silviami
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giovedì 7 marzo 2013
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eccessi gratuiti
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Arrogante e cruda rappresentazione della vita adolescenziale americana in cui divertimento diventa sinonimo di trasgressione totale. Ossessionate dal divertimento e dalla voglia di rompere la routine quotidiana della scuola e dello studio, quattro ragazze americane decidono di "staccare" alla volta della Florida, immaginando una "nuova vita" per "ritrovare se stesse". Dopo aver compiuto violentemente una rapina per guadagnarsi i soldi per il soggiorno, le quattro ragazze partono emozionate ed eccitate. Appena arrivate appagano subito il loro desiderio di "divertimento" che implica una permanente sbornia abusando illimitatamente di alcool e ricorrendo anche a droghe.
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Arrogante e cruda rappresentazione della vita adolescenziale americana in cui divertimento diventa sinonimo di trasgressione totale. Ossessionate dal divertimento e dalla voglia di rompere la routine quotidiana della scuola e dello studio, quattro ragazze americane decidono di "staccare" alla volta della Florida, immaginando una "nuova vita" per "ritrovare se stesse". Dopo aver compiuto violentemente una rapina per guadagnarsi i soldi per il soggiorno, le quattro ragazze partono emozionate ed eccitate. Appena arrivate appagano subito il loro desiderio di "divertimento" che implica una permanente sbornia abusando illimitatamente di alcool e ricorrendo anche a droghe. Il tema del sesso è presentato in modo crudo e fa delle quattro protagoniste delle ragazze volgari e antifemminili, pronte a vendersi a chiunque, pur di provare continue nuove esperienze. Tuttavia solo una delle ragazze si rende conto dell'eccessiva trasgressione e pericolosità che stanno vivendo e, dopo esser state in carcere una notte per aver consumato droga, decide di lasciare le tre amiche che, invece, sembrano convinte a voler restare anche dopo aver conosciuto il pusher che le "salvò" dal carcere. Continua è la mercificazione della donna, rappresentata sempre nei suoi aspetti più volgari e brutali, ridotta a strumento di piacere e di godimento per gli uomini, come continuo è il capovolgimento dei valori, il cui antagonista si veste di esaltazione e fascino. L'inquietante scenario in cui si ambienta la vicenda culmina alla fine del film, in cui trionfano le "bad girls", le ragazze trasgressive e trasandate, ossessionate dal sesso e dalla droga, senza un obbiettivo nella vita e che non sanno nemmeno il valore della propria tanto che la mettono più volte a repentaglio ma senza paura, anzi con orgoglio e fierezza. Gli eccessi, nelle scene e negli intenti trasgressivi di questo gruppo di ragazzine, sono costantemente gratuiti e senza fondamento e questo rende il film, a mio parere, assolutamente sgradevole e pesante.
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[+] eccessi gratuiti(di ignoranza)
(di marco cosaro)
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[+] se posso,
(di schism)
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cianoz
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domenica 21 luglio 2013
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film di rara bruttezza
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Questo film non è semplicemente brutto. E' uno di quei film che mettono a dura prova la memoria per farne venire in mente uno di PIU' brutto. La tematica dei teen agers insofferenti a una vita troppo piatta e regolata che cercano lo sballo non è un filone esattamente nuovo, ma l'ennesimo tentativo di raccontarla ci può anche stare. Ma Spring Breakers è un film del tutto insulso, nulla di più che un collage di scene scontate che riprendono giovani in festa che non raccontano assolutamente niente e che riempiono il 90% del film. Sceneggiatura ridotta all'osso, sviluppo sbrindellato e pieno di buchi e che non genera nessun interesse in nessun punto della storia (che di fatto non esiste, dato che un conto è il "plot", il soggetto di un film, un altro è la sceneggiatura, lo sviluppo per esteso).
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Questo film non è semplicemente brutto. E' uno di quei film che mettono a dura prova la memoria per farne venire in mente uno di PIU' brutto. La tematica dei teen agers insofferenti a una vita troppo piatta e regolata che cercano lo sballo non è un filone esattamente nuovo, ma l'ennesimo tentativo di raccontarla ci può anche stare. Ma Spring Breakers è un film del tutto insulso, nulla di più che un collage di scene scontate che riprendono giovani in festa che non raccontano assolutamente niente e che riempiono il 90% del film. Sceneggiatura ridotta all'osso, sviluppo sbrindellato e pieno di buchi e che non genera nessun interesse in nessun punto della storia (che di fatto non esiste, dato che un conto è il "plot", il soggetto di un film, un altro è la sceneggiatura, lo sviluppo per esteso). Il tutto condito da una regia e un montaggio mediocri e una bella dose di stereotipi sui gangsters e sulla malavita made in USA, qui in versione imitazione ridicola rispetto ai veri film del genere. La valutazione di una stella è dovuta alla mancanza della scelta "zero stelle".
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[+] mito
(di roronoa00)
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(di nezumiiro)
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[+] ti intendi poco di cinema
(di gmei76)
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starbuck
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domenica 9 settembre 2012
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vai harmony! che puoi far di meglio
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Nel paese dei balocchi del terzo millennio disegnato Da Harmony Korine non ci si svglia con le orecchie d'asino, ma bensì al volante di una fiammante Lamborghini; vacanze di primavera vuol dire essere belle giovani e spregiudicate e ballare sulla spiaggia seminude scolandosi quantità incommensurabili di alcolici mimando atti erotici con un'improbabile schiera di ragazzi privi di qualsiasi personelità pronti a fare da "idranti metaforici" su corpi provocatoriamente esposti ma mai realmente disponibili. Niente surf, niente vela, niente tramonti "...accoccolati ad ascoltare il mare...", niente... parole, ma nemmeno niente orgasmi reali.
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Nel paese dei balocchi del terzo millennio disegnato Da Harmony Korine non ci si svglia con le orecchie d'asino, ma bensì al volante di una fiammante Lamborghini; vacanze di primavera vuol dire essere belle giovani e spregiudicate e ballare sulla spiaggia seminude scolandosi quantità incommensurabili di alcolici mimando atti erotici con un'improbabile schiera di ragazzi privi di qualsiasi personelità pronti a fare da "idranti metaforici" su corpi provocatoriamente esposti ma mai realmente disponibili. Niente surf, niente vela, niente tramonti "...accoccolati ad ascoltare il mare...", niente... parole, ma nemmeno niente orgasmi reali. Solo una sincopata e noiosa ostentazione. Tutto questo a qualsiasi costo: rapina, violenza. La repressione è limitata alla burocratica concessione di essere liberate dal carcere attraverso il pagamento della cauzione da parte di un noto narcotrafficante che ambisce a trasformare le vacanze delle nostre eroine in un perverso e criminale connubio. Ma si da il caso che l'angelo nero in questione sia James Franco in una delle sue più riuscite interpretazioni (parafrasando il Bonvi) e così, un film inesistente è salvo. Le "Pussy riot de noartri" non andranno mai a stringere bulloni della transiberiana come quelle originali, ma si sollazzeranno con il nostro gangster delle favole fino a farlo ammazzare da un gangster vero dopo averlo costretto ad un rapporto orale con delle pistole ed esserglisi appiccicate addosso come patelle su uno scoglio in una piscina (unica scena, c'è da dire, con un'autentica carica erotica), quindi baciato e lasciato lì cadavere, poi, tutti a casa. Tutto questo intramezzato da rapine e voiolenze varie perpetrate esplicitamente per gioco. Che sollievo assistere al contrasto fra l'intimità del boss avversario di Alien-James Franco incartato nelle sue ninfette, che boccheggiando si fa da solo la telecronaca del suo amplesso con due clamorose ciccione e che prima di farsi trucidare dalle nostre due Trilly malefiche si fa il bagno in una megavasca avvolto nella schiuma con una stupefacente collana d'oro delle dimensioni della catena dell'ancora di un vaporetto con un pendaglio a forma di cono gelato. Vai Harmony! Che puoi far di meglio!
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peer gynt
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venerdì 7 settembre 2012
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la ballata di britt e candy
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Con un'enorme voglia di cambiare la solita routine casa-scuola, quattro studentesse americane rapinano un ristorante per far su quattro soldi e si catapultano in Florida a passare le vacanze di primavera. Arrestate per aver preso parte a festini a base di alcool e droga, vengono liberate dallo spanato rapper (e pusher) Al detto Alien, che paga loro la cauzione, conquistato dalla spudorata incoscienza delle quattro in bikini. Tatuato, con i denti metallici e la casa piena di armi e droga, Al fa entrare le ragazzine nel suo mondo. Ne perde per strada due (la timida Faith, che non vuole scoprire il suo lato oscuro e torna a casa col primo autobus, e la meno scatenata Cotty, ferita da un colpo d'arma da fuoco) ma continua il suo viaggio con Britt e Candy, che malgrado i nomi pop e caramellosi sono una premiata ditta Bonnie & Bonnie (Parker, ovviamente).
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Con un'enorme voglia di cambiare la solita routine casa-scuola, quattro studentesse americane rapinano un ristorante per far su quattro soldi e si catapultano in Florida a passare le vacanze di primavera. Arrestate per aver preso parte a festini a base di alcool e droga, vengono liberate dallo spanato rapper (e pusher) Al detto Alien, che paga loro la cauzione, conquistato dalla spudorata incoscienza delle quattro in bikini. Tatuato, con i denti metallici e la casa piena di armi e droga, Al fa entrare le ragazzine nel suo mondo. Ne perde per strada due (la timida Faith, che non vuole scoprire il suo lato oscuro e torna a casa col primo autobus, e la meno scatenata Cotty, ferita da un colpo d'arma da fuoco) ma continua il suo viaggio con Britt e Candy, che malgrado i nomi pop e caramellosi sono una premiata ditta Bonnie & Bonnie (Parker, ovviamente). Un'autoironia scanzonata e la totale mancanza di una qualsiasi pretesa sociologica salvano il film e lo proiettano in quel raro e difficile genere filmico che è la ballata sulla violenza. E che di ballata si tratti lo dimostra il tappeto ritmico-musicale che tutto avvolge e l'inatteso finale, assurdo e inverosimile, che mostra come per le due ragazzine-valchirie la vita non è un film (metafora ormai vecchia e superata), ma un videoclip di Youtube.
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xxseldonxx
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martedì 12 marzo 2013
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decadenza e redenzione della "generazione vuota"
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Lo "Spring Break" è la pausa di primavera che tutti gli studenti americani attendono: una settimana di divertimento sfrenato, lontano dalle famiglie e dalla routine scolastica e religiosa. Brit, Candy, Cotty e Faith, amiche di vecchia data, non vedono l'ora di partire, ma i risparmi di un anno non bastano per una settimana nelle affollatissime spiagge della Florida: decidono così di rapinare un piccolo ristorante. Ottenuti i soldi e giunte a destinazione, le quattro passano una giornata di delirio insieme a tanti altri studenti, tra musica, schiuma, alcool a fiumi, droga e sesso, al termine della quale vengono arrestate per possesso di stupefacenti; a pagar loro la cauzione e a prenderle sotto la sua ala protettrice è il rapper-gangster Al "Alien", che porterà Faith e Cotty, spaventate dalle parole e dai proiettili, a lasciare il gruppo, mentre Brit e Candy rimangono sempre più legate al criminale dai denti d'argento e, a discapito dei loro nomi zuccherosi, impugnano le armi insieme a lui contro il suo pericoloso rivale, Archie.
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Lo "Spring Break" è la pausa di primavera che tutti gli studenti americani attendono: una settimana di divertimento sfrenato, lontano dalle famiglie e dalla routine scolastica e religiosa. Brit, Candy, Cotty e Faith, amiche di vecchia data, non vedono l'ora di partire, ma i risparmi di un anno non bastano per una settimana nelle affollatissime spiagge della Florida: decidono così di rapinare un piccolo ristorante. Ottenuti i soldi e giunte a destinazione, le quattro passano una giornata di delirio insieme a tanti altri studenti, tra musica, schiuma, alcool a fiumi, droga e sesso, al termine della quale vengono arrestate per possesso di stupefacenti; a pagar loro la cauzione e a prenderle sotto la sua ala protettrice è il rapper-gangster Al "Alien", che porterà Faith e Cotty, spaventate dalle parole e dai proiettili, a lasciare il gruppo, mentre Brit e Candy rimangono sempre più legate al criminale dai denti d'argento e, a discapito dei loro nomi zuccherosi, impugnano le armi insieme a lui contro il suo pericoloso rivale, Archie.
Dopo dei titoli di testa in stile "Drive", Korine apre violentemente questo suo sesto lungometraggio con una lunga sequenza in cui vengono mostrate, sulle note della sgargiante "Scary monsters and nice sprites" di Skrillex (che firma la maggior parte dei brani della colonna sonora), sfrenate feste in spiaggia e una marea di teenagers in costume; il messaggio è chiaro e il rapper Alien lo ribadisce presto, da un palco circondato da giovani festanti: siamo entrati in un altro mondo, in un altro pianeta, "questa non è realtà". In questo paese dei balocchi, in questo inferno travestito da paradiso, le quattro ragazze vivono all'insegna del narcisismo e della ricerca del piacere fine a sé stesso; "trasgressione" è la parola d'ordine: trasgressione delle regole morali, civili e penali, un indefinito desiderio di contrastare gli ideali istituiti semplicemente liberandosene ed evitando di sostituirli con qualcosa che non sia una selvaggia spinta primitiva. Ed è da questo punto di vista che il regista sceglie di osservare il mondo americano, dipingendone uno spaccato impietoso ma al tempo stesso accattivante, proprio perché osservato dagli occhi di giovani ribelli; tutto il film è basato sul contrasto: sul contrasto dei colori ipersaturi dei bikini, delle luci al neon e dei filtri usati dalla telecamera; sul contrasto tra immagini di cieli arrossati dal tramonto e spiagge deserte in stile Malik e la baraonda di musica violenta e di corpi ridondanti; sul contrasto tra le ragazze trasgressive che rapinano un fast-food e quelle stesse ragazze che chiamano ripetutamente e sinceramente la nonna per invitarla a venire "nel posto più spirituale in cui sia mai stata".
In quel delirio appena placato dalle forze dell'ordine, si inserisce la figura di Alien (interpretato da un magnifico James Franco, che qui fornisce un'altra prova del suo abile trasformismo), la cui figura acuisce ancora di più l'evidente nichilismo della nuova gioventù americana e, di conseguenza, della nuova gioventù mondiale: la sua camera da letto, riempita di armi, soldi, droghe e vestiti, tanto da coprire e rendere inutilizzabile perfino il materasso, ne è l'immagine perfetta. Il classico sogno americano è qui riletto e spogliato di qualsiasi etica o morale; il mito della "vergine guerriera" ci accompagna per tutta la durata del film, rappresentato da quelle giovani che alla fine, nell'assalto alla villa del rivale, divengono loro stesse idealizzate: il loro viaggio, iniziato con la violenza, con la violenza si chiude e loro riemergono redente, diventate per davvero adulte e portatrici di un ideale, da quell'inferno in cui sono entrate e che alla fine hanno distrutto ("voglio studiare, voglio diventare una brava ragazza"). La loro avventura è però personale e non riguarda il mondo giovanile nel suo complesso, che l'ultima sequenza ci mostra ancora intento a festeggiare sulla riva del mare: ognuno è libero di scegliere, ma non è facile decidere di "andarsene" e le mani delle due "fuggitive" che accarezzano nostalgicamente il finestrino del pullman sono là a ricordarcelo.
Dal punto di vista tecnico il film è decisamente originale: oltre alle immagini movimentate e ai colori sgargianti, si fa senz'altro notare il montaggio, costruito caoticamente e intriso di rapide visioni del futuro che verrà, non contestualizzate e al momento incomprensibili; raramente vediamo i personaggi parlare: le loro voci sono quasi sempre fuori campo, accompagnate da altre immagini, e questo aumenta la sensazione di essere in un mondo onirico, staccato dalla realtà razionale; perfino alcune battute vengono ripetute anche quattro-cinque volte, come in un delirio incosciente o in una ballata. L'abile regia di Korine si dimostra capace di realizzare un film dalle mille sfaccettature, caratterizzato da continui cambi di velocità e di stile: dal virtuosissimo piano sequenza della rapina, alla toccante scena del pianoforte e dei kalashnikov, dalle scene di festa in stile videoclip, agli impressionistici tramonti.
"Spring Breakers" è dunque un film coraggioso e dissacrante con una narrazione fuori dal comune, capace di dividere critica e pubblico, ma indubbiamente riuscito nel suo intento: dipingere un graffiante affresco delle nuove generazioni svuotate di ogni ideale.
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luca tessarin
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giovedì 16 maggio 2013
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sogni adolescenziali
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C’è chi diceva che Korine fosse uno squilibrato, chi sosteneva fosse un genio, e c’è anche chi pensava che tutte le sue cartucce di esasperata stravaganza le avesse sparate con “Gummo” e adesso fosse con le spalle al muro, schiacciato da eroi, supereroi e tecnologia. Invece Korine è riemerso, e lo ha fatto sulle calde spiagge della Florida, a bordo di una Camaro del ‘90 (uno dei modelli più Kitsch) guidata da uno squilibrato James Franco con i denti di metallo. Selena Gomez appena finite le riprese si presenta con vestiti succinti al David Letterman e afferma: “dopo aver recitato in questa pellicola sono più che certa che non manderò mai i miei figli allo Spring Break”.
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C’è chi diceva che Korine fosse uno squilibrato, chi sosteneva fosse un genio, e c’è anche chi pensava che tutte le sue cartucce di esasperata stravaganza le avesse sparate con “Gummo” e adesso fosse con le spalle al muro, schiacciato da eroi, supereroi e tecnologia. Invece Korine è riemerso, e lo ha fatto sulle calde spiagge della Florida, a bordo di una Camaro del ‘90 (uno dei modelli più Kitsch) guidata da uno squilibrato James Franco con i denti di metallo. Selena Gomez appena finite le riprese si presenta con vestiti succinti al David Letterman e afferma: “dopo aver recitato in questa pellicola sono più che certa che non manderò mai i miei figli allo Spring Break”. Già, ma lo dice con il sorriso sotto il fondotinta, perché forse anche a lei, come a qualsiasi adolescente, certe cose non dispiacciono. Inutile scandalizzarsi, inutile fare retorica e perbenismo, Korine non fa altro che estremizzare i sogni di molti ragazzi dei giorni nostri: la festa, lo sballo e l’alcool che scivola sui corpi abbronzati delle fanciulle, lavando via giudizi e morali paterne. Certo è duro, pesante, antieducativo, ma in fondo come si doveva rappresentare uno Spring Break? Con una timida birra in discoteca e un bacetto alla propria fidanzatina? Quella semmai è la normalità, il college, la vita nei mesi di studio o lavoro. Korine prende delle adolescenti che rappresentano la faccia "pulita" dell’America (la scelta di attrici come la Gomez e la Hudgens non è stata fatta a caso), le manda allo Spring Break ed estremizza (ma neanche più di tanto) la voglia di sregolatezza insita nei giovani. Il finale è forse un po’ grottesco e surreale, ma calza a pennello con il meccanismo di estrema rappresentazione del sogno adolescenziale, che prende forma al di fuori della mente, elevandosi in maniera esponenziale e mettendo a nudo i desideri più repressi, che si mostrano al mondo esterno in tutto il loro riluttante degrado.
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flyanto
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lunedì 11 marzo 2013
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quattro bad girls pronte a tutto in vacanza
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Film in cui 4 ragazze studentesse al college si adoperano in tutti i modi al fine di racimolare il denaro con cui andare in una località balneare in Florida per le vacanze pasquali (di Primavera, appunto). Vi riusciranno rapinando un fast food e, una volta arrivate nella località tanto agognata, parteciperanno a tutte le feste trasgressive o meno a base di alcool e sesso facile, conoscendo altri/e coetanei/e ed adottando uno stile di vita e di comportamento sempre più spavaldo e spregiudicato. Dopo anche una breve esperienza di una o due notti in carcere, esse vi usciranno grazie alla cauzione loro pagata di uno strano individuo, rapper e spacciatore, più grande di loro e da qui le 4 ragazze continueranno a salire (o discendere?) la china della sregolatezza e della trasgressione estrema, sino ad arrivare addirittura al crimine.
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Film in cui 4 ragazze studentesse al college si adoperano in tutti i modi al fine di racimolare il denaro con cui andare in una località balneare in Florida per le vacanze pasquali (di Primavera, appunto). Vi riusciranno rapinando un fast food e, una volta arrivate nella località tanto agognata, parteciperanno a tutte le feste trasgressive o meno a base di alcool e sesso facile, conoscendo altri/e coetanei/e ed adottando uno stile di vita e di comportamento sempre più spavaldo e spregiudicato. Dopo anche una breve esperienza di una o due notti in carcere, esse vi usciranno grazie alla cauzione loro pagata di uno strano individuo, rapper e spacciatore, più grande di loro e da qui le 4 ragazze continueranno a salire (o discendere?) la china della sregolatezza e della trasgressione estrema, sino ad arrivare addirittura al crimine. Se erano già delle "bad girls" in erba, alla fine della tanto desiderata vacanza lo saranno consacrate a tutti gli effetti.
Un film, per ciò che concerne la trama, forse, un pò assurdo ed irreale in quanto è poco credibile il fato che delle ragazze, sia pure molto sveglie e senza scrupoli possano essere così preparate ad affrontare delle azioni criminali (seppure ben guidate da chi sta loro intorno molto più più esperto), riuscendovi sempre con successo e soprattutto vincitrici su personaggi che sono altamente organizzati nonchè criminali incalliti di professione. Ma quello che il regista vuole descrivere, sia pure esagerando, è una certa parte di gioventù che vive, prima dell'età matura vera e propria, senza ideali se non lo sballo, l'alcool ed il sesso ed il guadagno facile. Ed in quest'ottica la pellicola diviene accettabile. Essa è concepita come un video-clip, seducente soprattutto per ciò che concerne la bellissima fotografia e la fresca bellezza fisica delle 4 protagoniste. Da menzionare, inoltre, James Franco nel suo ruolo di demone perverso ed immorale talmente convincente da risultare qui, a mio parere, in ujna delle sue maggiormente riuscite performances come attore. Un film, in definitiva, molto particolare e da consigliare però esclusivamente a chi non si scandalizza troppo di alcune situazioni effettivamente un pò forti e piuttosto spregiudicate.
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il recensore
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mercoledì 25 dicembre 2013
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rigor mortis
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Bikini, passamontagna e mitragliette, fascino dell'ingordo e del contro-voglia, allucinazione collettiva e stroboscopica , “desiderio senza desiderio”: è l'america marcia di Korine, e la sua personale rivincita cinematografica anni dopo “Kids”. Ha un andamento immoto Spring Breakers: il “forever” , onnipresente , è l'indelebile mantra di una pellicola che si trasmuta continuamente in ripetizione, richiamo, flashback/flashforward e dove tutto è statico, fermo, s-vissuto. La primavera viene subito dopo l'inverno/fallimento del sogno Americano, della generazione del 3000 strafatta di media prima ancora che di droga e di alcol. L'operazione messa in atto dal regista è esemplare: sottratte dall'universo patinato e buonista del marchio “Disney”, le quattro eroine ( Selena Gomez, Vanessa Hudgens, Ashley Benson e Rachel Korine) diventano il manifesto (neo)pop dei teenager americani e del microcosmo-coloratissimo e finto- che li circonda.
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Bikini, passamontagna e mitragliette, fascino dell'ingordo e del contro-voglia, allucinazione collettiva e stroboscopica , “desiderio senza desiderio”: è l'america marcia di Korine, e la sua personale rivincita cinematografica anni dopo “Kids”. Ha un andamento immoto Spring Breakers: il “forever” , onnipresente , è l'indelebile mantra di una pellicola che si trasmuta continuamente in ripetizione, richiamo, flashback/flashforward e dove tutto è statico, fermo, s-vissuto. La primavera viene subito dopo l'inverno/fallimento del sogno Americano, della generazione del 3000 strafatta di media prima ancora che di droga e di alcol. L'operazione messa in atto dal regista è esemplare: sottratte dall'universo patinato e buonista del marchio “Disney”, le quattro eroine ( Selena Gomez, Vanessa Hudgens, Ashley Benson e Rachel Korine) diventano il manifesto (neo)pop dei teenager americani e del microcosmo-coloratissimo e finto- che li circonda. James Franco è l'idolo, cattivo privato del carisma, pedina/preludio ma non epilogo: nulla è destinato a conclusione, “Spring break forever !” ! La fotografia riprende gli stilemi del videoclip: ne è sintesi ed estrema scarnificazione , estetica del contemporaneo, exploitation e continua fagocitosi. Forse per questo in Italia il film è stato vittima di una distribuzione che lo ha scarnificato, rendendolo appetibile solo ad una platea di adolescenti/zombie (per dirla alla Carmelo Bene) perplessi, in-capaci di riconoscersi nella pellicola; decenni dopo Arancia meccanica “s.b.” ne conserva la dinamica e l'estetica ( [...]quell’America che fa di Scarface la Cura Ludovico Van-scrive Pontiggia) . Nell'esibizione continua del corpo- merce di scambio in-organica, non più che oggetto su cui “sniffare” - è esclusa qualsiasi rappresentazione del sesso: fascino dell'illusione e dell'allusivo, archetipo della nuova tv-quella “che piace” ( non esiste il subliminale, è tutto palese). In fase di regia il film è luciferino, non vi è dettaglio superfluo né piacere della/nella decorazione: tutto è ripreso, riproposto e (ri)combinato in un continuo rigor mortis, dove ogni involuzione/rivoluzione è una ripresa/variazione sul tema e ci si muove solo per illusione. Per comprenderne completamente la straordinaria potenza dovremmo aspettare decenni, per ora ci limitiamo a contemplarlo, ammutoliti. E a coloro che hanno giudicato il film immorale, rispondiamo come farebbe Stendhal: “(...)E l'uomo che porta lo specchio nella sua gerla sarà da voi accusato di essere immorale! Lo specchio mostra il fango e voi accusate lo specchio! Accusate piuttosto la strada in cui è il pantano, e più ancora l'ispettore stradale che lascia ristagnar l'acqua e il formarsi di pozze.”
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renato volpone
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lunedì 11 marzo 2013
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la primavera spezzata
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La cinepresa punta lo sguardo su quattro ragazzine annoiate che, sotto l'effetto di fumi narcotizzanti, si improvvisano rapinatrici. Violenza, sesso, disgusto. Un disgusto aiutato da riprese ondeggianti, colori sfumati e caleidoscopici, musiche ondeggianti, che provocano un senso di nausea e disagio. Le ragazzine incontrano un James Franco che, lasciati i panni del Mago di Oz, diventa Alien, il loro mentore dell'illegalità, trascinandole in un vortice inarrestabile di violenza e di degrado. Faith e Cotty fuggiranno ben presto spaventate dalla sensuale seduzione di Alien e dall'odore della polvere da sparo.
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La cinepresa punta lo sguardo su quattro ragazzine annoiate che, sotto l'effetto di fumi narcotizzanti, si improvvisano rapinatrici. Violenza, sesso, disgusto. Un disgusto aiutato da riprese ondeggianti, colori sfumati e caleidoscopici, musiche ondeggianti, che provocano un senso di nausea e disagio. Le ragazzine incontrano un James Franco che, lasciati i panni del Mago di Oz, diventa Alien, il loro mentore dell'illegalità, trascinandole in un vortice inarrestabile di violenza e di degrado. Faith e Cotty fuggiranno ben presto spaventate dalla sensuale seduzione di Alien e dall'odore della polvere da sparo. Resteranno Britt e Candy che si lasceranno trasportare alla deriva in un sogno proibito di una generazione senza più valori e punti di riferimento. L'assenza dei genitori viene sostituita da macabri figuri che al ritmo di musiche alla "profondo rosso" porteranno nelle ragazze un vuoto interiore incolmabile. Lo "spring break" non sarà più solo la vacanza di primavera, ma la rottura della primavera adolescenziale. Specchio di una società moderna che non si cura più dei propri figli, come già avviene in tante realtà di bambini soldato. Delirante, allucinogeno, sensualmente sconvolgente, ballando la violenza sul ritmo di una canzone dolcissima, diventa icona di una generazione senza futuro. Il doppiaggio "terrificante" purtroppo distrugge tutta la parte verbale e recitativa del film che è fondamentale per costruire con i suoni e le immagini la tensione della storia. Consigliabile solo ad un pubblico adulto.
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crabiele
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venerdì 23 maggio 2014
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spaccato visionario della genera
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Tutti si aspettavano il classico filmetto a base di feste, sballo, relazioni sentimentali, amicizie, e tutto è bene quel che finisce bene. Il trailer, le prime immagini, il cast, avevano fatto pensare così. Adesso capisco i commenti negativi delle ragazzine incazzate del tipo“ridatemi i miei soldi” “che cagata di film”.
Un film che per molti può essere difficile da digerire. A molti, a moltissimi non piacerà sicuramente. Quelli che nei film cercano sempre un senso, quelli a cui non piace Drive perché ci son troppi silenzi e il protagonista non parla, lo odieranno.
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Tutti si aspettavano il classico filmetto a base di feste, sballo, relazioni sentimentali, amicizie, e tutto è bene quel che finisce bene. Il trailer, le prime immagini, il cast, avevano fatto pensare così. Adesso capisco i commenti negativi delle ragazzine incazzate del tipo“ridatemi i miei soldi” “che cagata di film”.
Un film che per molti può essere difficile da digerire. A molti, a moltissimi non piacerà sicuramente. Quelli che nei film cercano sempre un senso, quelli a cui non piace Drive perché ci son troppi silenzi e il protagonista non parla, lo odieranno.
Regia azzeccata, fotografia bellissima, coloratissima coi colori delle luci dei locali e dei bikini. Un montaggio assurdo, non lineare, con scene che si scambiano di posto, battute ripetute, dialoghi quasi assenti, e poi tanto alcol, tanta droga, perversioni, violenza.
Un vortice incredibile in cui cadono e restano intrappolate le 4 protagoniste, troppo fighe tra l’altro.
Queste ragazze partono verso la Florida per le vacanze di primavera. Pensano solo a quello. Il loro obiettivo è solo uno:spaccarsi ammerda. Vogliono andarci perché credono che lì ci sia la loro salvezza, la possibilità di fuggire dalla scuola, dalla vita di tutti i giorni, dalla noia, dalla solita routine diciamo.
Questo mi ha fatto ricordare un verso di ‘Fuori dal tunnel’ diCaparezza: “Si vive di momenti, tristi e divertenti, e non di momenti tristemente divertenti”.
Non c’è un vero e proprio messaggio in questo film, o meglio non è chiarissimo, non te lo spiattellano lì in modo palese. Lo sceglie lo spettatore. Ti dà spunti di riflessione. Perché comunque è una pellicola fatta per far incazzare, al regista non gliene frega un cazzo se a metà della gente non piace.
È altamente visiva, tanto.
Ed è attualissima.
Praticamente è lo specchio della generazione di adesso. Una generazione vuota, che pensa solo al divertimento fine a se stesso. Un divertimento che però non porta nulla di buono alla fin fine. Solo schifo.
Uno spaccato della realtà moderna fatto in modo vero, coerente con quello che vuole rappresentare.
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