Cesare deve morire

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Un film di Paolo Taviani, Vittorio Taviani. Con Cosimo Rega, Salvatore Striano, Giovanni Arcuri, Antonio Frasca, Juan Dario Bonetti.
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Docu-fiction, durata 77 min. - Italia 2012. - Sacher uscita venerdì 2 marzo 2012. MYMONETRO Cesare deve morire * * * 1/2 - valutazione media: 3,75 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
maximilianx sabato 5 maggio 2012
degrado culturale italiano Valutazione 0 stelle su cinque
25%
No
75%

Dato che siamo in democrazia in cui ritengo che oltre al diritto di espressione c'è anche il dovere pur necessariamente non obbligatorio, manifesto il mio pensiero pur consapevole della sua limitatezza ed ingenuità per evitare di cadere nella trappola degli alunni a scuola che dichiarano di aver capito per non fare brutta figura quando probabilmente non ha capito neanche l'insegnante ma, qualora ne avesse coscienza, non potrebbe dirlo a nessuno e specie agli alunni che diventerebbero suoi aguzzini. Non sono un critico d'arte, ma ho cercato di informarmi come ho potuto sul significato di critica, di arte e di bello non trovando nel mio ambiente e nelle mie occasioni culturali (libri, giornali, televisione, ecc. [+]

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valeriavale domenica 22 aprile 2012
film italiano che sorprende Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Film molto molto bello che riesce a colpire e lasciare un segno. Molto bravi gli attori: dei "veri uomini" che, sostituiti da attori più esperti, non sarebbero riusciti a rendere questo film così di effetto,crudo e ,malinconico. Ho trovato l'attore protagonista (Bruto) molto bravo ed interpreta il suo personaggio con foga e passione. Un film italiano che finalmente non parla di storie leggere e tradimenti, ma di sentimenti e sofferenze. Fortunatamente il film  è riuscito ad emergere ed affermarsi in Italia,speriamo che venga preso in considerazione anche ad Hollywood....

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martinomelchionda venerdì 13 aprile 2012
film che nobilita l'arte cinematografica Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
0%

Rilettura "civile" del dramma shakespeariano in cui lo svolgimento dell'azione si intreccia e lega con l'impegno. Bravissimi gli attori non professionisti. Quando ci si chiede come possano rendersi in forma di cinema la poesia e l'impegno civile..arriva un Film a dimostrare che è possibile ma che è anche necessario perché l'Arte non muoia. Mi sia concesso un applauso infinito al grande cinema dei fratelli Taviani. Capolavoro.

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zoom e controzoom sabato 7 aprile 2012
l'intensità dell'errore umano Valutazione 4 stelle su cinque
36%
No
64%

Se questo film all’estero verrà ascoltato non in lingua originale, ma doppiato, perderà la possibilità di lettura dello spessore dei “non attori”: un doppiaggio toglierebbe a tutti – tranne ad uno – quella incapacità di recitare da attori in quanto essi non lo sono. E’ proprio attraverso questa evidente difficoltà che il netto scollamento tra l’intensità espressiva dei volti dei gesti degli atteggiamenti e il recitato, è possibile prendere atto del bagaglio umano reale dei detenuti-attori.
Certo, il bianco/nero, gioca un importante ruolo, ma quei volti sono volti di uomini che trattengono in sé un vissuto disastroso e questo bagaglio dà un’espressività da grande attori, ma loro non lo sono, quindi quest’espressività è il loro patrimonio reale. [+]

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andrea'70 venerdì 30 marzo 2012
'da quando ho conosciuto l'arte,questa cella è ... Valutazione 5 stelle su cinque
56%
No
44%

E chi si aspettava dai F.lli Taviani a 80 passati(e dopo qualche film un pò sottotono),un film così potente e fresco,sperimentale come neanche un regista trentenne saprebbe fare! Andatelo a vedere a tutti i costi e soprattutto in sala,solo lì vi arriveranno tutte le magnifiche emozioni che suscita. Ringraziamo F.Cavalli per il suo impegno civile,per far nascere in questi uomini che hanno sbagliato(e stanno pagando per questo a Rebibbia)la passione per l'arte che redime una vita e può riempire il tedio del carcere.Eccellente la scelta degli attori(tutti perfetti!)che stranamente mi hanno ricordato fisicamente quelli del classico film di Mankiewicz ma non hanno niente da invidiargli(e non hanno la frangetta che tanto faceva sorridere R. [+]

[+] finzion e realtà "cesare deve morire" (di ifigenia)
[+] la vita imita l'arte (di andrea'70)
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erostrato domenica 25 marzo 2012
fisicità che esce dallo schermo Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

La potenza che sprigiona da questo film è quasi palpabile, una fisicità che ti travolge. Ancora una volta il cinema, ci conferma che per trasmettere emozioni non bisogna essere necessariamente professionisti, l'autenticità paga. Si dirà che non c'è nulla di nuovo in ciò che si racconta, infatti, la differenza sta nel come lo si fa. Bello

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enrichetti sabato 24 marzo 2012
conoscere con la poesia Valutazione 0 stelle su cinque
48%
No
52%

C'è un modo per arrivare al cuore delle questioni, anche quando si tratta di argomenti, come il carcere, intorno ai quali circola più immaginario che conoscenza. Il modo è la poesia. Nel 2007 Alessandro Angelini indagava i tormenti di un educatore penitenziario alle prese con il proprio padre detenuto (L'aria salata). Due anni dopo Davide Ferrario sbirciava dall'esterno un allestimento teatrale, sfiorando i muri del penitenziario (Tutta colpa di Giuda). 2012: i fratelli Taviani entrano in carcere, mettono in gioco se stessi, con sguardo fisico, viscerale, poetico. La poesia si immerge in quello che canta, si sporca, osa, sveste e si denuda. E allora entriamo con loro in una galera. [+]

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babis giovedì 22 marzo 2012
capolavoro Valutazione 5 stelle su cinque
75%
No
25%

Che bello vedere un film italiano come questo, che riesce a farti stare incollata alla sedia, ad emozionarti per l'intensità espressiva dei protagonisti, che ci fanno intravedere il loro dolore personale, ma solo intravedere: bastano poche inquadrature per capire cosa pensano, dove vivono e cosa hanno fatto per essere in carcere...bastano i loro occhi a farli uscire dal carcere per entrare a teatro. Grandi emozioni, splendido film.

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desgi lunedì 19 marzo 2012
il dolore dignitoso di un destino tragico Valutazione 4 stelle su cinque
43%
No
57%

 I fratelli Taviani portano Shakespeare nel carcere di massima sicurezza a Rebibbia, improvvisano un provino per i detenuti, realizzano un cast e la tragedia può essere allestita. L'operazione, non nuova, del coinvolgimento di detenuti nella recitazione, viene qui condotta in modo intelligente, rovesciando gli schemi consueti: non più gli attori che recitano un testo, ma un autore, il grande Shakespeare, che attraverso la sua opera permette agli attori di rappresentare se stessi. Infatti, l'attenzione è tutta per gli attori, per i loro visi incredibilmente espressivi e belli, per i loro sguardi profondoi e taglienti, per i loro corpi dolenti e tatuati, per le loro pance flaccide che scuotono lo schermo, per le loro parlate gergali che aggiungono verità ad un testo già di per sè perfetto. [+]

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desgi lunedì 19 marzo 2012
il dolore dignitoso di un destino tragico Valutazione 0 stelle su cinque
100%
No
0%

I fratelli Taviani portano Shakespeare nel carcere di massima sicurezza a Rebibbia, improvvisano un provino per i detenuti, realizzano un cast e la tragedia può essere allestita. L'operazione, non nuova, del coinvolgimento di detenuti nella recitazione, viene qui condotta in modo intelligente, rovesciando gli schemi consueti: non più gli attori che recitano un testo, ma un autore, il grande Shakespeare, che attraverso la sua opera permette agli attori di rappresentare se stessi. Infatti, l'attenzione è tutta per gli attori, per i loro visi incredibilmente espressivi e belli, per i loro sguardi profondoi e taglienti, per i loro corpi dolenti e tatuati, per le loro pance flaccide che scuotono lo schermo, per le loro parlate gergali che aggiungono verità ad un testo già di per sè perfetto. [+]

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