brian77
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mercoledì 2 marzo 2011
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routine
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Sempre grande Verdone. Modesto l'episodio con Scamarcio. Totalmente fasullo quello con De Niro: imbarazzante quasi quanto vederlo da Morandi o da Fazio. Veronesi, poi, come regista non ha certo leggerezza di tocco, ma tende a volte a qualche lungaggine. Resta soprattutto la sensazione di aver visto un esercizio stanco e scontato, anche se l'insieme è vedibile. E Verdone sembra averci messo qualcosa di suo, vista la maggior compattezza del suo episodio.
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angelica erta
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martedì 1 marzo 2011
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un'ironia stanca per passioni senza amore
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Un film che, a dispetto del titolo, dimentica quasi totalmente l’amore per radiografare senza remore le passioni e i movimenti, incauti o impudenti, dell’animo umano. Tre storie, incorniciate da un indice didascalico e da un cupido che più kitch non si può, in cui Veronesi insegue le acrobazie sentimentali dei suoi personaggi, più macchiette o maschere di teatro che figure degne di affondo psicologico. Nessun tormento o vocazione allo scavo interiore, nessuna lacerazione intimista dei cliché da feuilleton se si escludono i dialoghi via skype fra Roberto e Sara, gli unici momenti in cui il film sembra prendere le distanze da una realtà pecoreccia, e a tratti grottesca. Il personaggio interpretato dalla Solarino si distingue per la morale non pragmatica, incapace di silenziare la coscienza ed accontentarsi della vita così com’è, senza slanci né sogni.
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Un film che, a dispetto del titolo, dimentica quasi totalmente l’amore per radiografare senza remore le passioni e i movimenti, incauti o impudenti, dell’animo umano. Tre storie, incorniciate da un indice didascalico e da un cupido che più kitch non si può, in cui Veronesi insegue le acrobazie sentimentali dei suoi personaggi, più macchiette o maschere di teatro che figure degne di affondo psicologico. Nessun tormento o vocazione allo scavo interiore, nessuna lacerazione intimista dei cliché da feuilleton se si escludono i dialoghi via skype fra Roberto e Sara, gli unici momenti in cui il film sembra prendere le distanze da una realtà pecoreccia, e a tratti grottesca. Il personaggio interpretato dalla Solarino si distingue per la morale non pragmatica, incapace di silenziare la coscienza ed accontentarsi della vita così com’è, senza slanci né sogni. Il primo capitolo è sicuramente il più efficace, per la presenza della Solarino, ma anche di Roberto, Riccardo Scamarcio, giovane dallo sguardo disincantato, a tratti frivolo e adolescenziale, ma anche terribilmente umano e familiare, alle prese con le proprie fragilità.
A differenza del primo capitolo il secondo e il terzo virano decisamente verso il grottesco, una comicità sarcastica, stile Sorrentino, incapace tuttavia di affondare fino in fondo il coltello nelle pieghe dell’umano, delle sue voglie e delle sue debolezze. Un film a metà che tenta la strada dell’umorismo tagliente ma finisce poi per rifugiarsi nella comicità tranquillizzante del lieto fine, tra ballerine di lap-dance e vecchi incapaci di accettare la propria età.
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giovasa
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martedì 1 marzo 2011
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davvero bello !!!
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E' davvero un film da vedere ! Non capisco certi commenti riportati in questo forum ...
Perchè dobbiamo essere a tutti i costi così poco generosi nei confronti di questa nuova commedia all'italiana ...
Nel primo episodio "fortissima" la compagnia dei toscani e la conclusione sulla spiaggia da vedere !
Grande la interpretazione della Solarino.
Il secondo episodio è il miglior Verdone dall'inizio alla fine.
Nel terzo episodio Placido è, ovviamente, al pari di De Niro: molto bravi.
Non ci crederete forse, visti i giudizi negativi che circolano, ma la sensazione, in sala, è che la gente, sopratutto le donne apprezzino tutte e tre gli episodi e si divertano, molto ! [+]
E' davvero un film da vedere ! Non capisco certi commenti riportati in questo forum ...
Perchè dobbiamo essere a tutti i costi così poco generosi nei confronti di questa nuova commedia all'italiana ...
Nel primo episodio "fortissima" la compagnia dei toscani e la conclusione sulla spiaggia da vedere !
Grande la interpretazione della Solarino.
Il secondo episodio è il miglior Verdone dall'inizio alla fine.
Nel terzo episodio Placido è, ovviamente, al pari di De Niro: molto bravi.
Non ci crederete forse, visti i giudizi negativi che circolano, ma la sensazione, in sala, è che la gente, sopratutto le donne apprezzino tutte e tre gli episodi e si divertano, molto !
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djfilippo
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lunedì 28 febbraio 2011
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era prevedibile
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Hahaha, grandi attori per un film deludente, ma bastava vedere i trailer che fanno vedere in TV che non è film da cinema, e nemmno da TV!
Adesso chi pagherà gli attori senza incassi!
Scordatevi di fare un film come Checco Zalone, lui con la sua semplicità ha colpito tutta l'Italia, e ha fatto un gran successo.
Lasciate spazio ai giovani che hanno veramente talento, è finita l'era di chi poteva fare successo con l'ignoranza e il monopolio del cinema.
Andate tutti a casa, finti attori che nemmeno sapete recitare!
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santospago
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lunedì 28 febbraio 2011
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pessimo
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Forse il peggiore della serie, calcolando il livello bassissimo degli altri due
... fate voi.
Le storielle sono esili esili, i dialoghi banalissimi e mai
divertenti. Dispiace tanto vedere Verdone ridotto così, macchietta di se stesso,
imprigionato in gag vecchie e polverose, peccato perchè potrebbe dare ancora
tanto. Purtroppo Veronesi non ha talento e sembra non avere idea di come portare
avanti le storie, ci prova e ci riprova ma nulla.
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rongiu
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domenica 27 febbraio 2011
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giovane arciere… disperatamente cercasi!!!
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Centrato, in pieno, il titolo. “Manuale d’amore 3”.
Un manuale, deve dare la possibilità a chi lo legge reggendolo con le mani, di ottenere una conoscenza rapida e sommaria su di un qualsiasi argomento. Il tema del regista Veronesi, per altro co-sceneggiattore con Chiti/Agnello, è l’amore non l’Amore. La percentuale di chi riesce ad “utilizzare” un manuale in modo corretto, riportano le statistiche, è veramente bassa. Ed è così che, nonostante un cast di tutto rispetto, il piacere provato nel leggere visivamente questo manuale d’amore, per altro giunto alla 3ª edizione, ha raggiunto una desaturazione storica.
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Centrato, in pieno, il titolo. “Manuale d’amore 3”.
Un manuale, deve dare la possibilità a chi lo legge reggendolo con le mani, di ottenere una conoscenza rapida e sommaria su di un qualsiasi argomento. Il tema del regista Veronesi, per altro co-sceneggiattore con Chiti/Agnello, è l’amore non l’Amore. La percentuale di chi riesce ad “utilizzare” un manuale in modo corretto, riportano le statistiche, è veramente bassa. Ed è così che, nonostante un cast di tutto rispetto, il piacere provato nel leggere visivamente questo manuale d’amore, per altro giunto alla 3ª edizione, ha raggiunto una desaturazione storica. Ma perché è così difficile utilizzare un manuale? I motivi, sono tanti e vari. Una prima causa, così mi par di capire, è che un manuale deve essere vivo nei contenuti, efficace nell’effetto desiderato, incisivo sull’emisfero emozionale. Le 3 storie raccontate, non lo sono quasi per niente. Scontate, vecchie e stravecchie. Riscaldate, ribollite, lievemente aromatizzate. Fortunatamente i gregari, le seconde linee, hanno retto bene il campo; vedi Vauro & Company. (un gradito, celato omaggio a Monicelli?) Una ulteriore concausa è da ricercare nel fatto, che i manuali spesse volte non prendono per niente in seria considerazione le mutate condizioni culturali, sociali, ambientali. Sono riedizioni, riesumate e rivedute. E’ vero o falso che Bellucci, Chiatti, De Niro, Finocchiaro, Placido, Scamarcio, Solarino, Verdone, ci hanno abituati a ben altre angolature? Per i VIP, è tanto difficile rifiutare qualche volta un certo tipo di minestra? Di fronte a testi che non reggono il passo ad esempio, con musica, location, fotografia, un buon no, aiuta a crescere. Io credo. Un terzo fattore che fa del manuale un catturapolvere, lo ravviso nel fatto che viene ritenuto il più delle volte, inutile. Tempo perso, leggerlo. E’ tempo perso andare a cinema? Francamente questa risposta genera in me, a volte, momenti di difficoltà. Trascorso l’ attimo irritante, letto all’uscita della sala anche sul volto della maggior parte dei presenti e dopo un buon caffè, rispondo con un secco NO. Il cinema è e resta un piacere; nonostante l’imminente aumento del costo del biglietto >>:-. (Una vera beffa). L’ultima radice che mi viene in mente è questa; quando ti serve quel manuale in quel momento, non lo trovi mai. E qui possono nascere tantissimi interrogativi. Per un buon film, quanti Veri Manuali occorrono? Io non conosco il numero di Oscar vinti dai film prodotti dal “Cavaliere del Lavoro” De Laurentis. Sono comunque consapevole che un film premiato con un Oscar, può non essere un ottimo film. Mi chiedo, a mo’ di curiosità; c’è differenza tra cinema come Industria e Cinema d’Autore? Il film in oggetto, appartiene alla prima od alla seconda area? La mia risposta, l’ho trovata scrutando le stelle.
Good Click!
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melania
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domenica 27 febbraio 2011
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manuale d'amore ... basta!!!!
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Veronesi non ha più niente da dire ... questi ultimi tre episodi sono tre storiele esili esili, senza mai un'emozione, un'idea o uno spunto forte. Il film annoia e si fa fatica a seguirlo. Verdone patetico, de niro inutile. Banalissimi tutti i dialoghi ... forse sarebbe ora di provare qualcosa di nuovo o vogliamo arrivare a manuale d'ampre 10?
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(di mammut)
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stellab
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domenica 27 febbraio 2011
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lento e noiso
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Un film decisamente noioso. Verdone ormai fa sempre le stesse cose: lui scappa è qualche donna lo insegue, non se ne può più. Scamarcio con un'unica espressione. La bellucci decisamente inutile. Le storie scorrono lente senza alcun interesse. Mah.
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cosmiana galizia
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domenica 27 febbraio 2011
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che delusione..
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Mi dispiace molto per Carlo Verdone di cui adoro la comicità e che è stato il motivo principale per cui sono andata a vedere il film ma questa volta mi ha proprio deluso.
Film decisamente mediocre.. storie banali e scontate.. grandi nomi del cinema ma nel complesso poca sostanza.. In una parola.. noioso!
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(di mammut)
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apollo13
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domenica 27 febbraio 2011
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bellissimo film.
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Film bellissimo. Veronesi accompagna sempre le scene più importanti dei suoi film con una colonna sonore che resta impressa nella mente. Personalmente ho preferito il primo episodio, bravi gli attori e bello il posto. Il secondo è caratterizzato da un Verdone che fa ridere veramente di gusto. Il terzo, che dire, la presenza di De Niro rende sempre tutto più professionale e disegna un episodio pieno di passione.
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