achab50
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sabato 17 gennaio 2015
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la vita sarà anche facile ma non la coerenza
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Film che si ferma un attimo prima di essere un'opera di denuncia sociale (la descrizione della situazione sanitaria africana è quasi da autentico reporter), e si lascia volutamente contaminare dal più classico dei triangoli infernali: due amici per la pelle innamorati della stessa donna, per altro dai costumi piuttosto disinibiti, ma la contaminazione non prende mai il sopravvento. E tutto il film scorre fra queste due tentazioni senza veri sbandamenti.
Totalmente politicamente scorretto il finale, accettabile solo in quanto espressione di un film che vuole essere un tentativo di rinnovamento della commedia italiana e non l'affermazione di una moralità.
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Film che si ferma un attimo prima di essere un'opera di denuncia sociale (la descrizione della situazione sanitaria africana è quasi da autentico reporter), e si lascia volutamente contaminare dal più classico dei triangoli infernali: due amici per la pelle innamorati della stessa donna, per altro dai costumi piuttosto disinibiti, ma la contaminazione non prende mai il sopravvento. E tutto il film scorre fra queste due tentazioni senza veri sbandamenti.
Totalmente politicamente scorretto il finale, accettabile solo in quanto espressione di un film che vuole essere un tentativo di rinnovamento della commedia italiana e non l'affermazione di una moralità.
Globalmente da vedere, con una regia attenta ma con un paio di sbavature tutto sommato veniali, ed atttori assolutamente nella parte e perciò addirittura credibili.
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sandy walsh
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martedì 2 luglio 2013
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storia di amicizia e coraggio...con sorpresa!
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Lucio Pellegrini, regista giovane ma non inesperto, ci regala una storia agrodolce tra commedia, dramma, amore e amicizia.
La storia che si sviluppa dall'inizio, facendoci conoscere i due dottori tanto amici quanto diversi tra loro, e le loro vite agli antipodi, si trasforma durante la narrazione, facendoci conoscere lati dei personaggi finora sconosciuti, fino ad arrivare quasi ad un'inversione dei ruoli, per farci capire come la vita a volte ci può cambiare, ma anche come noi possiamo cambiare la nostra vita.
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filippo catani
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mercoledì 11 gennaio 2012
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alti e bassi
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Un giovane medico italiano è da anni responsabile di un centro medico in Kenya. L'improvviso arrivo del vecchio amico nonche professore in un ospedale privato sconvolgerà la vita del medico così quanto la visita della moglie dello specialista.
Un film che fa sicuramente un'ottima pubblicità a chi si impegna per cercare di fare del bene alle popolazioni più disagiate e che si scaglia senza ambiguità e mezzi termini contro la "medicina privata" e quanto ci sta attorno tra parcelle e tangenti. Funziona bene anche la coppia Accorsi-Favino. Il problema è rappresentato dal trito e ritrito triangolo amoroso in cui il film finisce per smarrire quanto di buono aveva fatto in precedenza.
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Un giovane medico italiano è da anni responsabile di un centro medico in Kenya. L'improvviso arrivo del vecchio amico nonche professore in un ospedale privato sconvolgerà la vita del medico così quanto la visita della moglie dello specialista.
Un film che fa sicuramente un'ottima pubblicità a chi si impegna per cercare di fare del bene alle popolazioni più disagiate e che si scaglia senza ambiguità e mezzi termini contro la "medicina privata" e quanto ci sta attorno tra parcelle e tangenti. Funziona bene anche la coppia Accorsi-Favino. Il problema è rappresentato dal trito e ritrito triangolo amoroso in cui il film finisce per smarrire quanto di buono aveva fatto in precedenza. Il ruolo della Puccini è assolutamente superfluo e sciatto. Insomma è vero che il tutto si risolve in maniera non troppo banale ma ci si poteva limitare alla storia tra il medico che sceglie di operare tra mille difficoltà e quello che lo raggiunge solo per evitare un mandato di cattura. Occasione semipersa.
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monicelliano
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martedì 3 gennaio 2012
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dialoghi forzati e trama scontata
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Parla di un marito (Favino) ed una moglie (Puccini) benestanti, ma si vede chiaramente
lei sta con lui per i soldi.
Non contento il regista ce lo fa capire meglio attraverso qualche
puerile flashback, in modo che sia chiaro che a lei piace l'amico di lui (Accorsi).
Lui, l'amico, intanto fa l'eroe (o cerca di farlo) in Africa.
Per problemi legali, il marito è costretto a rifugiarsi anche lui in Africa, ma il suo
precario spirito di adattamento gli fa pronunciare una serie di improperi in dialetto
romano ( questa è la parte che dovrebbe essere divertente ma non lo è ).
Poi ovviamente arriva anche lei che litiga con il marito,
ma il dialogo è talmente forzato da sembrare appartenere ad un film di genere più spinto.
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Parla di un marito (Favino) ed una moglie (Puccini) benestanti, ma si vede chiaramente
lei sta con lui per i soldi.
Non contento il regista ce lo fa capire meglio attraverso qualche
puerile flashback, in modo che sia chiaro che a lei piace l'amico di lui (Accorsi).
Lui, l'amico, intanto fa l'eroe (o cerca di farlo) in Africa.
Per problemi legali, il marito è costretto a rifugiarsi anche lui in Africa, ma il suo
precario spirito di adattamento gli fa pronunciare una serie di improperi in dialetto
romano ( questa è la parte che dovrebbe essere divertente ma non lo è ).
Poi ovviamente arriva anche lei che litiga con il marito,
ma il dialogo è talmente forzato da sembrare appartenere ad un film di genere più spinto.
Allora il marito per risolvere i suoi problemi finanziari manda l'amico a
prelevare tutti i soldi ( quanto è bella l'ingeniutà ) e la moglie spera
che quest'ultimo voglia goderseli con lei,
ma ovviamente lui scappa con tutto il malloppo.
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memorabilia
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sabato 15 ottobre 2011
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la vita facile non esiste, come la trama del film
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Il problema di questo film è che è assolutamente incredibile e purtroppo non nel senso buono del termine. Sulla carta ha una trama (il tipico e intramontabile triangolo amoroso), in realtà la trama non parte o quando parte si perde totalmente. La prima metà scorre lentamente raccontando davvero poco o niente, la seconda metà ci presenta una storia sempre più prevedibile e scontata. Il riultato? 102 minuti di surrealità di situazioni, reazioni e dialoghi. Il problema principale credo sia il cacciucco di generi fatto dal regista: si va dal dramma al comico al giallo, travestiti dall'attraente commedia all'italiana. Ma questo piatto manca di equilibrio, realtà e coerenza: è un esperimento mal riuscito.
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Il problema di questo film è che è assolutamente incredibile e purtroppo non nel senso buono del termine. Sulla carta ha una trama (il tipico e intramontabile triangolo amoroso), in realtà la trama non parte o quando parte si perde totalmente. La prima metà scorre lentamente raccontando davvero poco o niente, la seconda metà ci presenta una storia sempre più prevedibile e scontata. Il riultato? 102 minuti di surrealità di situazioni, reazioni e dialoghi. Il problema principale credo sia il cacciucco di generi fatto dal regista: si va dal dramma al comico al giallo, travestiti dall'attraente commedia all'italiana. Ma questo piatto manca di equilibrio, realtà e coerenza: è un esperimento mal riuscito. Inoltre Pellegrini vorrebbe raccontare i vizi della nostra società, darci uno visione della realtà quotidiana; peccato che la storia sia una caricata iperbole del Vizio e che di reale e quotidiano presenti proprio poco. Gli interpreti sono sicuramente famosi e talentuosi, ma risultano purtroppo quasi caricaturali nelle loro interpretazioni. Si salvano solo la fotografia (ma far male in una location del genere sarebbe stato difficile..) e qualche battuta in grado di portare allo spettatore leggerezza e una parvenza di spontaneità.
Non posso però consigliarvi di guardarlo perchè purtroppo non racconta, non analizza, non stupisce così tanto (se osservato con attenzione),non diverte e una volta terminato non lascia "segni" su chi lo ha visto.
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[+] una vera schifezza.
(di monicelliano)
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[+] il cinema italiano che pretende di essere serio
(di chaoki21)
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joker 91
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domenica 2 ottobre 2011
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un buon film
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Il film di Pellegrini va assolutamente promosso con merito alla sufficienza. Un film che lascia un finale aperto,un film che parla dell'italiano e di ciò che quest'ultimo rappresenta. Paesaggi africani ripresi con una grande maestria ed un insolito coraggio nel rischiare con un prodotto fuori dagli standard del cinema italiano degli ultimi anni,magari sinalmente qualcosa sembra cambiare. Favino bravissimo come sempre-uno dei pochi attori italiani di oggi da esportazione,Accorsi in parte e brava anche la puccini. promosso
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il superanto
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venerdì 23 settembre 2011
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vite a confronto
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La vita facile è un gran bel film. Uno di quelli che appena esci dal cinema ti da la soddisfazione di aver ben speso i tuoi soldi. Merita davvero di essere visto, sia perchè ti cattura sin dall'inizio e ti porta dentro un mondo così diverso eppure così vicino e attuale, ma anche perchè francamente è ben recitato.
Per un amante dell'Africa come me è stata una gioia vedere un film così ben fatto e che soprattuto ti fa riflettere sul valore della vita.
La vita. Sin dalle prime scene si capisce che il regista vuole operare un confronto tra due vite, ma ampio respiro dedica alla vita semplice, fatta d'amore e di poco.
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La vita facile è un gran bel film. Uno di quelli che appena esci dal cinema ti da la soddisfazione di aver ben speso i tuoi soldi. Merita davvero di essere visto, sia perchè ti cattura sin dall'inizio e ti porta dentro un mondo così diverso eppure così vicino e attuale, ma anche perchè francamente è ben recitato.
Per un amante dell'Africa come me è stata una gioia vedere un film così ben fatto e che soprattuto ti fa riflettere sul valore della vita.
La vita. Sin dalle prime scene si capisce che il regista vuole operare un confronto tra due vite, ma ampio respiro dedica alla vita semplice, fatta d'amore e di poco. Un grande obiettivo se confrontato alla vita che oggi siamo portati a fare, fondata sull'utilitarismo, così complicata, così difficile che un viaggio in Africa potrebbe davvero cambiare la nostra opinione.
E' chiaro che il regista questo l'ha capito ed infatti ha deciso di dedicarsi alla vita africana, primordiale, lasciando pochi spazi alla storia. Una storia c'è, una storia di corruzione, di inganni, di torti, una storia che non troverebbe posto nella vita semplice. Si perchè per me la vita facile non è quella di tutti i giorni con gli agi e le comodità, dietro a questo si nasconde lo stress, la monotonia di tutti i giorni, la nostra non è una vita facile.
Detto questo, personalmente se avessi diretto io il film avrei cercato sicuramente un finale diverso, ma l'importante è che il messaggio sia arrivato chiaro alla gente. Il film finisce con uno scambio di vite, un finale triste potrebbero dire alcuni, ma no.. nella vita facile (non quella romana, ripeto) non c'è nulla di triste.
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cenox
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lunedì 12 settembre 2011
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troppi tempi morti
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Non è un brutto film questo ma quando lo si gira bisogna assolutamente evitare che ci siano attese inutili o momenti morti, ed in questo non ci siamo infatti; inoltre un punto in meno anche per il finale, in cui certe scelte del regista rimangono inspiegate (mi riferisco alla scelta di Accorsi). Il film, girato quasi interamente in Africa, precisamente in Kenya, narra la storia di un dottore italiano (Accorsi) che vive là facendo volontariato in una struttura di fortuna, che viene raggiunto dal suo amico di vecchia data (Favino), medico anch'egli. Tra cure e imprevisti, si scoprirà che il 1o è scappato in Africa dopo aver procurato un incidente al 2o, mentre il 2o, è partito per l'Africa per sfuggire all'incriminazione per una truffa sanitaria.
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Non è un brutto film questo ma quando lo si gira bisogna assolutamente evitare che ci siano attese inutili o momenti morti, ed in questo non ci siamo infatti; inoltre un punto in meno anche per il finale, in cui certe scelte del regista rimangono inspiegate (mi riferisco alla scelta di Accorsi). Il film, girato quasi interamente in Africa, precisamente in Kenya, narra la storia di un dottore italiano (Accorsi) che vive là facendo volontariato in una struttura di fortuna, che viene raggiunto dal suo amico di vecchia data (Favino), medico anch'egli. Tra cure e imprevisti, si scoprirà che il 1o è scappato in Africa dopo aver procurato un incidente al 2o, mentre il 2o, è partito per l'Africa per sfuggire all'incriminazione per una truffa sanitaria. A sparigliare le carte provvederà l'arrivo nel continente Nero della moglie di Favino, interpretata dalla Puccini, che, venuta a sapere dell'incriminazione, vuole chiarirsi col marito, e incontrare di nuovo Accorsi, col quale aveva avuto una relazione clandestina, proprio prima della sua partenza.
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ultimoboyscout
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domenica 11 settembre 2011
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la vita non è facile.
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E' una commedia e fin qui non ci piove, dal titolo contraddittorio. Ma a suo modo atipica, mescola toni e generi alternandoli: possiamo trovare l'avventura di conoscere e scoprire mondi diversi ed esotici, il thriller di un passato velato, scoperto solo in minima parte, la comicità di equivoci, malintesi e goffaggini e il più classico dei melò di due uomini che si contendono la stessa donna. Senza tralasciare la critica sociale, ormai punto di forza del regista Pellegrini, critica presente anche nel suo precedente film "Figli delle stelle". Non si raggiunge la brillantezza di quest'ultimo film corale ne i suoi picchi di folle ilarità ma ci si emoziaona pur volando a quote non alte.
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E' una commedia e fin qui non ci piove, dal titolo contraddittorio. Ma a suo modo atipica, mescola toni e generi alternandoli: possiamo trovare l'avventura di conoscere e scoprire mondi diversi ed esotici, il thriller di un passato velato, scoperto solo in minima parte, la comicità di equivoci, malintesi e goffaggini e il più classico dei melò di due uomini che si contendono la stessa donna. Senza tralasciare la critica sociale, ormai punto di forza del regista Pellegrini, critica presente anche nel suo precedente film "Figli delle stelle". Non si raggiunge la brillantezza di quest'ultimo film corale ne i suoi picchi di folle ilarità ma ci si emoziaona pur volando a quote non alte. Eccellente Favino, a lui il compito di sorreggere il peso maggiore e di tirar fuori tutto il suo talento e la sua verve comica e cinica al tempo stesso. Accorsi e la Puccini vivacchiano, ma si integrano grazie ai loro tratti più seriosi. Da non sottovalutare Camilla Filippi, che incinta lo era davvero! Ha il merito di osservare le ambiguità, le stranezze e le distorsioni dell'Italia senza giudicarle, ma di guardarle da lontano e da un paese diversissimo dal nostro. E il personaggio di Favino tali contraddizioni e anomalie le incarna tutte. Come detto il taglio è leggero, il filtro da commedia porta a questo, ma a pensarci bene un film così può essere fisicamente massacrante quanto psicologicamente magnifico ed appagante. Amicizia e amore, due amici, una donna e l'Africa, tre vite apparentemente facili, coccolate dal benessere che risultano invece complicate persino vicine a quelle veramente complicate di chi lotta ogni giorno per sopravvivere. Risultato divertente ed amaro dal retrogusto drammatico, senza lieto fine, in linea col leitmotiv del niente è come sembra. Purtroppo discontinuo.
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rosenkreutz
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sabato 9 luglio 2011
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amicizia, amore e tradimenti in salsa africana
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Luca (Stefano Accorsi) e Mario (Pierfrancesco Favino) sono amici (ma lo sono veramente?) entrambi medici, entrambi innamorati (con qualche differenza) della stessa donna. Lei ama Luca ma sposa Mario. Il perché non è detto espressamente, ma si può facilmente intuire: Mario è un vincente, è lanciato, può garantire a Ginevra (Vittoria Puccini) ogni sorta di comfort, una vita alla grande. La delusione di Luca è tale da spingerlo a lasciare l'Italia per impiantarsi in Kenia a dirigere un piccolo ospedale male attrezzato e praticamente privo di risorse. Mario abbandona Roma e lo raggiunge, non per altruismo, ma per necessità. È invischiato in qualche losco affare di tangenti sulla fornitura di valvole cardiache non propriamente a norma.
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Luca (Stefano Accorsi) e Mario (Pierfrancesco Favino) sono amici (ma lo sono veramente?) entrambi medici, entrambi innamorati (con qualche differenza) della stessa donna. Lei ama Luca ma sposa Mario. Il perché non è detto espressamente, ma si può facilmente intuire: Mario è un vincente, è lanciato, può garantire a Ginevra (Vittoria Puccini) ogni sorta di comfort, una vita alla grande. La delusione di Luca è tale da spingerlo a lasciare l'Italia per impiantarsi in Kenia a dirigere un piccolo ospedale male attrezzato e praticamente privo di risorse. Mario abbandona Roma e lo raggiunge, non per altruismo, ma per necessità. È invischiato in qualche losco affare di tangenti sulla fornitura di valvole cardiache non propriamente a norma. Da qui si sviluppa la storia africana dei protagonisti, inframmezzata da qualche flashback chiarificatore. Luca non è proprio quell’amico fedele e idealista che vorrebbe apparire, e Mario alla fin fine si dimostra migliore di quello che appare. Ginevra invece si evidenzia per quello che è: infantile, viziata e irresponsabile.
Un film mediocre che si salva unicamente per la performance del duetto Favino-Accorsi e per il finale tutto a sorpresa in cui i protagonisti maschili in qualche modo recuperano umanità: Mario addirittura scopre una vocazione paterna prendendosi cura di un bambino tubercolotico e Luca, pur abbandonando per sempre l’ospedale, dimostra un autentico attaccamento verso di esso. Ginevra è l’unica che ne esce irrimediabilmente perdente e con le ossa rotte.
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