Madri

Tra fiction e documentario il cinema racconta il mondo

Ballerina della compagnia di Louis Falco, attrice con Tinto Brass in "La chiave", la bella Barbara Cupisti, che ha presentato a Orizzonti il suo Madri, ha scelto invece il documentario perché nessuna storia avrebbe avuto la potenza dell'immagine-documento. «Alla guerra in Medio Oriente noi occidentali pensiamo in termini di numeri, quanti ne sono morti da una parte, quanti dall'altra. Ma quei numeri erano delle vite, erano bambini, ragazzi, e sono le loro madri a piangerne l'irrimediabile assenza: madri israeliane, madri palestinesi, separate dalla guerra e dall'odio, unite nella stessa disperazione». Attraversando più volte, pericolosamente, il confine tra Israele e i territori occupati, Cupisti ha lasciato parlare le facce, il dolore, la perdita, i ricordi, quei video dei ragazzini ridenti, quei loro zainetti scolastici conservati come reliquie. La madre israeliana racconta del bel figlio ventenne che si suicida non sopportando di fare il soldato o quella palestinese che non dorme più, cinque figli bambini fatti fuori da un missile, il cervello sparso fuori dal cranio e lei che scappava da quell'orrore. A Tel Aviv la mamma elegante parla della sua sedicenne sfracellata in una pizzeria da un kamikaze, a Gaza la mamma con la testa chiusa nel velo bianco non riesce a perdonare il figlio kamikaze, pur continuando a rimpiangerlo. Quelle voci femminili, calme, sono come un grido senza fine, quei volti invecchiati nel dolore sono un anatema contro tutti i responsabili delle guerre. L'associazione Parents Circle riunisce 500 famiglie di vittime, israeliane e palestinesi, per imparare attraverso il lutto a percorrere la sala strada possibile, la pace: «Se noi che abbiamo pagato il prezzo più alto riusciamo a parlarci, perché non possono farlo anche gli altri?».
Da La Repubblica, 4 settembre 2007

di Natalia Aspesi, 4 settembre 2007