alessandra a.
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domenica 9 settembre 2012
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rango, un nome una citazione
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A partire dal titolo del film e fin dai primi fotogrammi si capisce che questo lungometraggio animato è una lunga citazione dei film del genere western ma non solo. Ovviamente si stracita Leone, Eastwood ma ci si vede anche un po' di Ritorno al futuro parte terza, Indiana Jones e adirittura Guerre Stellari e Apocalypse now per non parlare del bel "cameo" di Paura e delirio a Las Vegas. Tutto ciò non è necessariamente un difetto, soprattutto se a coordinare le cose c'è un regista come Verbinsky. Anche se in maniera particolare si può in questo modo dare una mano al genere western a essere scoperto anche dalle generazioni più recenti. Molto più valido in lingua originale dove Depp si (ri)dimostra bravo anche come doppiatore anche perchè in fondo il camaleonte Rango potrebbe essere lui in persona.
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A partire dal titolo del film e fin dai primi fotogrammi si capisce che questo lungometraggio animato è una lunga citazione dei film del genere western ma non solo. Ovviamente si stracita Leone, Eastwood ma ci si vede anche un po' di Ritorno al futuro parte terza, Indiana Jones e adirittura Guerre Stellari e Apocalypse now per non parlare del bel "cameo" di Paura e delirio a Las Vegas. Tutto ciò non è necessariamente un difetto, soprattutto se a coordinare le cose c'è un regista come Verbinsky. Anche se in maniera particolare si può in questo modo dare una mano al genere western a essere scoperto anche dalle generazioni più recenti. Molto più valido in lingua originale dove Depp si (ri)dimostra bravo anche come doppiatore anche perchè in fondo il camaleonte Rango potrebbe essere lui in persona.
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kammo
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sabato 12 maggio 2012
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divertente e innovativo
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un bel film animato con un design particolare e molto curato una storia un po scontata ma con personaggi e scene divertenti...
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makiri
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domenica 22 aprile 2012
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molto lento, trama banale, animazione sprecata
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Un film d'animazione interessante per certi versi, ma poco comprensibile per coloro che non hanno visto i film citati all'interno dello stesso ( come la sottoscritta, che ha saputo dei riferimenti solo da amici, riconoscendo a malapena l'apparizione di Clint Eastwood ). Il film è caratterizzato da un'ottima animazione, il character design è impeccabile, ma per quanto riguarda la psicologia dei personaggi in sé, c'è poco da dire. Rango stesso è indecifrabile ( intendiamoci, sappiamo tutto e niente di lui, perché fa parte del suo personaggio non sapere chi sia, ma per tutto il film appare ambiguo e le sue azioni non arrivano a nessuna conclusione concreta, se non il finale scontato che è assegnato dal regista ).
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Un film d'animazione interessante per certi versi, ma poco comprensibile per coloro che non hanno visto i film citati all'interno dello stesso ( come la sottoscritta, che ha saputo dei riferimenti solo da amici, riconoscendo a malapena l'apparizione di Clint Eastwood ). Il film è caratterizzato da un'ottima animazione, il character design è impeccabile, ma per quanto riguarda la psicologia dei personaggi in sé, c'è poco da dire. Rango stesso è indecifrabile ( intendiamoci, sappiamo tutto e niente di lui, perché fa parte del suo personaggio non sapere chi sia, ma per tutto il film appare ambiguo e le sue azioni non arrivano a nessuna conclusione concreta, se non il finale scontato che è assegnato dal regista ). In quanto agli altri, sappiamo poco o niente, non c'è approfondimento e non si ha il tempo di affezionarsi a nessuno di loro. L'andatura del film è eccessivamente lenta, poco scorrevole, si rischia di voler interrompere la visione in più punti. Per la trama sono giunta ad una conclusione: troppo banale per un pubblico adulto, troppo complessa per l'infanzia ( in questo caso però, non parlarei della complessità della trama, quanto dell'atmosfera del film in generale, che un bambino non può cogliere, e che reputa quindi stancante ), e troppo noiosa per gli adolescenti. La pecca di Rango è che non ha un target per il pubblico. Si può dire che per tutto il corso del film si voglia arrivare a qualcosa, e lo spettatore attende pazientemente per vedere di cosa si tratti, ma si ritrova deluso dalla banalità che aveva percepito già all'inizio del film. Rango è, nel complesso, un film che non ha scopo, non giunge a nulla e lo spettatore rimane a bocca asciutta. Molte persone, forse confondendo la qualità dell'animazione col film in sé, reputano Rango un gran film ( addirittura il miglior film d'animazione mai fatto! ), ma mi distacco da questo giudizio, e di molto anche. Sono state prodotte molte meraviglie d'animazione in tutti questi anni, e Rango non fa parte di queste, al massimo rientra nel film che si può guardare per passare un pomeriggio di svago, niente di più.
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[+] western leonino?!
(di edmondo donato manganelli)
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sergiotti
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sabato 3 marzo 2012
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camaleonti nel west
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il miglior film di animzione degli ultimi due anni. divertente ed appassionante, rende omaggio nel migliore dei modi a sergio leone
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hollyver07
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martedì 28 febbraio 2012
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strano ma vero...!
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Ciao. Mi associo, ben volentieri, al commento di g_andrini in merito al plauso per la vittoria dell'oscar. Non mi torna nulla in tasca dal manifestare la mia soddisfazione ma, almeno in questa occasione, ritengo abbia vinto davvero il migliore. Saluti
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g_andrini
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lunedì 27 febbraio 2012
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complimenti rango...!
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Statuetta più che meritata. ;)
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hollyver07
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lunedì 20 febbraio 2012
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in merito agli oscar
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Ciao. Rango ha ottenuto la nominations agli oscar 2012 e dovrà vedersela con "Tintin" di Spielberg. Personalmente preferisco di gran lunga il film di Gore Verbinski, non sarà il più ridanciano film d'animazione mai realizzato ma non è certamente il "papocchio" di Spielberg. Per quanto rtealizzato in maniera esteticamente notevole "Tintin", al di fuori della qualità tecnica, è decisamente pessimo nei contenuti. Saluti
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g_andrini
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martedì 24 gennaio 2012
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oscar 2012
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Come migliore animazione sceglierei certamente Rango, veramente innovativo sotto vari aspetti, tra cui la trama piuttosto articolata per un cartoon. Peccato solo per la mancanza del 3D.
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(di hollyver07)
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noccia
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sabato 29 ottobre 2011
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l'inatteso viaggio filosofico
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Davvero un film sorprendente questo "Rango", che fin dalle prime scene si mostra come qualcosa di profondamente inusuale, atipico e proprio per questo motivo intrigante e straniante insieme. Ci aspettiamo l'introduzione a un personaggio buffo che ne combinerà di tutti i colori e ci farà ridere, ma in effetti quello che emerge fin da subito è piuttosto una dimensione inquietante, pirandelliana, onirica e in qualche modo filosofica, dal monologo del protagonista ancora senza nome (e senza identità) con gli oggetti inanimati di cui si circonda, al colpo di scena dell'incidente stradale, all'apparizione di un armadillo-guida spirituale che fin da subito ci chiediamo se sia reale o frutto di fantasia.
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Davvero un film sorprendente questo "Rango", che fin dalle prime scene si mostra come qualcosa di profondamente inusuale, atipico e proprio per questo motivo intrigante e straniante insieme. Ci aspettiamo l'introduzione a un personaggio buffo che ne combinerà di tutti i colori e ci farà ridere, ma in effetti quello che emerge fin da subito è piuttosto una dimensione inquietante, pirandelliana, onirica e in qualche modo filosofica, dal monologo del protagonista ancora senza nome (e senza identità) con gli oggetti inanimati di cui si circonda, al colpo di scena dell'incidente stradale, all'apparizione di un armadillo-guida spirituale che fin da subito ci chiediamo se sia reale o frutto di fantasia. L'impatto con il mondo del deserto lascia increduli e spaesati gli spettatori quanto il camaleonte del film, e da qui è un lento svilupparsi di immagini, personaggi grotteschi e spaventosi, oggetti che insieme costruiscono a poco a poco una trama finalmente ben riconoscibile ed inquadrabile (per il sollievo di uno spettatore abbastanza disorientato, ma anche rapito). Entriamo perciò nel vivo di quello che poi apparirà chiaro essere il film: un western cartoon, in cui le avventure, lo humor e gli sviluppi attesi al principio del film finiscono col mostrarsi... ma dopo un incipit del genere ormai non possiamo che aspettarci qualcosa di più della semplice epopea dell'eroe che non è eroe, ma che potrà diventarlo, non prima di aver fatto i conti con la propria coscienza e i propri errori, salvando infine la situazione. E infatti (grazie al cielo aggiugnerei personalmente) "Rango" si rivela come qualcosa di più di questo, molto di più. Capiamo infatti a poco a poco, unendo i puntini costituiti da miriadi di citazioni e allusioni, frasi rivelatorie e significati metaforici, che siamo di fronte ad un vero e proprio omaggio al western, a Clint Eastwood (lo Spirito del West?), forse (ma non allarghiamo troppo il tiro) persino al cinema in sé. E ancora, in una parte nuovamente filosofica e squisitamente onirica nella seconda parte del film, quella che potremmo definire la fase tipica della "crisi dell'eroe", si rivelano nuove sfaccettature, nuovi significati, nuove chiavi di lettura, in una splendida sequenza di immagini, musiche ed evocazioni che racchiudono in sé a mio parere tutto il senso del film. Il tema dell'identità, di come riuscire a "non essere più nessuno" (bella l'idea che sia proprio un camaleonte, e per di più attore, a compiere questo viaggio), e a farlo senza dover per forza mentire e indossare qualche maschera; ma anche il tema del progresso, di un mondo che è destinato a finire e a morire, e ad essere sostituito da un mondo nuovo, dal futuro (il mito verghiano della fiumana del progresso, in cui qualcuno rimane sempre travolto?), in senso di evoluzione-competizione storica (la metropoli che prosciuga un già prosciugato e miserabile deserto), ma anche in senso cinematografico direi (le "leggende" che "forse non si ricorderanno nemmeno che siano mai esistite"), e qui torniamo al tema del western, e del generoso omaggio che questo film intende evidentemente porgli. E si potrebbe ancora continuare, riferendoci al tema della responsabilità e del vincolo che ci lega alle nostre azioni, il fatto che nessuno possa "sfuggire alla propria storia", termine quest'ultimo forse volutamente ambiguo, che può andare a riferirsi al percorso individuale di ognuno di noi ma anche alla narrazione letteraria (nel senso più ampio e artistico del termine) di cui i personaggi di un autore "si ritrovano" a far parte. Ancora, vi troviamo il tema del potere, in stretto collegamento con il tema dell'acqua, simbolo di vita e di speranza, senza la quale evidentemente non può esistere nessuna forma vivente; e d'altronde, come viene acutamente suggerito nel film, "Chi controlla l'acqua, controlla il potere", poiché egli potrà esercitare il proprio potere anche su chi è dipendente da essa, ossia chiunque viva. Se volessimo effettuare un'analisi a 360°, potremmo partire da quest'ultimo spunto persino per porci qualche domanda sull'attualissima problematica delle risorse della Terra, sui loro limiti, e su come il potere politico ed economico vi si intreccino inesorabilmente, ma certamente non è questa la sede adatta.
Resta insomma alla fine del film la piacevole sensazione di aver fatto esperienza di qualcosa di molto diverso dal classico cartone animato (per quanto apprezzabile) che ci siamo abituati ad amare e che ormai tendiamo aspettarci. Un viaggio a dir poco profondo nel cuore di dubbi amletici, tematiche scottanti ed attuali, ma anche tanto, tanto amore per il buon cinema.
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(di gattaluna)
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fab_y
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mercoledì 5 ottobre 2011
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un film per bambini??
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La prima cosa che ho notato di questo film è un registro linguistico non adatto ai bambini, a cominciare dalle scene iniziali in cui un rospo dà dell' "ico de puta" al camaleonte Rango. Forse non avrò sentito bene?? Spero di sì. Si continua comunque in modo analogo nel film. Per amor di verità devo dire che non sono riuscita a guardarlo per più di mezz'ora...fastidioso e una noia mortale!! Sarò strana io...
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