luigi chierico
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sabato 9 luglio 2016
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semplicemente delizioso
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La deliziosa fanciulla Paula Bélier, la interpreta molto bene la bella Luane Emera, accoglie attorno a sé non solo la sua famiglia composta dal padre Rodolphe,dalla madre Gigi e da un fratello ma l’intero paese,e così,vedendo il film,anche di tutte le persone sensibili ai più alti sentimenti che fanno della Famiglia una solida e compatta compagine in grado di difendersi dalle cattiverie del mondo. Un film quindi per chi ama ancora la purezza dei sentimenti, dall’amore quale sentimento e non piacere della carne, per chi non abbandona ma “vola senza fumare e senza bere”. Non c’è uso di droga o di armi in quest’opera condotta ottimamente dall’attento regista Eric Lartigau, non ci sono grattaceli in cemento o strade insanguinate da folli corse in auto,c’è la strepitosa bellezza della natura.
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La deliziosa fanciulla Paula Bélier, la interpreta molto bene la bella Luane Emera, accoglie attorno a sé non solo la sua famiglia composta dal padre Rodolphe,dalla madre Gigi e da un fratello ma l’intero paese,e così,vedendo il film,anche di tutte le persone sensibili ai più alti sentimenti che fanno della Famiglia una solida e compatta compagine in grado di difendersi dalle cattiverie del mondo. Un film quindi per chi ama ancora la purezza dei sentimenti, dall’amore quale sentimento e non piacere della carne, per chi non abbandona ma “vola senza fumare e senza bere”. Non c’è uso di droga o di armi in quest’opera condotta ottimamente dall’attento regista Eric Lartigau, non ci sono grattaceli in cemento o strade insanguinate da folli corse in auto,c’è la strepitosa bellezza della natura. Si torna ad ammirare il fascino della vita in campagna con i sapori e caldi colori in cui anche le case hanno un colore vivace che conserva il calore degli affetti di chi ci abita;animali che pascolano là dove per le libere strade che portano alla scuola del paese si va in bici,accompagnatp da un paesaggio impagabile e cantando come fa la deliziosa Paula. La vita scorre in una casa e in un paese che sembrano irreali,tanto oggi è lontano il concetto e la visione della “Casa” e del “Paese”. Una straordinaria sceneggiatura,sebbene Rodolphe,Gigi ed il loro figlio più giovane siano muti e sordi,una serie di divertenti trovate e battute gesticolate o tradotte,o adattate,da Paula per chi ascolta o rivolge loro la parola, tutto spesso riportato a noi con buone didascalie. Paula presenta la mamma al mercato dicendo che divide con lei il lavoro:”Lei sorride,io parlo” e alla domanda:”Vi divertite?” risponde:”Come in famiglia”! Una stupenda scenografia che si avvale della bellezza delle cose semplici e non dello sfarzo dei film di Holliwood con case sempre principesche,enormi. Dimore così grandi in cui quasi sempre si disperdono gli affetti, che invece in casa Bèlier regnano sovrani. Paula,con dispiacere della sua mamma Gigi, non è nata sorda,lei parla e sente,è diversa da lei e dal marito Rodolphe che spera che questa sua figlia forse col tempo potrà diventare sordo-muta come loro. Un paradosso che dà voce al messaggio cercato dall’autore: chi sono i diversi?
Tanti altri noti film hanno avuto come protagonisti ciechi,sordi,muti, fra i tanti “Figli di un Dio minore” “Lezioni di piano”, pochi ne hanno fatto scopo essenziale come questo. Scopo è dimostrare come la diversità è normalità, tanto da non potersi sentire diversi da come si è ed accettare senza remore la convivenza con il resto del mondo al punto che candidarsi a sindaco è cosa assolutamente normale, mentre non sarebbe normale non accettare la candidatura e l’elezione a “Primo cittadino”. In questo panorama di sentimenti di calore umano, di affetti forti,profondi si vede scorgere una nube che può portare tempesta, la deliziosa Paula che fa da ponte tra la sua famiglia di sordo-muti ed il mondo intero, ha la passione del canto, fa una bella voce, è ma l’attaccamento alla famiglia che adora le impedisce di sognare. Ricordando la vicenda narrata nel film “Lo specchio della vita” in cui la figlia Sarah ripudia la madre Annie sino al punto di morte, vedendo e sentendo cantare Paula ai genitori:”Vi voglio bene,ma vado via,non fuggo,cercate di capire,volo non scappo,volo via, senza fumare,senza bere” a molti possono venire le lacrime agli occhi e lasciare che il destino si compia mentre iul treno si allontana.
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stefano capasso
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venerdì 13 novembre 2015
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un processo evolutivo condiviso
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In una scuola di una cittadina francese, la sedicenne Paula Belier viene coinvolta, suo malgrado, a cantare nel coro che sta mettendo su Thomasson, il maestro di musica.
Ben presto l’insegnate scopre che Paula ha un grande talento per il canto: lei è abituata a usare poca voce dal momento che i due genitori e il fratello minore sono tutti sordomuti. Con loro usa da sempre il linguaggio dei segni per comunicare ed è il tramite, il portavoce che permette loro di comunicare con il mondo che li circonda. Quando Thomasson propone a Paula di fare un audizione per entrare nella scuola di canto di Parigi per lei non sarà facile scegliere. L’idea di abbandonare la famiglia e allo stesso tempo il desiderio di trovare la sua strada saranno i due temi che dovrà affrontare in un momento di crescita fondamentale nella vita dell’adolescente.
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In una scuola di una cittadina francese, la sedicenne Paula Belier viene coinvolta, suo malgrado, a cantare nel coro che sta mettendo su Thomasson, il maestro di musica.
Ben presto l’insegnate scopre che Paula ha un grande talento per il canto: lei è abituata a usare poca voce dal momento che i due genitori e il fratello minore sono tutti sordomuti. Con loro usa da sempre il linguaggio dei segni per comunicare ed è il tramite, il portavoce che permette loro di comunicare con il mondo che li circonda. Quando Thomasson propone a Paula di fare un audizione per entrare nella scuola di canto di Parigi per lei non sarà facile scegliere. L’idea di abbandonare la famiglia e allo stesso tempo il desiderio di trovare la sua strada saranno i due temi che dovrà affrontare in un momento di crescita fondamentale nella vita dell’adolescente.
Una bella commedia di Eric Lartigau che alterna con vivacità momenti di umorismo ad altri di emozioni intense con un finale che ho trovato commovente. La necessità di definire la propria identità, di staccarsi dal nucleo familiare, che rassicura e allo stesso tempo confina, trova la sua risoluzione efficace quando tutto il nucleo, partecipa al processo evolutivo. Allora è possibile il confronto reale, dove possono emergere vecchi temi mai affrontati e l’amore che lega i componenti della famiglia può finalmente fluire. Un percorso di crescita che comincia dalla protagonista e che coinvolge tutti
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gabriella
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martedì 18 agosto 2015
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il vento fresco della normandia
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Ancora una volta il cinema francese riesce a sorprendere con una storia che fa della semplicità il suo punto di forza. Paula è una sedicenne che vive in una fattoria della Normandia con i genitori ( mamma Gigi e papà Rodolphe) e un fratello minore, tutti sordi, eccetto lei. Paula è la voce della sua famiglia, quella che media tra loro e il resto del mondo, deve trattare con i fornitori ( i prodotti della fattoria vengono venduti al mercato) con i clienti,, con le banche, con il medico, il veterinario , svolge il tutto con attenzione e spontaneità, anche se cominciano i problemi legati all’adolescenza, il corpo che inizia a cambiare, la prima cotta verso un suo compagno di liceo. Il suo insegnante di musica a scuola intuisce in lei un forte potenziale, una voce rimasta in sordina che chiede prepotentemente di uscire, la incoraggia a partecipare a un concorso prima e a studiare poi canto a Parigi.
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Ancora una volta il cinema francese riesce a sorprendere con una storia che fa della semplicità il suo punto di forza. Paula è una sedicenne che vive in una fattoria della Normandia con i genitori ( mamma Gigi e papà Rodolphe) e un fratello minore, tutti sordi, eccetto lei. Paula è la voce della sua famiglia, quella che media tra loro e il resto del mondo, deve trattare con i fornitori ( i prodotti della fattoria vengono venduti al mercato) con i clienti,, con le banche, con il medico, il veterinario , svolge il tutto con attenzione e spontaneità, anche se cominciano i problemi legati all’adolescenza, il corpo che inizia a cambiare, la prima cotta verso un suo compagno di liceo. Il suo insegnante di musica a scuola intuisce in lei un forte potenziale, una voce rimasta in sordina che chiede prepotentemente di uscire, la incoraggia a partecipare a un concorso prima e a studiare poi canto a Parigi. Da qui il dilemma, da una parte il desiderio di esprimere il suo talento, dall’altra il senso di responsabilità verso i genitori che le sembra quasi di tradire, ironia della sorte, una figlia cantante in una famiglia di sordi. Tra l’altro i suoi genitori sembrano non soffrire affatto della “ diversità”, ritenendola una caratteristica anziché un handicap, infatti Rodolphe intende presentarsi come candidato sindaco alle comunali, convinto che per ascoltare non è necessario udire.Un mondo , quello dei non udenti che si esprime attraverso la gestualità di mani che assumono forma e sembianze, disegnano spazi e fili invisibili, accompagnati da espressioni che talvolta sembrano stralunate, occhi spalancati, attenti a qualsiasi segnale e movimento, un campo visivo a cui nulla sfugge.La frattura che si viene a creare tra Paula e la sua famiglia sembra compromettere l’idilliaco rapporto che si era stabilito ,come si può negare a un’adolescente di seguire la sua strada, anche se significa non contare più su quel ponte sicuro e rassicurante e trovare un guado di attraversamento? Sarà proprio Paula a far capire ai suoi genitori che ha ali per volare, ma non per scappare , nella commovente scena finale.
E’ una commedia fresca e genuina, dolce e divertente, irriverente quel che basta a non appesantirla, delicata e musicale, con le canzoni di Michel Sardou che assumono una nota di spigliata modernità e gioventù. Consigliato.
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vanessa zarastro
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sabato 8 agosto 2015
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l’ arcadia canta
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Film francese molto garbato e rassicurante. Il film è incentrato sui problemi dell’adolescenza come la cinematografia francese ci ha abituati mostrata, basti pensare a tutti i film di Eric Rohmer. La ricerca di un’identità, i primi amori e rossori, il desiderio di emancipazione dalla famiglia insieme ai sensi di colpa che in questo caso sono aggravati dal fatto di essere tutti sordomuti ad eccezione di Paula (Louane Emera) protagonista indiscussa, necessaria interprete tra i Beliér e il resto del mondo. Quasi un’ironia del destino, Paula ha un grande dono vocale e viene stimolata dal suo maestro di canto a esercitarsi fino a partecipare (tra umori alti e bassi, entusiasmi e rinunce) a un Concorso canoro organizzato da Radio France a Parigi, da cui esce un lieto fino che ricompatta tutte le tensioni familiari.
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Film francese molto garbato e rassicurante. Il film è incentrato sui problemi dell’adolescenza come la cinematografia francese ci ha abituati mostrata, basti pensare a tutti i film di Eric Rohmer. La ricerca di un’identità, i primi amori e rossori, il desiderio di emancipazione dalla famiglia insieme ai sensi di colpa che in questo caso sono aggravati dal fatto di essere tutti sordomuti ad eccezione di Paula (Louane Emera) protagonista indiscussa, necessaria interprete tra i Beliér e il resto del mondo. Quasi un’ironia del destino, Paula ha un grande dono vocale e viene stimolata dal suo maestro di canto a esercitarsi fino a partecipare (tra umori alti e bassi, entusiasmi e rinunce) a un Concorso canoro organizzato da Radio France a Parigi, da cui esce un lieto fino che ricompatta tutte le tensioni familiari.
Molto belli i paesaggi campestri in cui si trova questo piccolo villaggio di campagna, presumibilmente, a tre ore da Parigi, che rappresenta un luogo idilliaco di un’Arcadia incontaminata.
Bravi tutti gli attori, l’unica vera obiezione è la scelta musicale, in particolare nutro forti dubbi sulle canzoni di Michel Sardou.
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astromelia
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giovedì 4 giugno 2015
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commedia per tutta la famiglia
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niente di esaltante per questa commedia dal buon sentimento,a tratti edulcorata fatta su misura per chi si stupisce sempre,quadretto familiare con handicap che non approfondisce mai il problema....in quanto al sogno di poter cantare un giorno,quanti adolescenti ormai coi talent ci provano,l'importante non è avere voce ma essere la voce..
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enzo70
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martedì 19 maggio 2015
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una fantastica famiglia
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Il cinema francese mette a segno un altro bel colpo, con un film perfetto nella sua semplicità. I Belier sono una famiglia di agricoltura della Normandia, orgogliosi e volitivi, e che riescono ad andare oltre i limiti della disabilità della loro sordità. L’unica persona non colpita dalla malattia è la splendida Paula, una adolescente bionda che vive la sua giovinezza tra mucche da mungere, telefonate da fare con fornitori, banche, soci della cooperativa agricola, scuola ed amori. E come se non bastasse la ragazzina ha un dono, una voce incantevole che potrebbe farla volare oltre i confini della provincia cui sembra relegata dalla nascita e dai problemi della sua famiglia. Intorno un ragazzo bello e scontroso, un professore di musica che potrebbe meglio che Renzi non vede questo film o lo fa super preside ed una amica facile con i ragazzi.
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Il cinema francese mette a segno un altro bel colpo, con un film perfetto nella sua semplicità. I Belier sono una famiglia di agricoltura della Normandia, orgogliosi e volitivi, e che riescono ad andare oltre i limiti della disabilità della loro sordità. L’unica persona non colpita dalla malattia è la splendida Paula, una adolescente bionda che vive la sua giovinezza tra mucche da mungere, telefonate da fare con fornitori, banche, soci della cooperativa agricola, scuola ed amori. E come se non bastasse la ragazzina ha un dono, una voce incantevole che potrebbe farla volare oltre i confini della provincia cui sembra relegata dalla nascita e dai problemi della sua famiglia. Intorno un ragazzo bello e scontroso, un professore di musica che potrebbe meglio che Renzi non vede questo film o lo fa super preside ed una amica facile con i ragazzi. Ma la forza dei protagonisti, a parte Paula, interpretata da una splendida Louna Emera, è straripante, si ride, ci si diverte e si commuove. Pazienza se non è un capolavoro, non tutti i buchi servono a circondare ciambelle, vi assicuro che uscirete incantati dal cinema dopo aver avuto il piacere della compagnia di questa fantastica famiglia.
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fede slevin
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martedì 12 maggio 2015
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quando il cuore "ascolta" meglio delle orecchie
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Paula è una sedicenne come tante, goffa ed insicura, alla scoperta del proprio corpo e delle propie qualità di cui anch'ella è ancora all'oscuro ma ha già la maturità di una donna consapevole di essere faro ed unico ponte col mondo, di una famiglia di contadini della Normandia di cui è l'unica (s)fortunata a non essere sordomuta. Tra la normale vita di liceo e l'atipica condizione di lavoratrice e manager familiare, scopre di avere un incredibile talento per il canto, tanto da attirare l'interesse del suo disilluso professore di musica che, ignaro della condizione domestica della ragazza, la spronerà a partecipare ad un importante concorso musicale a Parigi. Per Paula si presenterà una scelta difficile.
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Paula è una sedicenne come tante, goffa ed insicura, alla scoperta del proprio corpo e delle propie qualità di cui anch'ella è ancora all'oscuro ma ha già la maturità di una donna consapevole di essere faro ed unico ponte col mondo, di una famiglia di contadini della Normandia di cui è l'unica (s)fortunata a non essere sordomuta. Tra la normale vita di liceo e l'atipica condizione di lavoratrice e manager familiare, scopre di avere un incredibile talento per il canto, tanto da attirare l'interesse del suo disilluso professore di musica che, ignaro della condizione domestica della ragazza, la spronerà a partecipare ad un importante concorso musicale a Parigi. Per Paula si presenterà una scelta difficile..
Quando un regista mescola bene le sue carte e crea il giusto mix tra comicità, riflessione e qualche trovata sopra le righe (vedi la forte aspettativa creata intorno al "grande duetto" sfumata poi nel disagio percepito dai geitori di Paula, spettatori passivi della performance), ecco che esce fuori "La famiglia Beliér". Questo fortunato prodotto d'oltralpe si basa tutto su un esplicito ribaltamento: Paula, unica voce della famiglia, si sente schiacciata dal macigno di questa "diversità" che, se da un lato le procura un ruolo fondamentale nel piccolo mondo protetto della fattoria di proprietà, dall'altro, costituisce l'unico vero handicap della narrazione. E' infatti a causa di questa bivalenza che Paula vive momenti di forte conflitto interiore, arrivando persino a scatenare una piccola guerra silenziosa con dei genitori inizialmente incomprensivi. Su questo ambito è pregevole la regia che, partendo da una rappresentazione di colazioni raggianti, sorrisi smaglianti e tavola imbandita, quasi ci si aspettasse da un momento all'altro la vista di Banderas intento a preparare biscotti, si passa a notare le prime lacrime, musi lunghi e tavola a malapena apparecchiata con briciole sparse qua e là. D'altronde, per i genitori, non è facile abbandonarsi a un futuro nuovo non più protetto dalla mediazione della giovane figlia, proprio per colpa di quell'unica qualità che non potranno mai apprezzare fino in fondo; ma qui, altra trovata di classe di Lartigau (anche se più prevedibile), ecco che viene fuori tutta l'umanità di Paula, quando il gesto d'amore di un padre comprensivo e ormai consapevole viene restituito, se non amplificato, nell'atto di tradurre, in linguaggio dei segni, la canzone che la porterà a vincere il concorso, così che anche genitori e fratellino possano "ascoltare" e sapere che, come recita il testo, ella non se ne andrà mai, volando per chilometri col cuore, fino a casa. Un film, dunque, che con una trovata narrativa che permette di riavvicinarsi al cinema muto americano, con le sue movenze e la sua comica espressività, abbraccia forte il valore della famiglia, delle origini, perchè lei è "Paula Beliér, Beliér come montone", come tende spesso a precisare, ma che cerca anche di lanciare un messaggio politico a tutta la Francia con l'idea della candidatura a sindaco del padre della protagonista, mettendo in guardia tutti i cittadini, quelli veri, che i fatti contano più di mille parole. Ennesima chicca del cinema francese degli ultimi tempi, che mette su schermo un prodotto poetico, sano, piacevole e senza grosse aspettative ed è proprio per questo, a mio avviso, che funziona così bene, ponendosi come un film per tutti, di pregevole fattura e dalla narrazione che scorre agile senza incappare mai nel banale.
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gadman
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giovedì 7 maggio 2015
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prendi il volo
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Bellissimo film! Commuove, Il legame con la propria famiglia e il momento in cui ciascuno spicca il volo verso il proprio destino! Consigliata la visione!
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magro
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lunedì 4 maggio 2015
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i francesi non ne sbagliano una
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Il cinema francese continua a sfornare bei film a basso budget. Questa volta abbiamo un soggetto geniale, una bella sceneggiatura 3-4 bravi attori e molto ben scelti nella loro caratterizzazione ha fatto Goal.
In fondo la storia della ragazza con aspirazioni artistiche che scappa di casa è un pò usurata, ma qui è solo una scusa per dare leggerezza e lieto fine al film.
Il soggetto vero è la disabilità, affrontata con leggerezza, comicità e serietà.
Straordinari i due coniugi Belier, dotati di una grande mimica, che recitano perfettamente senza mai parlare, ma trasmettendo comunque tutta la gamma delle emozioni.
Molto bello poi l'idea di contrapporre alla disabilità vocale/uditiva proprio il talento del canto, unendo in una sola famiglia elementi così ontologicamente distanti; fino al momento topico, quando per qualche minuto il regista fa entrare lo spettatore nel silenzio assoluto, facendo entrare quasi in 4D nel punto di vista dei due genitori.
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Il cinema francese continua a sfornare bei film a basso budget. Questa volta abbiamo un soggetto geniale, una bella sceneggiatura 3-4 bravi attori e molto ben scelti nella loro caratterizzazione ha fatto Goal.
In fondo la storia della ragazza con aspirazioni artistiche che scappa di casa è un pò usurata, ma qui è solo una scusa per dare leggerezza e lieto fine al film.
Il soggetto vero è la disabilità, affrontata con leggerezza, comicità e serietà.
Straordinari i due coniugi Belier, dotati di una grande mimica, che recitano perfettamente senza mai parlare, ma trasmettendo comunque tutta la gamma delle emozioni.
Molto bello poi l'idea di contrapporre alla disabilità vocale/uditiva proprio il talento del canto, unendo in una sola famiglia elementi così ontologicamente distanti; fino al momento topico, quando per qualche minuto il regista fa entrare lo spettatore nel silenzio assoluto, facendo entrare quasi in 4D nel punto di vista dei due genitori.
Film per grandi e adolescenti... e questo è un altro grande merito.
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no_data
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mercoledì 29 aprile 2015
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ridere, commuoversi ed emozionarsi
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Film meraviglioso, che è completo sia nella regia che nella sceneggiatura.
La protagosnista è un'adolescente, ma è sicuramente un film che non può far annoiare a nessuna età.
Fa ridere con le battute e le situazioni, mai pesanti e poco scontate. Ben recitato (l'ho visto anche in francese) e tramette un bel messaggio.
Consigliato! Se esce il dvd lo prendo di sicuro!
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