzo in quanto in disaccordo col padre a causa di un non avvenuto taglio di capelli, la ragazza poichè incinta di un ragazzo che si è puntualmente defilato.
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Film spagnolo di non grande richiamo e passato quasi inosservato nelle sale cinematografiche, "La Vita é Facile ad Occhi Chiusi" è invece da tenere presente in quanto ben girato e con bravi ed efficaci attori.
Siamo ìn Spagna negli anni '60, avendo un professore d'inglese di un istituto religioso appreso che il suo cantante idolo John Lennon si appresta a girare un film in Almeria, decide di partire con la sua Due Cavalli e recarsi di persona sul set al fine d' incontrarlo e parlargli. Nel corso del viaggio egli incontra e dà un passaggio a due giovani poco più che adolescenti che sono scappati dalla propria casa: il ragazzo in quanto in disaccordo col padre a causa di un non avvenuto taglio di capelli, la ragazza poichè incinta di un ragazzo che si è puntualmente defilato. Nel corso del viaggio e del tempo che essi trascorreranno insieme in un paesino collocato vicino al set cinematografico, essi impareranno a conoscersi cementando l'affetto e la comprensione reciproca che piano piano si instaura. Il professore, dopo essersi molto adoperato, riuscirà anche ad incontrare l'idolo John Lennon ed alla fine di questa breve "vacanza" ognuno ritornerà alle proprie città e case, non senza però essere cambiato dentro ed avere instaurato un rapporto affettivo veramente sincero e profondo gli uni con gli altri. Insomma, un bel ricordo ed una bella esperienza da portarsi dietro che avrà segnato loro l'intera esistenza.
La trama di per sè è banale o, per lo meno, non del tutto originale e comunque romanzata rispetto all'episodio realmente vissuto da un professore spagnolo che all'epoca incontrò sul set John Lennon. Anche il tema del viaggio risulta un poco scontato finalizzato al proprio cambiamento personale. Ma ciò che rende particolare la pellicola di David Trueba (fratello del più famoso Fernando) è la rappresentazione del rapporto affettivo che si instaura tra i tre protagonisti, un rapporto che si evolve sempre di più e che unisce tre personaggi che fondamentalmente sono soli in quanto non compresi ed un poco rifiutati dal proprio ambiente. La delicatezza con cui Trueba descrive i sentimenti e le storie dei ciascuno dei tre protagonisti colpisce e commuove nello stesso tempo lo spettatore ed il film, se all'inizio appare un poco lento e noioso, piano piano diventa invece sempre più interessante proprio grazie all' evolversi del rapporto dei suddetti tre individui.
L'atmosfera, poi, quasi "magica" e comunque fremente di quegli anni '60 in cui un paese dominato dal regime franchista respirava la libertà solo ascoltando le canzoni dei Beatles in voga al momento, viene perfettamente descritta e rappresentata riportando lo spettatore nostalgicamente indietro nel tempo.
Bravi tutti i tre attori: Javier Camara, nel ruolo del professore, già conosciuto in molte pellicole di Pedro Almodovar, i due ragazzi, ancora poco noti (almeno da noi in Italia) perfettamente rispondenti ai propri personaggi.
Commovente, delicato, da scoprire.
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fight_club
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domenica 18 ottobre 2015
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il futuro inizia con una canzone
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Un professore di Inglese di una scuola religiosa spagnola intraprende un viaggio verso un set cinematografico per incontrare John Lennon,il suo grande mito insieme ai Beatles. Lungo il cammino darà un passaggio e si trascinerà con sè una ragazza incinta fuggita da un istituto dove attende di partorire e un ragazzo scappato di casa dopo l'ennesima lite con il padre autoritario che mal sopporta la lunghezza dei capelli del suo primogenito. David Trueba firma un'opera davvero lieve nel suo complesso, ci vengono mostrate alcune istantanee della Spagna Franchista degli anni '60 dove l'attenzione viene rivolta maggiormente sulle pressioni sociali delle istituzioni religiose che sul valore politico di quegli anni.
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Un professore di Inglese di una scuola religiosa spagnola intraprende un viaggio verso un set cinematografico per incontrare John Lennon,il suo grande mito insieme ai Beatles. Lungo il cammino darà un passaggio e si trascinerà con sè una ragazza incinta fuggita da un istituto dove attende di partorire e un ragazzo scappato di casa dopo l'ennesima lite con il padre autoritario che mal sopporta la lunghezza dei capelli del suo primogenito. David Trueba firma un'opera davvero lieve nel suo complesso, ci vengono mostrate alcune istantanee della Spagna Franchista degli anni '60 dove l'attenzione viene rivolta maggiormente sulle pressioni sociali delle istituzioni religiose che sul valore politico di quegli anni. Non è un film di denuncia questo, a quanto pare, ma solo un piccolo urlo nel silenzio opprimente di quegli anni, un piccolo "Help" lanciato nel vuoto, non ci sono messaggi e insegnamenti da lanciare nel futuro, i due giovani diventano "solo" più grandi e basta, il terreno ancora non è fertile per nuove idee. Molto buona l'interpretazione di Javier Càmara nella parte del verboso professore appassionato dei Beatles ai limiti della fissazione, Pat Metheny con le sue musiche quasi ci riporta indietro ai tempi di "Fandango", la sceneggiatura è senza lampi e la regìa risulta molto elementare, un film da guardare senza aspettarsi troppo, voto finale : 6
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