birbo
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lunedì 18 marzo 2013
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era il clone di oliver stone
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Togliamo i bei panorami, le belle cittadine della California, belle sparatorie, alcune scene di sesso e poi ?? Oliver Stone si adegua ai tempi moderni dove la credibilità delle cose è un optional... personaggi, situazioni inverosimili, per non parlare del patetico doppio finale alla Breaking Down.... Le Belve, come Ted e Hunger Games, Il principe abusivo, i Soliti idioti specchio della decandenza dei tempi.
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de lorean
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mercoledì 13 marzo 2013
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oliver stone non mi ha convinto
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Tre amici, due ragazzi e una ragazza vivono insieme e insieme coltivano e spacciano marijuana in California.
Sembra tutto perfetto quando i trafficanti messicani decidono di fare affari con loro.
Rispondono di no, e qui cominciano i guai perchè i messicani rapiscono la ragazza per ricattarli.
Tanta, tanta violenza fine a se stessa, ma la tensione io non l'ho trovata, anzi non ho trovato nemmeno il ritmo.
L'unica cosa che ho trovato è stata la noia, specialmente nel primo tempo.
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luclinex
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martedì 12 marzo 2013
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inutile, irritante, banale, grande delusione
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Non predete 2 ore di tempo (sempre che le reggiate) a guardare questa insulsa, inutile, irritante accozzaglia di banalità.
Piuttosto, recuperatevi Traffic che è un gran filmone sul cartello della droga (sempre con Del Toro in ottima forma)
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cenox
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lunedì 4 marzo 2013
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azione e folliatra droga e "cartelli"
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A mio parere un bellissimo film è questo, considerando il piattume che di solito vi è al cinema, finalmente un film che esce dagli schemi, e vede non uno ma ben due protagonisti, due amici che sono queasi fratelli e addirittura si innamorano e condividono la stessa donna (una ragazza ricca interpretata dalla Lively). Già il triangolo amoroso è innovativo di per sè, ma pure la storia rimane coinvolgente, perchè i due sono diventati coltivatori e allo stesso tempo spacciatori della migliore marijuana della California (e forse del mondo!). Sono veramente bravi (pur nell'illegalità) in quello che fanno, sia nell'organizzazione che nel lavorare la materia, finchè un gruppo di malavitosi messicani non mettono gli occhi sul loro impero.
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A mio parere un bellissimo film è questo, considerando il piattume che di solito vi è al cinema, finalmente un film che esce dagli schemi, e vede non uno ma ben due protagonisti, due amici che sono queasi fratelli e addirittura si innamorano e condividono la stessa donna (una ragazza ricca interpretata dalla Lively). Già il triangolo amoroso è innovativo di per sè, ma pure la storia rimane coinvolgente, perchè i due sono diventati coltivatori e allo stesso tempo spacciatori della migliore marijuana della California (e forse del mondo!). Sono veramente bravi (pur nell'illegalità) in quello che fanno, sia nell'organizzazione che nel lavorare la materia, finchè un gruppo di malavitosi messicani non mettono gli occhi sul loro impero. Si scatenerà una guerra senza esclusione di colpi bassi, che metterà a dura prova il rapporto tra i protagonisti. Il regista inoltre regala un doppio finale per mettere d'accordo i gusti di tutti gli spettatori.
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purplerain
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domenica 24 febbraio 2013
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avvincente!!
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Il film di Stone è sicuramente una pellicola di quelle da annoverare tra i film da vedere, ma lungi dal definirla un capolavoro del genere, ovviamente!! Ci troviamo nè più nè meno di fronte ad un action-movie di ottima fattura che sembra racchiudere in alcuni punti uno stile Tarantiniano per poi calarsi, in alcuni frangenti, nel più basso stile horro e torture!! La sceneggiatura del film, curata in maniera ottimale per buona parte della durata del film, lascia alcune pecche strutturali evidenti, come ad esempio l'idea che un poliziotto corrotto, e fin qui nessuna novità, una volta resosi conto di essere vminacciato dal duo di trafficanti di droga, non decida di eliminarli, dal momento che si stavano rivelando troppo pericolosi!! Al di l&a
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Il film di Stone è sicuramente una pellicola di quelle da annoverare tra i film da vedere, ma lungi dal definirla un capolavoro del genere, ovviamente!! Ci troviamo nè più nè meno di fronte ad un action-movie di ottima fattura che sembra racchiudere in alcuni punti uno stile Tarantiniano per poi calarsi, in alcuni frangenti, nel più basso stile horro e torture!! La sceneggiatura del film, curata in maniera ottimale per buona parte della durata del film, lascia alcune pecche strutturali evidenti, come ad esempio l'idea che un poliziotto corrotto, e fin qui nessuna novità, una volta resosi conto di essere vminacciato dal duo di trafficanti di droga, non decida di eliminarli, dal momento che si stavano rivelando troppo pericolosi!! Al di là poi della storia del terzetto amoroso, geniale per idea ma di difficile attuazione nella realtà, il film ci conduce in un labirinto di azione pura, adrenalina a mille, attentati e torture che ci riportano alla memoria altri film di genere!! La contrapposizione dei due paesi, la California, vista come il Paradiso dove rifugiarsi, dove scappare quando le cose vanno male e il Messico, paese che è noto più per i cartelli della droga che per le belle spiagge e tutto il resto!! Questa forse rappresenta una pecca grave del film, che sembra quasi perdersi in una parentesi razziale per poi rialzarsi e mostrarci un doppio finale poco convincente e troppo buonista, dove tutti ottengono qualcosa e saluti e baci!! Tuttavia Stone si conferma come un regista semplice e complesso allo stesso tempo, che affronta il tema della droga dal punto di vista di chi la usa per divertirsi e per fare soldie che sebbene non abbia voglia di mettersi in GRANDE, non dovrebbe essere visto con gli occhi bonari: in fondo i tre ragazzi, sebbene non all'altezzza delle grandi multinazionali da "cartello della droga" restano dei drogati e degli spacciatori, non molto più bravi dei loro "concorrenti"!! Un finale da "piazza pulita" avrebbe reso giustizia a chi lotta la droga!!
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vigi75
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venerdì 22 febbraio 2013
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che belve!
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Secondo me sottovalutato! Il mymonetro a 2,78 è decisamente troppo basso per un film del genere.
Confermo il mio voto affermando che trattasi di un ottimo film
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lindo
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lunedì 18 febbraio 2013
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molto bello
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Come è possibile giudicare un film del genere, scontato, noioso, senza filo, scialbo etc etc.. a mio parere questo è un'altro ottimo prodotto del maestro STONE, un film che ti incolla per piu' di 2 ore, con "finale stupendo" e a colpo di scena.
vedetelo e non fatevi ingannare dai giudizi negativi, giudicate voi stessi.
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moulinsky
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martedì 12 febbraio 2013
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histoire d’o
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Belve, più corretto sarebbe stato tradurre l’inglese “savages” col bignabaricchiano barbari – tanto lo spunto antropologico si riduce al farsi le canne e a scannare e lo Stato di Natura, sul dizionario Winslow-Stone, è l’elementare livello primordiale dove giocare ai crudeli e ai brutali vivendo come bellissimi vanziniani selvaggi pieni di dané – visto che “Le belve” è l’omonimo pecoreccio film del ’71 con Ira Fürstenberg, Buzzanca e la Borboni e primitivi, più letterale, suonava male agli espertoni nazionali di marketing cinematografaro per le memorie, forse postume forse no, comunque omodiegetiche, della bionda Blake Lively, qui ragazza del clan, sirenetta di Laguna Blubeach, ma sempre assai gossip girl per vezzi, traumi infantili irrisolti, schizzinerie, sessualmente condivisa dal duo dei gelatai di fascia alta Ben&Chon, come li targetizza il sicario messicano Lado (un Benicio del Toro che sembra Brad Pitt col parruccone e i baffi da Pancho Villa), abili produttori di maria dop(e) e non di dozzinale gangia da Wall Mart, ribattezzandoli “caviale” e “niente di personale”, uno reduce killer dall’Aghanistan l’altro freak dal Congo, metallo freddo e legno caldo, terra e spirito, uno scopa l’altro fa l’amore (ahahah), probabilmente anche portatori di fatale attrazione gay oriented come sagacemente intuisce la narcos Elena e al dunque rivelano gli stessi deuteragonisti citando gli immortali Blues Brothers (“Te l’ho mai detto che ti voglio bene?”).
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Belve, più corretto sarebbe stato tradurre l’inglese “savages” col bignabaricchiano barbari – tanto lo spunto antropologico si riduce al farsi le canne e a scannare e lo Stato di Natura, sul dizionario Winslow-Stone, è l’elementare livello primordiale dove giocare ai crudeli e ai brutali vivendo come bellissimi vanziniani selvaggi pieni di dané – visto che “Le belve” è l’omonimo pecoreccio film del ’71 con Ira Fürstenberg, Buzzanca e la Borboni e primitivi, più letterale, suonava male agli espertoni nazionali di marketing cinematografaro per le memorie, forse postume forse no, comunque omodiegetiche, della bionda Blake Lively, qui ragazza del clan, sirenetta di Laguna Blubeach, ma sempre assai gossip girl per vezzi, traumi infantili irrisolti, schizzinerie, sessualmente condivisa dal duo dei gelatai di fascia alta Ben&Chon, come li targetizza il sicario messicano Lado (un Benicio del Toro che sembra Brad Pitt col parruccone e i baffi da Pancho Villa), abili produttori di maria dop(e) e non di dozzinale gangia da Wall Mart, ribattezzandoli “caviale” e “niente di personale”, uno reduce killer dall’Aghanistan l’altro freak dal Congo, metallo freddo e legno caldo, terra e spirito, uno scopa l’altro fa l’amore (ahahah), probabilmente anche portatori di fatale attrazione gay oriented come sagacemente intuisce la narcos Elena e al dunque rivelano gli stessi deuteragonisti citando gli immortali Blues Brothers (“Te l’ho mai detto che ti voglio bene?”). Blake Lively, si diceva, nei panni radical chicspiriani di Ofelia, tra teste splatter alla Enrico Ottavo, qui brevemente detta (histoire d’) O narra la vicenda avvertendo dall’inizio per non togliere tensione che al dunque lei anche parlante sarebbe potuta essere morta o da qualche parte sul fondo dell’Oceano. Difficile da credersi a meno che non trattasi, e non è, di vampiri twilight o walking deads e ancor più da sceneggiare anche accettando il punto di vista di Chon quando nel finale si fa più buddista di Ben (“Entra in quest’ottica: tu sei già morto. Eri morto nel momento in cui sei nato”) e infatti l’epilogo tarantinano alla “tana morti tutti” diviene la pessimistica previsione di O e si travolge subito dopo nel suo doppio più hollywoodiano con l’intervento di Dennis (Travolta che ormai fa bene solo l’autoironica citazione spennacchiata del suo storico ironico Vincent) e se non è proprio felice per tutti ristabilisce almeno un presunto ordine sociale laddove la Dea dei buoni anche se corrotti la vince sempre e la narcos Elena finisce ammanettata in attesa di un nuovo cartello che sproni al Ciak, si ricomincia! Gli ingredienti base, s’è capito, sono i medesimi frullati della serie Breaking Bad, ma il racconto del conte Oliver funziona solo laddove, nell’incipit e nell’happy end con voce fuori campo della presunta salma rediviva (perché non mescolare e agitare il tutto visto che la Hayek, nomen omen, pure nel suo standard di miniatura, togliendosi a metà film la parrucca, suggerirebbe un punto di vista più originale su classico piatto d’argento?), offre alla sgrammaticata macchina da presa di Oliver Stone l’occasione di fare al meglio il suo lavoro, narrando i topoi della sua epica caciarona bipolare e fuori controllo di outsider perfettamente integrato, tra onde palme bikini cilum tavole da surf paradisi veri o artificiali guergasmi e cattisti, mix bianconero colore e virato seppia, e montando sincopato da par suo laddove finisce invece per impastoiarsi, dilungarsi, ripetersi appena l’azione vira al presente e il discorso si fa da indiretto diretto, traduce in regia e dialogo la sua risposta razionale alla follia. “Solo perché vi racconto questa storia non vuol dire che io sia vivo”, cito dal film, potrebbe essere ormai la sua definitiva autodescrizione.
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villamax
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lunedì 28 gennaio 2013
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mediocre
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Purtroppo Oliver Stone questa volta ha toppato, mi spiace scriverlo ma questo film fa acqua da tutte le parti.
Sono poche le cose che si possono salvare.. forse Benicio Del Toro e una buona peformance di Salma Hayek che sul finale però si annacqua nella desolazione generale; quasi ridicola la doppia fine del film.
Il film scorre su un binario misto noia/ prevedibilità con qualche idea rubata al buon Taratino.
Da vedere in dvd se proprio non sia nulla di meglio da fare.
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rdn75
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martedì 22 gennaio 2013
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amore, violenza..e thc
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Stone, difficilemente firma film di scarso qualità..
Questo è un film che ti tiene con il giusto spirito per tutta la durata della proiezione, con cambi di ritmo costanti e diversi colpi di scena.
Senza dubbio un film molto duro e violento, ma con diversi momenti di rilassamento, quesi onirici. Questo connubbio di generi e sensazioni fa di questo film un ottimo prodotto. Anche le prove attoriali sono notevoli su tutti Benicio Del Toro!!
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