C'era una volta in Anatolia

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Un film di Nuri Bilge Ceylan. Con Yilmaz Erdogan, Taner Birsel, Ahmet Mümtaz Taylan, Muhammet Uzuner, Firat Tanis Titolo originale Bir zamanlar Anadolu'da. Drammatico, durata 150 min. - Turchia 2011. - Parthénos uscita venerdì 15 giugno 2012. MYMONETRO C'era una volta in Anatolia * * * 1/2 - valutazione media: 3,55 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
annamarialaneri35 sabato 23 giugno 2012
la mela e la donna. l'uomo dov'è? Valutazione 4 stelle su cinque
44%
No
56%

Un commissario, i suoi poliziotti, un procuratore e un medico accompagnano 2 sospettati alla ricerca del cadavere nell’immensità costretta dell’Anatolia. Trovano il cadavere e, dopo il riconoscimento della moglie, fanno eseguire l’autopsia. Questa è la trama oggettiva del film, non si conosce neanche il movente dell’assassinio. Solo gli sguardi e i dialoghi ne esprimono il senso, creando coordinate che uniscono i personaggi in un mondo privo di vita, dove la morte dell’uomo è continuamente evidenziata dall’unico argomento dei dialoghi: i figli. Il commissario risulta essere l’unico personaggio ancora in vita: è il solo a trasmettere emozioni e sentimenti, è lui l’unico che dice di avere un figlio,seppure malato e bisognoso di cure. [+]

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francesca meneghetti mercoledì 20 giugno 2012
un tempo lento per affacciarsi sui nostri abissi Valutazione 5 stelle su cinque
46%
No
54%

 Un vetro appannato lascia intravedere un interno. Tre uomini sono seduti  in un locale chiuso e mangiano in modo cordiale. La voce è lontana. Uno dei tre esce dall’officina. Fuori sta arrivando un temporale. Una locomotiva arriva da destra e copre la scena. I titoli (solitamente di coda) scorrono in silenzio.
Il primo tempo è totalmente notturno  (anche se la divisione consueta dei film in primo e secondo tempo non corrisponde all’articolazione logica e strutturale in tre atti, ciascuno incentrato su un personaggio maschile e sulla sua triste storia).
In un paesaggio montuoso brullo, verso il tramonto (straordinaria in tutto il film la fotografia), avanza in modo lento e tortuoso un serpente, o, a meglio dire, un bruco di fuoco: è un motivo suggestivo e potente che si presenterà altre volte nel film. [+]

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flyanto lunedì 18 giugno 2012
una lunga indagine su un delitto che conduce alla Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

 Film sulle indagini condotte lungo un'intera notte riguardo un brutale assassinio che condurranno non solo alla scoperta del reale accaduto dei fatti ma anche alla scoperta di personali verità da parte degli investigatori stessi. Insomma,  il film è costituito come un lungo percorso alla ricerca del proprio sè più intimo. L'unico appunto "negativo" che si può muovere a questa pellicola è, forse, l'eccessiva lunghezza della trama, resa ancor più tale dal lento succedersi degli eventi strutturati come se avvenissero con la lentezza propria della  realtà. Ma questa lentezza,  con cui il regista Ceylan gira il film, viene ad essere, appunto, proprio il fascino della sua opera innalzandola a vera poesia e riservandola, purtroppo, ad un pubblico senza dubbio di nicchia. [+]

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renato volpone domenica 17 giugno 2012
alla ricerca di un cadavere Valutazione 3 stelle su cinque
56%
No
44%

Le storie si mescolano, si sovrappongono, si contrappongono in questo film che racconta di un commissario, un procuratore, un medico legale e altri personaggi che vanno alla ricerca di un cadavere portando con se gli assassini rei confessi.  Ciascuno ha la sua storia da raccontare, i dolori della propria esistenza, e ognuno porta sulle spalle il peso del passato. E il passato si contrappone al presente, si sovrappone, lo invade, e così tra splendidi paesaggi dell'Anatolia scopriamo un mondo rurale ancora radicato e così lontano dal computer portatile posato sullo sgabello per scrivere il verbale. Il film è lentissimo, anche per colpa di un doppiaggio punitivo, e trascinandosi stancamente per due ore e mezza non ci porta a nessuna soluzione, ma solo a supposizioni, deduzioni, noi diventiamo giudici e indagatori. [+]

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chaoki21 domenica 17 giugno 2012
datemi delle forbici Valutazione 0 stelle su cinque
40%
No
60%

Se mi dessero delle forbici per lavorare a questo film, lascerei sulla tavola del montatore circa 60 minuti. Le strizzatine d'occhio a Tarkowski e a Kieslowski sono vecchie come il cucco e, soprattutto, il regista vuole dire troppo. Sorrisi, lentezze, voli pindarici non riescono a fare il film, che muore sepolto da una cosa molto semplice e che, denunciare, non è per nulla "far cosa da ignoranti": si chiama NOIA. Quelle che i grandi registi, come quelli citati al principio, non sapevano manco dove stesse di casa. Tenere al cinema le persone per due ore e mezza della loro vita (e aver loro qualcosa da dare ma non saperla porgere) è irrispettoso dell'arte. Tornati a casa l'impressione che rimane è quella di un'occasione sprecata e pochi frammenti visivi. [+]

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goldy venerdì 15 giugno 2012
mortale Valutazione 0 stelle su cinque
38%
No
62%

Ennesimo film che fa vibrare vene e polsi ai sensibilissimi giurati dei festival. Ancora una volta la storia è prestesto per raccontare o comunicare qualcos'altro. E cos'è questo verità nascosta che lo spettatore non avrebbe scoperto da solo con le proprie forze? Per esempio che la Turchia ha zone arretrate come l'Anatloa che le impediscono di entrare nella splendida Europa. Che anche gli assassini hanno un cuore che pulsa o che l'autorevole carica di procuratore non preserva quest'ultimo da un problema comune a molti come quello, molto prosaico, di una prostata melfuzionante. Scorpiamo che i personaggi di un film hanno gli stessi problemi degli soettatori che li stanno a guardare!! Inutile attendersi un finale perchè il "bello" del film è il classico finale "aperto" che piace moltissimo ai raffinati intelletuali francesi che infatti lo hanno premiato con il Grand Prix a Cannes. [+]

[+] la noia e il luogo comune (di sergio marchetti)
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epidemic giovedì 14 giugno 2012
ronf ronf ronf Valutazione 2 stelle su cinque
61%
No
39%

Inspiegabilmente lungo e con un tempo e ritmo decisamente lento. Un mistero anche l'imbarazzante ripetizione di scene che si dilungano nell'ovvio come a cercar di sottolineare una quotidianità che però sembra chiaro non appartenere ai tempi cinematografici. Nonostante il cast sia caratterizzante ed alcuni attimi molto simbolici non si può certo salvare un film che fa letteralmente dormire in sala.

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donni romani venerdì 8 giugno 2012
c'era una volta... ma la vita non è una favola Valutazione 4 stelle su cinque
53%
No
47%

Nuri Bilge Ceylan, già autore del bellissimo "Tre scimmie" torna a mettere in scena le più profonde emozioni umane con questa pellicola, Gran Prix della Giuria al Festival di Cannes 2011. E lo fa attraverso un meccanismo a matrioska, perchè ogni scena ne contiene un'altra, ogni dialogo è propedeutico al successivo, ogni rivelazione contiene i germogli per la rivelazione successiva, che a volte arriva anche dopo un'ora dalla prima. La trama apparentemente è quella di un poliziesco e ci presenta un commissario di polizia, un procuratore e un medico legale che con altri agenti scortano un assassino confesso nel luogo dove dice di aver sepolto il cadavere della vittima. Viaggeranno tutta la notte e dopo aver alla fine scoperto il luogo di sepoltura torneranno in città per l'autopsia. [+]

[+] cornuti e mazziati (di goldy)
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donni romani domenica 6 maggio 2012
indagine dell'anima per il regista di "tre scimmie Valutazione 0 stelle su cinque
0%
No
0%

Il nuovo fil di Nuri Bilge Ceylan, già autore del bellissimo "Tre scimmie" torna a  mettere in scena le più profonde emozioni umane con questa pellicola, Gran Prix della Giuria al Festival di Cannes 2011. E lo fa attraverso un meccanismo a matrioska, perchè ogni scena ne contiene un'altra, ogni dialogo è propedeutico al successivo, ogni rivelazione contiene i germogli per la rivelazione successiva, che a volte  arriva anche dopo un'ora dalla prima. La trama apparentemente è quella di un poliziesco e ci presenta un commissario di polizia, un procuratore e un medico legale che con altri agenti scortano un assassino confesso nel luogo dove dice di aver sepolto il cadavere della vittima. [+]

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