L'uomo che verrà

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Un film di Giorgio Diritti. Con Alba Rohrwacher, Maya Sansa, Claudio Casadio, Greta Zuccheri Montanari, Stefano Bicocchi.
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Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 117 min. - Italia 2009. - Mikado Film uscita venerdì 22 gennaio 2010. MYMONETRO L'uomo che verrà * * * 1/2 - valutazione media: 3,96 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
domenico argondizzo lunedì 17 maggio 2010
quando ha inizio la violenza? Valutazione 0 stelle su cinque
60%
No
40%

La violenza che invade la realtà non riesce ad annullare i sentimenti umani, gli affetti, i desideri, le speranze, l'anelito alla vita, in chi sopravvive, in chi ricorda. E questo vale tanto sui belli Appennini, quanto dentro i lager. La rappresentazione di questo insuccesso della violenza è perfetta come un cristallo. Ma la violenza è anch'essa un prodotto dell'uomo storico. Quindi, ci si può interrogare circa le responsabilità. Anche di tutti i crimini commessi tra il 1943-1945, devono rispondere coloro che favorirono e/o portarono la violenza organizzata nella vita sociale e polica italiana sin dal 1915.

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anna54 sabato 1 maggio 2010
buon cinema a tutti Valutazione 0 stelle su cinque
83%
No
17%

Ho trovato il film commovente e sobrio, gli attori bravissimi, espressivi e l'ambientazione perfetta. il regista Diritti non sbaglia un colpo, è un genio.

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selvoscura venerdì 23 aprile 2010
tragedia e poesia Valutazione 5 stelle su cinque
60%
No
40%

"L'uomo che verrà"... il titolo suona come uno refolo di vento, è il refolo della poesia che mi ha accarezzata in ogni attimo della tragedia e che mi ha permesso di restare aperta, durante tutto il film. Una delle cose più difficili che l'arte può fare, quando porta alla luce La Ferita, è inscriverla nella poesia, nel mito. Le trappole in cui si può cadere sono moltissime: sensazionalismo, vojerismo, banalizzazione, edulcorazione... Dritti, senza pantomime, nè sconti nè ammiccamenti di sorta, con grande sobrietà, a volte con crudezza, mi ha mostrato la tragedia e la possibilità d'accoglierla senza giudicarla, grazie agl'occhi di una bimba che non parla, che sospende il giudizio, e in questa sospensione, forse proprio grazie a questa, si salva e salva. [+]

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matteobaldan domenica 11 aprile 2010
realismo dallo sguardo attonito Valutazione 4 stelle su cinque
63%
No
38%

La ricostruzione degli Appennini bolognesi e della loro umanità terrigna che si esprime in emiliano stretto e sottotitolato, è ammirevole. A conferma della buona impressione fatta da il vento fa il suo giro, film d’esordio del cinquantenne regista bolognese con un passato in Ipotesi Cinema. Il senso di realismo è molto importante per Giorgio Diritti. Realismo inteso come realismo dello sguardo di un personaggio. Nell’uomo che verrà sono gli occhi di una bimba, Martina, che guardano senza comprendere la morte e la distruzione che la guerra comporta. Lo sguardo di Martina è accentuato dal fatto che non parla. Martina, 8 anni, è l’unica figlia di una famiglia di contadini. Ha smesso di parlare da quando, anni prima, ha perso il suo fratellino. [+]

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jackdwiggins domenica 14 marzo 2010
diritti è sempre un grandee regista Valutazione 5 stelle su cinque
71%
No
29%


Un ottimo film, che ha la caacità di catapultare nella vicenda parlando solamente di piccole cose. Riempie di amarezza il finale, ma il film rimane bellissimo

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kronos martedì 9 marzo 2010
impressioni da seconda visione Valutazione 5 stelle su cinque
87%
No
13%

Non m'era mai capitato di vedere una seconda volta in sala un film a poche settimane dalla prima visione, ma per quest'opera ho voluto fare eccezione. Mi rendo conto d'aver sbagliato il giudizio sintetico nella recensione precedente: "L'uomo che verrà" non è semplicemente un 'ottimo' film ... no, è una definizione che davvero non gli basta. E' chiara in me la sensazione che quest'opera valga da sola una carriera.

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ciabella domenica 7 marzo 2010
senza respiro Valutazione 5 stelle su cinque
85%
No
15%

Un film che lascia senza fiato, che porta alla memoria chi ormai la memoria  l'ha persa o fa finta di non voler ricordare.Quando il film è finito nella sala nessuno aveva il coraggio di parlare, occhi rossi facevano da padrona.Questo film riporta le persone alla realtà e smuove coscenze ormai assopite.

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kronos lunedì 22 febbraio 2010
degno erede di olmi Valutazione 4 stelle su cinque
85%
No
15%

L'opera seconda di Giorgio Diritti non usurpa le recensioni entusiastiche che buona parte della stampa le ha riservato. Lo stile sobrio, di chiara influenza Olmiana, con cui Diritti filma la vita contadina nei dintorni di Marzabotto ai tempi della guerra, è il preludio necessario alla tragedia che si sviluppa nella seconda parte della pellicola.
Sobrio, antiretorico, puntuale nella ricostruzione storica e sociale, ma anche lirico e profondamente emozionante. Impossibile non commuoversi nel finale. Questo è grande cinema d'autore.

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francesca meneghetti domenica 21 febbraio 2010
la streghetta martina contro la guerra Valutazione 4 stelle su cinque
86%
No
14%

Si è parlato di neo-neo realismo. Forse è vero che sia nel cinema italiano sia nella letteratura sta emergendo un gruppo di autori che individuano il senso della loro missione nella riflessione sulla realtà. In tempi dominati dal bisogno di un eterno carnevale, di bellezza fittizia o di forti emozioni, attraverso effetti speciali e situazioni estreme, è una boccata d’aria pura la scelta dell’autenticità. E la storia, fittissimo repertorio di situazioni tragiche ed estreme, specie nei momenti di guerra, offre molti spunti per questo (come sapeva il vecchio Manzoni). Giorgio Diritti è su questa linea e gli fa onore l’impegno civile che trasferisce nel cinema, specie in tempi in cui le tendenze revisioniste tendono a cancellare il passato. [+]

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lucamazzei martedì 16 febbraio 2010
emozione e stordimento Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
0%

mi ha lasciato fisso sulla poltroncina, come per il resto, tutto il cinema.
delle volte si spera siano storie completamente di fantasia, pero' purtoppo i film come questo servono a non farci dimenticare.
storia a parte, molto ben fatto per quanto riguarda i colori, le atmosfere, e la lingua originale che ti cala letteralmente dentro al film.
la storia appassiona, le immagini coinvolgono, peccato che non sia stato adeguatamente pubblicizzato

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