maxi_92
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venerdì 1 febbraio 2013
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do you hear the people sing? yes, i hear them!
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Brividi, lacrime e stupore: queste le sensazioni provate durante le 2 ore e 30 di film. Una cast eccezionale e coinvolgente in cui spiccano Anne Hathaway in primis (ovunque elogiata con la sua I dreamed a dream, e ora capisco il perché), seguita da Eddie Redmayne (a cui è stata per me ingiustamente negata una nomination all'Oscar come miglior attore non protagonista), Samantha Barks (già una perfetta Eponine a teatro,) e Hugh Jackman (un intenso Jean Valjean che purtroppo non vincerà il suo primo Oscar, visto che sembra proprio che andrà a Daniel Day-Lewis). Le musiche sono bellissime e il canto-recitato dei personaggi è a tratti imperfetto, ma proprio per questo molto vero e sentito (inutile ricordare che hanno tutti cantato dal vivo).
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Brividi, lacrime e stupore: queste le sensazioni provate durante le 2 ore e 30 di film. Una cast eccezionale e coinvolgente in cui spiccano Anne Hathaway in primis (ovunque elogiata con la sua I dreamed a dream, e ora capisco il perché), seguita da Eddie Redmayne (a cui è stata per me ingiustamente negata una nomination all'Oscar come miglior attore non protagonista), Samantha Barks (già una perfetta Eponine a teatro,) e Hugh Jackman (un intenso Jean Valjean che purtroppo non vincerà il suo primo Oscar, visto che sembra proprio che andrà a Daniel Day-Lewis). Le musiche sono bellissime e il canto-recitato dei personaggi è a tratti imperfetto, ma proprio per questo molto vero e sentito (inutile ricordare che hanno tutti cantato dal vivo). Il tempo vola durante la visione, e più la storia prosegue più non si può non rimanere affascinati dalle scenografie, dai costumi, dalla fotografia (assurdo che l'Academy non l'abbia considerata) e dall'evolversi dei personaggi in un persorso di redenzione alla ricerca della libertà. La fede, la rivoluzione e l'amore le grandi tematiche del film. È vero, ha delle piccole imperfezioni tecniche, ma credo sia impossibile non riconoscere che stiamo davanti a un capolavoro. Tom Hooper è stato molto criticato, per me ingiustamente, probabilmente a causa di una regia che osa e sperimenta: l'uso del live, le particolari scelte di montaggio e d'inquadrature, il lasciare il film completamente cantato come nella versione teatrale, i primi piani intensi e lunghi. Bisogna ammettere che non è sicuramente un film per tutti (i non amanti del musical probabilmente lo odieranno ad esempio), ma a tutti è rivolto il messaggio di speranza, perdono e amore (in tutte le sue forme)! A mio parere bisogna essere emotivamente ritardati per non apprezzarlo almeno dal punto di vista puramente emozinale: a me basta solo pensare al viso di Fantine (Hathaway), ai capelli di Eponine sotto la pioggia, ai passi di Javert (Crowe) in bilico su un ponte, alle lacrime di un morente Valjean, o alla corale scena finale per farmi rivenire i brividi e per farmi ancora una volta sentire "il popolo cantare"! Date anche l'Academy a Lincoln, io a Les Misérables ho dato il mio cuore!
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donni romani
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lunedì 28 gennaio 2013
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grandioso affresco musicale
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Un romanzo fra i più significativi della letteratura mondiale, un musical che da trent'anni entusiasma il pubblico, una storia che sembra fatta apposta per il grande cinema sembrerebbero motivi sufficienti a dare vita ad un capolavoro, ma il film di Tom Hooper brilla di luce propria creando una magia rara, plasmando scena dopo scena personaggi immortali ed immergendoli in un'epoca di sofferenza e miseria che se nella pagina di Hugo incombeva come una nube nera qui esplode come il cuore di una nazione. La scelta di aderire al musical anche nella parti recitate, che quindi risultano cantate - e da qui il consiglio di vedere il film in originale o al massimo con i sottotitoli per godere della messa in scena e della bravura degli interpreti - rende l'opera ancora più palpitante ed emozionante.
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Un romanzo fra i più significativi della letteratura mondiale, un musical che da trent'anni entusiasma il pubblico, una storia che sembra fatta apposta per il grande cinema sembrerebbero motivi sufficienti a dare vita ad un capolavoro, ma il film di Tom Hooper brilla di luce propria creando una magia rara, plasmando scena dopo scena personaggi immortali ed immergendoli in un'epoca di sofferenza e miseria che se nella pagina di Hugo incombeva come una nube nera qui esplode come il cuore di una nazione. La scelta di aderire al musical anche nella parti recitate, che quindi risultano cantate - e da qui il consiglio di vedere il film in originale o al massimo con i sottotitoli per godere della messa in scena e della bravura degli interpreti - rende l'opera ancora più palpitante ed emozionante. La storia è ambientata in Francia, nel 1815, e segue le vicende di Jean Valjean che dopo 19 anni di prigione per aver rubato del pane si trova in libertà ma impossibilitato a ritrovare la propria dignità perchè perennemente rifiutato per il proprio passato. Il suo alter ego è Javert, guardia del carcere e sua ombra anche quando, dopo aver ricevuto un gesto caritatevole da padre Myriel che nasconde un suo furto, Valjean cambia e si dedica a fare il bene della comunità, diventando sindaco di Montreuil con il nome di Madeleine. Qui incontrerà Fantine, costretta a prostituirsi per mantenere la figlia Cosette, e poco prima della morte di lei le promette di prendersi cura della bambina, e per far questo fugge ancora dal proprio passato, inseguito dall'ossessione di Javert. Gli anni passano, i moti rivoluzionari degli studenti agitano Parigi e Cosette di innamora di Marius, giovane manifestante, amato anche da Eponine, figlia dei due locandieri che avevano cresciuto Cosette. Sarà Valjean a salvarlo dalla battaglia e a riunire i due giovani prima di morire riconciliato con se stesso. Sorte diversa avrà la sua nemesi Javert, che dopo essere stato catturato dai rivoltosi e liberato proprio da Valjean, non riuscirà ad accettare la fine del proprio odio, al contrario di Valjean che muore dicendo "sono un uomo che ha imparato a non odiare". La storia è potente, emozionante e coinvolgente, ma la grandiosità della musica, sia negli assoli sia nei duetti (che a volte diventano dialoghi amorosi e a tre o quattro con picchi di intensità magistrale) alza la temperatura emotiva, e porta sullo schermo le voci dolenti dei poveri, la redenzione di Valjean, l'ossessione di Javert, la passione di Cosette e la disperazione di Fantine con un crescendo visivo e sonoro che lascia senza fiato. Impossibile non rimanere incantati davanti alle scene corali, teatrali nell'impostazione ma totalmente cinematografiche nella realizzazione, impossibile non partecipare al crescente sussulto popolare e al dramma tutto intimo di un'uomo divorato dai sensi di colpa, assolutamente incantevoli le parti brillanti affidate a Thénardier e alla moglie (interpretati in modo semplicemente strepitoso da Helena Boham Carter e Sacha Baron Cohen) due fool shakesperiani colorati e surreali che irrompono nel dramma con tempi comici perfetti. E indimenticabili rimangono le canzoni, l'assolo di Fantine, l'accorata preghiera di Valjean, la disperata presa di coscienza di Javert, interpretate con coraggio, intensità e vitalità da tre interpreti in stato di grazia, una Anne Hathaway essenziale e scarnificata, uno Hugh Jackman tormentato e coraggioso e un Russel Crowe impeccabile nel tratteggiare un uomo ancorato alle regole e schiavo del dovere. Tra i giovani la parte di Eponine, e la sua canzone d'amore, sono una gemma di dolore sincero e puro, che tocca nel profondo. Finale arioso, lirico, poetico e corale, magnifico come tutto il film candidato ad otto meritatissimi Premi Oscar.
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hidalgo
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lunedì 4 febbraio 2013
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till we come face to face
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Epico. Emozionante. Gigantesco. Recitato benissimo. Les Miserables non è un musical, ma una vera e propria opera lirica cinematografica. Un capolavoro di straordinaria intensità emotiva, coinvolgente dalla prima all'ultima scena, vissuto, non recitato, da un cast in stato di grazia e cantanto interamente dal vivo, scelta rischiosa del regista Tom Hooper ampiamente ripagata dai risultati ottenuti. Tutti gli attori, infatti, si impegnano a fondo nei rispettivi ruoli, e se il film strappa applausi a scena aperta e regala emozioni agli spettatori, lo si deve soprattutto ai protagonisti di questo monumentale affresco musicale.
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Epico. Emozionante. Gigantesco. Recitato benissimo. Les Miserables non è un musical, ma una vera e propria opera lirica cinematografica. Un capolavoro di straordinaria intensità emotiva, coinvolgente dalla prima all'ultima scena, vissuto, non recitato, da un cast in stato di grazia e cantanto interamente dal vivo, scelta rischiosa del regista Tom Hooper ampiamente ripagata dai risultati ottenuti. Tutti gli attori, infatti, si impegnano a fondo nei rispettivi ruoli, e se il film strappa applausi a scena aperta e regala emozioni agli spettatori, lo si deve soprattutto ai protagonisti di questo monumentale affresco musicale. Le grandi scenografie, i costumi impeccabili e una sceneggiatura, che per ovvi motivi non può essere particolarmente fedele all'immortale romanzo di Hugo, ma che ha il merito di non incepparsi mai dall'inizo alla fine, fanno da cornice alle performance strepitose di Anne Hathaway e di Hugh Jackman, loro su tutti. Alla Hathaway bastano una manciata di minuti per sconvolgere i cuori di chi assiste alla sua incredibile, struggente, memorabile interpretazione di I Dreamed a Dream, che con ogni probabilità le consegnerà un Oscar mai così meritato. Difficile non piangere insieme a lei, impossibile non lasciarsi coinvolgere emotivamente dalla prova dell'attrice newyorkese. "E' il ruolo di una vita", aveva dichiarato Hugh Jackman a proposito del suo Jean Valjean; vista la sua performance, possiamo affermare con certezza che non ha perso il treno. Il Wolverine mette a segno la migliore interpretazione della sua carriera, contendendo lo scettro di "migliore in campo" proprio a Fantine/Anne Hathaway.Il personaggio di Valjean aderisce ai muscoli di Jackman come una seconda pelle, l'attore australiano canta e recita con grande trasporto e stupefacente bravura, non sbaglia una nota e dimostra di non essere un belloccio adatto solo a un certo tipo di film. Promossi a pieni voti anche i giovani Eddy Redmayne e Samantha Barks, così come Cosette/Amanda Seyfried. Simpatici e divertenti Sacha Baron Cohen e Helena Bonham Carter, rispettivamente il signor e la signora Thènardier, anche se i loro personaggi sembrano usciti da un film di Tim Burton ( vedi Sweeney Todd ). Chi merita un discorso a parte è invece Russell Crowe; presenza scenica straordinaria, interpretazione carismatica e convincente e voce di pietra come il cuore di Javert. Il Gladiatore non canta male, tutt'altro, ma il suo canto rimane freddo come freddo è l'animo del suo personaggio. Crowe appassiona senza emozionare, e forse, volendo, è anche giusto così: l'ispettore Javert è un uomo gelido, severo, ossessionato dalla legge a cui a donato la propria vita e da Jean Valjen, il ladro che ha violato la libertà vigilita, il "Lucifero caduto" al quale lui, Javert, ha promesso eterna dannazione mentre, in bilico su un cornicione, giura alle stelle che mai si piegherà finchè non sarà faccia a faccia ("till we come face to face") con il prigioniero 24601. Per il futuro Noah, si tratta comunque di una prestazione più che dignitosa, impreziosita più dalle sue doti recitative che non da quelle canore. Il film è praticamente tutto cantato ( i dialoghi si possono contare sulle dita di una mano ) per due ore e mezza, ma non annoia mai. Centocinquanta minuti che volano via come le lacrime e le giovani vite dei rivoluzionari (Red and Black ), una pellicola grandiosa e potente come le emozioni che trasmette. Per una volta, è davvero tutto oro ciò che luccica.
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jameshs
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lunedì 28 gennaio 2013
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les mis: un successo!
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Musical davvero emozionante, che nonostante la longevità e la pressochè quasi assenza di parti recitate non cantate, non annoia bensì appassiona, coinvolge, ti trascina all'interno dei suoi personaggi, nel mondo di Jean Valjean e in quello di Javert (non poi così distanti come ci vengono presentati all'inizio), nella condizione di Fantine (strepitosa Hathaway e la sua performanca di "I dreamed a dream"): immerso nella dolcezza della melodia e nella drammaticità della vicende, lo spettatore trova sollievo nelle figure dei coniugi Thenadièr (Sasha Baron Cohen e Helena Bonham Carter) perfettamente in sintonia fra di loro, avvezzi a ogni sorta di sotterfugi.
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Musical davvero emozionante, che nonostante la longevità e la pressochè quasi assenza di parti recitate non cantate, non annoia bensì appassiona, coinvolge, ti trascina all'interno dei suoi personaggi, nel mondo di Jean Valjean e in quello di Javert (non poi così distanti come ci vengono presentati all'inizio), nella condizione di Fantine (strepitosa Hathaway e la sua performanca di "I dreamed a dream"): immerso nella dolcezza della melodia e nella drammaticità della vicende, lo spettatore trova sollievo nelle figure dei coniugi Thenadièr (Sasha Baron Cohen e Helena Bonham Carter) perfettamente in sintonia fra di loro, avvezzi a ogni sorta di sotterfugi. Dopo "Il discorso del re", Tom Hooper ci regala un'altra gemma e si cimenta con un metodo tutto nuovo di portare il musical sul grande schermo, facendo recitare gli attori dal vivo sul set e non in playback; scelta a posteriori, almeno secondo me, azzeccatissima, che riesce a mettere in risalto tutte le capacità espressive di un cast stellare, anche nei momenti in cui la performance canora è un po' più "debole" dal punto di vista tecnico.
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filmicus
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sabato 2 febbraio 2013
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un canto di libertà e mai più abbassa gli occhi.
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Il commento al film non può confondersi con il commento ad un'opera grandiosa di un gigante della cultura europea.Lasciamo stare quindi Victor Hugo e quel che ha detto,ormai da secoli,a generazioni di cittadini dell'Europa e del mondo e soffermiamoci sull'opera assai bella di Hooper.'E un canto di libertà e sulla libertà.'E un canto sulla "bella gioventù" cioe su una generazione che anche nei suoi componenti adolescenti, negli scugnizzi e negli sciuscià,sente forte nell'aria la musica ed il canto di un'epoca nuova.Nuova ma fortemente innervata di valori,di principi che non si possono violare senza negare al tempo stesso la propria umanità.
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Il commento al film non può confondersi con il commento ad un'opera grandiosa di un gigante della cultura europea.Lasciamo stare quindi Victor Hugo e quel che ha detto,ormai da secoli,a generazioni di cittadini dell'Europa e del mondo e soffermiamoci sull'opera assai bella di Hooper.'E un canto di libertà e sulla libertà.'E un canto sulla "bella gioventù" cioe su una generazione che anche nei suoi componenti adolescenti, negli scugnizzi e negli sciuscià,sente forte nell'aria la musica ed il canto di un'epoca nuova.Nuova ma fortemente innervata di valori,di principi che non si possono violare senza negare al tempo stesso la propria umanità.Il canto di un novus ordo al cospetto del quale l'ordine costituito,che non ha in sè lo slancio verso il futuro,può esercitare solo violenza, al limite anche verso se stesso,gettandosi da un ponte della Senna.La Senna e Parigi.Un canto di libertà per un europeo non può infatti che avere i colori della bandiera francese e del drappo rosso della Comune. Gli inglesi non hanno mai troppo apprezzato la rivoluzione francese.Probabilmente non hanno apprezzato e capito la sua forte componente ideale,al limite dell'estremismo e priva pertanto di un pragmatismo moderatore e pacificatore.Anche sotto questo aspetto Hooper, infischiandosene di Cameron, mette le cose a posto. Perchè quella francese non è una rivoluzione è la rivoluzione.'E una nuova civiltà europea che fonde i valori di eguaglianza,libertà e giustizia in una cosa sola che costituisce la patria dell'uomo moderno. Una patria che non esclude altre patrie perchè proclama i diritti dell'uomo e sotto questo vessillo unifica uomini e popoli.Acquista quindi un significato pieno ed intenso questa opera cinematografica e mette in primo piano i protagonisti di ogni svolta, di ogni cambiamento: i giovani. I vecchi li possono accompagnare, a volte proteggere,possono consegnare un viatico di amore e di memoria. Ma la storia è consegnata nelle loro mani, ad essi tocca viverla e crearla.Speriamo che questo film, in un tempo di crisi,costituisca il segno rinnovato di una speranza,di una nuova stagione,di una primavera dei diritti e delle libertà.Mai più, per nessuno, dovrà giungere l'ordine, crudele e ritmato: look down.
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renato volpone
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domenica 3 febbraio 2013
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il volere del destino
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Dall’omonimo romanzo di Victor Hugo ecco la versione musical dei “miserabili” che approda al cinema. Per quanto si possa aver letto il libro o aver visto lo sceneggiato televisivo, poco ci si ricorda di questa storia, se non la miseria, ma man mano che la pellicola scorre tutto riaffiora alla mente, come un grande affresco appena disegnato. Lo scontro/incontro di Jean Valjean con il perfido Javert, il loro modo di essere puri e dannati allo stesso tempo, Tom Hooper con la grandiosa interpretazione di Hugh Jackman e Russell Crowe ci rappresenta un duello della coscienza che non lascerà scampo ai feriti dell’anima per volere del destino. Anne Hathaway ci spezza il cuore e poi ogni scena è una sofferenza medicata solo dal gran bel canto, dalla recitazione superlativa, dalle immagini di una Parigi ricostruita come un quadro fiammingo con una fotografia inarrivabile.
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Dall’omonimo romanzo di Victor Hugo ecco la versione musical dei “miserabili” che approda al cinema. Per quanto si possa aver letto il libro o aver visto lo sceneggiato televisivo, poco ci si ricorda di questa storia, se non la miseria, ma man mano che la pellicola scorre tutto riaffiora alla mente, come un grande affresco appena disegnato. Lo scontro/incontro di Jean Valjean con il perfido Javert, il loro modo di essere puri e dannati allo stesso tempo, Tom Hooper con la grandiosa interpretazione di Hugh Jackman e Russell Crowe ci rappresenta un duello della coscienza che non lascerà scampo ai feriti dell’anima per volere del destino. Anne Hathaway ci spezza il cuore e poi ogni scena è una sofferenza medicata solo dal gran bel canto, dalla recitazione superlativa, dalle immagini di una Parigi ricostruita come un quadro fiammingo con una fotografia inarrivabile. Insomma un capolavoro. In più ci porta nella storia, ci porta a moti rivoluzionari, a giovani vite sacrificate, alla schiavitù che chiede liberazione, al popolo che non risponde e ignavo rimane a guardare…tutto come si ripete nella storia più e più volte e rimane attualissimo e fino a forse chissà quale futuro di pace che nessuno di noi vedrà. Tutti grandi gli interpreti e su tutti il piccolo Gavroche martire della rivoluzione, ma in tutto il film non si riescono a trattenere le lacrime per un moto interno che rivoluziona il proprio animo. Da vedere e rivedere, assolutamente in lingua originale: è tutto cantato, vederlo doppiato è impensabile.
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dadab.
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domenica 17 febbraio 2013
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una parigi "miserabile" ma costellata di star.
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Superbo adattamento cinematografico di un musical di successo, tratto dal celeberrimo romanzo del francese Victor Hugo; è un film di straordinaria potenza, emotiva e tecnica.
Il regista Tom Hooper, già premio Oscar per " Il discorso del re", non si risparmia, elaborando un lunghissimo ed entusiasmante musical, della durata di ben due ore e mezzo, ma talmente perfetto, da tenere lo spettatore incollato alla sedia fin proprio alla fine.
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Superbo adattamento cinematografico di un musical di successo, tratto dal celeberrimo romanzo del francese Victor Hugo; è un film di straordinaria potenza, emotiva e tecnica.
Il regista Tom Hooper, già premio Oscar per " Il discorso del re", non si risparmia, elaborando un lunghissimo ed entusiasmante musical, della durata di ben due ore e mezzo, ma talmente perfetto, da tenere lo spettatore incollato alla sedia fin proprio alla fine. Certo non si tratta di un film per tutti, in Italia se ne esce con pochi incassi al botteghino, superato dal temibile e pieno di nomination Lincoln, di Spielberg e dal tarantiniano Django Unchained; ma nonostante ciò, Les Miserables è un kolossal pluripremiato che profuma di Oscar. Forse merito dell'eccelso cast hollywoodiano costellato di stelle del tappeto rosso?
A cominciare dall'ottimo Hugh Jackman, che dimostra ancora una volta le sue straordinarie abilità canore; è Jean Valjean, protagonista metamorfico e tormentato. Si prosegue con la candida, delicata e struggente interpretazione della bella Anne Hathaway, una tra le attrici più qualificate quest'anno per la corsa all'Oscar. La sua è senz'altro una Fantine da brividi: la "miserabile" per eccellenza, costretta a prostituirsi per nutrire la sua bambina Cosette, la Hathaway stupisce il mondo con l'angosciante e commovente canzone "I dreamed a dream".
Furba e intelligente la tecnica adottata del regista dei fervidi e toccanti primi piani; la cinepresa esalta la gestualità e l'espressività dei volti degli attori, insieme all'amarezza di una vita di stenti di questo popolo, ormai allo stremo, sullo sfondo di una movimentata Parigi ottocentesca, con molti ideali e sempre pronta alla ribellione. Degno di nota ed in vesti inusuali per i suoi standard, è anche il premio Oscar Russell Crowe che, dopo "Il gladiatore" e "A beautiful mind", riesce ancora una volta ad emozionare, tessendo intorno al suo personaggio una squisita genuinità, che gli calza alla perfezione. Veste i panni del crudele e temibile ispettore Javert, alla strenua ricerca del fuggitivo Valjean.
Il musical non è un genere facile, e forse spaventerebbe il pubblico sapere che l'intero film è in lingua originale e sottotitolato, invece non è altro che una perfetta trovata, per poter sentire la vera voce degli attori, e provare con loro il pathos estremo che ne è l'ovvia conseguenza.
" La lotta. Il sogno. La speranza. L'amore. "
Questo recita la locandina del film, che non viene mai a noia anzi, infervora gli spiriti e scalda i cuori. C'è tutto dentro, dalla più opprimente disperazione, al più grande e tribolato riscatto, dall'amore espresso in molteplici forme, alla passione ed aspirazione per la libertà, e ad un futuro migliore. La loro gioia è anche la nostra, il loro patire è un "patire insieme", si entra talmente nella storia da immedesimarsi con ognuno di loro, provando pietà per un popolo di persone "Miserabili" ma sempre accese da nobilissime passioni ed ideali. Una vera delizia di film, in una cornice eccelsa, avventurosa e strappalacrime, degna di nota. Il fiore all'occhiello degli Academy Awards di quest'anno. Ancora nei cinema ed assolutamente consigliato, Les Miserables vi aspetta! Buona visione e… Vive la France!
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stefano mosca
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sabato 2 febbraio 2013
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nel profondo delle pieghe dell'anima!
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Quando le parole acquistano melodia e il canto invade la sala cinematografica, non si può che restare immobili davanti a ciò che accade. Les Miserables apre le porte in modo kolossale e ci fa vivere, in modo vertiginoso, un volo in picchiata, entrando nel profondo delle più fitte pieghe dell’anima, travolgendo, in modo sconvolgente e disperato, i cuori di quanti hanno scelto di farsi invadere. Inondati da quella forte musicalità, dall’interpretazione struggente e dai tetri e oscuri luoghi, lo spettatore non può che affondare nel profondo e acuto significato dell’amore, del coraggio e da quell’inarrestabile speranza che tutto possa cambiare e volgere alla luce della rinascita.
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Quando le parole acquistano melodia e il canto invade la sala cinematografica, non si può che restare immobili davanti a ciò che accade. Les Miserables apre le porte in modo kolossale e ci fa vivere, in modo vertiginoso, un volo in picchiata, entrando nel profondo delle più fitte pieghe dell’anima, travolgendo, in modo sconvolgente e disperato, i cuori di quanti hanno scelto di farsi invadere. Inondati da quella forte musicalità, dall’interpretazione struggente e dai tetri e oscuri luoghi, lo spettatore non può che affondare nel profondo e acuto significato dell’amore, del coraggio e da quell’inarrestabile speranza che tutto possa cambiare e volgere alla luce della rinascita. L’attesa di un nuovo giorno in cui dolore e sofferenza possano smettere di lacerare cuori e occhi porta i personaggi e gli spettatori fino alla fine, quando, avvolta da un grido musicale, avviene la resurrezione!
Analisi personaggi
Anne Hathaway. Col ruolo di Fantine, Anne ha dato eccelsa dimostrazione di bravura. Come mai vista prima, l’attrice si è calata magnificamente nel suo ruolo portando sullo schermo un personaggio che invade gli animi degli spettatori con coraggio, forza e tenacia. Non una sconfitta ma una che è riuscita a mettere al sicuro ciò che aveva di più prezioso, la figlia Colette. Diventa celestiale, nel prosieguo del musical, come una presenza, uno spirito guida per gli altri personaggi e anche per lo spettatore. Oscar o non oscar, resta indelebile la sua interpretazione.
Hugh Jackman. Hugh, nel ruolo di Jean Valjean, si è rivelato una grande sorpresa per me perché non l’avevo mai sentito cantare, se non in piccole situazioni di poco conto. Direi che è risultato convincente e straordinario. La sua capacità di immergersi nel ruolo del buono, del redento e di quella fede professata fino alla fine è stata notevole. Credo che la sua sia la migliore interpretazione maschile di tutto il musical.
Russel Crowe. Anche Russel Crowe, che interpreta Javier, ha dato dimostrazione di saper recitare e cantare, anche se non entusiasmante in termini di sensibilità, quasi un’interpretazione fredda e distaccata, magari dovuta al personaggio arrogante e glaciale, privo di sentimenti. Ottima interpretazione ma priva di coinvolgimento emotivo. Resta una grande sorpresa anche lui!
Amanda Seyfried. Lei è già nelle mie grazie, fin dal musical Mamma Mia (2008). Una voce potente che colpisce per la sua estensione e dolcezza. Il suo personaggio, Colette (adulta) incarna la dolce ragazza innamorata. Amanda non difficilmente riesce a commuovere e a toccare le corde dell’anima. Promossa, del resto, come sempre.
Eddie Redmayne. Non conoscevo molto bene Eddie perché visto, fino ad oggi, solo come comparsa e devo ammettere che il suoMarius, in una scena di questo musical, fa davvero commuovere. Ottime potenzialità!
Sacha Baron Cohen. Non mi sento di lasciare da parte questo attore che interpreta Monsieur Thénardier perché è parte attiva e vive di tutto il musical. Già visto in recenti film, come Il dittatore (2012) e anche in un video di Madonna,Music (2000). Anche qui troviamo voce notevole anche se odieremo il personaggio…
Helena Bonham Carter. Madame Thénardier. Chiudo con un’attrice che adoro esageratamente. Mi piace in tutti i ruoli che interpreta. Surreale, fumettistica, perfetta in questo musical, che la consacra, spero, definitivamente, come artista completa. Helena ha già dato, in passato, anche grazie al marito Tim Burton, modo di essere apprezzata come attrice e cantante, come in Sweeney Todd (2007).
Samantha Barks. Eponine adulta. Una grande voce e ottima interpretazione. Già nei panni di Eponine a teatro. È sua una delle scene più emozionanti dell’intero musical!
Non dimentichiamo anche la piccola Cosette, Isabelle Allen e il piccolo Gavroche, Daniel Huttlestone, bravissimi nei loro ruoli!
Sono rimasto stravolto e incredibilmente sorpreso, dopo la visione di questo musical. Gli attori interpretano in modo esemplare la loro parte. Un film live, potrei dire, che ha rivoluzionato il modo di fare musical. Un plauso finale va al regista Tom Hooper, che ha fatto in modo che tutto ciò prendesse vita!
Film: Les Miserables
Regia: Tom Hooper
Cast: Anne Hathaway (Fantine); Hugh Jackman. Hugh (Jean Valjean); Russel Crowe (Javier); Amanda Seyfried (Colette adulta); Eddie Redmayne (Marius); Sacha Baron Cohen (Monsieur Thénardier); Helena Bonham Carter (Madame Thénardier); Samantha Barks (Eponine adulta).
Anno: 2013
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samuelemei
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mercoledì 13 marzo 2013
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hugo a broadway
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Ambizioso e struggente..."Les Misérables" è un musical in costume che senza dubbio si farà ricordare. Il film è ambientato nella Francia post-napoleonica, tra il 1815 e il 1832. Ricostruire la trama in sintesi è pressoché impossibile: sia per l'imponente articolazione cronologica della storia, sia per lo stratificato e ricco sistema dei personaggi, sia per le diverse implicazioni psicologiche, sociali e politiche sottese al romanzo di Victor Hugo. È giusto ricordare infatti che “Les Misérables” è sostanzialmente un'operazione intersemiotica di secondo grado: si tratta infatti dell'adattamento cinematografico del fortunatissimo musical teatrale del 1985 (in lingua inglese), che, a sua volta, traspone sulla scena il romanzo-capolavoro dell'800 francese, “Les Misèrables” di Hugo.
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Ambizioso e struggente..."Les Misérables" è un musical in costume che senza dubbio si farà ricordare. Il film è ambientato nella Francia post-napoleonica, tra il 1815 e il 1832. Ricostruire la trama in sintesi è pressoché impossibile: sia per l'imponente articolazione cronologica della storia, sia per lo stratificato e ricco sistema dei personaggi, sia per le diverse implicazioni psicologiche, sociali e politiche sottese al romanzo di Victor Hugo. È giusto ricordare infatti che “Les Misérables” è sostanzialmente un'operazione intersemiotica di secondo grado: si tratta infatti dell'adattamento cinematografico del fortunatissimo musical teatrale del 1985 (in lingua inglese), che, a sua volta, traspone sulla scena il romanzo-capolavoro dell'800 francese, “Les Misèrables” di Hugo. L'onere e l'onore di realizzare il delicato passaggio dal proscenio allo schermo è toccato a Tom Hooper, regista premio Oscar per “Il discorso del re”, il quale, dal canto suo, è riuscito nell'impresa di costruire un “lavoro fatto bene”. Il punto di forza de “Les Misérables”, come spesso avviene nei musical, risiede nell'intensità emozionale e interpretativa degli attori e nell'incisività del canto in quanto canalizzatore immediato dei sentimenti dei personaggi. Le figure principali del film sono quattro: l'eroe “trasformista” in grado di risorgere e di redimersi, Jean Valjean (uno Hugh Jackman a tutto tondo); il granitico tutore della legge Javert (un Russel Crowe sempre credibile); la povera Fantine, impersonata da una stupenda Anne Hathaway (da Oscar!) che, svestiti i panni della comedy girl, ci regala una delle interpretazioni più “patetiche” (in senso positivo) della storia del cinema; più in ombra Cosette, figura angelicata e passiva, interpretata dalla bella Amanda Seyfried.
Completano un cast stellare gli strampalati locandieri imbroglioni (unico excursus comico in un mare di miseria) Sacha Baron Cohen e Helena Bonham Carter. La pellicola è arricchita inoltre dalla bellezza dei costumi, dall'ottimo trucco e soprattutto dalla solidità delle performances canore.
D'altra parte “Les Misérables” non è esente da difetti: l'eccessiva fedeltà all'impostazione teatrale provoca una contrazione della fluidità registica; risulta quasi indigesta la schiacciante superiorità delle parti cantate sull'esiguità monosillabica dei dialoghi; l'insistita analisi psicologica dei personaggi privilegia scene individuali e statiche (quasi monologhi interiori) a discapito delle sequenze più dinamiche in cui si muove la folla (per esempio: la scena delle barricate). Nel complesso prevale la componente privata e melodrammatica della vicenda, mentre la dimensione pubblica e politica, pur accennata nella ricostruzione dello status dei miserabili, risulta alquanto depotenziata rispetto alle suggestioni cristiano-socialiste presenti nel romanzo di Hugo.
Si tratta comunque di un'opera affascinante e poetica. Chi apprezza il musical, le emozioni forti e i buoni sentimenti non potrà non amarlo.
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flyanto
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martedì 5 febbraio 2013
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il mondo di hugo in chiave musicale
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Film tratto dall'omonimo e celeberrimo romanzo di Victor Hugo ma proposto nella forma di un musical dove la ricca e complessa trama è stata qui ampiamente riassunta e semplificata senza però nulla togliere alla struttura dell'opera letteraria originale. Ambientato nella Francia post rivoluzionaria ed ancora ricca di fermenti e movimenti di rivolta contro il Governo e la Monarchia vigente, un ex galeotto, dopo aver scontato la sua pena ed avere fatto fortuna ed essersi conquistato un posto altamente rispettabile nella società, a seguito di altre innumerevoli vicissitudini decide di allevare una bambina, figlia di una prostituta, di nome Cosette, e di occuparsene sino alla fine dei suoi giorni, aiutandola così anche a coronare il suo sogno d'amore attraverso il matrimonio con un giovane e ricco rivoluzionario, da lui salvato dal ferimento in una sommossa.
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Film tratto dall'omonimo e celeberrimo romanzo di Victor Hugo ma proposto nella forma di un musical dove la ricca e complessa trama è stata qui ampiamente riassunta e semplificata senza però nulla togliere alla struttura dell'opera letteraria originale. Ambientato nella Francia post rivoluzionaria ed ancora ricca di fermenti e movimenti di rivolta contro il Governo e la Monarchia vigente, un ex galeotto, dopo aver scontato la sua pena ed avere fatto fortuna ed essersi conquistato un posto altamente rispettabile nella società, a seguito di altre innumerevoli vicissitudini decide di allevare una bambina, figlia di una prostituta, di nome Cosette, e di occuparsene sino alla fine dei suoi giorni, aiutandola così anche a coronare il suo sogno d'amore attraverso il matrimonio con un giovane e ricco rivoluzionario, da lui salvato dal ferimento in una sommossa. Meritatamente candidata a ricevere uno o più premi Oscar, questa pellicola è ben costruita, ripeto, nel dispiego della lunga e complessa trama dell' originale, è ben diretta e ben interpretata, dal momento che il nutrito cast di attori si cimenta in prima persona nelle performances canore che dominano tutto il film (infatti non c'è nessuna parte recitata). Inoltre, anche i costumi e gli ambienti dell'epoca vengono fedelmente rappresentati, riflettendo la giusta atmosfera dell'epoca e richiamando alla mente dello spettatore le innumerevoli rappresentazioni pittoriche, testimonianze di quel fervente periodo della storia. Di spicco nei loro rispettivi ruoli sono da notare ed elogiare l'attore Russell Crowe ed Anne Hathaway, senza però nulla togliere agli altri "colleghi", perfettamente calati nella parte dei loro personaggi. Da vedere per chi soprattutto ama l'opera letteraria di Hugo ed il musical in generale.
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