La Trattativa Stato Mafia |
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Un film di Sabina Guzzanti.
Con Enzo Lombardo, Sabina Guzzanti, Sabino Civilleri, Filippo Luna.
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Titolo originale La trattativa.
Docu-fiction,
durata 108 min.
- Italia 2014.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 2 ottobre 2014.
MYMONETRO
La Trattativa Stato Mafia
valutazione media:
3,10
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Da avere in casa, per essere informati.di CarloNicolosiFeedback: 200 | altri commenti e recensioni di CarloNicolosi |
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lunedì 23 febbraio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Lo scheletro del film è posto su tre piani, e l'utilizzo di documenti e filmati originali li rende estremamente efficaci e compromettenti, proprio per questo risulta uno dei film più censurati di sempre. La dimensione teatrale mantiene due livelli ulteriori: dentro e fuori dalla rappresentazione, il pubblico si sente coinvolto, si sente parte integrante del cast, una sorta di 'Sei personaggi in cerca d'autore' dei nostri tempi. In questo modo sono possibili continui flashback nel passato, con l'espediente geniale di inquadrare un "post-it" sulla scena che specifica l'anno in cui si è svolta, ma la narrazione non ne risente anzi diventa più unitaria. Poi, come accennato in precedenza, ci sono gli stacchi al di fuori della rappresentazione, in cui si vedono gli attori stessi che si preparano, si truccano, maneggiano parrucche, montano o smontano le scene, si mettono d'accordo su chi fa il tale personaggio e magari danno ulteriori indicazioni a noi del pubblico, sulla funzione dei diversi ruoli rappresentati. Questi momenti generano un nuovo punto di osservazione, esterno, che permette allo spettatore di "riattivare il pensiero". Non a caso Sabina Guzzanti dichiara che “è un film di smisurato ottimismo”. Una ricerca metodica della verità, realizzata utilizzando in qualche punto un'allusione ironica che però rimane in embrione, in attesa di trasformarsi in nuovo pensiero critico. Attori che rivestono e poi svestono più parti e più panni, consapevoli di far parte di una narrazione da cui chi ascolta, deve poter prendere una distanza critica per avere la forza di rielaborare tutto il materiale rappresentato. Ciò, paradossalmente, conferisce unità al film e permette anche al pubblico di percepire la possibilità di essere parte attiva e parte in causa: di essere cioè totalmente, perennemente coinvolti. Pirandello sarebbe entusiasta. Ha ragione chi sostiene che andrebbe proiettato nelle scuole, perché ha un linguaggio semplice che regge il peso della complessità dell'argomento che porta sulle spalle. Personalmente: 3,5 stelle su 5.
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