niiikooo88
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martedì 16 aprile 2013
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più che un film, sembra un documentario
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film pessimo, Richard Gere inespressivo non ideale alla tipologia del protagonista, finale sconcertante che ti lascia a bocca aperta per l'assenza di idee...soldi spesi malissimo, più che un film sembrava un documentario
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amandagriss
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domenica 14 aprile 2013
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i soldi fanno la felicità?
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Libero arbitrio.Etica personale.Priorità.I personaggi di questo bel thriller,acuto e intelligente più di quel che ci si aspetterebbe,girano intorno a questi 3 princìpi,del resto fondamentali cardini della vita di ciascun individuo.Le scelte che fanno condizionano ineluttabilmente la loro esistenza,i valori in cui credono gliela rendono più faticosa,ciò che reputano necessario li spinge a fronteggiare ogni sorta di ostacolo,a tirar fuori le unghie ed i denti,ad essere determinati,forti,freddi e pazienti,a non guardarsi indietro.E,soprattutto,a rivelarsi al momento giusto più astuti di una volpe.Richard Gere ritorna in grande spolvero in questa piccola sorprendente produzione indipendente,nel ruolo poco frequentato del cattivo-spietato-ma-umano che,però,sa vestire a meraviglia,come i magnifici completi che sfoggia nel film.
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Libero arbitrio.Etica personale.Priorità.I personaggi di questo bel thriller,acuto e intelligente più di quel che ci si aspetterebbe,girano intorno a questi 3 princìpi,del resto fondamentali cardini della vita di ciascun individuo.Le scelte che fanno condizionano ineluttabilmente la loro esistenza,i valori in cui credono gliela rendono più faticosa,ciò che reputano necessario li spinge a fronteggiare ogni sorta di ostacolo,a tirar fuori le unghie ed i denti,ad essere determinati,forti,freddi e pazienti,a non guardarsi indietro.E,soprattutto,a rivelarsi al momento giusto più astuti di una volpe.Richard Gere ritorna in grande spolvero in questa piccola sorprendente produzione indipendente,nel ruolo poco frequentato del cattivo-spietato-ma-umano che,però,sa vestire a meraviglia,come i magnifici completi che sfoggia nel film.In gran forma,dalle parti del bizzarro e poco stimato The hoax-l’imbroglio,è il magnate di una grande società finanziaria che la crisi economica globale ha messo quasi in ginocchio: una piccola frode (rubare il danaro dei suoi investitori per poi restituirlo senza che nessuno se ne accorga) potrebbe davvero aiutarlo -sa che cadrà in piedi nonostante il grande rischio- .Ma se è vero che l’uomo propone e Dio dispone,passerà ben più di un brutto quarto d’ora, riuscendo comunque a districarsi dall’attanagliante rete di eventi negativi in cui è piombato (o in cui si è buttato a capofitto?),a saltare il fosso della galera a vita,a convivere con un morto sulla coscienza,persino a vincere l’elevatissima probabilità,sfiorata un paio di volte,di lasciarci la sua pellaccia dura,matura ma ancora tanto charmante.Ma perdendo tutto sul piano dei rapporti familiari,proprio ad un passo dal traguardo, dalla sua saggia e opportuna decisone di tirare in barca i remi,ritirarsi a vita privata,dedicarsi alla fedele comprensiva remissiva moglie (una Susan Sarandon leonessa,spetta a lei la zampata finale),ai suoi deliziosi nipoti e....alla bella giovane e scontrosa amante francese (una Laetitia Casta che non si dimentica).Proprio nel giorno in cui si ritroverà su un podio,con un riconoscimento nelle mani di fronte a un folto numero di persone che aspettano trepidanti il suo discorso.Maschilismo e mentalità patriarcale,che si credono dominanti,che mentre si pavoneggiano,arroganti e pieni di sé,al grido ‘‘sono il guru degli affari’’, ‘‘lavorate tutti per me’’,finiscono con l’infrangersi contro la cortina di ferro di un matriarcato ben più forte,deciso,irremovibile,adamantino.Sui titoli di coda Björk.
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andreafalci
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domenica 14 aprile 2013
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un vincente non perde mai.
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Film non classificabile come thriller, ma più come commedia, ove un padre di famiglia porta a casa tanti soldi grazie alla sua abilità e cerca di avere una vita parallela, che a causa di un incidente d' auto finisce. Anche la figlia lavora nell azienda di famiglia e anche non condividendo le strategie del padre però lo appoggia; in questo rapporto di lavoro padre figlia, si può apprezzare come deve essere un rapporto tra genitore e figlio ovvero di affetto, amore e comprensione e rispetto. Un Richard non al massimo, ma coinvolgente e forse affascinante, con una Sarandon perfetta. La famiglia unita è sempre vincente, in qualunque status sociale.
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sibyc
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domenica 7 aprile 2013
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suspance fino all'ultimo
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Richerd e i suoi film che ti consumano a fuoco lento per arrivare al' epilogo. Bello il film, bello lui, non banale e con bravi attori.
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giacomo bloccamore
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domenica 7 aprile 2013
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un dramma del nostro tempo
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E' un racconto torbido e incalzante, cui dà la propria maschera bifronte un grande Richard Gere, indubbiamente più asciutto e maturo che mai, a proprio agio in un ruolo da eroe dell' ambiguità. Il contesto è quanto di più attuale, il mondo dell' alta finanza e della bassa moralità, dove come nella vita reale ha ragione solo e sempre chi vince.
E perciò come in un dramma shekspiriano lo spettatore deve immedesimarsi più nei limiti del protagonista, piuttosto che nei suoi meriti, e risolvere il giudizio solo nelle battute finali. Perciò in definitiva è un racconto quasi in prima persona, che riesce a rivelarci solo alla fine se nel parossistico slalom di azzardi e di passi falsi Mr. Gere comprometterà tutta la sua vita ed i suoi valori, o col guizzo dello squalo, in una vasca di consimili da azzannare fossero anche i tuoi congiunti più stretti porterà la canuta chioma all' approdo di un Happy end.
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E' un racconto torbido e incalzante, cui dà la propria maschera bifronte un grande Richard Gere, indubbiamente più asciutto e maturo che mai, a proprio agio in un ruolo da eroe dell' ambiguità. Il contesto è quanto di più attuale, il mondo dell' alta finanza e della bassa moralità, dove come nella vita reale ha ragione solo e sempre chi vince.
E perciò come in un dramma shekspiriano lo spettatore deve immedesimarsi più nei limiti del protagonista, piuttosto che nei suoi meriti, e risolvere il giudizio solo nelle battute finali. Perciò in definitiva è un racconto quasi in prima persona, che riesce a rivelarci solo alla fine se nel parossistico slalom di azzardi e di passi falsi Mr. Gere comprometterà tutta la sua vita ed i suoi valori, o col guizzo dello squalo, in una vasca di consimili da azzannare fossero anche i tuoi congiunti più stretti porterà la canuta chioma all' approdo di un Happy end. A consuntivo di una pietanza comunque ben cucinata, lasciatemi dire che il tutto ha il retrogusto un po' amaro di etica da tardo impero romano. Arridatece i boni e i cattivi!
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enzo70
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sabato 6 aprile 2013
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gere interpreta il dramma di questa crisi
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Nel pieno della crisi finanziaria più dura dal dopoguerra, Richard Gere interpreta, bene, la parte di un magnate newyorkese, ricco, bello ed apparentemente felice. Il suo impero si basa su basi fragili, fragilissime, un semplice conto su cui mancano 400 milioni di dollari, un buco nel bilancio che se emergesse determinerebbe venti anni di galera. Il che per un uomo di sessanta anni significa dire semplicemente game over. Miller fa tutto per dissimulare le difficoltà, sembra sereno, festeggia il compleanno con la famiglia, ride, scherza e coccola la sua amante, una splendida Letitia Casta che interpreta la parte di una bellissima artista che vive di un unico committente. Le cose si complicano ulteriormente quando Miller si addormenta alla guida e nell’incidente l’amante muore.
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Nel pieno della crisi finanziaria più dura dal dopoguerra, Richard Gere interpreta, bene, la parte di un magnate newyorkese, ricco, bello ed apparentemente felice. Il suo impero si basa su basi fragili, fragilissime, un semplice conto su cui mancano 400 milioni di dollari, un buco nel bilancio che se emergesse determinerebbe venti anni di galera. Il che per un uomo di sessanta anni significa dire semplicemente game over. Miller fa tutto per dissimulare le difficoltà, sembra sereno, festeggia il compleanno con la famiglia, ride, scherza e coccola la sua amante, una splendida Letitia Casta che interpreta la parte di una bellissima artista che vive di un unico committente. Le cose si complicano ulteriormente quando Miller si addormenta alla guida e nell’incidente l’amante muore. Lui scappa, coinvolgendo il figlio nero del suo ex autista. Ed un detective capisce quello che è accaduto la notte, è certo, ma non ha prove, ha bisogno della testimonianza del ragazzo che da subito dice che lui non è uno spione. E l’incidente rischia di vanificare la vendita della società, far emergere quel buco nel bilancio. Buon film, produzione indipendente, girato in pochi giorni e Gere torna finalmente a fare un buon film. Nessun capolavoro, ma due ore piacevoli in sala. E qualche spunto per riflettere sulle dimensioni dell’uomo nell’ambito di una crisi che è stata generata dai numeri della finanza ma non riesce a prenderne definitivamente ledistanze.
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tonysierra
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mercoledì 3 aprile 2013
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lo scheletro nell'armadio
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Richard Gere in questa ottima pellicola interpreta un brillante uomo d'affari che ha dovuto fare delle operazioni scorrette per poter vendere la sua azienda.....a complicare l'operazione, c'è il rischio che scoppi uno scandalo per una relazione che venga a galla a causa di un'incidente stradale mortale....farà del tutto per uscirne fuori "pulito".......
Il regista ha saputo mescolare sapientemente i vari aspetti che il film racconta.....
Consiglio la visione!!!
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stochi
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martedì 2 aprile 2013
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coinvolgente
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Bello ed emozionante al passo con i tempi in cui viviamo, tiene sempre svegli tutti i sensi, era da tempo che non andavo al cinema, dopo questo spero di ricominciare almeno una volta alla settimana.
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alex2044
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domenica 31 marzo 2013
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richard gere forse ha ritovato la sua strada
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Un film corretto ,non entusiasmante , ma vedibile . Richard Gere interpreta il suo personaggio bene e la sua aria un po' malinconica è credibile .
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wwiwa
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martedì 26 marzo 2013
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mi è piaciuto
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Film molto coinvolgente con la suspence fino all'ultimo.
Gere sempre affascinante e molto bravo anche l'attore che fa la parte di Jimmy Grant.
Consigliato.
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