luigi chierico
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giovedì 19 dicembre 2013
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un secolo
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Non è un film ma la storia di un Uomo, o meglio di uno degli ultimi 19 secoli dalla nascita di Cristo.
Nato nel 1918 Mandela è morto, infatti, a 95 anni nel 2013, un secolo. La sua vita è narrata in questo film, che ripercorre fedelmente tutte le tappe della sua lotta. Nel pieno della sua maturità viene incarcerato, privato di ogni umano diritto, e, temuto per le sue idee, è messo a durissime prove, dopo lunghissimi 27 anni, nel 1990, viene messo in libertà. Condotti egregiamente in questo calvario che lo porterà al Nobel per la pace nel 1993 e alla presidenza del Sudafrica, viviamo da vicino il dolore, la tristezza di quest’ Uomo che tenacemente e pacificamente conduce la sua lotta, la sua guerra senz’armi per la libertà del suo popolo, della sua Patria Terra.
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Non è un film ma la storia di un Uomo, o meglio di uno degli ultimi 19 secoli dalla nascita di Cristo.
Nato nel 1918 Mandela è morto, infatti, a 95 anni nel 2013, un secolo. La sua vita è narrata in questo film, che ripercorre fedelmente tutte le tappe della sua lotta. Nel pieno della sua maturità viene incarcerato, privato di ogni umano diritto, e, temuto per le sue idee, è messo a durissime prove, dopo lunghissimi 27 anni, nel 1990, viene messo in libertà. Condotti egregiamente in questo calvario che lo porterà al Nobel per la pace nel 1993 e alla presidenza del Sudafrica, viviamo da vicino il dolore, la tristezza di quest’ Uomo che tenacemente e pacificamente conduce la sua lotta, la sua guerra senz’armi per la libertà del suo popolo, della sua Patria Terra. La sua ascesa al potere e i suoi successi, anche nell’ ambito sportivo ( vedi il film “Invictus” ), sono coinvolgenti per cui si rimane soddisfatti.
Non è quindi il film come tale che si apprezza ma quello che ti porta alla memoria.
In una rapida rassegna di uomini che hanno dedicato e sacrificato la loro vita per la Libertà, iniziando proprio da Cristo, ricordo Catone a cui Dante dedica i noti versi: ”libertà va cercando ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta” , Mahatama Gandhi, Martin Luther King, e quanti altri per il Risorgimento o perché Partigiani.
Il bisogno di Libertà è insito nell’uomo, è un bene insopprimibile, non conosce razza, colore di pelle, corrente politica, status o genere ( vedi The lady- L’amore per la libertà).
Per Libertà intendo libertà di parola, di pensiero, di fatto, d’opera, di religione il tutto nel rispetto dell’altrui Libertà, non la si scambi per abuso o sopruso, La libertà di Mandela non è soltanto la sua ma quella di tutti ed è questo suo messaggio che il regista Bille Auugust ci trasmette affidandosi ad un eccellente Dennis Haysbert, sostenuto da un buon Joseph Fiennes.
chigi
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gaiart
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sabato 7 dicembre 2013
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goodbye bafana
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bafana
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sabato 13 settembre 2008
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good bye film
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B.August confeziona un film sulla figura di Nelson Mandela in particolare sul periodo della sua prigionia e sul rapporto con il suo aguzzino.Un pò film denuncia,un pò biografia,un pò dramma carcerario ma poco convincente e troppo televisivo.Da far vedere nelle scuole ma risulta didascalico,già visto e quel che è peggio freddo.Attori poco convincenti(J.Fiennes monocorde,D.Kruger in parte ma fastidiosa)in ruoli piatti ad eccezione di D.Haysbert che affronta il ruolo di Mandela con umiltà e partecipazione.Riuscito il finale in cui vediamo Mandela dopo la scarcerazione e prima del suo dicsorso alla gente,immancabili le immagini da repertorio.
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paolo ciarpaglini
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venerdì 12 settembre 2008
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la libertà, ha un colore?.
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Il film narra la vicenda (conosciuta a livello planetario) di Nelson Mandela. Ad impersonarlo un Dennis Haysbert bravo come sempre, anche se fisicamente la somiglianza con il vero Mandela è pressochè improponibile. Probabilmente scelto per le capacità recitative, nonchè per la profonda umanità che il suo volto riesce ad esprimere. La pellicola scorre a fianco della storia, la vera storia, che vide l'incaricato al controllo della posta James Gregory (Jhoseph Fiennes), stringere lentamente una profondissima amicizia con Mandela. James affiancato dalla moglie Gloria (una Diane Cruger che migliora recitativamente, di film in film), è all'inizio convinto di essere li per servire il suo Paese. Ma soprattutto per 'la giusta causa', preso purtroppo per scontata e fin da subito, la conoscenza profondamente carente della cultura e delle 'richieste' dei neri.
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Il film narra la vicenda (conosciuta a livello planetario) di Nelson Mandela. Ad impersonarlo un Dennis Haysbert bravo come sempre, anche se fisicamente la somiglianza con il vero Mandela è pressochè improponibile. Probabilmente scelto per le capacità recitative, nonchè per la profonda umanità che il suo volto riesce ad esprimere. La pellicola scorre a fianco della storia, la vera storia, che vide l'incaricato al controllo della posta James Gregory (Jhoseph Fiennes), stringere lentamente una profondissima amicizia con Mandela. James affiancato dalla moglie Gloria (una Diane Cruger che migliora recitativamente, di film in film), è all'inizio convinto di essere li per servire il suo Paese. Ma soprattutto per 'la giusta causa', preso purtroppo per scontata e fin da subito, la conoscenza profondamente carente della cultura e delle 'richieste' dei neri. Fin da subito però James (che ha trascorso l'adolescenza proprio in quella terra), appare più sensibile della norma ammessa. Ogni qualvolta gli si para davanti agli occhi, la nuda e cruda realtà, che vede i neri trattati come in modo disumano. Inizia lentamente così, a comprendere di avere a che fare unicamente con il razzismo, ed il suo volto peggiore. Da autodidatta, spinto dalle poche ma intense parole che Mandela gli rivolge, inizia una ricerca che lo porterà sempre più assieme all'evolversi della situazione internazionale, a credere che tutto ciò che sta difendendo altri non è che un terribile sopruso. E che le uniche ragioni per cui la Britannia ha, e continua a sopprimere e privare dei propri diritti gli abitanti del Sud Africa, sono riconducibili ad un'unica cosa: gli interessi. E lo sfruttamento delle immense risorse minerarie della Terra d'Africa. Interpretazioni encomiabili per tutti e tre gli attori principali, con Diane che in alcuni passaggi supera e catalizza l'attenzione non solo per l'indiscussa bellezza, ma anche, e non è poco accanto ad attori di questo calibro, per intensità e bravura pure. Inguardabili invece i camuffamenti che dovrebbero scandire il passare dei 'decenni'. Una panciotta sottocamicia per Fiennes, una decina di anni strappati a Diane privandola del trucco, unitamente ad un'acconciatura più matura. E gli ormai storici, folti e brizzolati capelli sulla testa di Haysbert. Ciò che dovrebbe tener testa a tutto, sono a mio modesto avviso i 27 anni di reclusione di Mandela.
Vengono invece messe in risalto in modo particolare le vicende familiari dei Gregory, ei sacrifici a cui Gloria, causa i continui trasferimenti di uno 'scomodo' controllore della posta e figli, sono sottoposti. A loro è affidato l'orologio del tempo, perchè nfine ciò che resta maggiormente impressa nella mente, è la loro storia, non quella che 'ha fatto la storia'. Comunque, un bel film.
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fiorewithlove
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venerdì 2 maggio 2008
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bello ma non convince..
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è piu una trama che una recensione. è priva di pensieri e commenti a proposito del film. io lho visto, mi è piaciuto anche se avrei preferito mettesse piu in risalto il carattere di mandela invece di abbandonarsi a stereotipi quale moglie bella e nazista, marito bianco con una dedizione al lavoro da far invidia ad hilter, che (inaspettatamente?)finisce per ricevere una lavata del cervello da parte di mandela. è una storia vera, ma io l'avrei portata al cinema in modo diverso. cmq abbastanza moraleggiante e perciò difficile da criticarla, pena guai seri e la possibilità di essere scambiati per razzisti. nel complesso buono ma non convince troppo
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chanel
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lunedì 28 aprile 2008
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gran bel film
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Consigliato,anche se mi ha intristita un pò!
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sapessi
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mercoledì 23 aprile 2008
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beeeello
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caterina
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venerdì 18 aprile 2008
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belllo
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freddy
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venerdì 18 aprile 2008
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appassionante
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molto bella questa storia, un po' triste, ma molto molto carino
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