torrone
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mercoledì 26 gennaio 2011
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ottimo lavoro
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In un periodo in cui il cinema ci propina serie di porcherie epocali, vedere una pellicola italiana di buon livello oggigiorno è diventata cosa rara. Lo stile ricorda assolutamente il predecessore "Romanzo Criminale" e si può dire che per il regista Placido sia iniziata una saga, siamo al secondo episodio, chissà quale altro criminale sarà al centro delle sue attenzioni nel prossimo. Sinceramente mi sento di consigliare vivamente la visione di questo film che, seppur in alcuni casi mostra scene piuttosto crude, è veramente un bel film.
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mariangela sansone
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giovedì 24 marzo 2011
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vallanzasca - gli angeli del male
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"C'è chi nasce scarafaggio, chi scienziato, chi santa Maria Teresa di Calcutta...io sono nato per fare il ladro".
Quando il bel Renè andava in giro per Milano con la banda della Comasina a far disastri, per dirla alla sua maniera, non aveva ancora trent'anni;rapine, omicidi, sequestri, ma anche fughe ed evasioni che hanno portato Renato Vallanzasca a dover scontare quattro ergastoli; dopo 40 anni di detenzione ha ottenuto il permesso per uscire e lavorare durante il giorno. E' il bandito dagli occhi di ghiaccio il protagonista dell'ultimo film di Michele Placido, liberamente tratto da “Il fiore del male” di Carlo Bonini e Renato Vallanzasca e “Lettera a Renato” di Renato Vallanzasca e Antonella D'Agostino.
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"C'è chi nasce scarafaggio, chi scienziato, chi santa Maria Teresa di Calcutta...io sono nato per fare il ladro".
Quando il bel Renè andava in giro per Milano con la banda della Comasina a far disastri, per dirla alla sua maniera, non aveva ancora trent'anni;rapine, omicidi, sequestri, ma anche fughe ed evasioni che hanno portato Renato Vallanzasca a dover scontare quattro ergastoli; dopo 40 anni di detenzione ha ottenuto il permesso per uscire e lavorare durante il giorno. E' il bandito dagli occhi di ghiaccio il protagonista dell'ultimo film di Michele Placido, liberamente tratto da “Il fiore del male” di Carlo Bonini e Renato Vallanzasca e “Lettera a Renato” di Renato Vallanzasca e Antonella D'Agostino. Giunto alla sua nona regia, Placido gira uno dei suoi film migliori, un poliziottesco crudo e viscerale, in cui tratteggia sapientemente la figura del bandito milanese; senza mai peccare di eccessi, senza indulgere in eroismi o ritratti psicologici da manuale, il regista pugliese riesce a dosare i molteplici aspetti della personalità di Renato Vallanzasca. Fino alla metà degli anni settanta Milano era la capitale del crimine, la mala milanese vantava tra i suoi rappresentanti di spicco nomi come Luciano Lutrig, la feroce banda Cavallero e poi ancora Turatello e Vallanzasca con i suoi della Comasina. Dolore e sangue, tanto sangue scorreva in quegli anni, i criminali, organizzati in batterie, si facevano la guerra; il cielo su Milano era di piombo e mentre Giorgio Scerbanenco ne scriveva le gesta, non poi così eroiche, i capi incontrastati della città erano loro, i gangster della mala. Renato Vallanzasca si muoveva nella nebbia densa come panna di quella Milano calibro 9, giovane e inquieto. I suoi occhi azzurri non passavano inosservati ed il bel Renè, giovane, coraggioso e impertinente non si sottraeva a radio e televisioni, i giornalisti lo cercavano ed a volte era lui a cercarli direttamente.La descrizione che fa Placido del bandito del Giambellino è fredda e cruda,forse troppo,almeno a detta dello stesso Vallanzasca. Kim Rossi Stuart, che lo interpreta in maniera magistrale, fa rivivere il gangster metropolitano scoprendo i nervi, con la strafottenza e la spavalderia che lo distinguevano dal resto della criminalità dell'epoca, e che lo hanno reso un personaggio unico, corteggiato dalle donne e dai mass media.Placido e Rossi Stuart dipingono il ritratto di un personaggio fatto di contraddizioni, sempre in bilico tra l'efferatezza dei suoi crimini e l'umanità di un ragazzo che amava la bella vita, i soldi e le donne, capace di intessere forti amicizie, come quella con Francis Turatello, detto "Faccia D'Angelo". Il regista foggiano, con "Vallanzasca, gli angeli del male",mostra un lato della storia italiana dimenticato troppo in fretta; lo fa con una regia minimalista, una bella fotografia e un cast di tutto rispetto. Oltre all'ottimo Stuart, si distingue anche un superlativo Filippo Timi, nei panni di Enzo, amico d'infanzia e compagno di "rape" di Vallanzasca; notevole anche l'interpretazione di Paz Vega, che impersona l'amica di sempre ed attuale moglie del criminale, Antonella D'Agostino.Il film esplora un pezzo di storia recente che ha lasciato profonde ferite ed alcune non rimarginabili, centrando la sua attenzione sulla vita di una persona che pure ha ammesso di avere "un lato oscuro un pò pronunciato". "Vallanzasca, gli angeli del male" è un bel film, girato ed interpretato con maestria,scevro da esaltazioni e santificazioni.
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salvo
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giovedì 20 gennaio 2011
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bellissimo film
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E' un film molto coraggioso e coinvolgente che si muove fra cronaca e storia delineando un ritratto a forti tinte di un personaggio scomodo e inquietante dalla personalità nevrotica e megalomane, un personaggio malato di narcisismo per i suoi compiacimenti e per l'assoluto disprezzo del pericolo. Placido è stato bravissimo nel muoversi in un terreno minato e scegliendo la via dell'obiettività.Tutti gli interpreti sono stati bravissimi,a cominciare da Kim Rossi Stuart. Particolare e molto centrata è stata l'interpretazione del giovane Francesco Scianna, che ancora una volta rivela le sue qualità interpretative nel ricoprire il ruolo del bandito Francis Turatello. Secondo me farà molta strada e come giustamente ha affermato il critico Anselma Delloglio, sarà il Richard Gere del cinema italiano.
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E' un film molto coraggioso e coinvolgente che si muove fra cronaca e storia delineando un ritratto a forti tinte di un personaggio scomodo e inquietante dalla personalità nevrotica e megalomane, un personaggio malato di narcisismo per i suoi compiacimenti e per l'assoluto disprezzo del pericolo. Placido è stato bravissimo nel muoversi in un terreno minato e scegliendo la via dell'obiettività.Tutti gli interpreti sono stati bravissimi,a cominciare da Kim Rossi Stuart. Particolare e molto centrata è stata l'interpretazione del giovane Francesco Scianna, che ancora una volta rivela le sue qualità interpretative nel ricoprire il ruolo del bandito Francis Turatello. Secondo me farà molta strada e come giustamente ha affermato il critico Anselma Delloglio, sarà il Richard Gere del cinema italiano. Complimenti a Michele Placido che ci regala tante emozioni!
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elvis85
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lunedì 24 gennaio 2011
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campione di polemiche ma comunque ottimo
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Se c'è una vita che si può definire cinematografica questa è proprio quella di Renato Vallanzasca, protagonista negli anni '70 di rapine spettacolari, di evasioni impossibili e anche di omicidi, il film di Placido queste cose le mostra, non è certo un film per famiglie questo ma le polemiche che lo hanno accompagnato secondo me sono in buona parte ingiustificate, di film su criminali anche peggiori di Vallanzasca ce ne sono stati e nessuno si è lamentato.
Il film di Placido è di parte, è basato su ciò che Vallanzasca dice di se, ma il film non lo mitizza più di tanto, non da mai come messaggio che bisogni seguire il suo esempio o che sia una vita spesa bene, anzi le conseguenze delle scelte del protagonista vengono mostrate fin troppo bene.
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Se c'è una vita che si può definire cinematografica questa è proprio quella di Renato Vallanzasca, protagonista negli anni '70 di rapine spettacolari, di evasioni impossibili e anche di omicidi, il film di Placido queste cose le mostra, non è certo un film per famiglie questo ma le polemiche che lo hanno accompagnato secondo me sono in buona parte ingiustificate, di film su criminali anche peggiori di Vallanzasca ce ne sono stati e nessuno si è lamentato.
Il film di Placido è di parte, è basato su ciò che Vallanzasca dice di se, ma il film non lo mitizza più di tanto, non da mai come messaggio che bisogni seguire il suo esempio o che sia una vita spesa bene, anzi le conseguenze delle scelte del protagonista vengono mostrate fin troppo bene.
La recitazione del cast è ottima, quella di Kim Rossi Stuart semplicemente magistrale e quei toni scuri che avvolgono la pellicola sono un valore aggiunto, promozione a pieni voti per quanto mi riguarda, parliamone sul fatto che si dovesse o meno fare questo film ma sulla realizzazione alziamo le mani.
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[+] non mi sono fatto capire, scusi.
(di ethan)
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kill bill vol 2
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sabato 22 gennaio 2011
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un film forte
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Un film forte reso credibile dalla bravura degli interpreti sia protagonisti che caratteristi. Uno spaccato di come si vive nelle carceri e dei rapporti che si creano tra detenuti come il colpo di fulmine di Francis Turatello per Renato Vallanzasca...
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torres
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sabato 29 gennaio 2011
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ottimo film di placido!!!!
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placido conferma che ci sa fare quando deve raccontare fatti riguardanti periodi della storia un po bui. Ottima la regia sia nei momenti d'azione che nei momenti di dialogo, bene tutti gli attori con nota di merito a kim rossi stuart che s'immedesima benissimo nei panni del protagonista. Purtroppo il film è stato rovinato da critiche e commenti politici che hanno creato dei brutti ed infondati pregiudizi, mentre invece si limita a raccontare la storia di un personaggio un po controverso. I film americani che trattano all'incirca gli stessi argomenti non vengono massacrati così anzi vincono anche premi. Film da vedere, voto 7/8.
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la_lu
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domenica 23 gennaio 2011
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il punto di vista
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Kim Rossi Stuart meglio di così non poteva fare,calarsi totalmente nei panni di un personaggio così controverso e farne emergere tutte le sfaccettature è una mossa che solo chi questo mestiere lo sa fare davvero può azzardare.
La sceneggiatura è superlativa,pochi attori (a differenza di Romanzo Criminale) rendono la pellicola uno spaccato di cronaca e vita privata, lasciando allo spettatore il compito di entrare o meno nella psicologia del ruolo che interpretano.
La chiave di volta per amare questo film sta nel non giudicare l'ingiudicabile.
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pecora rossa
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lunedì 24 gennaio 2011
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c'è ancora chi fa cinema di qualità in italia
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Nella scena che inizia e conclude il film c'è già tutto: un immenso e ineguagliabile Kim Rossi Stuart, una regia serrata e precisa di un regista che sa come condurre il "gioco" sia nei momenti dell'azione che nelle scene più statiche e una colonna sonora incalzante e convincente!
Placido, già con Romanzo Criminale ci aveva fatto capire che quando si tratta di mettere su un "gangster movie" all'italiana, non ce n'è per nessuno. Lui reso celebre proprio dalla serie televisiva "La Piovra" deve aver fatto tesoro di quegli anni, rielaborando con grande personalità gli insegnamenti dei registi con cui ha fatto tappa nella sua versatile e varia carriera di attore.
Kim Rossi Stuart (pare che sia stato proprio lui ha voler fare questo film e che abbia convinto Michele a girarlo) è davvero impressionante, io mi sono innamorato di lui come attore dai tempi di "Le chiavi di casa" di Amelio, ha un'espressività unica, una capacità magnetica nel coinvolgerti e nell'emozionarti che nessun altro ha in questo periodo del nostro cinema: totalmente spazzati via i vari Accorsi, Bova, Scamarcio & company! Dimenticateli, non reggono neanche il movimento di un baffo del Vallanzasca di Rossi Stuart.
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Nella scena che inizia e conclude il film c'è già tutto: un immenso e ineguagliabile Kim Rossi Stuart, una regia serrata e precisa di un regista che sa come condurre il "gioco" sia nei momenti dell'azione che nelle scene più statiche e una colonna sonora incalzante e convincente!
Placido, già con Romanzo Criminale ci aveva fatto capire che quando si tratta di mettere su un "gangster movie" all'italiana, non ce n'è per nessuno. Lui reso celebre proprio dalla serie televisiva "La Piovra" deve aver fatto tesoro di quegli anni, rielaborando con grande personalità gli insegnamenti dei registi con cui ha fatto tappa nella sua versatile e varia carriera di attore.
Kim Rossi Stuart (pare che sia stato proprio lui ha voler fare questo film e che abbia convinto Michele a girarlo) è davvero impressionante, io mi sono innamorato di lui come attore dai tempi di "Le chiavi di casa" di Amelio, ha un'espressività unica, una capacità magnetica nel coinvolgerti e nell'emozionarti che nessun altro ha in questo periodo del nostro cinema: totalmente spazzati via i vari Accorsi, Bova, Scamarcio & company! Dimenticateli, non reggono neanche il movimento di un baffo del Vallanzasca di Rossi Stuart.
Trovatemi un attore Romano che sappia parlare italiano lasciando a casa l'accento da Colosseo. Ecco, lui non solo lascia a casa quello, ma parla milanese come se ci fosse cresciuto in Lombardia. I comprimari, Paz Vega, Filippo Timi, Francesco Scianna, già di se per se bravi attori, quando hanno le scene con lui, sembrano moltiplicare le proprie capacità recitative, godendo di riflesso di quell'energia e di quel coinvolgimento che molto evidentemente emana quando è sul set.
Il film, che dura poco più di due ore, ripercorre tutte le fasi salienti della vita criminale di Renato Vallanzasca e dei suoi complici, e lo fa senza lodarne le gesta, ma presentandoci quello che anche dai documenti video e giornalistici dell'epoca emergeva già, e cioè un criminale con un suo codice etico e soprattutto un fascino che colpì migliaia e migliaia di donne italiane. Placido e Kim non fanno un elogio dell'apologia criminale di Renato, ma tendono a voler mettere in evidenza un semplice fatto inconfutabile: tutti abbiamo latente un lato oscuro più o meno pronunciato, alcuni riescono a dominarlo e a lasciarlo chiuso in qualche stanzino della propria coscienza, altri invece, per indole o per particolari percorsi di vita si trovano a farlo fuoriuscire e a conviverci con meno sensi di colpa (e da come i nostri due riescono a rappresentarlo bene, questo lato selvaggio, mi viene da pensare che siano a loro volta due uomini un pò al limite di quell'autocontrollo di cui sopra.)
Se in Italia, nei vari generi, si riuscisse a girare film con la stessa passione, qualità e convinzione con cui Vallanzasca è stato pensato, progettato e partorito, credo che avremmo molti meno problemi a farci prendere nuovamente in considerazione per la corsa alla premiazione degli Oscar nella categoria Film Stranieri.... Ma se si pensa che Checco Zalone ha scalzato dal podio dei film italiani più visti di sempre, proprio il pluripremiato "La vita è bella" di Benigni, bè, vuol dire che il pubblico italiano, ha sempre meno voglia di qualità e di spessore e sempre più necessità di cinepanettoni e commediole da spegnimento del cervello....
Grazie Placido e Grazie Rossi Stuart, qualcuno ancora riesce a fare cinema italiano di qualità!!
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[+] d'accordissimo su krs
(di paolasusanna)
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giacomogabrielli
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venerdì 4 febbraio 2011
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ben fatto! ****
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La 20th Century Fox esordisce al meglio con questa sua prima produzione italiana. Placido dirige un bellissimo film, violento e duro, su una delle figure più controverse dei nostri anni. Azione, droga, sesso e sangue in un film che si contraddistingue per la meravigliosa interpretazione di Kim Rossi Stuart, mai sopra le righe, per il montaggio innovativo, la fotografia di Arnaldo Catinari e la potente musica firmata Negramaro. Un film comodamente esportabile all'estero che non deluderà anche i più estranei a questa storia italiana. Ottima anche la sceneggiatura, veloce e senza buchi, che ti prende fino alla fine. Dunque un film alternativo che lascia senza fiato e che può rendere orgoglioso il cinema italiano.
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La 20th Century Fox esordisce al meglio con questa sua prima produzione italiana. Placido dirige un bellissimo film, violento e duro, su una delle figure più controverse dei nostri anni. Azione, droga, sesso e sangue in un film che si contraddistingue per la meravigliosa interpretazione di Kim Rossi Stuart, mai sopra le righe, per il montaggio innovativo, la fotografia di Arnaldo Catinari e la potente musica firmata Negramaro. Un film comodamente esportabile all'estero che non deluderà anche i più estranei a questa storia italiana. Ottima anche la sceneggiatura, veloce e senza buchi, che ti prende fino alla fine. Dunque un film alternativo che lascia senza fiato e che può rendere orgoglioso il cinema italiano. Il film presenta solo due pecche: visto il contenuto la regia è troppo statica e, se proprio vogliamo levare il pelo nell'uovo, la ricostruzione dell'arresto di Vallanzasca è improbabile e fin troppo finta. BEN FATTO! ****
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pinodeluca
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lunedì 24 gennaio 2011
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vallanzasca: ovvero i limiti dei miti.
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Ciò che risalta non è l'esaltazione del bandito, ma il suo errore fondamentale a non riconoscere il potere costituito delle forze dell'ordine, dei poliziotti e carabinieri, degli agenti di sorveglianza nelle carceri.
La tracotanza nell'affrontarli in tutte le situazioni, anche in quelle sicuramente perdenti per il delinquente.
Lo spettatore alla fine del film quasi sempre commenta: "Se non avesse picchiato quell'agente... Se avesse riconosciuto di non essere stato lui a sparare a quel poliziotto...".
Non si condannano i tentativi di evasione, che forse è l'unico vero elemento leggendario del personaggio come certe versioni americane di fuga da Alcatraz.
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Ciò che risalta non è l'esaltazione del bandito, ma il suo errore fondamentale a non riconoscere il potere costituito delle forze dell'ordine, dei poliziotti e carabinieri, degli agenti di sorveglianza nelle carceri.
La tracotanza nell'affrontarli in tutte le situazioni, anche in quelle sicuramente perdenti per il delinquente.
Lo spettatore alla fine del film quasi sempre commenta: "Se non avesse picchiato quell'agente... Se avesse riconosciuto di non essere stato lui a sparare a quel poliziotto...".
Non si condannano i tentativi di evasione, che forse è l'unico vero elemento leggendario del personaggio come certe versioni americane di fuga da Alcatraz. Nessuno si sente di affermare: "Se non fosse fuggito dal carcere o dal traghetto", ma: "Se non avesse fomentato certe rivolte", oppure: "Se si fosse arreso a tutti i posti di blocco come fece nel corso dell'ultima occasione...".
Ecco dunque l'aurea del bandito gentiluomo si affievolisce e il bel Renè si ridimensiona a bello ma un tantino sciocco (da giovane, s'intende) come tutti gli stereotipi dei bellissimi/delle bellissime, persone e cose di questo mondo. Effimere, appunto. Tutt'altro che miti!
Kim Rossi Stewart: pronto per Hollywood.
Enzo Timi: da oscar come il protagonista di "Non è un paese per vecchi" al quale somiglia anche fisicamente.
Michele Placido: un altro film da collezionare in dvd: cineasta da cineteca.
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