emiliano83
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domenica 18 ottobre 2009
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una meravigliosa storia d'amore
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Tra meravigliosi paesaggi fotografati con semplicità ma autentica intensità che diventano perfettamente strumentali alla descrizione delle intense vite dei personaggi, il film percorre con tratti emozionanti e splendide scene d’amore la relazione tra le due ragazze che scoprono il loro amore prima in clandestinità e poi, grazie ad uno stratagemma che evidenzia tutta l’ipocrisia di una società che vede solo ciò che gli è imposto di vedere quantunque assurdo, alla luce del sole.
Ma è proprio questo uno dei messaggi più emozionati del film: le due ragazze si amano così tanto che accettano quella sciocca ipocrisia e le drammatiche, e finanche grottesche, regole che quest’ultima impone pur di continuare ad amarsi e rimanere insieme.
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Tra meravigliosi paesaggi fotografati con semplicità ma autentica intensità che diventano perfettamente strumentali alla descrizione delle intense vite dei personaggi, il film percorre con tratti emozionanti e splendide scene d’amore la relazione tra le due ragazze che scoprono il loro amore prima in clandestinità e poi, grazie ad uno stratagemma che evidenzia tutta l’ipocrisia di una società che vede solo ciò che gli è imposto di vedere quantunque assurdo, alla luce del sole.
Ma è proprio questo uno dei messaggi più emozionati del film: le due ragazze si amano così tanto che accettano quella sciocca ipocrisia e le drammatiche, e finanche grottesche, regole che quest’ultima impone pur di continuare ad amarsi e rimanere insieme.
Affrontando un tema drammaticamente attuale negli ultimi recenti avvenimenti, questo film è un meraviglioso inno alla vita, ad una vita vissuta per ricercare l’amore di chi si ama senza accontentarsi di una storia costruita da altri, da qualche secolare tradizione o semplicemente dalla comodità della “scelta più giusta” (ma non quella realmente desiderata). Il film è un toccante inno a non accontentarsi, a ricercare ostinatamente la propria felicità e a scoprire, con sorprendente semplicità, di esserlo.
Il film nonostante qualche difetto evidente soprattutto nelle scene iniziali dove risulta essere un po’ confuso e approssimativo nel passare dall’età infantile a quella adulta dei personaggi, tocca veramente al cuore e attraverso meravigliose scene d’amore riesce nell’impresa di far cogliere al pubblico l’essenza di un sentimento per sua definizione difficilmente rappresentabile: l’amore.
Il gran merito del film è proprio quello di riuscire a concretizzare, a rendere quasi “percettibile al tatto del pubblico”, l’essenza di un grande sentimento e dell’estremo sacrificio compiuto per realizzarlo. E’ proprio questo che fa del film un piccolo emozionate gioiello da non perdere assolutamente e che ci capire chiaramente che l'aomore è amore a prescindere che sia tra uomo e donna, tra donna e donna o tra uomo e uomo
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preziosa
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mercoledì 28 ottobre 2009
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storia d'amore molto coraggiosa fra due donne
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“Viola di mare” racconta la storia d’amore fra 2 donne, ambientata in Sicilia nel secolo scorso.
Ammiro moltissimo entrambe le protagoniste per essere state molto coraggiose nell'aver interpretato un ruolo per molti ancora considerato scandaloso per l’argomento affrontato. Direi che è uno dei pochissimi film dove la trama per intero, si svolge attorno alla relazione amorosa fra le 2 donne, relazione molto ostacolata perché scandalosa per l’epoca. Il film, drammatico in sé, riserva sorprese insolite….Infatti, le 2 ragazze trovano un espediente, una soluzione, forse l’unica adatta per quei tempi, per superare l’ostacolo e poter vivere apertamente la loro storia in modo apparentemente accettabile, anche se non si sa fino a che punto sia stata creduta da tutti come vera.
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“Viola di mare” racconta la storia d’amore fra 2 donne, ambientata in Sicilia nel secolo scorso.
Ammiro moltissimo entrambe le protagoniste per essere state molto coraggiose nell'aver interpretato un ruolo per molti ancora considerato scandaloso per l’argomento affrontato. Direi che è uno dei pochissimi film dove la trama per intero, si svolge attorno alla relazione amorosa fra le 2 donne, relazione molto ostacolata perché scandalosa per l’epoca. Il film, drammatico in sé, riserva sorprese insolite….Infatti, le 2 ragazze trovano un espediente, una soluzione, forse l’unica adatta per quei tempi, per superare l’ostacolo e poter vivere apertamente la loro storia in modo apparentemente accettabile, anche se non si sa fino a che punto sia stata creduta da tutti come vera. Un modo per salvare le apparenze, un tentativo coraggioso di vivere in modo tranquillo e dignitoso una storia altrimenti impossibile o fortemente ostacolata. Il finale è drammatico. Il film mi è piaciuto moltissimo, è una bellissima storia e fa riflettere sui pregiudizi, le malignità e le cattiverie che può avere la gente quando si trova a vivere in ambienti con coppie alternative. I tempi sono cambiati, ma pregiudizi e cattiverie da parte di molti sono rimasti.
Potranno passare altri 100 anni, ci saranno miglioramenti nei rapporti sociali, ma la mentalità della gente non cambierà mai del tutto. Non si possono cambiare le teste di tutti e far pensare a tutti come vorremmo, questo è chiaro.
Avrei tanto voluto che questo film, in concorso al festival del cinema di Roma, avesse vinto almeno un premio. Ma forse la maggior parte degli italiani non sono pronti per affrontare il tema trattato....
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rumon
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sabato 17 ottobre 2009
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e alla fine la vittoria arrise alla verità
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Viola di mare è un piccolo film pieno di equilibrio e rispetto dei personaggi. "Piccolo" perché privo di retorica di qualsivoglia tipo. Ma "pesante" perché dice tante cose, attraverso la storia di due ragazze che, in un'isola siciliana, intorno alla nascita del Regno d'Italia, vivono una storia d'amore. La passione della figlia sembra un abominio a molti, compreso il padre-padrone, violento e, si scoprirà alla fine, incestuoso con la sorella, che, su suggerimento della madre della giovane, le impone la trasformazione in uomo, al fine di rendere socialmente accettabile la sua passione, ricambiata, per una ragazza. Ecco, se questo film aiuta a riflettere anche solo su che cosa significa femminilità e quale sia la vera idea di donna che hanno le donne, o se esse inseguano, anche oggi, in epoca post-femminista, un'idea di femminilità che in realtà è nelle menti maschili; se questo film ci fa di nuovo riflettere su quanto le donne, per fare carriera e avere un posto nel mondo, spesso debbano rinunciare ai propri modelli di comportamento per adottare quelli maschili, allora sarà valsa la pena vederlo.
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Viola di mare è un piccolo film pieno di equilibrio e rispetto dei personaggi. "Piccolo" perché privo di retorica di qualsivoglia tipo. Ma "pesante" perché dice tante cose, attraverso la storia di due ragazze che, in un'isola siciliana, intorno alla nascita del Regno d'Italia, vivono una storia d'amore. La passione della figlia sembra un abominio a molti, compreso il padre-padrone, violento e, si scoprirà alla fine, incestuoso con la sorella, che, su suggerimento della madre della giovane, le impone la trasformazione in uomo, al fine di rendere socialmente accettabile la sua passione, ricambiata, per una ragazza. Ecco, se questo film aiuta a riflettere anche solo su che cosa significa femminilità e quale sia la vera idea di donna che hanno le donne, o se esse inseguano, anche oggi, in epoca post-femminista, un'idea di femminilità che in realtà è nelle menti maschili; se questo film ci fa di nuovo riflettere su quanto le donne, per fare carriera e avere un posto nel mondo, spesso debbano rinunciare ai propri modelli di comportamento per adottare quelli maschili, allora sarà valsa la pena vederlo. Alla fine, quando la moglie sarà morta di parto, Angela, smessi i panni di Angelo, si rimetterà le sue vesti lunghe, nere, e senza dire una parola, con in braccio il neonato, si inginocchierà accanto alla salma di Sara, vestita da sposa. L'urgenza della verità e dell'autenticità, alla fine, vincerà su tutto.
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simone ruggieri
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sabato 17 ottobre 2009
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spiando una storia d' amore...
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VIOLA DI MARE: "All you need is love" diceva ieri Jhon Lennon cantando una canzone; "tutto quello di cui hai bisogno è l' amore" ripete oggi Donatella Maiorca, raccontandoci questa storia in un modo che sa guardare oltre il "dramma" dell' omosessualità, che sa arrivare alla vera essenza dei sentimenti: il bisogno e l' istintività propri dell' essere umano, che spesso ci portano a prevaricare e ad abbattere le barriere dei doveri e dei piaceri imposti da qualsiasi società in cui ci troviamo a vivere. Un semplice concetto quindi, raccontato semplicemente: attraverso uno stile sintetico e asciutto e un ritmo serrato da video clip che, insieme alla splendida colonna sonora di Gianna Nannini, riesce a dare una visione moderna, credibile e del tutto attuale di una storia realmente accaduta alla fine dell '800; e in fine con un vouyerismo, a volte cinico, che sa coinvolgere (telecamera a mano e riprese che sembrano fatte di nascosto: vera particolarità del film): distacca dall' interriorità dei personaggi, ma di contro permette di osservare al meglio una storia che, altrimenti, non si riuscirebbe forse a comprendere a pieno.
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VIOLA DI MARE: "All you need is love" diceva ieri Jhon Lennon cantando una canzone; "tutto quello di cui hai bisogno è l' amore" ripete oggi Donatella Maiorca, raccontandoci questa storia in un modo che sa guardare oltre il "dramma" dell' omosessualità, che sa arrivare alla vera essenza dei sentimenti: il bisogno e l' istintività propri dell' essere umano, che spesso ci portano a prevaricare e ad abbattere le barriere dei doveri e dei piaceri imposti da qualsiasi società in cui ci troviamo a vivere. Un semplice concetto quindi, raccontato semplicemente: attraverso uno stile sintetico e asciutto e un ritmo serrato da video clip che, insieme alla splendida colonna sonora di Gianna Nannini, riesce a dare una visione moderna, credibile e del tutto attuale di una storia realmente accaduta alla fine dell '800; e in fine con un vouyerismo, a volte cinico, che sa coinvolgere (telecamera a mano e riprese che sembrano fatte di nascosto: vera particolarità del film): distacca dall' interriorità dei personaggi, ma di contro permette di osservare al meglio una storia che, altrimenti, non si riuscirebbe forse a comprendere a pieno. Le due attrici protagoniste, di una bellezza tanto morbida quanto efficace, danno davvero un' ottima prova: sorprende la Solarino, mai così impegnata nel calarsi in un personaggio, riesce perfettamente a renderne la determinatezza e soprattutto l' estrema tenerezza. Non delude Isabella Ragonese che, dopo la convincente prova di "Tutta la vita davanti", si conferma come una delle migliori promesse del cinema Italiano. Più di 5 minuti di applausi, sul finale della presentazione alla festa del cinema di Roma, sono per tutto questo e per la splendida e malinconica immagine di una Sicilia brulla e cruda che ricorda quella raccontataci dalla penna di Giovanni Verga.
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lisarimuricev
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sabato 24 ottobre 2009
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storia di un amore saffico
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Prodotto dalla Italian Dreams Factory, con il supporto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Regione Siciliana, arriva il secondo lungometraggio della regista messinese Donatella Maiorca, Viola di mare. Il film è stato presentato in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma 2009 come primo film italiano, in piena polemica per il mancato voto alla legge contro l’omofobia.
E’ stato distribuito nella sale cinematografiche il 16 ottobre. Produce Maria Grazia Cucinotta.
Sicilia. All’ epoca dei Mille, in un tempo arcaico, di un’ immaginaria e patriarcale isola al largo di Favignana, l’intensa Angela (Valeria Solarino) nasce fimmina e per questo indesiderata.
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Prodotto dalla Italian Dreams Factory, con il supporto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Regione Siciliana, arriva il secondo lungometraggio della regista messinese Donatella Maiorca, Viola di mare. Il film è stato presentato in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma 2009 come primo film italiano, in piena polemica per il mancato voto alla legge contro l’omofobia.
E’ stato distribuito nella sale cinematografiche il 16 ottobre. Produce Maria Grazia Cucinotta.
Sicilia. All’ epoca dei Mille, in un tempo arcaico, di un’ immaginaria e patriarcale isola al largo di Favignana, l’intensa Angela (Valeria Solarino) nasce fimmina e per questo indesiderata. Angela da sempre ama e vuole sposare Sara (Isabella Ragonese) orfana di guerra affidata a una baronessa locale. Un amore impossibile, contrastato da Salvatore, un violento padre-padrone (Ennio Fantastichini) che la rinchiude per due anni in una grotta, nell’attesa che acconsenta alle nozze con Ventura, un caruso locale. Sotto lo sguardo di muti testimoni, un curatolo e la madre, le due ragazze affronteranno un percorso irto di ostacoli. Falsificando i documenti anagrafici Angela da donna diventa il masculo “per un presunto errore”. Nonostante il sincero sentimento, però, il cerchio narrativo si chiude in modo imprevisto e doloroso e il lieto fine sfuma nella colonna sonora firmata da Gianna Nannini.
Tratto dal romanzo di sapore barocco Minchia di re che prende il nome da un pesce ermafrodito, del trapanese Giacomo Pilati, la storia nasce da fatti veri: un documento autentico redatto nella Sicilia di Garibaldi, il cambio di sesso attraverso la correzione dell’atto di nascita.
Viola di mare tratta un tema insolito per la cinematografia italiana per il tema delicato e scabroso. È la storia di due anime pure che osano sfidare gli antichi codici sociali, che parla di identità femminile negata e vince pregiudizi e ostacoli con una forte componente romantica. La Cucinotta aggiunge:”Non ha più importanza il sesso e questo fa paura, la gente preferisce vivere nell’ipocrisia e non parlarne. Non è giusto che si vivano degli amori ancora imprigionati».
“Viola è un pesce e lo ha voluto Dio. Quando è maschio si chiama Minchia di Re. Per amore diventa femmina e ha i colori del fiore. Torna di nuovo maschio dopo che l’acqua si è presa le sue uova”
(di Maria Grazia d'Errico per www.periodicoitaliano.info)
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cinefila
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lunedì 7 febbraio 2011
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l'amore!
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Ambientato nella Sicilia dell''800 (bellissima la fotografia!) la forte e decisa Angela farà innamorare la reticente e timida Sara ma sarà costretta a diventare Angelo per evitare lo scandalo nel piccolo paese.
La forza del film sta, oltre che nella storia in sè, nell'ottima interpretazione delle due protagoniste: sia Valeria Solarino che Isabella Ragonese donano credibilità ad un amore tangibile che si percepisce anche al di là dello schermo..davvero eccellenti entrambe!
Erroneamente classificato come "lesbico", il film va oltre ogni classificazione e lo dimosta la scena finale in cui Angela, persa Sara, riveste i panni femminili a dimostrazione del fatto che lei non ama le donne, ama Sara in quanto e
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Ambientato nella Sicilia dell''800 (bellissima la fotografia!) la forte e decisa Angela farà innamorare la reticente e timida Sara ma sarà costretta a diventare Angelo per evitare lo scandalo nel piccolo paese.
La forza del film sta, oltre che nella storia in sè, nell'ottima interpretazione delle due protagoniste: sia Valeria Solarino che Isabella Ragonese donano credibilità ad un amore tangibile che si percepisce anche al di là dello schermo..davvero eccellenti entrambe!
Erroneamente classificato come "lesbico", il film va oltre ogni classificazione e lo dimosta la scena finale in cui Angela, persa Sara, riveste i panni femminili a dimostrazione del fatto che lei non ama le donne, ama Sara in quanto essere umano!
Poco pubblicizzato dalla stampa italiana e tenuto poco tempo nei cinema, avrebbe meritato molta più attenzione di quella ricevuta!
Bello e intenso!
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(di fab_y)
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chiarialessandro
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sabato 27 febbraio 2010
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padre padrone
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La Sicilia di fine ottocento è il luogo che ci offre questa natura tanto spettacolare quanto aspra e selvaggia come il cuore di Ennio Fantastichini. Davanti alla sua violenza troviamo la figlia non voluta, una figura dall’aspetto fragile di bambina in un primo momento e di giovane donna poi; unico essere che, con il suo orgoglio ed il suo amore, riesce a tenere testa al “padrone”, disposto a farla quasi morire di stenti pur di non accettare il sentimento omosessuale che legava la figlia ad un’amica d’infanzia. Importante notare che, nello sviluppo della trama, trova posto non solo il problema dell’accettazione di un amore saffico ma anche quello (forse ancora più grosso) del desiderio di maternità che accompagna il rapporto lesbico e che porta dei problemi morali pesi come macigni quando si decide di procreare “affittando” il seme di un estraneo.
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La Sicilia di fine ottocento è il luogo che ci offre questa natura tanto spettacolare quanto aspra e selvaggia come il cuore di Ennio Fantastichini. Davanti alla sua violenza troviamo la figlia non voluta, una figura dall’aspetto fragile di bambina in un primo momento e di giovane donna poi; unico essere che, con il suo orgoglio ed il suo amore, riesce a tenere testa al “padrone”, disposto a farla quasi morire di stenti pur di non accettare il sentimento omosessuale che legava la figlia ad un’amica d’infanzia. Importante notare che, nello sviluppo della trama, trova posto non solo il problema dell’accettazione di un amore saffico ma anche quello (forse ancora più grosso) del desiderio di maternità che accompagna il rapporto lesbico e che porta dei problemi morali pesi come macigni quando si decide di procreare “affittando” il seme di un estraneo. Stupenda per realismo, partecipazione e sensibilità la lunga scena d’amore tra le innamorate, con dei guizzi di lingue che sembrano fulmini a ciel sereno. Incantevole il sorriso di Valeria (spesso adombrato da un leggerissimo velo di malinconia) in cui perdersi e smarrirsi come in un mare infinito; talmente incantevole da rendere credibili tutte le pazzie di chi lo vorrebbe eternamente ed esclusivamente suo. Denso di significato il titolo che, per chi non lo conoscesse, sarà svelato alla fine del film.
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francesco2
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giovedì 16 settembre 2010
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trasgressioni da cartolina
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Sono passati oltre dieci anni dall'ultimo film di Donatella Maiorca, "Viol@". Era un'opera, mi pare,non l'ho visto- sul rapporto tra una ragazza e la realtà virtuale, in un periodo in cui non era un tema così scontato come appare oggi. Anche questo film, senza arrampicarsi sugli specchi, parla, sotto un'altra ottica di un amore femminile "Diverso", che si oppone alle convenzioni(?) della coppia tradizionale.
Ma proprio qui i nodi cominciano a venire al pettine: la Sicilia del film è la cartolina che ci hanno proposto i vari Tornatore, Emidio Greco e forse altri. Peraltro, in questo contesto di padri padroni e paesini moralisti, il film , sia tratto o meno da una storia vera o da una novella o da altro, rischia di perdere la spontaneità, uno dei suoi pochi pregi.
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Sono passati oltre dieci anni dall'ultimo film di Donatella Maiorca, "Viol@". Era un'opera, mi pare,non l'ho visto- sul rapporto tra una ragazza e la realtà virtuale, in un periodo in cui non era un tema così scontato come appare oggi. Anche questo film, senza arrampicarsi sugli specchi, parla, sotto un'altra ottica di un amore femminile "Diverso", che si oppone alle convenzioni(?) della coppia tradizionale.
Ma proprio qui i nodi cominciano a venire al pettine: la Sicilia del film è la cartolina che ci hanno proposto i vari Tornatore, Emidio Greco e forse altri. Peraltro, in questo contesto di padri padroni e paesini moralisti, il film , sia tratto o meno da una storia vera o da una novella o da altro, rischia di perdere la spontaneità, uno dei suoi pochi pregi. Come era possibile che, costringendo la figlia ad una finzione,un uomo dagli orizzonti mentali ristretti- Ed ho usato un eufemismo- accettasse un amore "Diverso" in una Sicilia del genere- Io sono palermitano- rispetto alla quale quella di "Volevo i pantaloni" sembra un capolavoro di progresso?
Questo atteggiamento paradossale è un peccato, perché -Ripeto- la spontaneità è uno dei pochi pregi del film. La regista si guarda bene dal giudicare le due ragazze, il suo forse vorrebbe essere uno stile un pò "Dardenniano"(Sic?!), quando riprende il loro amore senza aggiungere nulla, un pò con un atteggiamento partecipato. Per il resto, però, manca una capacità di cogliere i paradossi che una situazione così strana crea in quella comunità; la scena della visita militare fa appena sorridere, è un pò meglio quella della processione, ma raramente si incide. Lo spunto della ragazza-uomo che pretende nuovi diritti per i lavoratori, spiace dirlo, non aggiunge molto altro, ci (ri) porta al contrasto tra la buona, aperta(La figlia) e il "Chiuso"(Il padre), che tollera la situazione della figlia ma rifiuta nuove concessioni a dei lavoratori. Più interessante, semmai, è la graduale "Mascolinizzazione" del personaggio interpretato dalla Solarino. Man mano che si scontra con un uomo(Fantastichini), e che si comporta "Da uomo"(E' il capo in un contesto lavorativo), è come se non si limitasse più a vivere un sentimento "Particolare", ma che la sua componente mascolina si manifetasse oltre la sfera del desiderio erotico, al punto da vere uno scontro con la Ragonese.
Il finale non è strappalacrime ma neanche significativo:è accaduto veramente, o si vorrebbe sottolineare che era un amore senza speranza, prova i contrasti che stavano cominciando a sorgere? E che reazioni c'erano state tra gli abitanti del paese? Sfila via come il resto del film, che rischia di sapere di acqua fresca, non nel senso di leggerezza, ma in quello di cose che non lasciano grande traccia di sé stesse.
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meromero
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mercoledì 28 ottobre 2009
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due miserie in un corpo solo...
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Torna sul grande schermo Donatella Maiorca che, dopo l'esordio con Viol@, sceglie di raccontare una storia, tratta dal romanzo Minchia di Re di Giacomo Pilati, una storia vera su un amore lesbo in un'isoletta siciliana di fine '800, con le sue vecchie e radicate tradizioni. In concorso al Festival Internazionale del Cinema di Roma proprio in questi giorni, il film tra strepitose e suggestive location sicule, per la verità non sfruttate appieno, narra la storia di Sara e Angela che molto amiche da bambine, finiscono per diventare amanti in età adultà, soprattutto su impulso di Angela, ribelle e maschio mancato, quasi un disonore per la famiglia. Grazie alle ottime interpretazioni di Valeria Solarino ma anche di Isabella Ragonese ( nei ruoli ovviamente di Angela e Sara ), il film scorre via piuttosto bene seppure vi sono carenze sia registiche che di scelta della fotografia: le due donne, prima osteggiate pesantemente dalle famiglie, sono costrette per rimanere insieme ad un incredibile stratagemma.
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Torna sul grande schermo Donatella Maiorca che, dopo l'esordio con Viol@, sceglie di raccontare una storia, tratta dal romanzo Minchia di Re di Giacomo Pilati, una storia vera su un amore lesbo in un'isoletta siciliana di fine '800, con le sue vecchie e radicate tradizioni. In concorso al Festival Internazionale del Cinema di Roma proprio in questi giorni, il film tra strepitose e suggestive location sicule, per la verità non sfruttate appieno, narra la storia di Sara e Angela che molto amiche da bambine, finiscono per diventare amanti in età adultà, soprattutto su impulso di Angela, ribelle e maschio mancato, quasi un disonore per la famiglia. Grazie alle ottime interpretazioni di Valeria Solarino ma anche di Isabella Ragonese ( nei ruoli ovviamente di Angela e Sara ), il film scorre via piuttosto bene seppure vi sono carenze sia registiche che di scelta della fotografia: le due donne, prima osteggiate pesantemente dalle famiglie, sono costrette per rimanere insieme ad un incredibile stratagemma. Angela diventa "per magia" Angelo: il tutto realizzato con un taglio di capelli da uomo e vestiti da uomo. Essendo, dopo il Marchese dell'isola, la famiglia di Angela la più potente e che dà lavoro a mezzo paese, la gente fingerà di cadere all'inganno per paura e omertà e addirittura si potranno sposare in Chiesa perchè il parroco anche ha dei segreti da nascondere che non vuole si sappiano.
Le mancanze del film sono però anche concettuali: doveva essere un film su una incredibile storia d'amore oppure un film quasi di denuncia sulla diversità o ancora sulla condizione terribilmente medievale della donna in Sicilia a fine '800? Saranno state le influenze televisive ma l'impressione è che spesso la regista tratti la storia più come una soap che come una grande storia sociale e se non fosse per la grande forza espressiva delle due protagoniste, capaci di infondere dolcezza e umanità, ma anche di catturare lo spettatore nel vortice del loro amore saffico, la pellicola avrebbe sicuramente perso molti punti a suo favore.
Estremamente suggestiva la scelta del titolo Viola di Mare, in riferimento puramente simbolico al pesce ermafrodita che porta questo nome, chiaro rimando alla doppia identità ( ma in verità una sola!!!) che la protagonista del film Angela è costretta ad assumere pur di stare vicino alla persona amata.
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