greatwhite75
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sabato 5 giugno 2010
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un film che supera i generi
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Se solo non fosse stato straniero questo film avrebbe sicuramente vinto molti più Oscar di quello che si è meritato: probabilmente miglior attore protagonista, miglior attore non protagonista e miglior regia. Superando i generi Campanella è riuscito a raccontare una storia intensa, passando dal genere drammatico, al thriller a volte anche alla commedia, e chi è riuscito a vederlo in lingua originale sa di cosa parlo. Guillermo Francella è insuperabile, adattissimo alla parte del fido collaboratore anche perché ben svolge il suo vero ruolo di comico regalandoci i momenti più divertenti del film. Per non parlare poi di Ricardo Darin, conosciuto già al grande pubblico europeo per film come "Il figlio della sposa" o "Nove Regine", che qui supera se stesso e attua la sua miglior performance.
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Se solo non fosse stato straniero questo film avrebbe sicuramente vinto molti più Oscar di quello che si è meritato: probabilmente miglior attore protagonista, miglior attore non protagonista e miglior regia. Superando i generi Campanella è riuscito a raccontare una storia intensa, passando dal genere drammatico, al thriller a volte anche alla commedia, e chi è riuscito a vederlo in lingua originale sa di cosa parlo. Guillermo Francella è insuperabile, adattissimo alla parte del fido collaboratore anche perché ben svolge il suo vero ruolo di comico regalandoci i momenti più divertenti del film. Per non parlare poi di Ricardo Darin, conosciuto già al grande pubblico europeo per film come "Il figlio della sposa" o "Nove Regine", che qui supera se stesso e attua la sua miglior performance. La passione che scorre in tutto il film è palpabile, la storia è molto originale e ti tiene incollato allo schermo senza batter ciglio. Per non parlare del finale poi: finalmente un epilogo inaspettato e per niente scontato.
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[+] personaggio comico e divertente??!!
(di luana)
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luana
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venerdì 4 giugno 2010
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non mi è piaciuto
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Il film è fatto sicuramente benissimo ma il discorso è poco intrigante.
Avendo già visto di Campanella, il regista, il figlio della sposa: una commedia leggera e piena di sfumature, sono rimasta decisamente delusa. In due parole il sapore è di già visto e stravisto.
[+] francella
(di greatwhite75)
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luciano46
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venerdì 4 giugno 2010
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una storia bellissima
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Oggi dopo aver letto i vari giudizi sono andato a vedere questo film. E' una storia bellissima , densa di sentimento. E' un thriller con una sorpresa finale che lascia di stucco. La recitazione è eccezionale. Era da tanto tempo che non uscivo dal cinema così soddisfatto, specialmente dopo aver visto l'ultimo episodio del film svedese tratto dal romanzo di Larsson.
Consiglio veramente di andare a vedere questo film, non ve ne pentirete assolutamente !!!
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rudolo
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mercoledì 5 maggio 2010
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una vera sorpresa
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E la prima volta che mi imbatto in un film argentino. Ero prevenuto.E' un ottimo thriller che dopo una lenta partenza si sviluppa in crescendo proponendo momenti di vera suspence.Ottimo lo sviluppo della trama.
Bravissimi gli attori, per la gran parte di noi del tutto sconosciuti.Impagabile l'interprete alcoolizzato del ruolo dell'assistente del tribunale.
Consiglio la visione in lingua originale (esp) con sottotili in italiano per chi non conosce
lo spagnolo. Le battute sono spesso serrate, la musicalità della lingua parlata è parte della
godibilità della pellicola.
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nicolebraida
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domenica 25 aprile 2010
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nessun segreto ai nostri occhi
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Non conoscevo questo regista prima di introdurmi nella sala gremita del Landmark Theater di Chicago. Non credevo all’Oscar. Non ci credo mai troppo. Avete presente quella scena di Amarcord dove una donna esce dal cinema esclamando: “E’ stato bello! Ho pianto tanto!”?
Ecco, quella cosa lì. Quella sensazione che ti avvolge tiepidamente mentre esci dalla sala buia verso il mondo reale, che il vento spazza di nuvole di pioggia, e ti sembra, quasi, che il tempo stia lì immobile ad aspettare insieme a te.
Allora ho capito, ho intuito gli sguardi dei giurati in quella lontana Los Angeles. Gli occhi, il segreto dei loro occhi che annuiscono. Insieme, concordi.
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Non conoscevo questo regista prima di introdurmi nella sala gremita del Landmark Theater di Chicago. Non credevo all’Oscar. Non ci credo mai troppo. Avete presente quella scena di Amarcord dove una donna esce dal cinema esclamando: “E’ stato bello! Ho pianto tanto!”?
Ecco, quella cosa lì. Quella sensazione che ti avvolge tiepidamente mentre esci dalla sala buia verso il mondo reale, che il vento spazza di nuvole di pioggia, e ti sembra, quasi, che il tempo stia lì immobile ad aspettare insieme a te.
Allora ho capito, ho intuito gli sguardi dei giurati in quella lontana Los Angeles. Gli occhi, il segreto dei loro occhi che annuiscono. Insieme, concordi.
Juan Jose Campanella. Premio Oscar per il miglior Film Straniero.
Il suo “El secreto de sus ojos”, scritto insieme all’autore del romanzo da cui è tratto, Eduardo Sacheri, è un legal-thriller formalmente. Narra la storia di un investigatore legale ormai in pensione, il quale ritorna a Buenos Aires con lo scopo di scrivere un romanzo, basato su un caso nel quale ha lavorato nel passato, mentre lavorava ancora per Irene, un tempo suo supervisore, ora giudice, ancora l’amore inespresso della sua vita.
25 anni prima, mentre ancora Peron era presidente dell’Argentina una donna viene ritrovata assassinata brutalmente e stuprata il giorno dopo il suo matrimonio con un impiegato di banca di nome Morales. Benjamin Esposito (Ricardo Darìn) si affeziona al caso e al povero marito, che disperato dal vuoto lasciatogli nella vita, attende paziente ogni giorno alla stazione di vedere l’ingordo omicida. Tra le foto della giovinezza della moglie infatti spicca un volto, quello del suo futuro assassino, Gomez, che con tragica ironia rivolge gli occhi a lei, anziché al fotografo.
Insieme all’aiuto di Irene, che permette di riaprire il caso, Esposito e la genialità soffusa dai fumi dell’alcool del suo fedele aiutante Pablo Sandovàl riescono finalmente a scovare il colpevole.
Ma nell’aria il fantasma della democrazia è ben lontano dal paese. La legalità si dissolve altrettanto, come i desaparecidos. E loschi individui come Gomez riescono, grazie all’aiuto di una forza dell’ordine corrotta, a tornare liberi, di più, potenti e meschini.
Se Irene è dalla parte giusta del binario, Esposito invece in quanto cittadino di serie B è minacciato dall’insulso potere.
E quando torna a Buenos Aires la verità è ancora nascosta, come i personaggi spesso ripresi in secondo piano, mentre qualche oggetto sfocato impedisce ai nostri occhi di vedere. Una vita intera alla ricerca di una risposta, forse insensata. “Come si fa a vivere una vita vuota? Come si fa a vivere una vita che è riempita di niente?”. Benjamin teme la verità, ma soprattutto teme di non essere stato capace di vivere la sua vita riempiendola con l’unica cosa che ha veramente senso. L’amore.
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marta macaya
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domenica 4 aprile 2010
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film straordinario
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visto in lingua originale, questo film lascia il pubblico stupefatto davanti al colpo di scena finale. Una trama ben calibrata, un sapiente mix tra dramma, thriller, sentimenti nobili sublimati dal tempo, eroico senso dell'amicizia; ambientato in un triste periodo storico argentino, quello della ditattura militare e i desaparecidos. Tutto comincia quando viene trovata, una giovane sposina violentata e orrendamente uccisa nella propria abitazione, dal suo devotissimo marito distrutto dal dolore che diventa fantasma di se stesso... DA NON PERDERE...
[+] emozionante film. da no perdere assolutamente
(di logan)
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pantera33
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venerdì 12 marzo 2010
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merita l´oscar
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Credevo che l´oscar per il miglior film straniero andasse al Nastro Bianco oppure Un prophete, due film che ho amato. La curiosita´mi ha spinto a vedere il film che ha vinto.Devo dire che l´Academy ha visto giusto.Film intenso, coinvolgente ben interpretato (Ricardo Darin non lo conosciamo certo oggi) ma anche Soledad Villamil e Guillermo Fancella sono state due piacevoli sorprese. Non amo entrare nella trama dettagliatamente ma in poche parole si tratta di un ex poliziotto che scrive una novella su un caso affrontato 25 anni prima all´epoca di evita le cui conseguenze si protraggono al presente.
La scena allo stadio ha richiesto 2 anni di studio e si tratta di uno dei piani sequenza piu´lunghi (6 minuti) e virtuosistici della storia del cinema.
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Credevo che l´oscar per il miglior film straniero andasse al Nastro Bianco oppure Un prophete, due film che ho amato. La curiosita´mi ha spinto a vedere il film che ha vinto.Devo dire che l´Academy ha visto giusto.Film intenso, coinvolgente ben interpretato (Ricardo Darin non lo conosciamo certo oggi) ma anche Soledad Villamil e Guillermo Fancella sono state due piacevoli sorprese. Non amo entrare nella trama dettagliatamente ma in poche parole si tratta di un ex poliziotto che scrive una novella su un caso affrontato 25 anni prima all´epoca di evita le cui conseguenze si protraggono al presente.
La scena allo stadio ha richiesto 2 anni di studio e si tratta di uno dei piani sequenza piu´lunghi (6 minuti) e virtuosistici della storia del cinema.
Consiglio a tutti gli estimatori di Baaria di guardare questo film affinche´possano capire la differnza tra il Cinema e lo spot del Mulino Bianco
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[+] ti corrego solo un punto
(di logan)
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