cleu93
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sabato 20 luglio 2013
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la recensione di allcinema: voto 7/10
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Devo dire che ero andato al cinema consapevole di star per visionare un film decisamente scadente e tendente al termine "porcata".
Sarà stato questo "pessimismo" iniziale...ma il film non ha rispecchiato i commenti e recensioni che avevo letto.
Certo non sarà un capolavoro come "Armageddon" ma il film scorre e diverte lo spettatore, soprattutto per la demenzialità dei personaggi.
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Devo dire che ero andato al cinema consapevole di star per visionare un film decisamente scadente e tendente al termine "porcata".
Sarà stato questo "pessimismo" iniziale...ma il film non ha rispecchiato i commenti e recensioni che avevo letto.
Certo non sarà un capolavoro come "Armageddon" ma il film scorre e diverte lo spettatore, soprattutto per la demenzialità dei personaggi.
The Rock che nel bel mezzo di un discorso serio tra gli altri due personaggi chiede di non essere disturbato perchè sta finendo una super serie...è qualcosa da spaccarsi in due dalle risate.
Battute degne di praticanti sfegatati della palestra che si possono benissimo immedesimare in "The Rock" Dwayne Johnson e in Mark Wahlberg.
Insomma a mio parere un buon film, una action comedy di buon livello che diverte e coinvolge lo spettatore
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sandro roy
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giovedì 3 ottobre 2013
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sogni & steroidi
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Non so quanto ci sia realmente di vero nella storia di Pain and Gain, ma se lo fosse stato anche per una piccola parte sarebbe comunque un episodio assurdo.
Inseguendo il Sogno Americano tra steroidi e belle donne, tre perfetti idioti mettono in atto un rapimento che avrà risvolti del tutto inaspettati ma inevitabili.
A Michael Bay (si, proprio lui) va dato il merito di essere riuscito a rendere molto divertente una vicenda che in realtà non lo è per niente. Una tragicommedia che strappa numerose risate tra sketch irresistibili e stravaganti personaggi (complice anche qualche ottima interpretazione), ma allo stesso tempo lascia un velo di drammaticità nel finale che regala qualche riflessione.
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Non so quanto ci sia realmente di vero nella storia di Pain and Gain, ma se lo fosse stato anche per una piccola parte sarebbe comunque un episodio assurdo.
Inseguendo il Sogno Americano tra steroidi e belle donne, tre perfetti idioti mettono in atto un rapimento che avrà risvolti del tutto inaspettati ma inevitabili.
A Michael Bay (si, proprio lui) va dato il merito di essere riuscito a rendere molto divertente una vicenda che in realtà non lo è per niente. Una tragicommedia che strappa numerose risate tra sketch irresistibili e stravaganti personaggi (complice anche qualche ottima interpretazione), ma allo stesso tempo lascia un velo di drammaticità nel finale che regala qualche riflessione.
insomma, in poche parole, mi aspettavo un'americanata (ed in parte lo è) e invece è stata una piacevole sorpresa. Nulla di eccezionale, per carità, ma impegna degnamente le sue due ore.
Inoltre, In una egregia soundtrack, non dispiacciono brani come Stranglehold di Ted Nugent, Can't you hear me knocking dei Rolling Stones e Blaze of glory dei Bon Jovi.
“Sono Daniel Lugo e credo nel fitness.”
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jacopo b98
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sabato 10 maggio 2014
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eccellente michael!
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Miami, 1995. Daniel Lugo (Wahlberg), un personal trainer, decide di inseguire il sogno americano e di diventare un vincente. Per farlo, seguendo la scaletta insegnatagli da un cinese (Jeong) diventato ricco, decide di rapire un ricchissimo e antipaticissimo cliente (Shalhoub) della palestra in cui lavora per estorcergli tutti i suoi beni. Si fa aiutare nell’impresa da altri due body-builder deficienti (Mackie e Johnson). Naturalmente nulla andrà come previsto e la vicenda finirà in una macabra strage. Attualmente due dei tre rapitori sono condannati a morte, il terzo, poiché ha collaborato con la giustizia, ha scontato una pena di quindici anni e ora è libero, con l’impegno a chiedere scusa.
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Miami, 1995. Daniel Lugo (Wahlberg), un personal trainer, decide di inseguire il sogno americano e di diventare un vincente. Per farlo, seguendo la scaletta insegnatagli da un cinese (Jeong) diventato ricco, decide di rapire un ricchissimo e antipaticissimo cliente (Shalhoub) della palestra in cui lavora per estorcergli tutti i suoi beni. Si fa aiutare nell’impresa da altri due body-builder deficienti (Mackie e Johnson). Naturalmente nulla andrà come previsto e la vicenda finirà in una macabra strage. Attualmente due dei tre rapitori sono condannati a morte, il terzo, poiché ha collaborato con la giustizia, ha scontato una pena di quindici anni e ora è libero, con l’impegno a chiedere scusa. Si ride, e anche parecchio, in questo nuovo film di Mr. Transformers Michael Bay. Ma alla fine, quando cala il sipario e appare la scritta Directed by Michael Bay, si prova solo disgusto, orrore, sconvolgimento. Perché quella di Pain & Gain è una storia vera. Verissima. E più volte il regista ha l’accortezza di ricordarcelo con una serie di cartelli (esemplare la scena in cui Doyle [Johnson] brucia le mani per strada e compare la scritta Questa è ancora una storia vera). Anche perché se no davvero si farebbe fatica a credere a ciò che si vede. Ma, a parte l’orrore per gli agghiaccianti eventi narrati, Pain & Gain è bello. Anzi, molto bello! E questo non è un aggettivo molto usato per i film di Michael Bay. Tuttavia questo è l’unico film che non mi sarei mai visto uscire dalla sua testa: è un film che fondamentalmente condanna e prende in giro l’intero american dream, e Bay è probabilmente il regista più patriottico che mai abbia portato le sue opere sul grande schermo…fino a ieri almeno. È la storia di tre idioti fondamentalmente che inseguono un sogno, quello di diventare dei vincenti, che non si è mai realizzato, per nessuno. È la folle storia in cui tre polli cercano di diventare ricchi e falliscono cadendo tra e grinfie della violenza. E di violenza ce n’è tanta, tantissima. Con ciò il film è fondamentalmente una parodia dell’intero sistema americano, in cui si ride per non piangere. E al tutto contribuiscono tre attori in gamba, perfetti per i rispettivi ruoli, una regia eccessiva e senza dubbio la colonna sonora di Steve Jablonsky. E alla fine, il siparietto demente della prima parte è rotto da quello spaventoso inseguimento finale che abbandona la comicità. La battuta finale poi è perfetta: “Mi chiamo Daniel Lugo, e credo nel fitness”. Ennesima controprova dell’imbecillità di una società intera e di un tipo di uomini. E così Pain & Gain senza dubbio il più bel film di Bay, ma anche uno dei migliori film dell’anno! Da non perdere!
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ilmengoli
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venerdì 26 luglio 2013
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pain & gain - muscoli e denaro (2013)
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"Pain & Gain - Muscoli e denaro" di Michael Bay è un grosso giocattolo patinato e pittoresco. Il film è tratto "purtroppo da una storia vera", come annunciato proprio all'inizio. È divertente, colorato, vivace ed esagerato, ma anche troppo ridicolo e puerile. I tre protagonisti sono la chiave di lettura del film: tutto muscoli e niente cervello.
Infatti, mentre guardavo il film, mi continuavo a chiedere come fosse possibile che tutto quello che mi veniva dato come vero fosse realmente tale. Ero sbalordito dalla scemenza dei tre protagonisti, distratti, sciocchi, superficiali e completamente privi di senno e cervello.
Quella di "Pain & Gain" è la storia di un muscoloso trio composto dai bodybuilders della palestra Sun Gym (Miami) Daniel Lugo (Mark Wahlberg) e Adrian Doorbal (Anthony Mackie) e dall'ex carcerato e ora religiosissimo Paul Doyle (Dwayne Johnson).
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"Pain & Gain - Muscoli e denaro" di Michael Bay è un grosso giocattolo patinato e pittoresco. Il film è tratto "purtroppo da una storia vera", come annunciato proprio all'inizio. È divertente, colorato, vivace ed esagerato, ma anche troppo ridicolo e puerile. I tre protagonisti sono la chiave di lettura del film: tutto muscoli e niente cervello.
Infatti, mentre guardavo il film, mi continuavo a chiedere come fosse possibile che tutto quello che mi veniva dato come vero fosse realmente tale. Ero sbalordito dalla scemenza dei tre protagonisti, distratti, sciocchi, superficiali e completamente privi di senno e cervello.
Quella di "Pain & Gain" è la storia di un muscoloso trio composto dai bodybuilders della palestra Sun Gym (Miami) Daniel Lugo (Mark Wahlberg) e Adrian Doorbal (Anthony Mackie) e dall'ex carcerato e ora religiosissimo Paul Doyle (Dwayne Johnson). Il trio, riunito e capeggiato da Lugo, decide di rapinare il ricco e scorbutico Victor Kershaw (Tony Shalhoub) e costringerlo a firmare, attraverso torture d'ogni genere, il passaggio monetario dal suo conto a quello di Lugo. Il piano sembra riuscire e i tre vivono nel lusso sfrenato quando però Victor, sopravvissuto nonostante tutti i loro tentativi di ucciderlo, ingaggia un investigatore privato in pensione, Ed Du Bois (Ed Harris), che farà luce sull'intricata e paradossale vicenda.
Narrata così, la storia non sembra neanche così rocambolesca ma vi assicuro che lo é. Tanto ridicola quanto incredibile, la vicenda è davvero e "purtroppo" accaduta. Spettatori, se dovete raccontare una barzelletta agli amici e non ve ne viene una in mente, raccontate questa: vi assicuro che sarà un successone.
Nonostante io non sia un fan di Michael Bay, devo congratularmi con lui perchè è riuscito, assieme ai suoi sceneggiatori, a rendere questo film ancora più ridicolo degli altri. Solamente che in questo film l'elemento ridicolo è indispensabile per far godere allo spettatore le sue due ore e dieci, scorrevoli e piacevoli. " Pain & Gain" è infatti così farcito di esuberanza e ridicolaggine da diventare spassoso e davvero divertente, senza mai uno stallo narrativo e senza mai risultare noioso.
Invece ho davvero odiato i personaggi, troppo stupidi, pacchiani, superficiali e moralmente discutibili, nonché volgari e sboccati. Lo so che è uno stereotipo, ma in questo caso bisogna proprio dirlo: tanti muscoli e niente cervello. Adesso, so che era proprio questo l'intento di Bay, ossia quello di far disprezzare i suoi personaggi al pubblico e di criticare il loro ossessionale e maniacale "sogno americano" (io pensavo che Bay ne fosse un fautore), ma è più forte di me. Non riesco a sopportare delle persone che si distaccano troppo dalla mia ideologia e dal mio pensiero. Odio i culturisti e i pompati, sopprattutto se sono così idioti e superficialotti. Non ce la faccio, mi danno il nervoso.
Al contrario ho amato tantissimo la fotografia, semplicemente fantastica. Vi sono delle scene e delle immagini davvero geniali, come quella della bava in slow motion di Ershaw o della faccia metà in acqua e metà no di Lugo, o anche quella in cui Adrian Doorbal porta in braccio il cane. Poi, a impreziosire ancor di più l'estetica del film, hanno contribuito molto anche simpatiche e brillanti idee. Fantastica quella del barbecue di Paul per bruciare le mani di due cadaveri!
"Pain & Gain - Muscoli e denaro" è quindi un film estetico ed escapista, critico nei confronti del tanto agognato sogno americano e presentante personaggi del tutto privi di etica o moralità. È eccessivamente sganciante ed esuberante, anche se ilare e spassoso. Ottime fotografie impreziosite da idee geniali non bastano, però, per togliere via dal film quella patina fittizia e inconsistente che caratterizza tutti i film di Bay.
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enzo70
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sabato 6 dicembre 2014
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bay centra l'obiettivo anche grazie a wahlberg
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Tratto da una storia vera, Pain & Gain è uno dei tanti viaggi che il cinema dedica al mondo della criminalità e dei suoi deliri. Un istruttore di fitness, interpretato benissimo da Mark Wahlberg, cerca il successo e l’affermazione nella palestra di gente facoltosa non è sufficiente. Decide, quindi, che per vivere alla grande occorre pensare alla grande e non si pone problemi se per arrivare all’obiettivo deve sequestrare un suo facoltoso cliente. Come complici sceglie due suoi colleghi, come lui dotati di molti muscoli ma di poca intelligenza. Dal sequestro all’omicidio la strada è molto breve. Per quanto per molti profili paradossale, la capacità di Michael Bay di narrare la storia con una grande semplicità che salta anche le debolezze dei muscolosi protagonisti e l’ottima prova di Wahlberg rendono questo film estremamente avvincente, centrando l’obiettivo per un film di questo tipo.
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Tratto da una storia vera, Pain & Gain è uno dei tanti viaggi che il cinema dedica al mondo della criminalità e dei suoi deliri. Un istruttore di fitness, interpretato benissimo da Mark Wahlberg, cerca il successo e l’affermazione nella palestra di gente facoltosa non è sufficiente. Decide, quindi, che per vivere alla grande occorre pensare alla grande e non si pone problemi se per arrivare all’obiettivo deve sequestrare un suo facoltoso cliente. Come complici sceglie due suoi colleghi, come lui dotati di molti muscoli ma di poca intelligenza. Dal sequestro all’omicidio la strada è molto breve. Per quanto per molti profili paradossale, la capacità di Michael Bay di narrare la storia con una grande semplicità che salta anche le debolezze dei muscolosi protagonisti e l’ottima prova di Wahlberg rendono questo film estremamente avvincente, centrando l’obiettivo per un film di questo tipo.
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eugenio98
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martedì 18 agosto 2015
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la disperata ricerca d'un sogno inesistente
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Daniel Lugo è un istruttore di fitness deciso a inseguire il sogno americano e vivere nel successo. Quando un ricco imprenditore si presenta alla sua palestra, Daniel decide di mettere in scena un rapimento e sottrargli tutti gli averi con l’aiuto degli amici Paul e Adrian.
Commedia nera, diretta da Michael Bay, Pain & Gain si ispira a fatti reali per raccontare una parabola umana sull’avidità e il superamento del punto di non ritorno. Daniel Lugo è un uomo senza principi morali, freddo e determinato a raggiungere il suo obiettivo: vuole essere un vincente e crede che l’unico modo per esserlo sia avere il denaro. Compagno di Daniel è Adrian Doorbal che, a causa di un massivo uso di steroidi, si ritroverà con un problema piuttosto grave: grazie alle chiacchiere del suo “maestro”, verrà invischiato in una questione più grande di lui.
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Daniel Lugo è un istruttore di fitness deciso a inseguire il sogno americano e vivere nel successo. Quando un ricco imprenditore si presenta alla sua palestra, Daniel decide di mettere in scena un rapimento e sottrargli tutti gli averi con l’aiuto degli amici Paul e Adrian.
Commedia nera, diretta da Michael Bay, Pain & Gain si ispira a fatti reali per raccontare una parabola umana sull’avidità e il superamento del punto di non ritorno. Daniel Lugo è un uomo senza principi morali, freddo e determinato a raggiungere il suo obiettivo: vuole essere un vincente e crede che l’unico modo per esserlo sia avere il denaro. Compagno di Daniel è Adrian Doorbal che, a causa di un massivo uso di steroidi, si ritroverà con un problema piuttosto grave: grazie alle chiacchiere del suo “maestro”, verrà invischiato in una questione più grande di lui. Paul Doyle è un ragazzone che crede di aver trovato la via del Signore, ma si unirà comunque agli altri due delinquenti a causa di guai finanziari.
Michael Bay riesce a mascherare, anche grazie all’abilità degli sceneggiatori, un soggetto estremamente triste ma in cui, tuttavia, si ride per il grottesco. I protagonisti si spingeranno talmente oltre da ritrovarsi con due cadaveri e braccati dalla polizia. Il regista esemplifica tutto ciò in una semplice eppure complessa sequenza: un solidissimo movimento di macchina abbraccia ogni cosa, di stanza in stanza, aumentando il pathos e la tensione fino ai due omicidi, così sgretolando quel sapore di commedia nera avuto fino a quel momento.
Se in The Wolf of Wall Street Martin Scorsese ci mostra l’avidità della finanza descrivendo l’elegante mostro di Jordan Belfort, Michael Bay ci serve un dramma sulla stupidità e l’incompetenza con le loro conseguenze. In questo scenario, azzeccatissimo è Ed Harris nel ruolo del poliziotto: una sorta di Clint Eastwood/Challagan che veglia sulla metropoli, riportando l’ordine dal caos. Mark Wahlberg, Dwayne Johnson e Anthony Mackie sono strabilianti nel serrato ritmo narrativo e incarnano, alla perfezione, i ruoli di “malviventi dilettanti”.
Un film che mostra il lato oscuro e privo di cervello dell’America, rappresentato benissimo: è il miglior Bay.
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vincenzo iennaco
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domenica 28 luglio 2013
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muscoli maldestri fuori controllo.
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Daniel Lugo lavora come personal trainer in una grande palestra di Miami. Ma aspira a molto di più dell'indossare una tuta da ginnastica per tutto il giorno. E quel suo personale sogno americano lo vede nel suo nuovo facoltoso cliente, Victor Kershaw. Con la complicità di altri due frequentatori della palestra, Paul Doyle e Adrian Doorbal, rapiscono Kershaw e, sotto tortura, riescono a fargli firmare documenti che ne trasferiscono i suoi averi. Ma un banale dettaglio porta Kershaw a smascherare Daniel. E allora non rimane che disfarsi di lui. Ma questi riesce a sopravvivere fortunosamente al maldestro tentativo di omicidio dei tre bodybuilders. E da qui comincerà a sgretolarsi quel loro sogno di grandezza.
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Daniel Lugo lavora come personal trainer in una grande palestra di Miami. Ma aspira a molto di più dell'indossare una tuta da ginnastica per tutto il giorno. E quel suo personale sogno americano lo vede nel suo nuovo facoltoso cliente, Victor Kershaw. Con la complicità di altri due frequentatori della palestra, Paul Doyle e Adrian Doorbal, rapiscono Kershaw e, sotto tortura, riescono a fargli firmare documenti che ne trasferiscono i suoi averi. Ma un banale dettaglio porta Kershaw a smascherare Daniel. E allora non rimane che disfarsi di lui. Ma questi riesce a sopravvivere fortunosamente al maldestro tentativo di omicidio dei tre bodybuilders. E da qui comincerà a sgretolarsi quel loro sogno di grandezza.
Michael Bay affronta questa storia, basata su fatti reali, da un'angolazione comica e grottesca, a contrastare le più ben cupe atmosfere della realtà e ad enfatizzare quella stupidità umana accecata dall' avidità e dalla smania di successo. Tanto che fin dall'inizio viene rimarcato che si tratti di una storia vera, con quella correttezza di chi propone verso chi dispone, per non farne travisare il contenuto e indirizzandone verso la linea adottata. Si, perchè anche le scene più efferate vengono affrontate con un tocco surreale che accompagna le azioni maldestre dei tre criminali sopraffatti dagli eventi.
E risulta indovinata anche la scelta dei tre protagonisti, che si mantengono sulle corde del surrealismo e dell'autoironia.
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dandy
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martedì 22 settembre 2015
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tentare va bene,ma riuscire?
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Ispirato alle vere gesta di un trio di "soliti idioti"a metà anni '90,di cui vediamo le foto nei titoli di coda(due sono stati giustiziati),l'ennesima storia di chi vuole avere tutto e finisce per perdere tutto,inseguendo il sogno americano secondo una visione distorta e malata(più o meno,la causa di ogni fattaccio di sangue negli U.S.A.).Una black comedy che graduatamente diventa più tragica,dove il punto di vista è rigorosamente neutro.Nessuno dei protagonisti suscita(e merita)simpatia,e il concetto di banalità del male(o sarebbe meglio dire idiozia del male in questo caso)fa presto capolino.Il regista sembra aver cercato di liberarsi dell'etichetta di reazionario girando con un budget ridotto rispetto ai suoi film precedenti e raccontando una storia ben poco eroica.
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Ispirato alle vere gesta di un trio di "soliti idioti"a metà anni '90,di cui vediamo le foto nei titoli di coda(due sono stati giustiziati),l'ennesima storia di chi vuole avere tutto e finisce per perdere tutto,inseguendo il sogno americano secondo una visione distorta e malata(più o meno,la causa di ogni fattaccio di sangue negli U.S.A.).Una black comedy che graduatamente diventa più tragica,dove il punto di vista è rigorosamente neutro.Nessuno dei protagonisti suscita(e merita)simpatia,e il concetto di banalità del male(o sarebbe meglio dire idiozia del male in questo caso)fa presto capolino.Il regista sembra aver cercato di liberarsi dell'etichetta di reazionario girando con un budget ridotto rispetto ai suoi film precedenti e raccontando una storia ben poco eroica.Ma non rinuncia al solito stile concitato zeppo di inquadrature bizzarre e sofisticate che non sono di alcuna utilità per la storia.Le varie voci off che scandiscono gli eventi(inclusa quella dell'odioso Kershaw)sono fastidiose,come le didascalie che introducono i personaggi,spiegano le situazioni e ci ricordano nei momenti più truci che "E' ANCORA UNA STORIA VERA".Sminuiscono il senso della tragedia.Gli attori fanno il loro dovere.Johnson,in particolare,ha fatto decisamente parecchi progressi dopo insulsi action movies e commediacce scarse.Ma il tentativo di distruggere valori e miti portanti del sistema americano si ferma alla superficie.Il pomparsi con gli steriodi per esempio,malgrado le conseguenze tragiche di cui fa spese Doorbal,non è particolarmente criticato.E così tutto il resto,dall'avidità al bigottismo alla droga e alla palese stupidità di certe donnine che sembrano ragionare solo con le parti intime.Il divertimento c'è ma viene appesantito dalla grevità e dalla lunghezza eccessiva.Con più coraggio Bay avrebbe potuto girare il suo film migliore,ma va anche detto che il pubblico,voltandogli le spalle(incassi scarsi)sicuramente l'avrà fatto tornare sui suoi passi.Molto meglio incassare che cercare di girare qualcosa che abbia sostanza autentica.
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muttley72
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domenica 28 luglio 2013
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storia vera, ma forse un po' scialba
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Film ispirato ad una storia vera avvenuta negli anni '90 (in USA). Tre culturisti (dei quali uno ex detenuto ed un altro pregiudicato) organizzano un sequestro a scopo estorsivo per risollevare le loro finanze. Il film descrive anche le cause delle delusioni che affliggono i tre e che fanno desiderare loro di reperire molto denaro. Il pianificatore del gruppo è il direttore tecnico di una palestra frequentata da ricconi (uno dei quali verrà preso di mira). Si dimostrano subito maldestri e tutto finisce male. Il film non mi ha entusiasmato, forse, poichè paradossalmente la storia (realmente accaduta) è un pò "insipida" e (nella trama cinematografica) si cerca di "risollevarla" con l'aggiunta di alcuni dettagli e con un pò di ironia, ma senza riuscire nello scopo.
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Film ispirato ad una storia vera avvenuta negli anni '90 (in USA). Tre culturisti (dei quali uno ex detenuto ed un altro pregiudicato) organizzano un sequestro a scopo estorsivo per risollevare le loro finanze. Il film descrive anche le cause delle delusioni che affliggono i tre e che fanno desiderare loro di reperire molto denaro. Il pianificatore del gruppo è il direttore tecnico di una palestra frequentata da ricconi (uno dei quali verrà preso di mira). Si dimostrano subito maldestri e tutto finisce male. Il film non mi ha entusiasmato, forse, poichè paradossalmente la storia (realmente accaduta) è un pò "insipida" e (nella trama cinematografica) si cerca di "risollevarla" con l'aggiunta di alcuni dettagli e con un pò di ironia, ma senza riuscire nello scopo.
La morale del film è che (soprattutto quando si tratta di dilettanti) ci si deve astenere da piani criminali troppo rischiosi (....come un sequestro).
La voce fuori campo (che è quella del protagonista interpretato da Wahlberg) narra gli eventi, come avviene in alcuni film, come ad es. "Casino" (con R. De Niro e S. Stone) che però ha una storia più accattivante trattando della mafia a Las Vegas. Malgrado Wahlberg il film è quindi solo da due stelle, max due stelle e mezzo.....
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angelo bottiroli - giornalista
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sabato 20 luglio 2013
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un thriller atipico che lascia un sorriso amaro
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Come sempre non ho letto la trama del film che decido di andare a vedere: so che è un Thriller e che il regista è uno dei migliori e questo mi basta. A dire il vero c’è anche un po’ di curiosità, perché il regista Michael Bay autore di film importanti come la saga dei Trasformers, The Island, Pearl Harbor, Armageddon e molti altri non mi sembra molto avvezzo al genere e questo giocava a favore della mia decisione di scegliere questo film per la recensione del week end. Inoltre è basato su una storia vera, cosa che non guasta.
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Come sempre non ho letto la trama del film che decido di andare a vedere: so che è un Thriller e che il regista è uno dei migliori e questo mi basta. A dire il vero c’è anche un po’ di curiosità, perché il regista Michael Bay autore di film importanti come la saga dei Trasformers, The Island, Pearl Harbor, Armageddon e molti altri non mi sembra molto avvezzo al genere e questo giocava a favore della mia decisione di scegliere questo film per la recensione del week end. Inoltre è basato su una storia vera, cosa che non guasta.
Adoro il genere Thriller ma proprio per questo le prime scene del film mi lasciano un po’ interdetto: sembra la solita commedia americana, quasi comica, altro che thriller.
Man mano che il film va avanti e le scene si fanno un po’ cruente, apprezzo sempre di più le capacità di questo regista che riesce a raccontare l’orrenda violenza perpetrata dai tre protagonisti con una naturalezza quasi incredibile e riesce ad affrontare scene anche macabre come la tortura di una persona e l’uccisione di altre due che vengono fatte letteralmente a pezzi in maniera naturale senza scene forti e senza lasciare sgomento o il senso dell’orribile nello spettatore.
Tutto sembra perfettamente naturale ed anzi, a tratti è persino comico.
Non sappiamo se i protagonisti reali della vicenda fossero delle persone così “strane” ma apparentemente normali come vengono descritte nel film, ma di certo la capacità del regista di far apparire tutto ovattato e quasi naturale merita da sola il prezzo del biglietto.
Non è facile raccontare un film di una violenza così efferata in questa maniera.
Altra cosa che mi ha colpito l’incongruenza della parte interpretata da Dwayne Johnson, una montagna di muscoli che potrebbe spaccare il mondo ed essere uno di quei “duri” che più duro non si può ed invece si rileva una mammoletta, un uomo al fisico possente ma dalla fragile personalità.
A dire il vero non è la prima volta che l’attore interpreta personaggi del genere: era già accaduto in “Viaggio nell’isola Misteriosa”.
Il film è godibile: un Thriller atipico che lascia un sorriso amaro.
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