laulilla
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venerdì 24 aprile 2009
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un po' di dostoievski, ma molto philip roth
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Secondo me, il film, che giudico davvero molto bello, è molto più che un film d’amore e di amanti, come lascerebbe intendere il titolo. E’ infatti anche un film sulla difficoltà di vivere e di progettarsi quando un’educazione apertamente autoritaria (nel caso di Michelle) o, che è lo stesso, iperprotettiva (nel caso di Leonard) costringe a scegliere per il proprio futuro sentimentale una situazione che in qualche modo sostituisca la condizione familiare di provenienza, o perchè sarà fatta a immagine di quella che si sarebbe voluta (l’amante di Michelle è certamente una figura paterna che le garantirà affetto e sicurezza economica), o perchè riprodurrà esattamente il ruolo della famiglia nel caso del ragazzo (tralascio poi l’immagine tutta materna di Sandra).
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Secondo me, il film, che giudico davvero molto bello, è molto più che un film d’amore e di amanti, come lascerebbe intendere il titolo. E’ infatti anche un film sulla difficoltà di vivere e di progettarsi quando un’educazione apertamente autoritaria (nel caso di Michelle) o, che è lo stesso, iperprotettiva (nel caso di Leonard) costringe a scegliere per il proprio futuro sentimentale una situazione che in qualche modo sostituisca la condizione familiare di provenienza, o perchè sarà fatta a immagine di quella che si sarebbe voluta (l’amante di Michelle è certamente una figura paterna che le garantirà affetto e sicurezza economica), o perchè riprodurrà esattamente il ruolo della famiglia nel caso del ragazzo (tralascio poi l’immagine tutta materna di Sandra). Credo pertanto che i riferimenti alle Notti bianche di Dostoievsky, che pure ci sono, rimangano alquanto “esterni”, essendo i due giovani in realtà molto simili tra loro: sembrano infatti, sempre secondo me, uno il “doppio” dell’altro. Mi pare che l’attrazione che nasce fra i due molto debba anche a un riconoscersi nella debolezza e nella rispettiva fragilità ed è significativo che i due si amino al buio, senza che si siano “visti”, il che ho inteso non solo che non conoscono i loro rispettivi corpi, ma che non si conoscono affatto. Significativo anche,infatti, che del duplice tentativo di suicidio il giovane abbia parlato solo a Sandra che diventerà sua moglie, ma non a Michelle, anche se vi alluderà, come se glielo avesse già detto. In questa situazione ai due giovani non resta che sognare velleitariamente un futuro insieme, senza avere alcuna possibilità di realizzarlo davvero.
Un po’ di Dostoiewski, dunque, certamente, ma molto Philip Roth, con le sue famiglie soffocanti e con le madri affettuose, ma quanto opprimenti!
Aggiungo che il film è raccontato con molta finezza ed è anche stupendamente recitato
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[+] ottime stimolanti riflessioni
(di mary22)
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ciccio capozzi
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martedì 7 aprile 2009
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una sofferenza di vibrante intensità
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“TWO LOVERS” di JAMES GRAY; USA, 08. Leonard, giovane newyorkese di religione ebraica, ha il cuore conteso tra due donne: Sandra, bella, dolce, rassicurante, amata in famiglia e Michelle, altrettanto bella, ma alle prese con vari problemi personali. Il film, scritto dallo stesso regista, ha un’ascendenza nobile: è ispirato al racconto di F.Dostoevskij “Le Notti Bianche”. Però letto non solo in chiave moderna, come aveva già fatto Visconti in una classica trasposizione del 57, ma “caricandolo” di tensioni esistenziali legate alle nevrosi odierne. Noi non sappiamo esattamente che cosa abbia questo giovinotto. Sappiamo solo che sta male con se stesso e che pur passati i trenta anni vive ancora in casa coi suoi: con una madre, la rediviva Isabella Rossellini, poi, che continua a controllarlo in casa, così da sembrare una di quelle terribili invasive madri ebreo-newyorkesi che pullulano gli incubi di W.
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“TWO LOVERS” di JAMES GRAY; USA, 08. Leonard, giovane newyorkese di religione ebraica, ha il cuore conteso tra due donne: Sandra, bella, dolce, rassicurante, amata in famiglia e Michelle, altrettanto bella, ma alle prese con vari problemi personali. Il film, scritto dallo stesso regista, ha un’ascendenza nobile: è ispirato al racconto di F.Dostoevskij “Le Notti Bianche”. Però letto non solo in chiave moderna, come aveva già fatto Visconti in una classica trasposizione del 57, ma “caricandolo” di tensioni esistenziali legate alle nevrosi odierne. Noi non sappiamo esattamente che cosa abbia questo giovinotto. Sappiamo solo che sta male con se stesso e che pur passati i trenta anni vive ancora in casa coi suoi: con una madre, la rediviva Isabella Rossellini, poi, che continua a controllarlo in casa, così da sembrare una di quelle terribili invasive madri ebreo-newyorkesi che pullulano gli incubi di W.Allen. Anche se prevale la paura che possa farsi del male: del resto la prima sequenza è un tentato suicidio di Leo. Però questo suo malessere, nel mentre lo rende fragile ed esposto alle “possessioni” affettive, per cui risulta come indifeso agli innamoramenti; lo rende anche in grado di cogliere il nocciolo profondo della persona con cui dialoga. Egli partecipa intensamente alla sofferenza altrui, che non si limita ad ascoltare, ma vi “entra”, la fa propria. E quindi costruisce, insieme all’altro, la soluzione a quel malessere, però pagando un alto prezzo personale: egli, in definitiva, è di grande aiuto a Michelle (G.Paltrow, vulnerabile e luminosa) perché le dà la forza che le permette di sbloccare la sua relazione: il suo amante, di fronte alle scelte di lei, lascia la moglie. Esattamente com’è nel racconto di D. Nel film si vede anche che lui intrattiene rapporti quasi clowneschi con le ragazze della lavanderia del padre: il suo porsi è come quello di uno “scemo”, cioè di uno che “fa ridere” e fa spettacolo. Appare anche come la versione moderna di un altro protagonista dostoevskiano, il Principe Mishkin, del romanzo ”L’idiota”. L’attore J.Phoenix vi esprime una sofferenza, molto composta esteriormente, ma di vibrante intensità. Egli si dà anche all’altra, senza che lo si possa definire ipocrita o volubile. Egli da Sandra (V.Shaw) si senta accolto, con la fragranza del calore domestico, senza dover essere giudicato. Anzi la donna ha un’affettività così forte, femminile, intelligente ed energica per cui non domanda che la sua presenza: non che egli “rinsavisca”. Ciò lo si vede; ma è detto anche in un dialogo asciutto e chiarissimo tra i due. Il film cura molto i passaggi sentimentali tra i tre personaggi, con atmosfere fisico-ambientali, credibili perché ricche d’intensa emotività.
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(di mary22)
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romifran
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domenica 28 giugno 2009
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quando la banalità diventa opera d'arte...
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Tutto è banale e a tratti persino squallido nel dozzinale interno newyorkese nel quale "si consuma" (nel vero senso della parola) la vita sofferta di Leonard. Quanti anni? 35? 38? Una stanzetta disordinata e affollata di ricordi come quella di un adolescente; un rapporto assolutamente fuori luogo (e fuori tempo massimo) con gli anziani genitori, preoccupati per lui e di lui come per un figlio quindicenne che prende lo scooter per la prima volta; un amore fallito alle spalle per un'incompatibilità genetica; un lavoro frustrante (non perchè lo sia gestire una lavanderia, ma perchè non lo ha scelto lui...): questo è Leonard, reduce da un tentativo di suicidio, dal quale emerge, come un super eroe, assolutamente indenne sia nel fisico che nella mente e se ne torna a fare il bravo figlio dai suoi bravi genitori, che lo spiano di sotto la porta della sua stanzetta, neanche avesse 12 anni.
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Tutto è banale e a tratti persino squallido nel dozzinale interno newyorkese nel quale "si consuma" (nel vero senso della parola) la vita sofferta di Leonard. Quanti anni? 35? 38? Una stanzetta disordinata e affollata di ricordi come quella di un adolescente; un rapporto assolutamente fuori luogo (e fuori tempo massimo) con gli anziani genitori, preoccupati per lui e di lui come per un figlio quindicenne che prende lo scooter per la prima volta; un amore fallito alle spalle per un'incompatibilità genetica; un lavoro frustrante (non perchè lo sia gestire una lavanderia, ma perchè non lo ha scelto lui...): questo è Leonard, reduce da un tentativo di suicidio, dal quale emerge, come un super eroe, assolutamente indenne sia nel fisico che nella mente e se ne torna a fare il bravo figlio dai suoi bravi genitori, che lo spiano di sotto la porta della sua stanzetta, neanche avesse 12 anni...
Poi una storia "combinata" che non gli piace neanche un po', dei futuri suoceri sulla falsa riga dei suoi (altrettanto invandenti e insistenti), che non gli garbano affatto... Lei, Sandra, che in tutto ciò non ha colpa, ma che lo ama davvero, "perchè lui è come è", e forse lei (sulla cui avvenenza si insiste più volte, neanche fosse un elemento di castigo) ne ha abbastanza degli yuppies newyorkesi che si interessano a lei solo perchè è tanto carina...
Poi un lampo, "IL" lampo: lei è bella, bionda, sola, indifesa, tenerissima, più scombinata di lui, più bisognosa di lui di uno sguardo e di un affetto sincero. E lui impazzisce d'amore... Chi di noi è stato davvero innamorato, perdutamente innamorato, follemente innamorato sa cosa prova Leonard, lo comprende e lo giustifica.
L'amore lo trasforma: diventa autonomo, capace di badare a se stesso e a lei, capace di ordire trame, di recitare ruoli, di fingere passioni, di accettare e di condividere. Magistrale Joaquin Phoenix, da premio Oscar, nella sua "dégaine" trasandata, mai in tiro, mai sexy, mai "fusto", semplice e un po' banale anche nel corteggiamento... Solo quando fa l'amore con le sue donne pare riscattarsi un po'; subito dopo torna ad essere il ragazzone di prima.
Ho amato questo film: alzi la mano chi di noi non ha trovato un compromesso (anche triste, anche squallido) meglio di una dolorosa ferita da "sogno irrealizzabile"! E continua a vivere, Leonard, travolto da un abbraccio disperato con Sandra, nel quale tutto è finto: l'amore, la passione, l'intenzione dell'anello, il desiderio di una lunga vita insieme... ma è una roccia Leonard e fa pensare tanto alla battuta indimenticabile del film di Louis Malle "Il danno": 'Quando uno ha subito un danno è pericoloso; sa che può sopravvivere!'
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titomauro
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mercoledì 30 dicembre 2009
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un film delicato e struggente
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un film delicato e struggente. É la storia di un ragazzo di famiglia ebrea che possiede una rinomata lavanderia. Aspirante fotografo, che lasciatosi con la ragazza, tenta il suicidio gettandosi dal ponte di un molo. Questa é la scena iniziale, bella ed intensa: s'immerge lentamente nelle profonde acque e poi altrettanto lentamente quasi in un un liberatorio rallenty riemerge tornando a galla quasi che la vita stessa e la stessa leggiadría della sua delicatissima anima lo tirino su. Ovviamente alla istintiva richiesta d'aiuto viene salvato. Frettolosamente ringrazia e torna da i suoi amorevoli genitori che sanno della sua sofferenza e della sua bipolaritá. Bellissimo e tenero come viene descritto il rapporto tra lui e genitori, la madre (Isabella Rossellini) compassata, apparentemente passiva quasi rassegnata ed assente, ma che invece sa, capisce il figlio giá vedendolo negli occhi, che lo sente e comprende nell'intimo (poi lo si vedrá nella struggente scena finale).
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un film delicato e struggente. É la storia di un ragazzo di famiglia ebrea che possiede una rinomata lavanderia. Aspirante fotografo, che lasciatosi con la ragazza, tenta il suicidio gettandosi dal ponte di un molo. Questa é la scena iniziale, bella ed intensa: s'immerge lentamente nelle profonde acque e poi altrettanto lentamente quasi in un un liberatorio rallenty riemerge tornando a galla quasi che la vita stessa e la stessa leggiadría della sua delicatissima anima lo tirino su. Ovviamente alla istintiva richiesta d'aiuto viene salvato. Frettolosamente ringrazia e torna da i suoi amorevoli genitori che sanno della sua sofferenza e della sua bipolaritá. Bellissimo e tenero come viene descritto il rapporto tra lui e genitori, la madre (Isabella Rossellini) compassata, apparentemente passiva quasi rassegnata ed assente, ma che invece sa, capisce il figlio giá vedendolo negli occhi, che lo sente e comprende nell'intimo (poi lo si vedrá nella struggente scena finale). Il padre (una sorta di Rubinstein con i riccioletti bianchi) che si rivolge a lui sempre con tenerezza e tanta premura quasi temendo di turbarlo e spezzare il suo cuore di cristallo giá andato in frantumi, o quello che ne resta per lo meno. Anzi resta parecchio o positivamente, si rigenera perché é sempre aperto e disponibile a conoscere altre ragazze e di innamorarsene. Infatti i genitori invitando dei loro amici (a bella posta) gli presentano una ragazza, la figlia(Sandra) che si innamorerá di lui. Ma lui corteggerá a sua volta Michelle. Il cromatismo tenue e leggiadro osso seppia avvolge la storia di un appena palpabile sapore agrodolce, in cui dolore e amarezza ma anche tanta tenerezza tratteggiano in maniera indiretta con sapiente mano della regía il delicatissimo e dolcissimo protagonista (un sensazionale Joaquin Phoenix che ci ha abituati a personaggi di cattivo e duro, ma che qui invece ci offre un personaggio fragile e romanticamente forte, sensibilissimo e pieno di slancio, stravagante, apparentemente goffo ma tenero e sofferente) fanno presagire e preannunciano l'esito della storia che piuttosto che "sbracarsi" in uno scontato melodramma si pone e si "inscena" in un dolore e dramma intimo quasi celato in un composto e misuratissimo pudore che in un contesto scenico ambientale,sociale sereno e festoso,insomma durante la festa di Capodanno per intenderci, si palesa quasi in filigrana un mondo interiore appunto e uno scenario, di drammaticitá profonda intima e struggente,qui i dialoghi sono quasi marginali, le scene buffe aricchiscono e paradossalmente accentuano la caratterizzazione del personaggio anche nella sua drammaticitá ma che sono poi di contorno, sotto la raffinatissima guida di Gray con i suoi colori, gli sguardi, gli accenni di questi e i movimenti degli attori, i volti, il soffermarsi o l'incedere di alcune inquadrature, la colonna sonora, che gíá al primo accennar del suo tema con un tempo-tre quarti d'arpa nelle e con le scene iniziali illustrano giá tutto, e che poi prende corpo proprio nel finale in una toccante aria di opera lirica che rispetta incarna e rispecchia proprio lo spirito del film,ci propone insomma del vero cinema, comovente e struggente, le lacrime qui sono d'obbligo. Un consiglio: i piú suscettibili si procurino un pacchetto di fazzolettini.
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robert
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lunedì 27 aprile 2009
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i dolori del giovane lenny
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Se non sorprende l'addio alle scene(ma non all'attività di cineasta)di Clint Eastwood,per ragioni puramente anagrafiche,formalizzato in occasione della sua ultima performance in "Gran Torino",desta invece qualche stupore l'analoga dichiarazione di un attore dotato ed emergente quale Joaquin Phoenix,cresciuto all'ombra di un fratello famoso,astro nascente prematuramente rapito all'empireo hollywoodiano dall'inesorabile "mietitrice".Motivo ufficiale:la divampante passione per la musica.(Ma qualcuno sospetta che si tratti di un espediente atto a distogliere da sé l'attenzione dei media per sviluppare qualche segreto progetto artistico.)Phoenix,nei panni di Leonard,forma con la bionda Paltrow(Michelle)e la mora Shaw(Sandra)il gruppo di attori attorno al quale ruota la vicenda raccontata in Two lovers,parentesi intimista di James Gray tra tante "crime stories",delle quali però condivide l'ambientazione a Little Odessa,suburbio newyorkese tanto caro al regista,autentico microcosmo nella caotica metropoli americana.
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Se non sorprende l'addio alle scene(ma non all'attività di cineasta)di Clint Eastwood,per ragioni puramente anagrafiche,formalizzato in occasione della sua ultima performance in "Gran Torino",desta invece qualche stupore l'analoga dichiarazione di un attore dotato ed emergente quale Joaquin Phoenix,cresciuto all'ombra di un fratello famoso,astro nascente prematuramente rapito all'empireo hollywoodiano dall'inesorabile "mietitrice".Motivo ufficiale:la divampante passione per la musica.(Ma qualcuno sospetta che si tratti di un espediente atto a distogliere da sé l'attenzione dei media per sviluppare qualche segreto progetto artistico.)Phoenix,nei panni di Leonard,forma con la bionda Paltrow(Michelle)e la mora Shaw(Sandra)il gruppo di attori attorno al quale ruota la vicenda raccontata in Two lovers,parentesi intimista di James Gray tra tante "crime stories",delle quali però condivide l'ambientazione a Little Odessa,suburbio newyorkese tanto caro al regista,autentico microcosmo nella caotica metropoli americana.Gray affida a Phoenix il delicato compito di declinare "al maschile"quel complesso sentimento chiamato "amore",tematica abusata al cinema,quasi sempre appannaggio esclusivo di interpreti femminili.Il giovane Lenny è reduce da una dolorosa,devastante delusione amorosa,originata dall'abbandono,tutto sommato sofferto,deciso dalla sua fidanzata per precisi motivi di,diciamo così,"profilassi genetica".Ma l'elaborazione della perdita è cosa assai difficile e indigesta per una personalità fortemente bipolare come quella di Lenny,che accarezza a più riprese l'idea di un insano gesto,con goffi tentativi e scarsi risultati.L'umore di Leonard è praticamente un otto volante:si alternano fasi in cui si apre al desiderio di vita sociale,di risate e divertimento,di un qualche riconoscimento e apprezzamento,facendo leva sulla sua vis comica e sulle sue doti di giullare,e improvvise chiusure in un impenetrabile mondo interiore abitato da dubbi e rimpianti,accompagnate spesso da inspiegabili fughe e impreviste assenze,che non passano certo inosservate.Ai margini di questo suo "guscio"personale,nel quale Lenny si ritira quando il peso della vita si fa più opprimente,idealmente rappresentato dalla sua camera con la porta sempre sbarrata,restano gli impotenti e premurosi genitori,desiderosi di costruirgli un futuro migliore e di proporgli nuove opportunità sentimentali.E sarà proprio l'amore,dopo tanto sconforto,a fare prepotentemente capolino nella vita di Lenny,in maniera,stavolta,sovrabbondante.Dovrà infatti dibattersi nell'eterno dilemma che da sempre attanaglia l'universo maschile.Non solo scegliere tra la bionda "incasinata"Michelle(tra l'altro nella già scomoda veste di amante di un uomo sposato,il quale traccheggia di fronte alla prospettiva di mandare all'aria il matrimonio)e la più rassicurante e concreta mora Sandra.Ma anche destreggiarsi,a rischio di perdere completamente la trebisonda,tra l'amour fou e dirompente incarnato dalla prima e quello "a più lenta cottura",schietto,razionale,in sostanza,più canonico rappresentato dalla seconda.Scelta,quest'ultima,caldeggiata dai suoi genitori,in veste di pronubi,anche per motivi prosaicamente più economici(la fusione dell'attività di famiglia di Lenny con quella del padre della ragazza).
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(di luana)
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(di robert)
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reiver
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giovedì 21 maggio 2009
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burning love:-1
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Dopo quanti film un regista si può mettere nella casella dei "preferiti"?Direi che tre pellicole possono bastare.E' un pò come la tesi del personaggio del film di Truffaut,da me pluricitato,"L'uomo che amava le donne":costui sosteneva,mi pare, che se una donna si gira a guardarti una volta è per curiosità,se si gira la seconda è perchè cerca una conferma,se si gira la terza ti ha fatto un invito esplicito.Insomma,è fatta.Con Gray ho avuto la "conferma":questo film infatti non è per nulla inferiore al mio amato "I padroni della notte".Non osavo sperare tanto,devo essere sincero,anche perchè il tema "amoroso" mi sembrava parecchio abusato,e poi io non sono un grande appassionato dei melodrammi.
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Dopo quanti film un regista si può mettere nella casella dei "preferiti"?Direi che tre pellicole possono bastare.E' un pò come la tesi del personaggio del film di Truffaut,da me pluricitato,"L'uomo che amava le donne":costui sosteneva,mi pare, che se una donna si gira a guardarti una volta è per curiosità,se si gira la seconda è perchè cerca una conferma,se si gira la terza ti ha fatto un invito esplicito.Insomma,è fatta.Con Gray ho avuto la "conferma":questo film infatti non è per nulla inferiore al mio amato "I padroni della notte".Non osavo sperare tanto,devo essere sincero,anche perchè il tema "amoroso" mi sembrava parecchio abusato,e poi io non sono un grande appassionato dei melodrammi.Ma nel cinema il "come" non è un fattore secondario...Certo Gray è un pò autolesionista,diciamolo.In un periodo in cui anche le soap-operas si indirizzano verso montaggi frenetici,ralenti seguiti da accelerazioni improvvise,la sua regia tradizionale e suggestiva,il ritmo lento di questa pellicola possono scoraggiare parecchie persone.E' un fatto assolutamente normale,direi quasi inevitabile.Ma io,lo dico egoisticamente,non sono "parecchie persone",credo che si sia capito ormai:sono piuttosto l'esatto incrocio tra un eroe mitologico e una testa di c.azzo,e le mie non sono recensioni,anzi a dire il vero non ho ancora capito cosa siano...Però non posso non dire che "Two lovers" mi ha davvero colpito al cuore:la lama cinematografica è entrata all'altezza dello sterno cinefilo (in quel momento occupato a smistare certa roba romantica degli anni '40),è risalita per la gola (piena di canzoni di Astaire-Rogers) ed è arrivata fino al cervello quando Gray si è meso a citare "La donna che visse due volte"...Si,ad un certo punto ,quando Phoenix incontra la Paltrow sulla terrazza è scattato in me il "flash",e quando certe citazioni,certi richiami non mi fanno vomitare ma anzi colgono nel segno,allora vuol dire che il regista non è uno qualunque.Dalla bellissima sequenza iniziale al tipico finale "alla Gray",quasi sospeso,la pellicola convince,trainata da attori formidabili.Uno è il miglior attore in circolazione,in maniera talmente evidente da sfiorare l'ovvietà;le due protagoniste sono bravissime entrambi,in particolare la Paltrow sfrutta l'assist di un personaggio memorabile con una interpretazione persino inaspettata.Dolce,sensuale,misteriosa,sempre emozionante:Rino Tommasi le avrebbe dato un doppio circoletto rosa.
Penso che un film piaccia veramente quando,a distanza di tempo,le emozioni che hai provato siano rimaste inalterate;io ho visto "Two lovers" parecchio tempo fa,ma ho sospeso ogni mia recensione dopo il terribile terremoto,che ci ha riguardato così da vicino...Oggi avrei voglia di rivederlo,e non per ulteriori analisi,ma semplicemente perchè vorrei riprovare le stesse sensazioni della prima visione.L'amore non è un tema banale;può esserlo,ma tutto diventa banale in mano a persone banali.Gray non lo è...Il suo "realismo",la sua capacità di narrare in maniera "poetica",non sono banali.Raramente al cinema è stata mostrata in maniera così convincente e straziante quella fantomatica chimera che è l'amore non corrisposto,o non corrisposto totalmente:l'amore che diventa ossessione o malattia,da cui ci si può salvare solo ritrovando un appiglio,anche piccolo come un guanto,al mondo reale.Questo amore è come un'avventura nel deserto:puoi anche pensare di stare in un'oasi,ma se non hai portato con te acqua a sufficienza muori di sete...
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[+] bravissimo
(di maryluu)
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[+] two lovers-two kinds of love
(di andrea d)
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[+] se l'amore è amore
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[+] io non detesto il romanticismo, anzi...
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maryluu
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martedì 15 settembre 2009
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le eterne e immutabili sfumature dell'animo umano
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Ho trovato “ Two Lovers” molto suggestivo. Il titolo potrebbe farci pensare alla solita commedia americana in cui l’amore è stereotipato, finto e infiocchettato per bene, ma non è così.
E’ vero, al centro della storia c’è il sentimento più declamato del tempo, ma il film non è banale. Nonostante ripercorra luoghi comuni, James Gray è stato in grado di rappresentare una storia verosimile. E’ stato in grado di scavare nell’animo umano per trovare la psicologia più profonda del comportamento, di sensazioni che in alcuni di noi sono amplificate al massimo, in altri meno.
Il protagonista Leopold, magistralmente interpretato da Joaquin Phoenix,unico neo la voce del doppiatore davvero irritante, è un uomo che ha già subito una profonda ferita.
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Ho trovato “ Two Lovers” molto suggestivo. Il titolo potrebbe farci pensare alla solita commedia americana in cui l’amore è stereotipato, finto e infiocchettato per bene, ma non è così.
E’ vero, al centro della storia c’è il sentimento più declamato del tempo, ma il film non è banale. Nonostante ripercorra luoghi comuni, James Gray è stato in grado di rappresentare una storia verosimile. E’ stato in grado di scavare nell’animo umano per trovare la psicologia più profonda del comportamento, di sensazioni che in alcuni di noi sono amplificate al massimo, in altri meno.
Il protagonista Leopold, magistralmente interpretato da Joaquin Phoenix,unico neo la voce del doppiatore davvero irritante, è un uomo che ha già subito una profonda ferita. E’ un uomo sensibile ed emotivo, tanto che tenta più volte il suicidio. Gray costruisce su di lui la storia. Ci fa vedere le dinamiche della sua vita. Tutto ha un senso. Leopold non poteva che innamorarsi di Michelle, che se guardiamo bene è il suo alter ego.
Lui vede in lei se stesso e prendendosi cura di lei è come se decidesse di prendersi cura di se stesso.
Lui ha bisogno di questo. La bella Sandra, che è realmente innamorata e vuole prendersi cura di lui, non ha bisogno di sostegno. Non è fragile, indifesa, piena di problemi. E questo la rende agli occhi di Leopold poco affascinante.
Infondo io non credo che quello di Leopold per Michelle fosse pienamente amore, ma un meccanismo psicologico di difesa, da se stesso e dal fantasma della sua ex.
Molto realistico anche il modo con cui lui si “ accontenta”, con cui segue l’unica via rimasta.
James Gray non ha rappresentato un “personaggio” ma un uomo, cogliendone sfumature impercettibili ma vere. E per questo merita grandi applausi.
Il cast in generale mi ha colpito parecchio.
In un film pieno di silenzi, le emozioni di tutti sono straripate nello schermo, più loquaci di mille parole.
Un ulteriore encomio merita la fotografia del film. Coinvolgente. Triste. Contribuisce all’espressione generale di emozioni. Diventa anch’essa linguaggio.
Ho molto apprezzato le diverse citazioni, nascoste ad arte nella sceneggiatura e i pochi minuti di “Cavalleria Rusticana” inseriti ad hoc.
Bisognerebbe davvero, come proferisce Elias Koteas nei panni di Ronals, che tutti portassero le loro fidanzate spesso all’Opera.
Infine è palese il richiamo a Dostoiewski, da cui Gray “attinge ” abbondantemente.
Insomma il mio giudizio è molto positivo, non tanto per la storia in se ma per queste peculiarità che rendono il film valido, interessante e particolare.
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paolo ciarpaglini
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giovedì 22 ottobre 2009
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two lovers
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Phoenix, dimostra ancora una volta il suo immenso talento drammatico, affiancato da un'ottima prova corale di attori. Il connubio con la Paltrow consegna un risultato emozionante, verosimile e per questo dolorosissimo. Ottimamente diretto, trattasi di un'impegnato tentativo di sondare l'animo umano la dove spesso i soggetti più sensibili, sono maggiormente vulnerabili. Al centro di questa bella ma 'tragica' storia, J.P. cesella su di se un personaggio difficile; Leopold. Unico figlio di una famiglia di origine ebraica, piena di principi e ideali che intende proiettare su di lui, egoisticamente. Un futuro sicuro e la figlia di una famiglia della medesima comunità; Mischelle (Vinessa Shaw). Al tutto si aggiunge uno strisciante, devastante e mal celato peso del passato, che i genitori fanno pesare come un macigno su di lui.
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Phoenix, dimostra ancora una volta il suo immenso talento drammatico, affiancato da un'ottima prova corale di attori. Il connubio con la Paltrow consegna un risultato emozionante, verosimile e per questo dolorosissimo. Ottimamente diretto, trattasi di un'impegnato tentativo di sondare l'animo umano la dove spesso i soggetti più sensibili, sono maggiormente vulnerabili. Al centro di questa bella ma 'tragica' storia, J.P. cesella su di se un personaggio difficile; Leopold. Unico figlio di una famiglia di origine ebraica, piena di principi e ideali che intende proiettare su di lui, egoisticamente. Un futuro sicuro e la figlia di una famiglia della medesima comunità; Mischelle (Vinessa Shaw). Al tutto si aggiunge uno strisciante, devastante e mal celato peso del passato, che i genitori fanno pesare come un macigno su di lui. Reduce da un tentato suicidio per un'amore finito. Il mondo di Leopold appare sull'orlo del collasso, costretto a mantenersi in equilibrio tra un'amore sublime ma non corrisposto, e l'amore da cui sembra fuggire ma che inconsapevolmente il destino ha già preparato. Tutto è malfermo intorno, privo di un seppur minimo appoggio psicologico di cui Leopold ha estremo bisogno. Lentamente ma in modo unico, la grandissima interpretazione di J.Phoenix, ci
trasporta fuori dalla realtà e convoglia nella sua. (n.d.r.): astenersi dalla visione gli spettatori poco inclini alle problematiche psicologiche; non coglierebbero "niente", se non un film scuro che passa e niente lascia. Lincontro fortuito con Sandra (G.P.), darà a Leonard il cielo e l'inferno. Lei ha già una storia con un uomo maturo, sposato e che sembra non mantenere mai la promessa di lasciare tutto per lei. L'amicizia si trasforma in breve in un profondo amore, in cui Leonard convoglia tutto se stesso. Perchè è un sincero, perchè è vero. Non coglie infatti le sfumature del rapporto, che fanno presupporre in lei 'solo' una grande e vera amicizia, autoinfliggendosi non scentemente ma come sovente solo i sentimenti riescono, dolore puro. Ma infine accade ciò he è più giusto, ciò che la vita spesso riserva agli animi come Leopold. Sembra la fine, l'abisso si spalanca sotto ed è senza fondo, senza ritorno. Ma 'qualcosa' in lui muta: a un passo dall'oceano sul bagnasciuga, si decide la sua sorte. Phoenix è immenso, un'interprtazione che in un film di maggior risonanza pubblicitaria, o non so che, avrebbe certamente meritato almeno una candidatura all'oscar. La attende con una valigia piena di sogni e pochi abiti, mentre i minuti scorrono e il dubbio, diviene terrore. Per poi manifestarsi in tutta la sua insensibile, atroce ed apparente ingiustizia. La vita per una seconda volta sembra dirgli: "ucciditi, poichè ad attenderti c'è solo ed ancora sofferenza". Ma è fra il rumore della risacca ed un guanto regalatogli da Mischelle, che Leonard sull'orlo della decisione estrema, fissa il mare come per cercare risposta a tanto dolore. La sofferenza interiore sfiora l'odio irrimediabile per la vita, mentre osserva quel guanto, emblema e messaggio della 'via'. Di tutto ciò che gli è rimasto per aggrapparsi all'esistenza. L'anello poi, fine di un sogno ma di un ancor più prezioso ritorno alla vita. BELLISSIMO.
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pgakapg
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giovedì 9 aprile 2009
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un storia moderna.
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Gray torna a girare nella little Odessa con alcuni dei suoi attori feticcio per raccontare una storia moderna, che potrebbe essere ambientata in qualunque altra città, perchè è la universale storia di un triangolo. Senza eccedere nei modi, la cinepresa ci accompagna nella vita familiare di un giovane, lacerato da una perdita affettiva, con il quale ognuno di noi può identificarsi. Ottima la scelta della Paltrow, eterea, inquieta ed opportunista, contrapposta alla Shaw, ex-modella di una bellezza biblica e rassicurante. Vittima: un Phoenix giuggiolone, un pò immaturo e sognatore, psicolabile in terapia, che trafitto per la seconda volta si aggrappa all'ultima ancora di salvezza che gli resta e meno male per lui che ne esiste una ed ha anche i lineamenti della Shaw ed un atteggiamente materno.
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Gray torna a girare nella little Odessa con alcuni dei suoi attori feticcio per raccontare una storia moderna, che potrebbe essere ambientata in qualunque altra città, perchè è la universale storia di un triangolo. Senza eccedere nei modi, la cinepresa ci accompagna nella vita familiare di un giovane, lacerato da una perdita affettiva, con il quale ognuno di noi può identificarsi. Ottima la scelta della Paltrow, eterea, inquieta ed opportunista, contrapposta alla Shaw, ex-modella di una bellezza biblica e rassicurante. Vittima: un Phoenix giuggiolone, un pò immaturo e sognatore, psicolabile in terapia, che trafitto per la seconda volta si aggrappa all'ultima ancora di salvezza che gli resta e meno male per lui che ne esiste una ed ha anche i lineamenti della Shaw ed un atteggiamente materno. Finale forse scontato soprattutto se ci si chiede: ma se Sandra fosse stata una racchia pazzesca, Leonard si sarebbe affogato?
Phoenix, comunque, resta uno degli attori statunitensi più carismatici degli ultimi 10 anni.
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mary22
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venerdì 24 aprile 2009
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rielaborando..tra sogno e realtà
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Questo film si svolge in una atmosfera molto onirica dove i confini sogno realtà
sono sia netti che imprecisi. Il sogno che ha dentro il protagonistà è più reale per lui
della realtà che gli si impone. Tutto è visto attraverso gli occhi e la mente di lui.
Il film sembra dirci che si sogna sempre e comunque..la differenza è cosa funziona e cosa no. ..
Lui e Michelle sognano ma il risveglio fa fare determinate scelte che sembrano presentare il carattere di realtà
necessario per non perdersi in un labirinto che sfiora l'impazzimento e la simbiosi.
I rferimenti concreti paiono necessari
ma anche frustranti rispetto ai desideri, alle esplorazioni, alla fantasia della vita che come dice la parola non può realizzarsi se non in forme simboliche.
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Questo film si svolge in una atmosfera molto onirica dove i confini sogno realtà
sono sia netti che imprecisi. Il sogno che ha dentro il protagonistà è più reale per lui
della realtà che gli si impone. Tutto è visto attraverso gli occhi e la mente di lui.
Il film sembra dirci che si sogna sempre e comunque..la differenza è cosa funziona e cosa no. ..
Lui e Michelle sognano ma il risveglio fa fare determinate scelte che sembrano presentare il carattere di realtà
necessario per non perdersi in un labirinto che sfiora l'impazzimento e la simbiosi.
I rferimenti concreti paiono necessari
ma anche frustranti rispetto ai desideri, alle esplorazioni, alla fantasia della vita che come dice la parola non può realizzarsi se non in forme simboliche.
Secondo me questo film parla molto dell'amore come fantasia, del bisogno che si ha di rivestirlo
anche in tale forma..e di un altro tipo di esigenza che è sentirsi al sicuro perchè calati una "realta"..
..un dilemma che il film pone.
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(di marezia)
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