benedetta spampinato
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sabato 13 aprile 2013
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«ognuno di noi è stretto nella propria trappola»
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Prima di Psyco nessun protagonista morì prima dei quaranta minuti di un film. Solo il genio psicotico di un regista elusivo come Hitchcock riuscì ad eseguire una vistosa infrazione a tutte le convenzioni della narrazione cinematografica. Hitchcock e solo Hitchcock spese sette giorni di lavorazione per la scena di quarantacinque secondi sotto la doccia in settantadue posizioni di macchina da presa. Grande omaggio al maestro della brivido quello di Sacha Gervasi, regista semisconosciuto e pressappoco in erba, riuscito a donare fascino e completezza alla pellicola.
Il film mescola le vicende personali del regista (il prospero e fedele rapporto con la moglie Alma Reville, interpretata da Hellen Mirren, e la sua stravagante personalità pervasa da assidue illuminazioni), alle costanti visioni dello storico assassino Ed Gein, a cui sono legati tetri omicidi, fino alla realizzazione del film, la difficile scelta degli attori e il faticoso soggiorno dentro il set.
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Prima di Psyco nessun protagonista morì prima dei quaranta minuti di un film. Solo il genio psicotico di un regista elusivo come Hitchcock riuscì ad eseguire una vistosa infrazione a tutte le convenzioni della narrazione cinematografica. Hitchcock e solo Hitchcock spese sette giorni di lavorazione per la scena di quarantacinque secondi sotto la doccia in settantadue posizioni di macchina da presa. Grande omaggio al maestro della brivido quello di Sacha Gervasi, regista semisconosciuto e pressappoco in erba, riuscito a donare fascino e completezza alla pellicola.
Il film mescola le vicende personali del regista (il prospero e fedele rapporto con la moglie Alma Reville, interpretata da Hellen Mirren, e la sua stravagante personalità pervasa da assidue illuminazioni), alle costanti visioni dello storico assassino Ed Gein, a cui sono legati tetri omicidi, fino alla realizzazione del film, la difficile scelta degli attori e il faticoso soggiorno dentro il set.
Meriterebbe indubbiamente l’Oscar per il Miglior trucco: James D’Arcy è praticamente identico ad Anthony Perkins e Scarlett Johansson assomiglia tantissimo a Janet Leigh. Impossibile, poi, non tener conto della straordinaria interpretazione dell’ingrassato Anthony Hopkins al quale, questa volta, viene sottratta la fama del killer scellerato donatagli dal Silenzio degli innocenti.
Un Hitchcock divertente, integro, empatico. Riesce a mitizzare complicazioni edipiche e sessuofobe, paurosi sdoppiamenti di personalità in un’America bigotta, dove abita un ragazzo -madre con la balzana passione per la tassidermia. Si guarda intorno, filtra le ossessioni e le perversioni umane, guarda con la coda dell’occhio ispirato dalle teorie stanislavskijane della personificazione col proprio personaggio. È egli stesso l’attore, alla ricerca di sé, scisso tra formalità ed esaltazione artistica, come un tarlo nella mente che scalpita per potere uscire, come l’immagine dell’occhio di Bates, che cerca ossessivamente le sinuosità del corpo femminile, il gusto del voyeurismo, la profondità celata dall’effimera bellezza, la famosa bionda hitchcockiana che sfugge all’ineluttabile destino. Sono passati più di cinquant’anni, con tre seguiti, innumerevoli omaggi e un rifacimento del 1999 di Gus Van Sant, ma Psyco riesce ancora a farci tremare al cospetto di una porta socchiusa o di una sedia isolata.
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(di giuseppe nicolosi)
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marinabelinda
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martedì 16 aprile 2013
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(alma) hitchock
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Al di là del valore artistico, questo film ha l'indubbio pregio di fondere l'essenzialità con la completezza. In meno di due ore condensa, avvalendosi di un cast perfetto, tutto quello che ha portato alla costruzione di Psycho, non risparmiando le ossessioni del regista per il sovrappesso, per l'inavvicinabilità delle donne bionde, per Ed Gain (quasi sottocoscienza abbastanza forte da farlo dubitare di tutto e di tutti).
Bellissimo film, con attori perfettamente nella parte, anche se innegabilmente se stessi: non si può negare che dietro Hichcock ci sia chiaramente Anthony Hopkins, in quale, peraltro, ritrova Buffalo Bill, ispirato dal reale Ed Gain.
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Al di là del valore artistico, questo film ha l'indubbio pregio di fondere l'essenzialità con la completezza. In meno di due ore condensa, avvalendosi di un cast perfetto, tutto quello che ha portato alla costruzione di Psycho, non risparmiando le ossessioni del regista per il sovrappesso, per l'inavvicinabilità delle donne bionde, per Ed Gain (quasi sottocoscienza abbastanza forte da farlo dubitare di tutto e di tutti).
Bellissimo film, con attori perfettamente nella parte, anche se innegabilmente se stessi: non si può negare che dietro Hichcock ci sia chiaramente Anthony Hopkins, in quale, peraltro, ritrova Buffalo Bill, ispirato dal reale Ed Gain. Del resto, la stessa Scarlett Johanson esplode nella parte di Janet Leigh.
Film nel film, pieno di elementi simbolici: la presenza dell'acqua (la piscina, la vasa, il mare, la doccia), gli uccelli sparsi ovunque, anticipatori del film successivo (anche se mi sembra che subito dopo Psycho Hitchcock avesse girato Marnie), la gelosia di Alma e di Hitchock anche reciproca (per inciso, la biancheria di Marin Craine all'inizio di Psycho è identica a quella che indossa Alma all'inizio del film!), il voyerismo, la censura ipocrita e la difficoltà nel rapportarsi con gli altri, sia che abbiano troppa, o troppo poca, personalità.
Due cose, in particolare, mi hanno colpita: innanzitutto la scena della prima di Psycho, effettivamente preceduta da una campagna pubblicitaria fatta di attese e di silenzi, tanto ben orchestrata quanto la scena in cui il protagonista aspetta le reazioni del pubblico al vederela scena della doccia. Sembra davvero che Hitchcock stia dirigendo il pubblico e le sue urla, oltre che il fim!
Oltre a questa la fondamentale presenza nella vita del regista di tre donne non esattamente bionde. L'assistente perfetta e perfettamente mora. Vera Miles (accusata di averlo tradito per amore di una vita più semplice), trasformata in bionda dalla parrucca, ma in realtà castana. E la moglie Alma, quasi rossa (come il vestito indossato al primo colloquio con Janeth Leigh), perfetta (perfetta anche Helen Mirren), preparatissima e tagliente sia nel lavoro che nella vita e, come tale, capace di dare il vero taglio a quello che diventerà il maggior successo di Hichcock e, in ogni caso, un vero capolavoro. Secondo me, è proprio lei la vera protagonista del film: del resto, i teli nella stanza da bagno portano equivocamente la cifra 'AH', che può voler dire, sia Alfred Hitchcock, che Alma Hitchcock, che entrambe le cose, a significare la difficile, quanto perfetta fusione tra i due.
Eppoi: la voce di Hitchcock è quella di Gigi Proeitti. Meglio di così!
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flyanto
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martedì 9 aprile 2013
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come il maestro del brivido è arrivato a realizzar
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Film in cui si racconta della genesi del thriller "Psycho" da parte del regista Alfred Hitchcock. La storia probabilmente è un pò romanzata ma in ogni caso non risulta troppo distante dalla realtà. Qui vengono rappresentate prima le difficoltà che il regista ha dovuto affrontare e superare soprattutto nei confronti della commissione preposta alla censura per l'uscita del film, poi il suo rapporto con le attrici di cui spesso si invaghiva ed, ancora più interessante, il suo rapporto di complicità e gelosia sentimentale con la moglie Alma, sceneggiatrice di grosso talento. La pellicola, inoltre, è molto ben realizzata soprattutto per ciò che concerne i costumi dell'epoca degli anni '60.
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Film in cui si racconta della genesi del thriller "Psycho" da parte del regista Alfred Hitchcock. La storia probabilmente è un pò romanzata ma in ogni caso non risulta troppo distante dalla realtà. Qui vengono rappresentate prima le difficoltà che il regista ha dovuto affrontare e superare soprattutto nei confronti della commissione preposta alla censura per l'uscita del film, poi il suo rapporto con le attrici di cui spesso si invaghiva ed, ancora più interessante, il suo rapporto di complicità e gelosia sentimentale con la moglie Alma, sceneggiatrice di grosso talento. La pellicola, inoltre, è molto ben realizzata soprattutto per ciò che concerne i costumi dell'epoca degli anni '60. Anthony Hopkins è bravo nella parte (sebbene in altre pellicole abbia dato molto meglio di sè) ma, a mio parere, poco aderente fisicamente al reale aspetto del regista. Molto più somigliante con il trucco e la pettinatura alla reale attrice Janet Leigh, invece, è l'attrice Scarlett Johansson ed esemplare nella sua recitazione è Helen Mirren nella parte della moglie Alma. Insomma, nel complesso il film risulta piuttosto riuscito e sicuramente assai piacevole a vedersi, per lo meno per richiamare un pò alal mente nuovamente quel grande capolavoro che è "Psycho".
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donni romani
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martedì 19 febbraio 2013
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hitchcock dietro le quinte con un cast all stars
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Cast stellare per il "making of" di uno dei più grandi successi cinematografici di Hitchcock e cioè Psyco. Il film di Gervasi ricostruisce i mesi che precedettero la realizzazione di Psyco, i giorni delle riprese, il successo clamoroso del film in cui neanche la Paramount credeva tant'è che accettò di distribuirlo ma non di produrlo costringendo Hitch e sua moglie Alma ad ipotecare la casa per finanziare il progetto. E ricostruisce non solo il travagliato percorso del film, ostacolato dalla censura, osteggiato dalla critica, apertamente tacciato di appartenere alla categoria horror B movie dalle grandi major, ma soprattutto il percorso umano compiuto dal genio del mistero per calarsi nelle atmosfere torbide del libro prima e della sceneggiatura poi, rimanendo invischiato nelle perversioni mentali di Norman Bates al punto da intessere un dialogo interiore con il folle protagonista della storia.
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Cast stellare per il "making of" di uno dei più grandi successi cinematografici di Hitchcock e cioè Psyco. Il film di Gervasi ricostruisce i mesi che precedettero la realizzazione di Psyco, i giorni delle riprese, il successo clamoroso del film in cui neanche la Paramount credeva tant'è che accettò di distribuirlo ma non di produrlo costringendo Hitch e sua moglie Alma ad ipotecare la casa per finanziare il progetto. E ricostruisce non solo il travagliato percorso del film, ostacolato dalla censura, osteggiato dalla critica, apertamente tacciato di appartenere alla categoria horror B movie dalle grandi major, ma soprattutto il percorso umano compiuto dal genio del mistero per calarsi nelle atmosfere torbide del libro prima e della sceneggiatura poi, rimanendo invischiato nelle perversioni mentali di Norman Bates al punto da intessere un dialogo interiore con il folle protagonista della storia. E' un Hitchcock ossessionato dalle sue bionde quello che vediamo osservare le foto di Kim Novak e Grace Kelly, è un Hitchcock legato da un rapporto complesso e inquietante con la moglie Alma (geloso e possessivo quando lei aiuta un amico sceneggiatore, tagliente e caustico ma anche dipendente dal suo giudizio e dal suo aiuto) ma è soprattutto un Hitchcock dedito maniacalmente al suo lavoro, attento ai dettagli, incurante delle reazioni spaventate dei propri attori (insoddisfatto dell'attore che deve accoltellare la Leigh nella doccia impugna lui stesso il coltello e si avventa sulla poveretta con tale furia da riuscire a strapparle le espressioni terrorizzate che tutti abbiamo poi visto sul grande schermo). La versione finale del film verrà bocciata dalla Paramount ma l'aiuto di Alma che suggerisce di aggiungere alla scena della doccia la musica inconfondibile che la accompagna e di rimontare da capo il film porterà ad Hitchcock il riconoscimento che ha sempre desiderato e che rimpiange di non aver mai avuto appieno nonostante i grandi incassi dei suoi film (ricordiamo che non vinse mai un Oscar). E' una biografia sui generis quella di Gervasi, perchè i fatti sono solo il pretesto per trascinare lo spettatore nel mondo di Hitch, nelle sue ossessioni, nei suoi incubi e nelle sue asperità che ne fanno un personaggio ma anche un uomo fragile e insicuro, che in doloroso confronto con Vera Miles - cui mai perdonò di aver abbandonato il progetto di "La donna che visse due volte" per diventare madre confessa "una volta pensavo di capire le donne...". Come dicevamo all'inizio il cast è davvero stellare, con un Anthony Hopkins perfettamente truccato senza mai risultare maschera grottesca ( e infatti il film è in Nominations agli Oscar per il miglior trucco), con Helen Mirrer intensa e misurata Alma e con Scarlet Johansson che in alcune scene soprattutto nella ricostruzione della morte sotto la doccia ripropone con grande bravura la vera Leigh. L'unico limite che si può imputare al film è che nonostante tutti gli sforzi di infilarsi fra le pieghe della storia con sentimenti e turbamenti resta pur sempre un biopic su un personaggio dello star system, con tutti i legacci che questo comporta, ma restano intonatissime ed impagabili alcune scene fra cui quella in cui Hitch spia il pubblico da dietro le quinte del cinema dove si proietta la prima di Psyco, quella del confronto casalingo con un'Alma amareggiata e lo scherzo macabro che fece alla Leigh alla fine delle riprese.
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marco michielis
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mercoledì 1 maggio 2013
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io sono solo un uomo con una cinepresa...
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Divertito e divertente ritratto di Sir Alfred Hitchcock, che riesce, però, nella sua complessiva leggerezza, a non tralasciare gli aspetti inquieti e inquietanti del suo lavoro, del mondo che lo circonda e, nello specifico, della lavorazione di “Psyco”, pellicola emblema di uno tra i più grandi “artisti dell'angoscia”, come li definì Truffaut. E proprio da “Il cinema secondo Hitchcock” del regista francese sembrano tratte alcune scene del film di Gervasi, vedasi, ad esempio, quella in cui il regista inglese segue quasi come un direttore d'orchestra le note della colonna sonora di Herrmann durante la celeberrima scena della doccia (si cita il libro: “Con “Psyco”, mi comportavo come fa un direttore con la sua orchestra, era proprio come se stessi suonando l'organo”).
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Divertito e divertente ritratto di Sir Alfred Hitchcock, che riesce, però, nella sua complessiva leggerezza, a non tralasciare gli aspetti inquieti e inquietanti del suo lavoro, del mondo che lo circonda e, nello specifico, della lavorazione di “Psyco”, pellicola emblema di uno tra i più grandi “artisti dell'angoscia”, come li definì Truffaut. E proprio da “Il cinema secondo Hitchcock” del regista francese sembrano tratte alcune scene del film di Gervasi, vedasi, ad esempio, quella in cui il regista inglese segue quasi come un direttore d'orchestra le note della colonna sonora di Herrmann durante la celeberrima scena della doccia (si cita il libro: “Con “Psyco”, mi comportavo come fa un direttore con la sua orchestra, era proprio come se stessi suonando l'organo”). Compatto, scorrevole e mai freddo nello svolgersi dell'intreccio e della resa cinematografica, “Hitchcock” ci regala buffe incursioni nella vita privata del regista, svelandocene vizi e difetti, quali goffaggine, dedizione al bere e voyeurismo. Brava Helen Mirren, la moglie, affatto disprezzabile l'esaltazione delle forme della Johansson, nei panni di Janet Leigh, ma soprattutto pazzesco il modo in cui Anthony Hopkins riesce a imitare praticamente la perfezione l'espressione e la postura del grande Alfred. Rendere umano il Genio, ai giorni nostri, risulta il modo migliore per esaltarne il mito.
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zummone
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mercoledì 29 maggio 2013
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dietro le quinte di psycho
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Poteva intitolarsi "L'ombra di Hitchcock". Perchè è duplice la natura di questo film biografico, firmato daSacha Gervasi. Da un lato, la presenza incombente e ingombrante (data la mole) del grande regista britannico Alfred Hitchcock (1899-1980), perennemente dietro una porta, osservatore e voyeur, aleggiante nell'aria come una sensazione; dall'altra la grande ombra coniugale, e professionale, di Hitch, cioè sua moglie Alma Reville, donna straordinaria e sceneggiatrice, spesso dimenticata, di molti dei suoi film.
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Poteva intitolarsi "L'ombra di Hitchcock". Perchè è duplice la natura di questo film biografico, firmato daSacha Gervasi. Da un lato, la presenza incombente e ingombrante (data la mole) del grande regista britannico Alfred Hitchcock (1899-1980), perennemente dietro una porta, osservatore e voyeur, aleggiante nell'aria come una sensazione; dall'altra la grande ombra coniugale, e professionale, di Hitch, cioè sua moglie Alma Reville, donna straordinaria e sceneggiatrice, spesso dimenticata, di molti dei suoi film. La pellicola racconta un anno della vita del maestro della suspence, il 1960, quando ormai reduce dal successo di "Intrigo internazionale", Hitchcock (A. Hopkins) si intestardisce a girare, al punto da produrlo coi suoi soldi di fronte alle ritrosie dei produttori, un film basato su un romanzo di Robert Bloch, "Psycho" appunto. Il romanzo macabro e pieno di temi pruriginosi per l'epoca (omosessualità nascosta, travestitismo, occultamento di cadaveri, violenza splatter), sembra essere troppo spinto, per passare la censura e piacere al pubblico. E invece si rivelerà il più grande successo commerciale della carriera di Hitchcock, ancora oggi parodiato, imitato e omaggiato.
Funzionale la regia, accurata la ricostruzione dell'epoca, il make up del protagonista è mirabile, e un cast di tutto rispetto. Nel ruolo del protagonista, Antonhy Hopkins è magistrale (il doppiaggio del bravo Gigi Proietti, probabilmente, non rende appieno... andrebbe visto in lingua originale), ma anche Helen Mirren, nel ruolo della moglie Alma è notevole. Bravi, a contorno dei due, Danny Houston, Scarlett Johansonn (Janet Leigh), Toni Colette (Vera Miles) e James D'Arcy (un Antony Perkins di somiglianza spaventosa!). Peccato che la sceneggiatura perda qualche colpo in un paio di passaggi: le ossessioni diurne e gli incubi di Hitch, che parla con l'assassino Ed Gein, cui Bloch si ispirò per il suo romanzo; il rapporto, troppo romanzato, tra la moglie del regista e lo scrittore amico.
Resta comunque il ritratto di un uomo magnetico e determinato, con il gusto del macabro e della sorpresa, ma anche fragile, meschino, ossessionato dalle presenze femminili (le famose "bionde alla Hitchcock") e fortemente condizionato, nel bene e nel male, dal rapporto con la moglie Alma.
L'ombra di Hitchcock, con la musichetta celeberrima delle sue serie tv, sembra accompagnarci con un sorriso, oltre i titoli di coda.
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ultimoboyscout
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lunedì 24 marzo 2014
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il romanzo di alma e alfred.
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Hitch vuole girare "Psycho" ma nessuno lo vuole produrre, ha contro la stampa, la Paramount e persino la censura. Grazie alla spinta e alla fiducia della lungimirante e fedele moglie Alma ipoteca la casa e se lo produce da solo, rischiando tutto. Il film si concentra più sul rapporto tra il grande regista e l'amata moglie che sulla vicenda "Psycho", del resto è notissimo che Hitch soleva dire che le persone per lui indispensabili erano quattro, ovvero montatore, sceneggiatore, la madre di sua figlia Pat e il miglior cuoco che abbia mai conosciuto e tutte queste quattro persone non erano altro che Alma. La storia svela genio, manie e frustrazioni del regista ma anche l'aridità hollywoodiana del periodo e solo in controluce un film che ha fatto epoca.
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Hitch vuole girare "Psycho" ma nessuno lo vuole produrre, ha contro la stampa, la Paramount e persino la censura. Grazie alla spinta e alla fiducia della lungimirante e fedele moglie Alma ipoteca la casa e se lo produce da solo, rischiando tutto. Il film si concentra più sul rapporto tra il grande regista e l'amata moglie che sulla vicenda "Psycho", del resto è notissimo che Hitch soleva dire che le persone per lui indispensabili erano quattro, ovvero montatore, sceneggiatore, la madre di sua figlia Pat e il miglior cuoco che abbia mai conosciuto e tutte queste quattro persone non erano altro che Alma. La storia svela genio, manie e frustrazioni del regista ma anche l'aridità hollywoodiana del periodo e solo in controluce un film che ha fatto epoca. Sacha Gervasi, dopo svariati documentari, è un esordiente a cui va di lusso: film importante con cast importantissimo su un personaggio indimenticabile anche se all'epoca snobbato. Ne esce un biopic che fa il proprio dovere, ne bello ne brutto, ne ben ne mal riuscito, una ricostruzione tutto sommato sommessa con Hopkins ingessato dal trucco e dalla mole, fisica e non solo, di un uomo di assoluto spessore con la Mirren, la Biel e la Johansson sacrificate in spazi troppo miseri (specie le ultime due) viste le loro ottime recitazioni. Colpisce in particolare la prova della bionda attrice nei panni di Janet Leigh, ruba la scena a tutti, anche alle due super star. Gervasi è bravo nel dirigere una pellicola mai didascalica che indaga nel privato di Hitch per mostrarne non le ossessioni e le stranezze quanto le debolezze e le insicurezze pur confezionando un prodotto ordinario di natura più televisiva che cinematografica. Però può essere l'input per recuperare i due capolavori del maestro, il già citato "Psycho" e soprattutto "Intrigo internazionale".
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tarantinofan96
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lunedì 24 marzo 2014
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la realizzazione di psyco raccontata con ironia
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Film che racconta la realizzazione di Psyco: il regista più famoso in quel periodo Alfred Hitchcock cerca ispirazione per il suo prossimo film dopo il successo di Intrigo Internazionale. Lo trova leggendo il libro Psycho tratto dalla vera storia del serial killer Ed Gein. Hitchcock vuole fare di Psycho il suo prossimo film, ma la Paramount e la censura sono contro di lui così il regista decide di finanziarsi il film da solo vendendo al casa e dopo dure lotte contro i produttori riuscirà a finire Psyco anche grazie all'aiuto della moglie. Il film, nonostante l'abbiano fatto uscire in 2 sale soltanto, divenne il suo più grande successo commerciale. Sacha Gervasi prende ispirazione dal libro di Stephan Rebello "Come Hitchcock ha realizzato Psyco" e crea un godibilissimo e interessante bio-pic con toni da commedia nera.
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Film che racconta la realizzazione di Psyco: il regista più famoso in quel periodo Alfred Hitchcock cerca ispirazione per il suo prossimo film dopo il successo di Intrigo Internazionale. Lo trova leggendo il libro Psycho tratto dalla vera storia del serial killer Ed Gein. Hitchcock vuole fare di Psycho il suo prossimo film, ma la Paramount e la censura sono contro di lui così il regista decide di finanziarsi il film da solo vendendo al casa e dopo dure lotte contro i produttori riuscirà a finire Psyco anche grazie all'aiuto della moglie. Il film, nonostante l'abbiano fatto uscire in 2 sale soltanto, divenne il suo più grande successo commerciale. Sacha Gervasi prende ispirazione dal libro di Stephan Rebello "Come Hitchcock ha realizzato Psyco" e crea un godibilissimo e interessante bio-pic con toni da commedia nera. Gervasi insiste molto sul particolare rapporto tra il famoso regista e sua moglie durante la realizzazione del film e sull'ossessione di Hitchcock per le ragazze bionde che andrà a complicare la sua relazione con la moglie, per poi ristabilirsi verso al fine, quando anche grazie a lei andrà in porto la realizzazione di Psyco. Nel film Hitchcock viene descritto come un uomo ironico e molto incline al sarcasmo e continuamente perseguitato da incubi in cui vede e parla con Ed Gein. Sicuramente alcune parti sono state romanzate, ma lo stile con cui il film è realizzato (i discorsi che fa il regista all'inizio e alla fine del film fanno sembrare di essere in uno dei suoi famosi trailer per promuovere i suoi film) e le splendide performance degli attori(su tutti Hopkins e la Mirren) lo rendono uno dei più interessanti e più originali dell'anno.
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rita branca
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domenica 4 maggio 2014
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"il brivido del bello" di rita branca
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Hitchcock (2012) film di Sacha Gervasi con Helen Mirren, Anthony Hopkins, Scarlett Johansson, James D’Arcy, Toni Colette, Danny Huston, Jessica Biel, Michael Wincott, ecc.
Elegantissimo film basato sull'omonimo best seller di Stephen Rebello, ispirato alla vita del grande Alfred Hitchcock, nella fase in cui lavorava a "Psycho", uno dei suoi ben noti capolavori, pietra miliare del brivido nella storia del cinema.
Ciò che colpisce in quest’opera di Sacha Gervasi è l’assoluta assenza della banalità, e invece la presenza del bello nei dialoghi intelligenti, nella fotografia, nell’opportuna colonna sonora e la stupefacente interpretazione da parte dei protagonisti, in particolare di Helen Mirren, nel ruolo della moglie Alma Reville, Anthony Hopkins in quello di Alfred e Scarlett Johansson, in quello di Janet Lee, l’attrice che aveva interpretato il ruolo della vittima in Psycho, che superano sé stessi, impresa non facile.
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Hitchcock (2012) film di Sacha Gervasi con Helen Mirren, Anthony Hopkins, Scarlett Johansson, James D’Arcy, Toni Colette, Danny Huston, Jessica Biel, Michael Wincott, ecc.
Elegantissimo film basato sull'omonimo best seller di Stephen Rebello, ispirato alla vita del grande Alfred Hitchcock, nella fase in cui lavorava a "Psycho", uno dei suoi ben noti capolavori, pietra miliare del brivido nella storia del cinema.
Ciò che colpisce in quest’opera di Sacha Gervasi è l’assoluta assenza della banalità, e invece la presenza del bello nei dialoghi intelligenti, nella fotografia, nell’opportuna colonna sonora e la stupefacente interpretazione da parte dei protagonisti, in particolare di Helen Mirren, nel ruolo della moglie Alma Reville, Anthony Hopkins in quello di Alfred e Scarlett Johansson, in quello di Janet Lee, l’attrice che aveva interpretato il ruolo della vittima in Psycho, che superano sé stessi, impresa non facile.
Niente è fuori luogo e lo spettatore ne è affascinato dalla prima all’ultima sequenza.
Il bravissimo Sacha Gervasi, con la profondità che contraddistingue il cinema inglese, mette in scena non solo l’artista all’opera, con i tormenti che lo lacerano, ma anche l’uomo con tutte le sue debolezze, sostenuto però da una donna meravigliosa, senza la quale, lo ammette lui stesso, forse i capolavori che deliziano da diverse generazioni gli amanti del brivido e del buon cinema, non sarebbero stati tali.
Pregevole anche il doppiaggio in italiano.
Un film da non perdere!
Applausi, applausi, applausi!
Rita Branca
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dandy
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giovedì 19 novembre 2015
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gradevole bio-pic.
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Dal libro di Stephen Rebello "Hitchcock-L'incredibile storia di Psycho",il resoconto sontuoso e piuttosto appassionante della realizzazione di uno dei film più celebri del "maestro del brivido".Curata ricostruzione d'epoca,cast ben truccato ed azzeccato(la Johansson però fa pensare più a Marylin Monroe)e prevedibili(ma non irrispettosi)aneddoti sul geniale protagonista:la golosità sfrenata,l'accattivante arroganza,la paranoia verso la moglie che malsopporta amorevolmente(e che lo sostiene contro tutto e tutti),l'ossessione per le bionde,e persino un accenno alla scopofilia strombazzata da Kenneth Anger nel suo "Hollywood Babilonia 2".
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Dal libro di Stephen Rebello "Hitchcock-L'incredibile storia di Psycho",il resoconto sontuoso e piuttosto appassionante della realizzazione di uno dei film più celebri del "maestro del brivido".Curata ricostruzione d'epoca,cast ben truccato ed azzeccato(la Johansson però fa pensare più a Marylin Monroe)e prevedibili(ma non irrispettosi)aneddoti sul geniale protagonista:la golosità sfrenata,l'accattivante arroganza,la paranoia verso la moglie che malsopporta amorevolmente(e che lo sostiene contro tutto e tutti),l'ossessione per le bionde,e persino un accenno alla scopofilia strombazzata da Kenneth Anger nel suo "Hollywood Babilonia 2".L'idea di Hitch che interagisce con Ed Gein durante la lavorazione del film(un somigliantissimo Michael Wincott),e che immagina di accoltellare i suoi nemici sotto la doccia è goffa,ma c'è un'analisi accurata dell'impatto che "Psycho" ha avuto sull'America del'60.Bella e con una certa tensione la scena dove il regista attende fuori dalla porta della sala cinematografica aspettando le reazioni del pubblico d'anteprima alla scena della doccia.Lo "Psycho" vero e proprio non viene mai mostrato per questione di diritti.Ironica rivelazione finale su quale sarà il prossimo grande film del regista.Riuscito ed efficace,da vedere per chi ama Hitchcock.Ralph Macchio è Joseph Stefano.
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