evildevin87
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mercoledì 2 luglio 2014
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strepitoso mcconaughey!
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Matthew McConaughey finora non aveva mai avuto una vera e propria occasione di dimostrarci il suo talento e di emergere in maniera particolare. In questo film tiranneggia decisamente nei panni di Ron Woodroof, personaggio inizialmente detestabile ma che nel corso del film, in seguito ai vari eventi, evolve la propria personalità in maniera molto naturale. Senza comunque nulla togliere al resto degli attori, tra tutti l'ottimo Jared Leto nei panni di Rayon.
La pellicola prende spunto da una serie di eventi realmente accaduti riguardanti il traffico illegale di medicine alternative per dare man forte ai sieropositivi, in quanto quelle ufficiali sembrano, nella maggior parte dei casi, peggiorare solo la situazione dei malati di AIDS.
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Matthew McConaughey finora non aveva mai avuto una vera e propria occasione di dimostrarci il suo talento e di emergere in maniera particolare. In questo film tiranneggia decisamente nei panni di Ron Woodroof, personaggio inizialmente detestabile ma che nel corso del film, in seguito ai vari eventi, evolve la propria personalità in maniera molto naturale. Senza comunque nulla togliere al resto degli attori, tra tutti l'ottimo Jared Leto nei panni di Rayon.
La pellicola prende spunto da una serie di eventi realmente accaduti riguardanti il traffico illegale di medicine alternative per dare man forte ai sieropositivi, in quanto quelle ufficiali sembrano, nella maggior parte dei casi, peggiorare solo la situazione dei malati di AIDS. Inizialmente quello che spacciano i protagonisti sono medicine non approvate ma effettivamente legali, tuttavia la voce si sparge arrivando anche alle orecchie della FDA, che finirà per rendere illegali le sostanze provenienti dal Dallas Buyers Club.
Il film non fa solo leva sulla tematica importante per arruffianarsi il favore di pubblico e critica, ma a mio parere è anche una coraggiosa denuncia nei confronti delle case farmaceutiche e in generale su coloro che pur di fare soldi sarebbero disposti anche a peggiorare ulteriormente la vita di chi sta vivendo un dramma di tali proporzioni. Per il resto, ottima la regia di Jean-Marc Valleè e sceneggiatura efficace quanto basta. Un gran film. Godibile, fa riflettere ed emoziona. I premi che ha vinto se li è meritati tutti.
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xeno flush
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mercoledì 23 luglio 2014
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un film del(l'attore) protagonista
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Racconto crudo di una malattia, l'AIDS, e di una realtà crudele, che cerca di abbattere le barriere più pericolose, quelle della mente create dai pregiudizi. A tener in piedi o forse quasi a trascinare tutto ciò, un esemplare Matthew McConaughey, spalleggiato da una fantastica interpretazione di Jared Leto molto più incisivo di una timida Jennifer Garner. L'interpretazione del protagonista, Ron Woodroof, da parte di McConaughey è l'anima e il corpo del film, perchè gli da quella marcia in più senza la quale, forse, sarebbe risultato troppo piatto e monotono.
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Racconto crudo di una malattia, l'AIDS, e di una realtà crudele, che cerca di abbattere le barriere più pericolose, quelle della mente create dai pregiudizi. A tener in piedi o forse quasi a trascinare tutto ciò, un esemplare Matthew McConaughey, spalleggiato da una fantastica interpretazione di Jared Leto molto più incisivo di una timida Jennifer Garner. L'interpretazione del protagonista, Ron Woodroof, da parte di McConaughey è l'anima e il corpo del film, perchè gli da quella marcia in più senza la quale, forse, sarebbe risultato troppo piatto e monotono. D'altra parte lo sfondo sociale e culturale di quegl'anni è reso in maniera abbastanza fedele. Il drastico cambiamento interiore del protagonista, causato dalla malattia e dalla consapevolezza di non aver più molto tempo da vivere, lo portano quasi ad una catarsi inconsapevole, in cui cerca, contro tutto e tutti, di aiutare i tanti sfortunati affetti dall'AIDS, attraverso il contrabbando di medicinali e fondando il Dallas Buyers Club. In definitiva, storia guardata prettamente dagli occhi del testardo protagonista, che non lascia spazio ad altre interpretazione ma che ci mette nei suoi panni e ci fa porre delle domande a noi stessi.
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pisa93
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venerdì 31 gennaio 2014
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la voce della vita
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Ron Woodroof è il classico texano dedito alla vita dissoluta ed ai rodei, ma quando scopre di essere positivo all'HIV la sua vita cambia radicalmente.
Che cosa faresti se ti dicessero di avere solo altri trenta giorni di vita? Dallas Buyers Club cerca di dare una risposta a questa domanda, insegnando a vivere. Mai arrendersi, mai pensare che tutto sia perduto, perché ogni cosa potrebbe ancora cambiare. La voglia di vivere smuove le montagne e la speranza è un sentimento così potente che è in grado di mantenere in vita.
Il film trasmette queste grandi emozioni attraverso un cast d'eccezione.
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Ron Woodroof è il classico texano dedito alla vita dissoluta ed ai rodei, ma quando scopre di essere positivo all'HIV la sua vita cambia radicalmente.
Che cosa faresti se ti dicessero di avere solo altri trenta giorni di vita? Dallas Buyers Club cerca di dare una risposta a questa domanda, insegnando a vivere. Mai arrendersi, mai pensare che tutto sia perduto, perché ogni cosa potrebbe ancora cambiare. La voglia di vivere smuove le montagne e la speranza è un sentimento così potente che è in grado di mantenere in vita.
Il film trasmette queste grandi emozioni attraverso un cast d'eccezione. Matthew Mccnaughey ha perso venticinque chili per la parte e fa davvero impressione. Ai limiti dell'anoressia, riesce a fornire una grande interpretazione nei panni di un emaciato e sofferente malato, che non ha mai perso la voglia di vivere. La sofferenza di un uomo diventa il grido di battaglia di molti.
Dall'altra parte troviamo Jared Leto, che ha saputo reinventarsi e stupire con un'interpretazione "al femminile" davvero azzeccata. Il film affronta, infatti, il tema dell'omofobia e della transessualità, argomenti che sono ancora oggi discussi e dibattuti. La società texana che viene descritta disprezza entrambe le categorie, ma Ron sarà capace di superare i "credo comuni", riappacificandosi con una parte di se stesso.
Il film si costruisce e si snoda attraverso grandi tematiche ancora molto attuali, ma ci si rende conto che oltre al cast poco altro rimane.
La regia non è degna di nota e i fatti sembrano essere raccontati in maniera un po' troppo macchinosa. Solo gli attori riescono ad innalzare un film che altrimenti si trascinerebbe faticosamente verso un inevitabile finale.
In conclusione, Dallas Buyers Club è un film impegnato e potente, capace di far vivere grandi emozioni, ma a cui manca un po' di quella "verve" che serve ad entrare nell'Olimpo del cinema.
Ancora plauso al cast, che la sera del 2 marzo farà la parte del "leone" alla notte degli Oscar.
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cizeta
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sabato 8 febbraio 2014
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lunghetto...
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Vorrei iniziare con l'elogio ad una performance di assoluto spessore di McConaughey: l'impatto fisico e le sue espressioni di dolore sono da Oscar (una pecca, non sa piangere);
Jared Leto con una bellissima parte recita, anche lui, in maniera ottima... forse l'eccessiva caratterizzazione del personaggio non avrebbe richiesto grandi capacità di recitazione ma ciò non toglie che si cala perfettamente nella pellicola...
Ispirato ad una storia vera, il film evidenza il profondo attaccamento alla vita del protagonista nonostante il virus del HIV stia facendo il suo corso e lui stesso non si risparmia in eccessi dei più svariati tipi... in questo suo percorso che lo porterà inevitabilmente alla morte viene accompagnato dai suoi sentimenti che pian piano si capovolgono.
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Vorrei iniziare con l'elogio ad una performance di assoluto spessore di McConaughey: l'impatto fisico e le sue espressioni di dolore sono da Oscar (una pecca, non sa piangere);
Jared Leto con una bellissima parte recita, anche lui, in maniera ottima... forse l'eccessiva caratterizzazione del personaggio non avrebbe richiesto grandi capacità di recitazione ma ciò non toglie che si cala perfettamente nella pellicola...
Ispirato ad una storia vera, il film evidenza il profondo attaccamento alla vita del protagonista nonostante il virus del HIV stia facendo il suo corso e lui stesso non si risparmia in eccessi dei più svariati tipi... in questo suo percorso che lo porterà inevitabilmente alla morte viene accompagnato dai suoi sentimenti che pian piano si capovolgono...prima omofobo, individualista e "sempliciotto" si trasforma in un personaggio che lotta per la sua vita (e quella di tanti altri malati) ovviamente a suon di $.
Il mio giudizio trascende dalla performance degli attori (sarebbe un 9 pieno)
voto personale: 7
Il film appare troppo lungo per l'impostazione data (bastavano una ventina di minuti in meno), in alcuni punti lento e troppo incentrato su aspetti chimico-farmaceutici (la sigla AZT vi rimboberà continuamente una volta usciti dal cinema).
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jaylee
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lunedì 10 febbraio 2014
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il lato (siero)positivo della vita
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Proprio vero che non si dovrebbero giudicare i cavalli vincenti alla partenza. Cosi come non si dovrebbero giudicare gli attori se non dopo un percorso di scelte. Prendiamo Matthew McConaughey: inizio promettente tra Spielberg e Zemeckis, poi però scivola in tutta una serie di filmetti dove può avvantaggiarsi di fisico da fusto e mascellone da supereroe... Non passa per un fulmine di guerra, tanto è vero che diventa proverbiale l'imitazione un pò da tamarro che Matt Damon gli riserva ogni volta che va al David Letterman Show (cercatele su youtube...)
Però però però: il buon Matthew negli ultimi anni inizia a scegliere i suoi film, e sono dei bei rischi perchè si trova in film piuttosto violenti (Killer Joe) o controversi (Magic Mike), o si ritaglia dei cameo per niente comodi (The Wolf of Wall Street).
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Proprio vero che non si dovrebbero giudicare i cavalli vincenti alla partenza. Cosi come non si dovrebbero giudicare gli attori se non dopo un percorso di scelte. Prendiamo Matthew McConaughey: inizio promettente tra Spielberg e Zemeckis, poi però scivola in tutta una serie di filmetti dove può avvantaggiarsi di fisico da fusto e mascellone da supereroe... Non passa per un fulmine di guerra, tanto è vero che diventa proverbiale l'imitazione un pò da tamarro che Matt Damon gli riserva ogni volta che va al David Letterman Show (cercatele su youtube...)
Però però però: il buon Matthew negli ultimi anni inizia a scegliere i suoi film, e sono dei bei rischi perchè si trova in film piuttosto violenti (Killer Joe) o controversi (Magic Mike), o si ritaglia dei cameo per niente comodi (The Wolf of Wall Street). Insomma, esce dalla sua area di comfort, smette di fare film da popcorn, e nel 2013 si prende la briga di produrre una sceneggiatura che non riusciva a trovare finanziamenti dalla metà degli anni '90 (sic!), ovvero Dallas Buyers Club.
Film scomodo perchè innanzitutto parla di AIDS, ma soprattutto perchè punta il dito contro una certa azienda farmaceutica (ovviamente mai citata direttamente nel film), rea di aver bloccato la sperimentazione negli USA su certi farmaci, per mantenere alto l'interesse sul proprio. DBC segue proprio la storia di Ron Woodroof (il nostro Matt), elettricista e cowboy da rodeo, zoticone razzista e omofobo, il cui mondo un giorno crolla: gli viene diagnosticato l'AIDS in fase avanzata, 30 giorni di vita attesi. Ridotto alla disperazione, si rivolgerà ad un medico messicano, che non solo lo aiuterà a curarsi, ma gli darà un nuovo senso: fonda un gruppo di acquisto a Dallas ed importerà medicinali non autorizzati per curare tutti i malati come lui. Inutile dire che si scontrerà con l'organizzazione sanitaria USA (evidentemente pressata da qualche lobby); ma avrà degli alleati, il trans Rayon (Jared Leto, altro veterano di ruoli scomodi, vedi l'amante gay di Alessandro Magno ed il tossico spacciatore di Requiem per un Sogno) che diventerà suo socio, poi amico fraterno, e il medico Eve (Jennifer Garner), prima suo avversario, poi alleato.
Non solo McConaughey porta agli estremi la sua interpretazione (ha perso oltre 20kg per la parte), ma di fatto ne rappresenta la punta di diamante (da Oscar? Assolutamente si) il film, diretto da Jean Marc Vallè non è eccezionale, sia nella sceneggiatura che nel ritmo della narrazione, ma è quanto sincero e credibile ci appare Ron che valorizza cosi tanto il tutto. E quando sarebbe stato più facile cercare il pietismo e la lacrima facile, DBC finisce invece con l'esaltare il potere dello spirito di fronte all'avversità degli eventi: potere di modificare se stessi e le proprie convinzioni, e tramite di esse la realtá. Quando sembra che tutto stia per finire, Ron trova un nuovo significato in quello che decide di fare, diventando una persona migliore di quanto sia stato in tutto il resto della sua esistenza. Ecco perchè alla fine della visione, a differenza di Philadelphia (giusto per citare il film più famoso sullo stesso argomento), DBC lascia in qualche modo un senso di compiutezza, di ottimismo quasi cosmico, e di come la vita possa regalare in profondità quello che non sempre concede in lunghezza, senza preconcetti di giusto e sbagliato. Riconciliante. (www.versionekowalski.it)
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jacopo b98
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domenica 16 febbraio 2014
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ottimo film con un grande matthew mcconaughey
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Texas, 1985. Ron Woodroof (McConaughey) è il prototipo di texano: conduce una vita estrema tra lavoro da elettricista, armi, donne, alcol, sesso e droghe. Quando gli viene diagnosticata l’AIDS tenta di farsi curare, ma inutilmente, e gli vengono pronosticati un massimo di trenta giorni di vita. Disperato va in Messico, dove, grazie a farmaci vietati negli Stati Uniti, sopravvive per sette anni, durante i quali inizia, insieme al transessuale Rayon (Leto) un’importazione illegale di farmaci in USA. È tutto vero nel terzo film di Vallée: la storia di Ron-Ronnie-Woodroof negli Stati Uniti è molto conosciuta. Vallée ha perciò deciso di trasportarla sul grande schermo per mostrarla anche al resto del mondo.
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Texas, 1985. Ron Woodroof (McConaughey) è il prototipo di texano: conduce una vita estrema tra lavoro da elettricista, armi, donne, alcol, sesso e droghe. Quando gli viene diagnosticata l’AIDS tenta di farsi curare, ma inutilmente, e gli vengono pronosticati un massimo di trenta giorni di vita. Disperato va in Messico, dove, grazie a farmaci vietati negli Stati Uniti, sopravvive per sette anni, durante i quali inizia, insieme al transessuale Rayon (Leto) un’importazione illegale di farmaci in USA. È tutto vero nel terzo film di Vallée: la storia di Ron-Ronnie-Woodroof negli Stati Uniti è molto conosciuta. Vallée ha perciò deciso di trasportarla sul grande schermo per mostrarla anche al resto del mondo. Scritto da Melisa Wallack e Craig Borten è una storia di lotta. Lotta per la vita, nel caso di Ron e Rayon; ma anche lotta per la giustizia, per l’approvazione di farmaci che davvero possano combattere la malattia, contrariamente all’AZT che fa bene solo a coloro che lo vendono. Commovente ma mai buonista o sentimentalista, è un film su una lotta impossibile per una vita che non si avrà il tempo di vivere. Comunque i maggiori pregi li ha nella splendida ricostruzione d’epoca, nel montaggio furente di Martin Pensa e nelle eccezionali interpretazioni di McConaughey (anche se personalmente sono ancora convinto che il più bravo quest’anno sia DiCaprio) e Leto. Sei nomination agli Oscar tra cui, inaspettatamente, miglior film. Due Golden Globes: attore e attore non protagonista.
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maurizio meres
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sabato 22 febbraio 2014
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la vita si ribella
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Film ottimamente girato con una rara intensità emotiva vera e crudele ,ancora una volta il cinema si fa portavoce della grande indifferenza sociale del calvario umano per la sopravvivenza .Il grande business delle case farmaceutiche e la ribellione umana contro il male sono le due sostanze del film ,montaggio perfetto ,bellissimi i cambi scena spezzati di netto per dare più emotività alla splendida sceneggiatura ,ambientazione superlativa in classico stile texano, Un plauso particolare va dato ai due attori Matthew McConaughey e Jared Leto grandissima interpretazione di entrambi,sono entrati nella parte credendo in quello che recitavano e che forse durante le riprese del film si sono sentiti loro stessi malati ,professionalità cinematografica ai massimi livelli .
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Film ottimamente girato con una rara intensità emotiva vera e crudele ,ancora una volta il cinema si fa portavoce della grande indifferenza sociale del calvario umano per la sopravvivenza .Il grande business delle case farmaceutiche e la ribellione umana contro il male sono le due sostanze del film ,montaggio perfetto ,bellissimi i cambi scena spezzati di netto per dare più emotività alla splendida sceneggiatura ,ambientazione superlativa in classico stile texano, Un plauso particolare va dato ai due attori Matthew McConaughey e Jared Leto grandissima interpretazione di entrambi,sono entrati nella parte credendo in quello che recitavano e che forse durante le riprese del film si sono sentiti loro stessi malati ,professionalità cinematografica ai massimi livelli ."film vero da vedere"
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ultimoboyscout
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mercoledì 19 marzo 2014
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le metamorfosi di un uomo.
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Da una storia vera, è il film che più di ogni altro ha scioccato l'America negli ultimi anni e ha regalato Golden Globe e Oscar al protagonista Matthew McConaughey (meritatissimo ma assolutamente impensabile, almeno fino a prima di "Killer Joe") e un altro Oscar al redivivo non protagonista Jared Leto (premio altrettanto meritatissimo!). La vicenda parte da metà degli anni '80: Ron Woodruff è un elettricista e cowboy da rodeo, che conduce una vita smisurata tra sesso, alcol e droghe e che si ammala di AIDS. Quando scopre che in Messico esistono farmaci efficaci non approvati negli Stati Uniti, con uno stratagemma decide di importarli illegalmente, per se e per gli altri ammalati. Si tratta di un vero e proprio romanzo di formazione, riscatto e forse anche beatificazione di un uomo dedito a ogni forma di sregolatezza che da razzista e omofobo (quanto è di moda e di tendenza sta parola!) e vizioso si trasforma in un angelo della speranza (con tanto di tornaconto personale) portatore di farmaci, compassione e salvezza contro un sistema marcio e corrotto: il sistema sanitario controllato dalle lobby delle case farmaceutiche.
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Da una storia vera, è il film che più di ogni altro ha scioccato l'America negli ultimi anni e ha regalato Golden Globe e Oscar al protagonista Matthew McConaughey (meritatissimo ma assolutamente impensabile, almeno fino a prima di "Killer Joe") e un altro Oscar al redivivo non protagonista Jared Leto (premio altrettanto meritatissimo!). La vicenda parte da metà degli anni '80: Ron Woodruff è un elettricista e cowboy da rodeo, che conduce una vita smisurata tra sesso, alcol e droghe e che si ammala di AIDS. Quando scopre che in Messico esistono farmaci efficaci non approvati negli Stati Uniti, con uno stratagemma decide di importarli illegalmente, per se e per gli altri ammalati. Si tratta di un vero e proprio romanzo di formazione, riscatto e forse anche beatificazione di un uomo dedito a ogni forma di sregolatezza che da razzista e omofobo (quanto è di moda e di tendenza sta parola!) e vizioso si trasforma in un angelo della speranza (con tanto di tornaconto personale) portatore di farmaci, compassione e salvezza contro un sistema marcio e corrotto: il sistema sanitario controllato dalle lobby delle case farmaceutiche. Che dire di McConaughey? E' stato semplicemente sublime e sorprendente al tempo stesso, chi l'avrebbe mai detto che fosse così bravo e convincente? Negli ultimi anni c'erano stati segni di risveglio, non era più solo bello ma anche un tantino più espressivo, cinico, elegante, cattivo, estremo, in una parola eclettico. Essere diretto da maestri del calibro di Friedkin, Soderbergh, da Scorsese, anche se solo per pochi minuti, deve avergli sicuramente giovato. "Dallas buyers club" è una sorta di "Philadelphia" politicamente scorretto, è un film più che accettabile che McConaughey ha fatto diventare grande grazie alla sua trasformazione fisica, alla sua faccia scomposta, ai suoi occhi avidi e vuoti, a quello sguardo che diventa un po' più umano e alla sua perfetta sintonia con l'altro fenomeno Leto. Matt è entrato nella parte e ci sguazza, il suo antieroe bastardo è magnifico in un film civile che assume una statura forse non filosofica ma senz'altro epica. E tutto questo grazie a lui.
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barone di firenze
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domenica 10 agosto 2014
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stupendo
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Il fatto che la storia sia vera non deve far pensare ad un minestrone riscaldato, in questo film c'è la condanna all'ignoranza che di conseguenza porta all'omofobia e quindi, che l'HIV sia la naturale conseguenza di una maledizione divina dovuto solo a chi ha avuto rapporti omosessuali, infatti, il nome di Rock Hudson viene nominato più volte. Ma non è cosi il protagonista è un etero sessuale all'ennesima potenza tendente ad eccedere in tutto: donne, alcool e droghe più o meno pesanti, insomma il vero macho, ma il virus contrariamente a quello che si diceva all'epoca lo colpisce ugualmente e naturalmente ancora una volta l'ignoranza la fa da padrona e lo allontana dai bagordi effettuati con gli amici di sempre; solo il poliziotto gli rimane amico ma lo era da sempre e dopo la cura data a suo padre contro l'Alzaimer lo diventa ancora di più.
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Il fatto che la storia sia vera non deve far pensare ad un minestrone riscaldato, in questo film c'è la condanna all'ignoranza che di conseguenza porta all'omofobia e quindi, che l'HIV sia la naturale conseguenza di una maledizione divina dovuto solo a chi ha avuto rapporti omosessuali, infatti, il nome di Rock Hudson viene nominato più volte. Ma non è cosi il protagonista è un etero sessuale all'ennesima potenza tendente ad eccedere in tutto: donne, alcool e droghe più o meno pesanti, insomma il vero macho, ma il virus contrariamente a quello che si diceva all'epoca lo colpisce ugualmente e naturalmente ancora una volta l'ignoranza la fa da padrona e lo allontana dai bagordi effettuati con gli amici di sempre; solo il poliziotto gli rimane amico ma lo era da sempre e dopo la cura data a suo padre contro l'Alzaimer lo diventa ancora di più. In Ospedale conosce un transgen che inizialmente odia per il suo essere diverso, poi però diventa con lui socio d'affari e il loro incontro finisce con un commovente abbraccio fra i due. Morale del film in contrapposizione alle multinazionali farmaceutiche e la diagnosi che gli dava solo 30 giorni di vita, il protagonista si mette alla ricerca di cure alternative che inzialmente trova in Mexico, ma poi finisce per girare il mondo in lungo e in largo per trovare sempre più prodotti sperimentali. La ricerca del farmaco risolutore inizia come un businnes ma finisce con una missione vera e propria, insomma un film che mette il dito sulla piaga sull'omofobia dettata dall'ignoranza. Gli attori Matthew Mc Counaghey e Jarret Leto danno a questo film una carettarizzazione eccezionale e grazie ai truccatori e agli sforzi per dimagrire danno alle scene una toccante vericidità, Leto nella scena finale con il padre e quando grida che non vuole morire strappa veramente il cuore. La Jennifer Garner scompare davanti a questi due mostri e un'attrice da fiction (Alias) e tale rimane li è brava. Bravi anche i comprimari: l'avvocato, il poliziotto, gli amici omofobi come è eccezionale l'attore che interpreta il medico radiato che operava in Mexico. Film assolutamente da vedere, naturalmente a mio giudizio.
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melvin ii
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domenica 9 febbraio 2014
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texano arrapato costretto a cambiare
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Dallas Buyers Club , tratto da una storia vera,è un film del 2013 diretto da Jean-Marc Vallée.
La pellicola vede come protagonisti Matthew McConaughey , Jared Leto e Jennifer Garner.
Il film ambientato in Texas nel 1985 ha come protagonista Ron Woodroof( McConaughey) un rude e omofobo cowboy dedito all’alcool, alla droga e al sesso sfrenato.
La sua vita cambia radicalmente, quando si scopre malato di Aids, malattia “solo” dei gay secondo i pregiudizi e l’ignoranza dell’epoca.
I medici li danno solo 30 giorni di vita.
Woodroof dopo l’iniziale scoramento, decide di lottare per la sua vita e cerca disperatamente una cura.
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Dallas Buyers Club , tratto da una storia vera,è un film del 2013 diretto da Jean-Marc Vallée.
La pellicola vede come protagonisti Matthew McConaughey , Jared Leto e Jennifer Garner.
Il film ambientato in Texas nel 1985 ha come protagonista Ron Woodroof( McConaughey) un rude e omofobo cowboy dedito all’alcool, alla droga e al sesso sfrenato.
La sua vita cambia radicalmente, quando si scopre malato di Aids, malattia “solo” dei gay secondo i pregiudizi e l’ignoranza dell’epoca.
I medici li danno solo 30 giorni di vita.
Woodroof dopo l’iniziale scoramento, decide di lottare per la sua vita e cerca disperatamente una cura.
Farà amicizia con Rayon(Leto), un gay tossicodipendente e con la Dr. Eve Saks (Garner)
Insieme apriranno “un club” per i malati di Aids, fornendo cure alternative e più efficaci rispetto a quelle ufficiali.
Woofroof, smentirà le “cassandre mediche”” e vivrà ben oltre i 30 giorni.
Il film si regge sulla straordinaria e magistrale interpretazione di Mattew McConaughey.
Per anni siamo stati abituati a vederlo in commedie leggere nel ruolo del bellocio e del latin lover,.
In questo film la trasformazione anche fisica è impressionante.
McConaughey riesce a dare anima e corpo a un personaggio “politicamente scorretto”
Lo spettatore segue con pathos e coinvolgimento la sofferenza e la malattia del protagonista.
Degna spalla di Mc Conaughey è Jared Leto. Il suo “Raynon” è un mix di dolcezza, perdizione e solitudine
La sceneggiatura è scarna, semplice, ma ben scritta.
Vallèe dirige con bravura ed intensità.
Il film, specie all’inizio è brutale e forte, tiene alta l’attenzione dello spettatore.
Il linguaggio è colorito, spinto, scorretto.
I dialoghi descrivano bene la mentalità e l’ignoranza che c’era in America sull’ Aids negli anni Ottanta.
“Dallas buyers club” non è semplicemente un film sull’ Aids o contro l’omofobia, ma soprattutto una denuncia sul mondo delle case farmaceutiche e di quante speculazioni vengano fatte sulla pelle dei malati.
Woodroof non è un personaggio positivo, non cambierà le sue idee, ma si rende conto a sue spese, quanto siano spietati i pregiudizi.
Il finale piace, perché nonostante non sia melenso e scontato , comunque regala calore e speranza.
Un film da vedere, per le ottime prove degli attori, per i contenuti e soprattutto per dire no all’ignoranza e alla superficialità dilagante.
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