antonella scafati
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lunedì 25 marzo 2013
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ridateci i soldi del biglietto
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film decisamente brutto e noioso oltrechè difficile da capire per chi di finanza non se ne intende.
per me è il più brutto film che ha interpretato Richard Gere.
non eccellente nemmeno la piccola interpretazione della Casta. ritorni a fare la modella. si salva solo la Sarandon.
Ridateci i soldi del biglietto
antonella scafati
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il poeta marylory
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lunedì 25 marzo 2013
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ma le donne...
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Ma le donne...
Richard Gere, il bello che piace per quel mezzo sorriso, in questo film dimostra la sua bravura, ma le donne son vincenti...
All'apice degli affari ci son speculatori o cannibali che fan la bella cera ma pronti a passare il cerino...
Tra i tanti affari qualcuno si scotta, è il gioco del vivere senza morale e responsabilità, può andar bene come male e chi paga in fondo sono gli innocenti.
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Ma le donne...
Richard Gere, il bello che piace per quel mezzo sorriso, in questo film dimostra la sua bravura, ma le donne son vincenti...
All'apice degli affari ci son speculatori o cannibali che fan la bella cera ma pronti a passare il cerino...
Tra i tanti affari qualcuno si scotta, è il gioco del vivere senza morale e responsabilità, può andar bene come male e chi paga in fondo sono gli innocenti...
Il film è la rappresentazione del nostro tempo con le scatole “cinesi”, droga dell'attuale sistema economico...
“La Frode” è un film con una chiusura a sorpresa...
Lorenzo Pontiggia il Poeta marylory
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angelo bottiroli - giornalista
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sabato 23 marzo 2013
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richard gere ai livelli di american gigolò
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Finalmente dopo molti anni e film abbastanza mediocri (eccetto forse Hachiko – il tuo migliore amico del 2009) Richard Gere torna ad interpretare un personaggio di grande spessore. Era dal 2004 con “Shall We Dance” (anche in quel film con Susan Saradon) che l’attore americano non dava vita ad un ottima performance come ha fatto in questo “La frode” opera prima del regista americano Nicholas Jarecki, di 34 anni.
“La Frode” è un film intenso che malgrado la mancanza di scene spettacolari riesce a dare allo spettatore una suspence incredibile, basata sui dialoghi, in una storia di estrema attualità.
La bravura del regista, oltre che nel far recitare Richard Gere in maniera decente dopo oltre 8 anni di personaggi sicuramente mediocri, è quella di aver saputo creare un’atmosfera da film giallo in un film che di giallo, alla fine c’è veramente poco.
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Finalmente dopo molti anni e film abbastanza mediocri (eccetto forse Hachiko – il tuo migliore amico del 2009) Richard Gere torna ad interpretare un personaggio di grande spessore. Era dal 2004 con “Shall We Dance” (anche in quel film con Susan Saradon) che l’attore americano non dava vita ad un ottima performance come ha fatto in questo “La frode” opera prima del regista americano Nicholas Jarecki, di 34 anni.
“La Frode” è un film intenso che malgrado la mancanza di scene spettacolari riesce a dare allo spettatore una suspence incredibile, basata sui dialoghi, in una storia di estrema attualità.
La bravura del regista, oltre che nel far recitare Richard Gere in maniera decente dopo oltre 8 anni di personaggi sicuramente mediocri, è quella di aver saputo creare un’atmosfera da film giallo in un film che di giallo, alla fine c’è veramente poco.
Tutto gira attorno alla possibile vendita dell’azienda da parte di un miliardario che sta per compiere 60 anni, con una figlia che lavora all’interno della stessa azienda.
Nessuna analogia però con “Vi presento Joe Black” con Brad Pitt e Anthony Hopkins perché qui la trama è completamente diversa.
Richard Gere è perfettamente a suo agio nei panni del miliardario sposato alle prese con problemi legali, personali e sentimentali, dovuti anhe alla sua verve di donnaiolo.
A tratta sembra di rivedere American Gigolò col protagonista invecchiato di oltre 30 anni.
La recitazione di Gere da sola, vale il prezzo del biglietto, ma una citazione meritano anche gli altri attori protagonisti a partire da Susan Saradon nel ruolo della moglie cornuta, un’attrice che con la vecchiaia sta diventando sempre più brava e capace: la sua parte non gode di molto spazio ma riesce ad interpretare alla perfezione il ruolo. Un bravo al regista, invece, per aver scelto, nel ruolo della figlia di Gere, la trentenne Brit Marling (La regola del silenzio e Another Eart), perfetta nel ruolo che é stata chiamata ad interpretare.
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andreatrattinoboc
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mercoledì 20 marzo 2013
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arbitrage...non è tutto oro quel che luccica!
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Una vita perfetta, un jet privato, capelli d’argento, vesti raffinate e una giovane amante francese gelosa, attraente e difficile da gestire.
La perfezione è solo apparente però. Per colpa di un investimento disgraziato Miller ha fretta di vendere il suo impero finanziario, chiudere il contratto con il compratore, rifilargli la sòla insomma.
Il suo bel palazzo indorato pare costruito grazie ad operazioni poco trasparenti ,qualcuno comincia ad accorgersi che i conti non tornano e la bolla sta per scoppiare. E se è vero che i guai non vengono mai da soli un tragico incidente cattura pure l’attenzione della polizia.
Il maschio-alfa ora deve dimenarsi per evitare il baratro, la sabbia nella clessidra scende veloce e lo squalo vestito da uomo rischia di perdere.
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Una vita perfetta, un jet privato, capelli d’argento, vesti raffinate e una giovane amante francese gelosa, attraente e difficile da gestire.
La perfezione è solo apparente però. Per colpa di un investimento disgraziato Miller ha fretta di vendere il suo impero finanziario, chiudere il contratto con il compratore, rifilargli la sòla insomma.
Il suo bel palazzo indorato pare costruito grazie ad operazioni poco trasparenti ,qualcuno comincia ad accorgersi che i conti non tornano e la bolla sta per scoppiare. E se è vero che i guai non vengono mai da soli un tragico incidente cattura pure l’attenzione della polizia.
Il maschio-alfa ora deve dimenarsi per evitare il baratro, la sabbia nella clessidra scende veloce e lo squalo vestito da uomo rischia di perdere...tutto.
Alla lunga lista di titoli originali disonorati dai rispettivi adattamenti italiani si aggiunge La Frode. Capisco che in Italia essa, dicono, sia pratica diffusa e (mal)costume sociale a tutti gli effetti, ma in questo caso c’è ben altro che ruota intorno a Arbitrage. Il sottotitolo poi, Sesso, potere e denaro sono il tuo miglior alibi, è da suicidio collettivo, da denuncia per danno all’immagine. E aggiungerei anche i personali danni morali derivati dalla parola sesso che alimenta la speranza (vana) di qualche scena hot della Casta.
Ma Arbitrage non è Wall Street (1987), Robert Miller non è Gordon Gekko, Nicholas Jarecki non è Oliver Stone. Peccato che Susan Sarandon, qui moglie devota e (apparentemente) succube, è da tempo ormai relegata a ruoli di co-protagonista. Non mi sbottono ma si riscatterà parzialmente nel finale. Ci pensano Tim Roth e Brit Marling a dare qualità ad un cast di ex-stelle. Il primo, afferrato l’osso non intende mollarlo, ma gioca sporco e finisce per agevolare chi vorrebbe punire. La seconda, figlia di Miller ed erede designata, scopre l’imbroglio, affronta il padre e tenta quantomeno di smuovere le acque.
La storia c’è, è il racconto che manca. Sembra che il regista non abbia avuto il coraggio di osare, di rischiare, rimanendo ancorato ad una storia già nota e limitandosi ad illustrarla senza originalità.
Detto ciò Arbitrage è senz’altro un godibile passatempo in compagnia di amici. Ci si interroga su quali limiti etici si possono oltrepassare e su quale scelta fare quando ci si trova spalle al muro: Quella più comoda o quella moralmente più giusta?Questa è l’ambivalenza del titolo originale Arbitrage che l’adattamento italiano invece nasconde.
Il film racconta forse con eccessiva leggerezza l’amara lotta di classe in cui il più (economicamente) debole nonostante un legittimo desiderio di riscatto, è destinato a cedere.
Ma allora, in un mondo esclusivamente maschile, vuoi vedere che sarà l’elemento femminile la variabile più imprevedibile?
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alaflai
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mercoledì 20 marzo 2013
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bellissimo film,cast stellare,ottime interpretazio
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Il film è girato magistralmente,una colonna sonora bellissima, affascinano gli ambienti che rappresenatano la ricchezza smisurata;la narrazione ci descrive come questa è arrivata e come viene distribuita....Ho apprezzato gli equilibri narrativi,senza sbavature e assolutamente verosimili.Il personaggio principale,spregiudicato alla fine perde tutto quello per cui ha impegnato tutta la sua vita e questo il destino nella vita vera ,paradossalmente, può riservarlo.
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guglielmo rinaldini
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martedì 19 marzo 2013
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arbitraggio, non frode. un film bellissimo!
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A parte la stupida trovata tutta italiana di chiamarlo "La Frode", si tratta di un film bellissimo di raro spessore e dal titolo originale "Arbitrage", "L'Arbitraggio"). Una interpretazione incredibile di Richard Gere, praticamente indistinguibile dal personaggio, che interpreta la figura di un finanziere di razza il quale, dopo aver appreso che un suo investimento in una miniera di rame in Russia si stia dimostrando una catastrofe a causa del governo locale che ha cambiato le carte in tavola, decide di vendere una sua società per ripianare i conti. Nell'attesa che lo scaltro e parzialmente negativo interlocutore chiuda la vendita sempre rinviata, il tycoon Gere si fa prestare i 420 milioni di dollari per una settimana che si avvia però alla scadenza.
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A parte la stupida trovata tutta italiana di chiamarlo "La Frode", si tratta di un film bellissimo di raro spessore e dal titolo originale "Arbitrage", "L'Arbitraggio"). Una interpretazione incredibile di Richard Gere, praticamente indistinguibile dal personaggio, che interpreta la figura di un finanziere di razza il quale, dopo aver appreso che un suo investimento in una miniera di rame in Russia si stia dimostrando una catastrofe a causa del governo locale che ha cambiato le carte in tavola, decide di vendere una sua società per ripianare i conti. Nell'attesa che lo scaltro e parzialmente negativo interlocutore chiuda la vendita sempre rinviata, il tycoon Gere si fa prestare i 420 milioni di dollari per una settimana che si avvia però alla scadenza. Nel frattempo la moglie e la figlia, questa ultima dipendente come dirigente, scoprono i conti segreti. Il caso con la sua ineluttabilità si abbattono sul finanziere Gere facendolo finire fuori strada con la sua auto, ne rimarrà uccisa la sua giovane amante pittrice con accento francese (un cameo dell'attrice corsa Laetitia Casta). Ancora una volta per evitare il crack e rovinare tante famiglie di investitori il sopravvissuto Gere si farà aiutare da un ragazzo di colore figlio del suo autista ormai deceduto nell'occultare il suo collegamento all'incidente. La polizia che indaga opera attraverso uno spregiudicato investigatore che ricorda i metodi e il frasario di un Di Pietro (ed oggi di Grillo e Travaglio), investigatore che nell'intento di fare carriera incastrando il ricco Gere (chi si rivede: la lotta di classe mista a invidia sociale) falsifica le prove. Verrà scoperto da un giudice serio che nel risparmiarlo le redarguisce a manda assolti tutti. Ultimo colpo di scena, la moglie (interpretata da Susan Sarandon), nel rivelare al marito finanziere che sa tutto e che potrebbe testimoniare contro di lui per la morte della pittrice, tenta una estorsione: tutte le aziende a lei in cambio del suo silenzio. Quella che apparentemente era una donna per bene appare per quella che è:l'unica vera criminale dell'intera storia, una estorsionista parassita. Il film però si chiude con un Gere applaudito da una vasta platea quale benefattore e creatore di un impero. Non deve essere piaciuto a quanti hanno pensato fuorviati dal titolo ai soliti luoghi comuni per forcaioli. Interessante invece per quanti volessero capire che cosa è la finanza con i rischi e le responsabilità che comporta. Da vedere anche più volte.
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(di antonella scafati)
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flyanto
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martedì 19 marzo 2013
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il mondo della finanza rappresentato con lucido re
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Thriller in cui si racconta dell'attività professionale e personale di un manager a capo di una potente industria (interpretato da Richard Gere) ricco, affascinante, apparentemente ottimo marito e padre ma estremamente privo di scrupoli. Infatti, dopo aver svolto alcune operazioni finanziarie più o meno lecite al fine di salvare la propria azienda ridotta quasi al tracollo, egli non si fa venire alcuno scrupolo quando coinvolge in un incidente mortale la propria giovane amante (Laetizia Casta) adoperandosi al massimo e coinvolgendo anche altre persone per non comparire responsabile in prima persona dell'accaduto. Alla fine si salverà ma non senza delle sorprese amare ed un alto prezzo da pagare, come si confà ad un mondo morale.
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Thriller in cui si racconta dell'attività professionale e personale di un manager a capo di una potente industria (interpretato da Richard Gere) ricco, affascinante, apparentemente ottimo marito e padre ma estremamente privo di scrupoli. Infatti, dopo aver svolto alcune operazioni finanziarie più o meno lecite al fine di salvare la propria azienda ridotta quasi al tracollo, egli non si fa venire alcuno scrupolo quando coinvolge in un incidente mortale la propria giovane amante (Laetizia Casta) adoperandosi al massimo e coinvolgendo anche altre persone per non comparire responsabile in prima persona dell'accaduto. Alla fine si salverà ma non senza delle sorprese amare ed un alto prezzo da pagare, come si confà ad un mondo morale. Un film ben diretto, ben costruito per ciò che riguarda la trama ed i dialoghi taglienti e vivaci e pertanto estremamente avvincente dove viene messo a fuoco, come in tanti altri precedenti, soprattutto lo spietato mondo dell'alta finanza e delle alte cariche pubbliche, senza alcun attenuante per nessuno. Richard Gere, come del resto il resto del cast (da Susan Sarandon a Tim Roth, ecc...) è perfetto nel suo ruolo di uomo potente, affascinante e freddo. Da non perdere.
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filippo catani
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lunedì 18 marzo 2013
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un film che raggiunge l'obbiettivo
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Un cinico uomo d'affari partito quasi da zero è arrivato ormai alla'pice del successo. Sta per vendere la sua società per una valanga di milioni, ha una bella casa con una bella famiglia dove la figlia lavora per lui e trova anche il tempo per intrattenere una relazione extraconiugale con una bella e giovane artista. Tutto va in pezzi quando l'uomo causa l'incidente in cui troverà la morte la sua amante decidendo di fuggire mentre nel frattempo la figlia scoprirà inquietanti aspetti sulla società del padre.
Un buon film che si iscrive nella tradizione che, forse un po' tardivamente, negli ultimi anni ha indagato sulla crisi attuale e il mondo dell'alta finanza.
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Un cinico uomo d'affari partito quasi da zero è arrivato ormai alla'pice del successo. Sta per vendere la sua società per una valanga di milioni, ha una bella casa con una bella famiglia dove la figlia lavora per lui e trova anche il tempo per intrattenere una relazione extraconiugale con una bella e giovane artista. Tutto va in pezzi quando l'uomo causa l'incidente in cui troverà la morte la sua amante decidendo di fuggire mentre nel frattempo la figlia scoprirà inquietanti aspetti sulla società del padre.
Un buon film che si iscrive nella tradizione che, forse un po' tardivamente, negli ultimi anni ha indagato sulla crisi attuale e il mondo dell'alta finanza. Ovviamente nelle grandi società di Wall Street non mancheranno di certo uomini simili al protagonista del film interpretato da un Gere finalmente al ritorno ad una buona pellicola dopo anni (negli ultimi a parte Broklyn finest non si ricorda altro) e finalmente strappato al trito ruolo di Casanova. Va però detto che il protagonista principale di questa storia per quanto riguarda l'interpretazione è sicuramente un pimpante Roth in cerca di rilancio dopo la chiusura anticipata di Lie to me; l'attore offre infatti una performance solida nei panni del detective anticonformista che si appassiona e vuole avere giustizia per un crimine fatto da uno dei tanti colletti bianchi della città (il suo sfogo davanti al giudice sulla quasi intoccabilità di questi personaggi tocca le corde dello spettatore). Insomma un buon film che raggiunge l'obbiettivo di raccontare una buona storia che lascia soddisfatto lo spettatore in tutti i suoi risvolti (se proprio vogliamo trovare un difetto lo si può individuare nell'interpretazione non troppo convincente della Marling). Un buon thriller costruito senza eccessivi artifici o eccessiva retorica sia da una parte che dall'altra anzi forse proprio a sottolineare quasi con cinica rassegnazione che agli alti piani le cose vanno (spesso) così.
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m.petter
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sabato 16 marzo 2013
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un film avvincente.
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Anche se si tratta dell'ennesimo thriller sul denaro, il potere finanziario e le sue conseguenze (con l'ennesimo finale aperto!), trovo che non ci sia niente di più attuale in un periodo di crisi ecoomica. Un capitalista come tanti altri che ha fatto fortuna (divenendo uno degli uomini più ricchi d'America) e che ad un certo punto si trova imbrigliato nei suoi stessi errori. Per porvi riparo altera le entrate della sua azienda e cerca di venderla, trascinando con se anche i figli che lavorano con lui. A ciò si aggiunge la sua relazione incestuosa che finisce tragicamente con un incidente. Il nostro protagonista si trova così invischiato in due vicende: dalla vicenda finanziaria è facile uscire per un uomo che ha i soldi, ma per quanto riguarda l'omicidio.
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Anche se si tratta dell'ennesimo thriller sul denaro, il potere finanziario e le sue conseguenze (con l'ennesimo finale aperto!), trovo che non ci sia niente di più attuale in un periodo di crisi ecoomica. Un capitalista come tanti altri che ha fatto fortuna (divenendo uno degli uomini più ricchi d'America) e che ad un certo punto si trova imbrigliato nei suoi stessi errori. Per porvi riparo altera le entrate della sua azienda e cerca di venderla, trascinando con se anche i figli che lavorano con lui. A ciò si aggiunge la sua relazione incestuosa che finisce tragicamente con un incidente. Il nostro protagonista si trova così invischiato in due vicende: dalla vicenda finanziaria è facile uscire per un uomo che ha i soldi, ma per quanto riguarda l'omicidio.....beh, i soldi non bastano, anzi si rivelano un ulteriore problema per se stesso e per gli altri.
Un film ben costruito, con due bravi attori (la Sarandon, a mio giudizio, è superiore a Gere che purtroppo rimane sempre legato al suo solito personaggio thrilleresco un po' eroe e un po' antieroe, un po' positivo, ma sempre ossessionato da qualcosa o qualcuno) con una trama narrativa avvincene.
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(di antonella scafati)
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