storie di cinema
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lunedì 30 marzo 2015
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una percezione di leggerezza troppo evidente
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Certo, la famiglia Bélier è proprio strana. Tutti sordomuti, tranne Paula, la maggiore di due figli. Quella dei Bélier è comunque una famiglia che appare tutt'altro che disagiata: lavora, si mantiene dignitosamente, cresce i figli al meglio, legge, si informa e si esprime in maniera moderna. Gestiscono una fattoria in un villaggio francese e producono f[+]
Certo, la famiglia Bélier è proprio strana. Tutti sordomuti, tranne Paula, la maggiore di due figli. Quella dei Bélier è comunque una famiglia che appare tutt'altro che disagiata: lavora, si mantiene dignitosamente, cresce i figli al meglio, legge, si informa e si esprime in maniera moderna. Gestiscono una fattoria in un villaggio francese e producono formaggio. Paula dà anima e corpo per agevolare l'attività di famiglia: si occupa del bestiame, parla con i fornitori, accompagna i genitori dal medico, studia con ottimi risultati. Fin quando un giorno, mossa da una cotta, scoprirà un talento che ignorava di avere: beffa del destino, una meravigliosa voce. La famiglia Bélier è un film che parla della diversità, e lo fa con uno spiccato senso dell'umorismo e con un tono semiserio che, nel suo insieme, risulta assai piacevole. Ma, nella fattoria felice dei Bèlier, c'è anche altro; ovvero il voler raccontare uno spaccato diretto e sincero dei piccoli drammi adolescenziali che hanno il compito non facile di traghettarci verso una dimensione più adulta. I presupposti della commedia impegnata ci sono tutti: temi forti, società, politica. E nella sua idea centrale, quella cioè che tocca l'umanità di chi vive un handicap, lo subisce e prova a crescere, tutto l'impianto funziona. Infatti c'è una certa grazia stilistica nel conferire ai Bèlier un' aura di perfetta sintonia tra se stessi e il mondo, il quale gli ricorda ogni giorno la loro condizione, ma, quantomeno, non sembra indifferente o, in un certo senso, infierire più di tanto ostentando menefreghismo, e i pregiudizi, dove appaiono, sembrano essere piuttosto velati. Un aspetto originale quindi, che punta più all'ilarità e alla sdrammatizzazione che alla denuncia concreta. Di una certa sensibilità risultano anche i momenti legati a Paula, ai suoi primi fermenti amorosi e al fratello Gabriel– unico protagonista realmente sordomuto del film -, tipici di un'età di transizione, ma non completamente in balia dei cliché del genere – meravigliosa la scena in cui Gabriel seduce a dovere l'amica di Paula e scopre, proprio quando arriva il bello, di essere allergico al lattice. Ma sotto la corteccia di questo film che sembra intenzionato a mostrare il lato più profondo di un racconto atipico, si nasconde un qualcosa che sfuma e inibisce le virtuose premesse di base. I lati meno narrativi, quelli che in certo senso hanno il compito di definire e arricchire tutto il progetto filmico, lasciano, in più di un'occasione, una percezione di leggerezza fin troppo evidente. Perché spingere l'acceleratore dei sentimenti, innalzare il lato emotivo parlando dei classici affetti familiari – una madre che, piangendo, fa un'isterica autocritica e si chiede dove ha sbagliato con la figlia, risulta un passaggio assolutamente evitabile -, di abbracci, di piccoli litigi e l' immagine di una campagna limitante rispetto alla città vista ancora come simbolo eterno di distanza e grandi opportunità, sono di certo piccoli escamotage mirati e, forse, meno riusciti. Come meno riuscita è la parentesi politica, in cui Rodolphe Bélier tenta di candidarsi per sconfiggere alle elezioni il sindaco affarista che vuole sottrarre terreni a favore di grandi strutture. Sequenze minori, che danno tutta l'aria di essere un riempitivo contestualmente forzato, sviluppato in maniera frettolosa e scontata, atto a racimolare facili consensi e a lisciare il pelo al pensiero buonista del politicamente corretto, dilatando in maniera impropria il tema della diversità e aggiungendo dosi d'inverosimile e velleitario senso comune. E tra le pause di tanta musica melodica e spiccatamente poetica, cha fa da colonna sonora, da richiamo d'amore e da esercizio di bel canto, stona non poco perfino l' interpretazione dei coniugi Bélier (Karin Viard e François Damiens), evidentemente sopra le righe nel mostrare il loro linguaggio dei segni, tanto da spingerli spesso sotto la soglia di credibilità interpretativa. Bene invece Louane Emera che, reduce dal talent The Voice, assolve dignitosamente il compito di trasmettere i disagi, i dubbi e le paure tipiche della sua età. Quindi, quella dei Bélier è una storia divertente che si spinge oltre il consueto e va alla ricerca di sentimenti positivi, oltre che puntare l 'attenzione alla valorizzazione del talento e alla consolidazione di certi valori universali legati alla famiglia. Il risultato, seppur altalenante, allieta e, comunque, non dispiace in toto. Certo che quando si parla di una commedia portatrice di straordinari effetti benefici, sorprendente, quando si evoca la virtù di un film evento destinato a lasciare il segno, di un autentico caso cinematografico si fa evidentemente riferimento più alla premesse che al risultato finale – successo al botteghino a parte. Il paragone con Quasi amici, per esempio, non sembra neanche proponibile. Perché il ripetersi in maniera quasi ossessiva di motivi soavi, qualche buona trovata umanamente toccante e coinvolgente – il papà che appoggia la mano sulla gola della figlia per percepire le vibrazioni del canto, ad esempio - e un'ironia positiva dispensata per l'intera pellicola non riescono a celare fino in fondo un cuore leggero e convenzionale che caratterizza assai troppo le trame di questa moderna commedia francese. Campione d'incassi in Francia con oltre sette milioni di spettatori.
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(di mericol)
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maurizio meres
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domenica 29 marzo 2015
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il valore della famiglia
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Bella commedia francese dove emerge soprattutto la voglia di vivere di affrontare il mondo attraverso i gesti gli sguardi i comportamenti e il pensiero e i sogni di un adolescente nel periodo più importante della sua vita ,il passaggio alla maturità come concetto di donna .La bella Louane una bella sorpresa quando una persona giovanissima recita con gli occhi al suo primo film e con una bellissima voce....spero che sarà sempre un crescendo,dal punto di vista professionale.
Tutti i personaggi recitano perfettamente dove ognuno occupa uno spazio ben preciso merito di una sceneggiatura semplice ma curata nei minimi particolari,perfetta simbiosi tra comicità ,sentimento e drammaticità di quello che la vita riserva ai splenditi genitori,ma senza mai cadere nel patetico.
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Bella commedia francese dove emerge soprattutto la voglia di vivere di affrontare il mondo attraverso i gesti gli sguardi i comportamenti e il pensiero e i sogni di un adolescente nel periodo più importante della sua vita ,il passaggio alla maturità come concetto di donna .La bella Louane una bella sorpresa quando una persona giovanissima recita con gli occhi al suo primo film e con una bellissima voce....spero che sarà sempre un crescendo,dal punto di vista professionale.
Tutti i personaggi recitano perfettamente dove ognuno occupa uno spazio ben preciso merito di una sceneggiatura semplice ma curata nei minimi particolari,perfetta simbiosi tra comicità ,sentimento e drammaticità di quello che la vita riserva ai splenditi genitori,ma senza mai cadere nel patetico.
La famiglia è al centro della vicenda dove valori sempre più sconosciuti nel mondo di oggi riemergono in tutta la loro importanza un esempio che dovrebbe far riflettere.
Film strutturato perfettamente cambi scena perfetti ,dialoghi fatti anche con gli occhi,espressioni vere ,la dolcezza dei gesti completa il quadro della vita.
Ambientazione vera gioiosa campagnola in classico stile francese.
Il regista ,Eric Lartigau forse al suo primo vero successo avendo come regista pochissimi lavori,spero che sia un buon inizio .
Da vedere senza nessun dubbio.
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schema
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sabato 28 marzo 2015
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...semplicemente un film che funziona...
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quattro stelle saranno generose ma il film con leggerezza ed ironia tratta due temi importanti
adolescenza e sordomutismo... i sogni di una ragazza e la disabilità in famiglia... mettere da parte i propri sogni perchè la realtà ti inchioda alle difficoltà della vita quotidiana, o spiccare il volo???
Tecnicamente lo trovo semplice, fotografia nella media...
Non sarà un film molto fantasioso come qualcuno ha scritto nei commenti, ma il tema del sordomutismo non è all'ordine del giorno...
non sarà nemmeno quel cinema dei "grandi maestri" ma secondo me questo film non punta ad esserlo...
allora cos'è? Per me è semplice una commedia... che sa emozionare, far riflettere e sa far ridere... un film frizzante, senza momenti morti.
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quattro stelle saranno generose ma il film con leggerezza ed ironia tratta due temi importanti
adolescenza e sordomutismo... i sogni di una ragazza e la disabilità in famiglia... mettere da parte i propri sogni perchè la realtà ti inchioda alle difficoltà della vita quotidiana, o spiccare il volo???
Tecnicamente lo trovo semplice, fotografia nella media...
Non sarà un film molto fantasioso come qualcuno ha scritto nei commenti, ma il tema del sordomutismo non è all'ordine del giorno...
non sarà nemmeno quel cinema dei "grandi maestri" ma secondo me questo film non punta ad esserlo...
allora cos'è? Per me è semplice una commedia... che sa emozionare, far riflettere e sa far ridere... un film frizzante, senza momenti morti... ne troppo lento nemmeno troppo veloce... un film da vedere!
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m.barenghi
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giovedì 26 marzo 2015
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...giusto per mettere i puntini sulle i....
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...ma come è possibile che un film così banale, buonista, privo di immaginazione e di qualunque barlume di luce, sottolineato da una colonna sonora a dir poco pedestre (e non è poco visto che la vicenda della protagonista si svolge interamente all'insegna del canto), VENGA PRESENTATO COME CAMPIONE NAZIONALE DI INCASSO IN PATRIA PER LA STAGIONE IN CORSO????? O mi sono rimbambito io, che non sono più capace di trovare un film che mi accenda almeno un poco l'immaginazione, oppure veramente i distributori e il botteghino ci stanno veramente prendendo per i fondelli!! E' vero che da tempo non ci sono più i Truffaut, i Godard, i Rohmer, ma per lo meno mi aspettavo qualcosa di decisamente più degno e fantasioso, tipo "Amélie" per esempio.
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...ma come è possibile che un film così banale, buonista, privo di immaginazione e di qualunque barlume di luce, sottolineato da una colonna sonora a dir poco pedestre (e non è poco visto che la vicenda della protagonista si svolge interamente all'insegna del canto), VENGA PRESENTATO COME CAMPIONE NAZIONALE DI INCASSO IN PATRIA PER LA STAGIONE IN CORSO????? O mi sono rimbambito io, che non sono più capace di trovare un film che mi accenda almeno un poco l'immaginazione, oppure veramente i distributori e il botteghino ci stanno veramente prendendo per i fondelli!! E' vero che da tempo non ci sono più i Truffaut, i Godard, i Rohmer, ma per lo meno mi aspettavo qualcosa di decisamente più degno e fantasioso, tipo "Amélie" per esempio. Neanche l'ombra. Delusione totale
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claudio s.
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giovedì 12 marzo 2015
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fantastico abbinamento tra commedia e musica.
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Capita spesso di attendere l'uscita di una pellicola così tanto che se il film non rispetta le tue aspettative esci dal cinema con l'amaro in bocca. Capita meno spesso di vedere un'anteprima quasi per caso, senza sapere nulla di quello che sta per essere proiettato.
Con questo stato d'animo ho visto l'anteprima de “La famiglia Bèlier” che mi ha lasciato piacevolmente sorpreso, divertito ed entusiasta.
Questa commedia francese affronta con la giusta ironia tematiche quali il sordomutismo e la musica. Detto così verrebbe da chiedersi come possono coesistere insieme questi due argomenti e lungi dal voler fare dello “spoiler” posso dire che “La famiglia Bèlier” parla di adolescenza, della vita in provincia, di responsabilità, di musica e amore per la famiglia e lo fa in maniera frizzante .
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Capita spesso di attendere l'uscita di una pellicola così tanto che se il film non rispetta le tue aspettative esci dal cinema con l'amaro in bocca. Capita meno spesso di vedere un'anteprima quasi per caso, senza sapere nulla di quello che sta per essere proiettato.
Con questo stato d'animo ho visto l'anteprima de “La famiglia Bèlier” che mi ha lasciato piacevolmente sorpreso, divertito ed entusiasta.
Questa commedia francese affronta con la giusta ironia tematiche quali il sordomutismo e la musica. Detto così verrebbe da chiedersi come possono coesistere insieme questi due argomenti e lungi dal voler fare dello “spoiler” posso dire che “La famiglia Bèlier” parla di adolescenza, della vita in provincia, di responsabilità, di musica e amore per la famiglia e lo fa in maniera frizzante . Senza aspettarmi nulla mi sono accorto di aver passato quasi due ore a ridere, commuovermi e senza volerlo, a riflettere.
Una commedia per gli amanti della musica, del canto corale, delle politiche sociali e di quelle giovanili.
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