enrico lo vecchio
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sabato 19 febbraio 2011
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chi sono i cattivi?
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Renato Vallanzasca è un cattivo. Certo. Ma il film è un capolavoro.
Si può fare un capolavoro basandoci su vita morte e miracoli di un cattivo? Perché no.
Il film di Michele Placido è un capolavoro perché, una volta usciti dal cinema, ti induce a fare delle riflessioni.
E' inutile che stia a elencare le riflessioni che si fanno. Ma ciò che voglio dire è che sono certo che qualunque persona di media intelligenza sia andato a vederlo, si sia portato dentro qualcosa di questo film per molto tempo. Anche se fosse solo l'accento milanese di Kim Rossi Stuart.
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lorintenzo
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giovedì 27 gennaio 2011
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troppo veloce troppo confuso, ma grazie kim.
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Cosi non và. Il film spiega malissimo il personaggio di Vallanzasca. Non spiega perchè passa dalla rapine ai rapimenti,quando nella realtà era tutto fatto per pagarsi una latitanza che dal film non traspare,sembra un uomo a piede libero a parte qualche posto di blocco finito male. Non esiste il profilo psicologico di uno solo dei compari della banda. Lo spettatore non si appassiona alla sua storia e chi non conosce le sue vicende non capisce neanche l'andamento degli eventi. Kim Rossi è bravissimo ma il film và troppo veloce. Non si capisce perchè all'imrpovviso diventi famoso alla pubblica opinione perchè questa diventi pazza di lui.
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Cosi non và. Il film spiega malissimo il personaggio di Vallanzasca. Non spiega perchè passa dalla rapine ai rapimenti,quando nella realtà era tutto fatto per pagarsi una latitanza che dal film non traspare,sembra un uomo a piede libero a parte qualche posto di blocco finito male. Non esiste il profilo psicologico di uno solo dei compari della banda. Lo spettatore non si appassiona alla sua storia e chi non conosce le sue vicende non capisce neanche l'andamento degli eventi. Kim Rossi è bravissimo ma il film và troppo veloce. Non si capisce perchè all'imrpovviso diventi famoso alla pubblica opinione perchè questa diventi pazza di lui. Il rapporto con Turatello non lo si intuisce a pieno. Sembra un boss da quattro soldi Turatello in confronto a Vallanzasca,che nel finale diventa troppo emotivo fuori dalle righe totalmente euforico. Il film lo salva Kim Rossi ma forse questo Vallanzasca gli angeli del male,ha il solo merito di chiudere il cerchio dei fortunati film sulle bande armate politiche e non degli anni settanta.
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ultimoboyscout
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mercoledì 12 ottobre 2011
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quando il lato oscuro è un pò pronunciato.
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Cominciamo col dire che sono assolutamente contrario ad ogni forma di spettacolarizzazione del criminale e della criminalità, che commette certe cose agghiaccianti merito solo la galera e non visibilità. Detto ciò si sa pure che questi personaggi sono carne da cinema e che Al Capone (o chi per lui) attira ed affascina di più, molto di più di Madre Teresa (o chi per lei). Il romanzo criminale di Vallanzasca è tutta roba sua: il bel Renè rubava per gusto e non per bisogno già da ragazzino mentre da grande giocò tragicamente a guardie e ladri senza reputarsi una vittima della società e da assassino qual'è ha avuto almeno la faccia di non tirarsela da terrorista o prigioniero politico in quel di Parigi o del Brasile.
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Cominciamo col dire che sono assolutamente contrario ad ogni forma di spettacolarizzazione del criminale e della criminalità, che commette certe cose agghiaccianti merito solo la galera e non visibilità. Detto ciò si sa pure che questi personaggi sono carne da cinema e che Al Capone (o chi per lui) attira ed affascina di più, molto di più di Madre Teresa (o chi per lei). Il romanzo criminale di Vallanzasca è tutta roba sua: il bel Renè rubava per gusto e non per bisogno già da ragazzino mentre da grande giocò tragicamente a guardie e ladri senza reputarsi una vittima della società e da assassino qual'è ha avuto almeno la faccia di non tirarsela da terrorista o prigioniero politico in quel di Parigi o del Brasile. Non è un eroe per questo, rimane sempre e solo un assassino. Kim Rossi Stuart aggredisce la somiglianza in maniera pazzesca, la sua interpretazione è la parte del film da ricordare, come il lama a lama con Timi (alla miglior interpretazione in carriera), da urlo! Placido gira il film che in effetti meglio gli riesce, cioè la saga criminale con personaggi ambigui e dal ritmo non adrenalinico ma costante, in cui il protagonista è descritto in maniera superficiale e a suon di stereotipi, quali sbruffoneria, bella vita e belle donne, codice d'onore criminale. E cioè come il vero Vallanzasca si è autodescritto nelle sue biografie. Sceneggiatura piena di falle, nella quale diversi personaggi si perdono inspiegabilmente troppo presto, come quello della Solarino. Placido tratta il criminale con fin troppa simpatia, na appare addirittura devoto: la scena finale ne è chiarissimo segno, il ghigno beffardo nonostante l'arresto sembra un segnale di vittoria, il degno epilogo di questa greatest hits di rocambolesche avventure del boss della Comasina. I complimenti vanno invece tutti a Kim Rossi Stuart capace di un'interpretazione magnetica ed affascinante, dagli occhi carichi di lucida follia, dallo sguardo gelido su un volto da bravo ragazzo, seducente e agitato da luci e ombre. Vallanzasca è un personaggio imperdibile per un attore ma non sarà mai un angelo.
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bonneville
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lunedì 24 gennaio 2011
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va visto ed apprezzato solo per kim
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Solo Kim Rossi Stuart come attore e scenggiatore fa restare a galla il film che vive bei momenti di pathos per poi cadere in luoghi comuni e babalità. decisamente sotto tono tutto il resto del cast soprattutto quello femminile con una Paz Vega insignificante come la Sorvino
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paride86
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domenica 30 gennaio 2011
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solo per rossi stuart
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Probabilmente Michele Placido voleva ritentare il colpaccio di "Romanzo Criminale", ma questo "Vallanzasca" non ha lo stesso sguardo cinico e torbido che aveva il primo.
All'inizio il film punta tutto sull'azione e mi ha davvero annoiato; trovo, tra l'altro, che alcune scene siano state girate davvero male: per esempio quella dell'incontro tra il protagonista e la futura madre di suo figlio - Valeria Solarino, in una delle sue peggiori interpretazioni.
La seconda parte del film è più interessante, anche dal punto di vista dell'introspezione del personaggio: viene delineato il suo carattere, si approfondisce il rapporto con Turatello, ecc.
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Probabilmente Michele Placido voleva ritentare il colpaccio di "Romanzo Criminale", ma questo "Vallanzasca" non ha lo stesso sguardo cinico e torbido che aveva il primo.
All'inizio il film punta tutto sull'azione e mi ha davvero annoiato; trovo, tra l'altro, che alcune scene siano state girate davvero male: per esempio quella dell'incontro tra il protagonista e la futura madre di suo figlio - Valeria Solarino, in una delle sue peggiori interpretazioni.
La seconda parte del film è più interessante, anche dal punto di vista dell'introspezione del personaggio: viene delineato il suo carattere, si approfondisce il rapporto con Turatello, ecc.
I personaggi secondari sono poco sviluppati e il loro ruolo è di puro contorno, escludendo quello di Filippo Timi.
Insomma, questo Vallanzasca mi ha convinto poco; lo salvo solo per la recitazione di Kim Rossi Stuart che, con questo ruolo, ha dimostrato di essere uno dei migliori attori italiani in circolazione.
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irene80
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giovedì 20 gennaio 2011
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brutto e noioso
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Una occasione sprecata. Placido romanza tutto, ammorbidisce tutto e cosi le gesta di un orrendo criminale diventano quasi quelle di un eroe televisivo. Atmosfere da fiction e noia in agguato. Se solo avessimo piu coraggio e rabbia nel trattare questi temi. ...
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el sit
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giovedì 27 gennaio 2011
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brutto brutto brutto
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Gli attori parlano con un accento milanese a dire poco improbabile, Kim Rossi Stuart è espressivo come un paracarro, Turatello sembra Max Gazzè, la ricostruzione storica (scenografie, automobili, arredi, ...) è piena di incongruenze e il personaggio di Vallanzasca è ridotto a una sorta di caricatura. Un'occasione sprecata
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lorintenzo
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giovedì 27 gennaio 2011
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film confuso e veloce : fine del genere?
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Film troppo veloce non si capisce bene la storia di Vallanzasca. Se non si conosce la storia personale del bandito non si conosce il motivo per il quale passa dalle rapine ai rapimenti,non si intuisce che per anni è stato latitante e il cappio che si stringeva intorno a lui lo costringeva a colpi sempre piu grandi. La vicenda della ragazza rapita che si innamora di lui non è quasi citata . Dei suoi compari non si sa nulla non si capisce la psicologia dei personaggi secondari e questo non aiuta a coinvolgere lo spettatore.
Turatello sul quale stanno per girare un'altro film ( o dio basta ) sembra improvvisamente assoggetato a Vallanzasca .
Kim ROssi salva il film con una grande interpretazione ma forse questo film dovrebbe segnare la fine di questo genere fortunato negli ultimi anni in Italia.
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Film troppo veloce non si capisce bene la storia di Vallanzasca. Se non si conosce la storia personale del bandito non si conosce il motivo per il quale passa dalle rapine ai rapimenti,non si intuisce che per anni è stato latitante e il cappio che si stringeva intorno a lui lo costringeva a colpi sempre piu grandi. La vicenda della ragazza rapita che si innamora di lui non è quasi citata . Dei suoi compari non si sa nulla non si capisce la psicologia dei personaggi secondari e questo non aiuta a coinvolgere lo spettatore.
Turatello sul quale stanno per girare un'altro film ( o dio basta ) sembra improvvisamente assoggetato a Vallanzasca .
Kim ROssi salva il film con una grande interpretazione ma forse questo film dovrebbe segnare la fine di questo genere fortunato negli ultimi anni in Italia.
Le bande armate politiche e non sono state raccontate in tutte le salse e le strutture dei film di questo tipo iniziano a essere sempre le stesse.
Il pubblico è probabilmente stufo ? vedremo..
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laurenziac
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sabato 12 febbraio 2011
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deludente
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Memore del bellissimo "Romanzo Criminale" sono andata al cinema aspettandomi un film di simile entità, con approfodnimento psicologico dei personaggi, storia incalzante, originalità.
Vallanzasca non ha niente di tutto ciò. Nei primi 10 minuti volevo quasi alzarmi e andare a casa, l'accento milanese esasperato (lo dico da Milanese) era quasi ridicolo, la storia frammentata e poco approfondita difficile da seguire. I personaggi tranne forse lo stesso Vallanzasca inconsistenti. L'attirce che intepretava Antonella in particolare era davvero scadente.
Un film esagerato, che vuole colpire a tutti i costi con violenza, sesso, droga per nascondere scelte di regia pessime. PEccato che violenza, sesso e droga se usati in modo gratuito possono colpire e affascinare forse solo quelche ragazzino quindicenne.
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Memore del bellissimo "Romanzo Criminale" sono andata al cinema aspettandomi un film di simile entità, con approfodnimento psicologico dei personaggi, storia incalzante, originalità.
Vallanzasca non ha niente di tutto ciò. Nei primi 10 minuti volevo quasi alzarmi e andare a casa, l'accento milanese esasperato (lo dico da Milanese) era quasi ridicolo, la storia frammentata e poco approfondita difficile da seguire. I personaggi tranne forse lo stesso Vallanzasca inconsistenti. L'attirce che intepretava Antonella in particolare era davvero scadente.
Un film esagerato, che vuole colpire a tutti i costi con violenza, sesso, droga per nascondere scelte di regia pessime. PEccato che violenza, sesso e droga se usati in modo gratuito possono colpire e affascinare forse solo quelche ragazzino quindicenne.
Lo stesso Vallanzasca, di cui mia mamma mi ha fatto sempre vivere nel mito, uomo bellissimo, spregiudicato e affascinante, sebbene interpretato dal bravissimo Kim Rossi Stuart non comunica al pubblico quel fascino malefico di cui si è sempre parlato.
La storia appare distorta, indulgente fino alla parodia. Sembra una critica continua allo stato italiano per bocca di un criminale pluriassassino. Sinceramente se questa critica viene Placido fa anche un po ridere.
Assolutamente non merita di essere visto al cinema. Da sottolineare davvero la piattezza sconcertante di tutti i personaggi al di fuori del bel rené e la volontà di Placido di fare scandalo presentando una versione distorta dei fatti.
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