hgw xx/7
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sabato 12 marzo 2011
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soggetto potenziale, risultato modesto
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Poteva essere un buon film davvero, ci sono diversi spunti meritevoli e di attualita' per fare un quadro italiano reale, purtroppo la sceneggiatura ha dei punti poco chiari se non inutili nello sviluppo. Alla fine prevale sempre la tendenza a buttare tutto in commedia e al lieto fine quando fare un film drammatico non vuol dire non poter anche riderci sopra per qualche istante. Per non parlare della blanda recitazione di alcuni attori, Favino e Pandolfi soprattutto tengono su il film, gli altri sono bravi, Battiston e Volo solo macchiette. Ti fa passare un'ora e mezza gradevolmente ma niente piu', ancora, poteva essere piu' penetrante, peccato!
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ipno74
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sabato 5 marzo 2011
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questi simpatici italiani!!!
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Commedia rocambolesca di rapitori che sbagliano il bersaglio.
Ritmo buono e fa anche ridere, cosa non da poco, in quanto, ultimamente, le commedie italiane difficilmente strappavano un sorriso.
In una scena fa anche l'occhilino al film con totò e peppino ne " la banda dei falsari", che per asciugare le banconote, le mettono in luoghi assurdi e troppo comici.
Bravissimi tutti gli attori, anche se ormai prediligo il grande Francesco Savino, che in qualsiasi ruolo lo si metta è sempre un grande!!!!
Bravo anche il regista, che trasmette un buon ritmo al film.
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ultimoboyscout
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lunedì 28 febbraio 2011
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la renna...
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La più sconquassata e scalcinata banda di rapitori sinistroidi mai visti all'opera fin d'ora! Sassanelli vorrebbe ma non può, Favini (con quell'accento...) è tanto improbabile quanto comico e il risultato non può che essere divertente, trattando con disimpegno un argomento serio e buttando un occhio al concreto della realtà attuale che ci circonda. Grottesco all'ennesima potenza il film ha l'accelerazione comico-brillante quando la banda si trasferisce nella baita tra i monti: la scena della finta spesa proletaria fa troppo ridere, quella in cui portano tutto il vicinato promettendo parte del riscatto fa ridere ancora di più. Regia discreta, attori più che convincenti, storia scorrevole e piacevole, chi vuole fare il passo più lungo della gamba, soprattutto se non ne ha le capacità (basti pensare ai due sghembi protagonisti de "L'ultimo crodino") al cinema funziona sempre: una buona tragicommedia di cui si è parlato decisamente poco, ma che senza voler strafare piace e per fortuna non si prende sul serio proprio per quelo che tratta.
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poldino
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venerdì 18 febbraio 2011
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...di stelle un po' annebbiate
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Considerando il cast, le premesse per fare un buon film c'erano, ma il risultato è abbastanza fiacco. La pellicola parte bene, ma si ammoscia con il passare dei minuti, fino a scadere nella noia più totale, non arrivando da nessuna parte. Sembra quasi che il regista giri a vuoto con la macchina da presa, senza sapere che strada prendere, e risulta difficile per lo spettatore concentrarsi sul racconto. Un'insolito mix tra commedia, dramma e farsa allo stato puro, che non convince e non coinvolge.
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lomax
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venerdì 18 febbraio 2011
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piccolo film destinato all'oblio
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Il film è una piccola delusione. Gli spunti interessanti sono veramente pochi e si perdono in un mare di banalità e di inverosimili situazioni tragicomiche. Il punto più alto del film è l'angolo nostalgico dei tempi andati che riaffiorano magicamente alla memoria grazie ad uno scatolone di dischi in vinile rinvenuti nella casa di montagna, rimasta disabitata dalla morte del padre di Marilù, e che magicamente riprende vita grazie alle melodie di una giovinezza sciovolata via. Con attori del livello di Favino e Battiston si doveva fare molto, ma veramente molto di più; mentre non riesco proprio a spiegarmi come si possa definire 'un attore' Fabio Volo.
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Il film è una piccola delusione. Gli spunti interessanti sono veramente pochi e si perdono in un mare di banalità e di inverosimili situazioni tragicomiche. Il punto più alto del film è l'angolo nostalgico dei tempi andati che riaffiorano magicamente alla memoria grazie ad uno scatolone di dischi in vinile rinvenuti nella casa di montagna, rimasta disabitata dalla morte del padre di Marilù, e che magicamente riprende vita grazie alle melodie di una giovinezza sciovolata via. Con attori del livello di Favino e Battiston si doveva fare molto, ma veramente molto di più; mentre non riesco proprio a spiegarmi come si possa definire 'un attore' Fabio Volo.
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franz_32
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sabato 27 novembre 2010
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simpatico ma da vedere a casa
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Film che tenta di essere comico avvicinandosi al modello paradossale/demenziale. Molte le situazioni impossibli ma più tragiche che comiche. Poche le risate in sala, ma il film scorre leggero e tutti gli attori sono molto piacevoli, forse da Volo ci si aspetta qualcosa di meglio. Insomma se vi annoiate andate pure, ma se siete indecisi attendete a vedervelo in dvd.
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lisaenne
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martedì 16 novembre 2010
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che volete di più? la pandolfi ubriaca
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Un film che fa riflettere ...sorridendo. Ottimo il cast di attori, buono il ritmo, coinvolgente la storia, buona la musica e... tante risate.
Da un film che volete di più?
A me è piaciuto molto così come agli "amici miei" (!) che l'hanno visto. Favino è mitico, ottimo anche Battiston, un po' meno Fabio Volo e la Pandolfi che però è pienamente assolta :più passano gli anni più il suo viso diventa bello, interessante..espressivo! Altrimenti perchè molti registi ne avrebbero fatto la loro musa? E' come il vino.. passa il tempo e migliora! In questo film..quasi ubriaca
Un bel film , moderno, attuale ma che rievoca un terribile passato senza tuttavia appesantire la trama.
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Un film che fa riflettere ...sorridendo. Ottimo il cast di attori, buono il ritmo, coinvolgente la storia, buona la musica e... tante risate.
Da un film che volete di più?
A me è piaciuto molto così come agli "amici miei" (!) che l'hanno visto. Favino è mitico, ottimo anche Battiston, un po' meno Fabio Volo e la Pandolfi che però è pienamente assolta :più passano gli anni più il suo viso diventa bello, interessante..espressivo! Altrimenti perchè molti registi ne avrebbero fatto la loro musa? E' come il vino.. passa il tempo e migliora! In questo film..quasi ubriaca
Un bel film , moderno, attuale ma che rievoca un terribile passato senza tuttavia appesantire la trama. Svela senza mostrare, allude senza additare, rievoca ricordi brutti ma strizza l'occhio anche a quelli belli.Certamente è da non perdere!
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olgadik
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venerdì 5 novembre 2010
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un po' per ridere...
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Ho l’impressione che quanto più si aggrava e si fa pesante questo nostro clima plumbeo da decadenza imperiale, con tutti contro tutti e nessuno che faccia davvero il timoniere di una barca allo sbando, tanto più cresce il bisogno di una risata e di un racconto che renda più sopportabile, anche sconfinando nel surreale, una realtà difficile e complicata, dove anche il riso alla fine è (quando va bene) sottilmente amaro e facile a mutarsi in un ghigno. Ecco quindi sullo schermo Benvenuti al Sud, Donne contro uomini e I figli delle stelle. In quest’ultimo ho trovato un po’ di evasione, non volgare come quella grossolana e luccicante delle varie tivù sotto ricatto commerciale e pubblicitario.
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Ho l’impressione che quanto più si aggrava e si fa pesante questo nostro clima plumbeo da decadenza imperiale, con tutti contro tutti e nessuno che faccia davvero il timoniere di una barca allo sbando, tanto più cresce il bisogno di una risata e di un racconto che renda più sopportabile, anche sconfinando nel surreale, una realtà difficile e complicata, dove anche il riso alla fine è (quando va bene) sottilmente amaro e facile a mutarsi in un ghigno. Ecco quindi sullo schermo Benvenuti al Sud, Donne contro uomini e I figli delle stelle. In quest’ultimo ho trovato un po’ di evasione, non volgare come quella grossolana e luccicante delle varie tivù sotto ricatto commerciale e pubblicitario. Certo non mi va di parlare di successo in toto, anche se momenti d’ilarità la commedia di Lucio Pellegrini ce li regala. Peccato che, soprattutto nella prima parte, siano presenti caratterizzazioni qualunquiste e discutibili. Facile fare del precario una macchietta o schernire l’imbarazzo dell’operaio ignorante che si blocca durante l’intervista o riesumare la presa in giro dell’ideologo del ’68. Eppure il film non si esaurisce in questi limiti. Specialmente nella seconda parte, che si svolge in una località nei pressi del Cervino, il racconto acquista lampi drammatici, deformazioni del reale indovinate, inquadrature di paesaggi non consueti perché in abbandono invernale e non popolati dai turisti. Si riscatta così quel quadro da sfigati, brutta copia dei Soliti ignoti. Questo misto di critica politica e grottesco nostrano si fonde anche per merito e bravura di almeno tre interpreti, Favino Battiston e Tirabassi. Il tutto è sottolineato da musiche un po’ retrò di Finardi e Alan Sorrenti. In breve la trama. Un gruppetto di precari a vario titolo e in diverse situazioni, più una giornalista confusa, complice quasi senza volerlo, sequestrano per sbaglio un incolpevole sottosegretario invece dell’acido e supponente ministro che vorrebbero punire. Scopo della cattura è anche quello di ricavare un riscatto che aiuti la vedova di un operaio morto sul lavoro nonché di autofinanziare la banda abbastanza sgangherata. Ma non tutto andrà come nei piani… E alla fine ci si accorge che c’è poco da ridere!
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rosatigre
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giovedì 4 novembre 2010
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un dramma leggero
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La commedia di Pellegrini vuole presentare in chiave leggera la società e la politica italiane.
Si vede un Paese apparentemente moderno ed evoluto, ma che nasconde vecchiaia e assurdità.
La storia, in realtà, è drammatica, perché viene rapita una persona onesta e buona, solo che la banda è formata da uomini disperati, quasi ingenui e davvero bisognosi di aiuto; non solo economico, ma anche emotivo.
Questi quattro uomini "coccolati" da una donna vivono nella nostalgia ma anche nella volontà di cambiare per un futuro migliore.
La sceneggiatura è scritta bene e scorre senza intoppi; anzi, è intervallata da scene commoventi e da scene davvero divertenti.
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La commedia di Pellegrini vuole presentare in chiave leggera la società e la politica italiane.
Si vede un Paese apparentemente moderno ed evoluto, ma che nasconde vecchiaia e assurdità.
La storia, in realtà, è drammatica, perché viene rapita una persona onesta e buona, solo che la banda è formata da uomini disperati, quasi ingenui e davvero bisognosi di aiuto; non solo economico, ma anche emotivo.
Questi quattro uomini "coccolati" da una donna vivono nella nostalgia ma anche nella volontà di cambiare per un futuro migliore.
La sceneggiatura è scritta bene e scorre senza intoppi; anzi, è intervallata da scene commoventi e da scene davvero divertenti.
Gli attori sono il pezzo forte del film: uno straordinario Favino, il migliore insieme a Battiston, bravissimi Sassanelli e Tirabassi, bravo, ma meno intenso del solito Volo e poi la Pandolfi, graziosa, ma non incisiva, a tratti inutile e anche insopportabile.
Il finale non scontato e poetico.
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balillo
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martedì 2 novembre 2010
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fuori tempo
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mi meraviglio che gli autori non si siano accorti dall'inizio di un GROSSOLANO, IRRECUPERABILE ERRORE LOGICO INIZIALE: il film doveva essere ambientato a 60 anni fa x risultare credibile. è semplice: se si volevano rifare "i soliti ignoti", si sarebbe dovuto ambientare il film a molti anni fa, indispensabile x ritrovare la stessa atmosfera. e invece si è fatta una storia temporalmente inquadrata ai tempi attuali. risultato: NON E' CREDIBILE, NON E' PLAUSIBILE. è questo il difetto cronico, insuperabile, evidente del film. i personaggi appaiono fuori luogo, sono irreali. perché? perché non è credibile che ai nostri tempi ci siano persone tanto assurde come quelle rappresentate, che avrebbero avuta una parvenza di realismo come personaggi del dopoguerra.
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mi meraviglio che gli autori non si siano accorti dall'inizio di un GROSSOLANO, IRRECUPERABILE ERRORE LOGICO INIZIALE: il film doveva essere ambientato a 60 anni fa x risultare credibile. è semplice: se si volevano rifare "i soliti ignoti", si sarebbe dovuto ambientare il film a molti anni fa, indispensabile x ritrovare la stessa atmosfera. e invece si è fatta una storia temporalmente inquadrata ai tempi attuali. risultato: NON E' CREDIBILE, NON E' PLAUSIBILE. è questo il difetto cronico, insuperabile, evidente del film. i personaggi appaiono fuori luogo, sono irreali. perché? perché non è credibile che ai nostri tempi ci siano persone tanto assurde come quelle rappresentate, che avrebbero avuta una parvenza di realismo come personaggi del dopoguerra. ma come si fa a rappresentare gente che agisce con tale irreale leggerezza, ingenuità, assurdità, estraneità dalla realtà? la botta finale la danno gli abitanti del grottesco paese alpino: agiscono anch'essi in modo assurdo, che sarebbe plausibile in degli analfabeti di mezzo secolo fa, forse. gente che x 20mila euro si rende complice di un rapimento? ma chi li fa più, i rapimenti? sono anni che nessuno li fa più o può credere di guadagnarci. ai giorni nostri si rappresentano persone che appendono i soldi pagati per un riscatto all'aperto!!? ma da dove vengono, dai manicomi? al film manca l'elemento essenziale, che era la VERA FORZA dei soliti ignoti: il realismo. "i soliti ignoti" divertiva perchè ci si vedevano dentro personaggi reali! cosa che, con tutta la buona volontà, non si può fare con questo film.
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