simonìca
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venerdì 25 aprile 2014
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lars von trier potente e sviscerante
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Con Nymphomaniac vol 2, Lars Von Trier esaspera quello che è il suo linguaggio, moltiplicando la sua potenza ed obbligando lo spettatore a prendere ogni cosa solo ed esclusivamente di pancia, senza dargli tempo di digerire ed assorbire.
Le parti "di poesia" del primo film si fanno sempre più rade (Joe stessa rimprovererà Seligman di non riuscire più nelle sue digressioni tanto erudite quanto poetiche), lasciando invece spazio alla realtà nuda e cruda. In altri termini si potrebbe dire che se nel primo c'era un equilibrio fra l'apollineo e il dionisiaco, nel secondo questo si spezza del tutto ed il dionisiaco trionfa.
Tuttavia si scopre qualcosa di puro e per assurdo proprio nella figura della protagonista, che col raccontare la sua storia si è messa a nudo ed è riuscita a vedersi in un'altra ottica, a comprendere la sua dipendenza, a perdonarsi, a riscoprirsi.
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Con Nymphomaniac vol 2, Lars Von Trier esaspera quello che è il suo linguaggio, moltiplicando la sua potenza ed obbligando lo spettatore a prendere ogni cosa solo ed esclusivamente di pancia, senza dargli tempo di digerire ed assorbire.
Le parti "di poesia" del primo film si fanno sempre più rade (Joe stessa rimprovererà Seligman di non riuscire più nelle sue digressioni tanto erudite quanto poetiche), lasciando invece spazio alla realtà nuda e cruda. In altri termini si potrebbe dire che se nel primo c'era un equilibrio fra l'apollineo e il dionisiaco, nel secondo questo si spezza del tutto ed il dionisiaco trionfa.
Tuttavia si scopre qualcosa di puro e per assurdo proprio nella figura della protagonista, che col raccontare la sua storia si è messa a nudo ed è riuscita a vedersi in un'altra ottica, a comprendere la sua dipendenza, a perdonarsi, a riscoprirsi. Quindi proprio perchè è passata attraverso le esperienze più terribili ed umilianti e ne prende consapevolezza, riesce a vedere la sua anima nella sua completezza e a riconoscerla in un albero che ne è l'immagine visiva.
Ed ecco perchè l'unica scena che appare veramente disgustosa superando ogni scena di più spinta perversione, è l'ultima, quando colui che più di tutti sembrava averla capita e aveva aiutato lei stessa e lo spettatore in questo, cerca di approfittarsi di lei.
Ma neppure lui è condannabile. Seligman, come ogni personaggio della storia, è umano e l'essere umano non può rinnegare la sua natura, non riesce a tenere in piedi tutte le costruzioni che durante la vita tenta di ricostruirsi e quelle di Seligman crollano tutte in una sola notte.
Un film potente, spiazzante, tragico, ma che sa divertire, che sembra voler raccontare una sola e semplice storia, ma parla prima di tutto di uomini analizzandoli e sviscerandoli fino in fondo, mostrandoli in tutta la loro umanità, senza risparmiare nessuno.
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luanaa
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sabato 12 aprile 2014
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meglio del primo..
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..ma non tagliato di quasi un'ora.Sicuramente più forte ma anche più mirato. Il dissidio tra carne (Joe) e spirito (Stellan attore) si fa più stringente e parossistico fino ad un finale non prevedibile e che lascia di stucco per la sua verità simbolica.Più provocatorio e giustamente dico io... vedi le scene dei cosiddetti gruppi di auto-aiuto...più ampliato in aspetti collaterali della sua vita di donna che si sente tagliata fuori dal mondo normale e che non riesce a tornare indientro.. emergendo però col tempo e con l'età elementi di autoscoscienza e quindi di pietas verso l'altro (attività illegale..tenerezza verso la ragazzina)..età che comporta avvizzimento del corpo e stanchezza psico-fisica.
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..ma non tagliato di quasi un'ora.Sicuramente più forte ma anche più mirato. Il dissidio tra carne (Joe) e spirito (Stellan attore) si fa più stringente e parossistico fino ad un finale non prevedibile e che lascia di stucco per la sua verità simbolica.Più provocatorio e giustamente dico io... vedi le scene dei cosiddetti gruppi di auto-aiuto...più ampliato in aspetti collaterali della sua vita di donna che si sente tagliata fuori dal mondo normale e che non riesce a tornare indientro.. emergendo però col tempo e con l'età elementi di autoscoscienza e quindi di pietas verso l'altro (attività illegale..tenerezza verso la ragazzina)..età che comporta avvizzimento del corpo e stanchezza psico-fisica.E che si è auto tagliata dal mondo comune ( vedi la modalità di abbandono dalla sua famiglia di marito e figlio e tutte le varie forme di autopunizione legate comunque al sesso ma non solo) ). E vedi in ultimo la fine liberatoria che però fa i conti senza l'oste.In questa seconda parte tutti i nodi vengono come si suol dire al pettine.Insomma un film andrebbe visto nella sua completezza per darne un giudizio..e SENZA TAGLI.Un film strano...ti lascia comunque dentro qualcosa. Luana.
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cirokisskiss
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lunedì 7 aprile 2014
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sinceramente, lars. ii
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Il secondo volume amplifica ulteriormente la caratteristica filosofica/intellettualoide che permette di sfruttarla come veicolo di ulteriore sperimentazione registica, spesso stuzzicata da curiosi estratti documentaristici e non, che suggestionano e stimolano un certo senso di arguzia e inusuale ironia, centralizzando anche una conflittualità implicita tra i due interlocutori che si confessano antipodi, l'onnisciente e la grezza sapienza dell'esterno. Forzando la mano su una voluta inverosimiglianza del racconto, Von Trier ci rende partecipi del suo voler completare in ogni sfumatura la trattazione sessuale: sadomaso, rapporti lesbo e un'accenno alla pedofilia che apre forse la morale più riuscita e coinvolgente del film, ossia la carnalità come solo e unico modo per leggere l'inconscio dell'essere, dei desideri, delle perversioni, dell'anima, un decadimento prepotente dell'eterea concezione dell'Io interiore, non c'è mistica o onirica concezione dell'essere umano, tutto quello che è viene riscontrato dal suo agire, dalle sue parole, ma sopratutto da quell'eccitazione sessuale che potrebbe erigersi anche dinanzi alla più terribile efferatezza, dinanzi la fine.
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Il secondo volume amplifica ulteriormente la caratteristica filosofica/intellettualoide che permette di sfruttarla come veicolo di ulteriore sperimentazione registica, spesso stuzzicata da curiosi estratti documentaristici e non, che suggestionano e stimolano un certo senso di arguzia e inusuale ironia, centralizzando anche una conflittualità implicita tra i due interlocutori che si confessano antipodi, l'onnisciente e la grezza sapienza dell'esterno. Forzando la mano su una voluta inverosimiglianza del racconto, Von Trier ci rende partecipi del suo voler completare in ogni sfumatura la trattazione sessuale: sadomaso, rapporti lesbo e un'accenno alla pedofilia che apre forse la morale più riuscita e coinvolgente del film, ossia la carnalità come solo e unico modo per leggere l'inconscio dell'essere, dei desideri, delle perversioni, dell'anima, un decadimento prepotente dell'eterea concezione dell'Io interiore, non c'è mistica o onirica concezione dell'essere umano, tutto quello che è viene riscontrato dal suo agire, dalle sue parole, ma sopratutto da quell'eccitazione sessuale che potrebbe erigersi anche dinanzi alla più terribile efferatezza, dinanzi la fine. Nymphomaniac è per certi versi il film catalizzatore di Lars Von Trier, dove numerosi sono i rimandi visivi, oltre che tematici, ai suoi precedenti lavori, basti pensare al semi-rifacimento del prologo di Antichrist o il rimando alle asettiche scenografie (non però così estremizzate) di Dogville nei sobborghi del ritrovamento; Un rimando ai suoi costanti quesiti, masochistici, ma questa volta posti con la voglia di reagire alla commiserazione, accettando il suo essere imperfetto, godendo della sua pretenziosità e farsi egregiamente beffe della morale dell'onnisciente, del suo ascolto, del suo giudizio etico, artistico, teologico o analitico che sia, sbarazzandosene una volta svelate le relative e fuorvianti intenzioni.
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(di francesco2)
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kaji_surfing_records
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giovedì 20 marzo 2014
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peplessità a gogo
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Premetto di aver visto la versione "ridotta" del film (quella di 2h) e che oltre a "dogville" non ho visto altri film di Lars Von trier. Questa seconda parte pur partendo in modo sfavillante nel suo sviluppo risulta essere molto più convenzionale sia dal punto di vista narrativo che da quello stilistico: le esperienze sessuali della protagonista risultano più "forzate" come se si dovesse a tutti costi esplorare tutti i generi di esperienza sessuale (sadomaso,lesbo, interracial) mentre la trama si fa più inverosimile e poco convincente persino nei colpi di scena purtroppo anche la cosa più importante della strama ovvero lo sviluppo psico-emotivo dei personaggi viene trasmesso in maniera parecchio superficiale, magari tutto ciò è dovuto ai tagli non lo so però pur avendo guardato con interesse anche queste due ore di film devo dire che sono rimasto parecchio perplesso un pò su tutti gli aspetti.
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Premetto di aver visto la versione "ridotta" del film (quella di 2h) e che oltre a "dogville" non ho visto altri film di Lars Von trier. Questa seconda parte pur partendo in modo sfavillante nel suo sviluppo risulta essere molto più convenzionale sia dal punto di vista narrativo che da quello stilistico: le esperienze sessuali della protagonista risultano più "forzate" come se si dovesse a tutti costi esplorare tutti i generi di esperienza sessuale (sadomaso,lesbo, interracial) mentre la trama si fa più inverosimile e poco convincente persino nei colpi di scena purtroppo anche la cosa più importante della strama ovvero lo sviluppo psico-emotivo dei personaggi viene trasmesso in maniera parecchio superficiale, magari tutto ciò è dovuto ai tagli non lo so però pur avendo guardato con interesse anche queste due ore di film devo dire che sono rimasto parecchio perplesso un pò su tutti gli aspetti... aspettiamo la versione estesa!!!
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