plmzz
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sabato 30 marzo 2019
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visto da poco in tv
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Ho cercato sul web dopo averlo visto su RaiMovie questa sera, mi pareva un remake, di cui non ricordavo l'esistenza. Che aggiungere? Ho apprezzato molto anche: Subiaco in una landa pianeggiante che pensavo fosse negli States; la misteriosa cappella dell'Angelo in Cerveteri che devo essermi persa, anche se ancora non capisco perché scegliere come "location" diabolica il cimitero moderno della ridente cittadina laziale (dove seppellivano buttando i corpi così a caso dentro una tomba a cassone extra large ma coperta da una lastra che puoi rimuovere a mano), mentre la scena che ti aspettavi era quella di una delle celebri necropoli etrusche della stessa città, ben più adatte all'uopo nell'immaginario cinematografico.
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Ho cercato sul web dopo averlo visto su RaiMovie questa sera, mi pareva un remake, di cui non ricordavo l'esistenza. Che aggiungere? Ho apprezzato molto anche: Subiaco in una landa pianeggiante che pensavo fosse negli States; la misteriosa cappella dell'Angelo in Cerveteri che devo essermi persa, anche se ancora non capisco perché scegliere come "location" diabolica il cimitero moderno della ridente cittadina laziale (dove seppellivano buttando i corpi così a caso dentro una tomba a cassone extra large ma coperta da una lastra che puoi rimuovere a mano), mentre la scena che ti aspettavi era quella di una delle celebri necropoli etrusche della stessa città, ben più adatte all'uopo nell'immaginario cinematografico. Ho apprezzato altresì gli istantanei trasferimenti da un capo all'altro d'Europa e del Mediterraneo: per il Vicino Oriente con grande nostalgia delle caratterizzazioni ambientative di Totò Sceicco. La scena notturna in cui il superstite dell'eccidio diabolico corre verso il portone di una chiesa, me l'aspettavo risolta con lui che batte disperatamente per chiedere di entrare, ma sarebbe stato troppo realismo: il portone monumentale si apre miracolosamente. In mezzo a tutta questa imperizia cinematografica annega l'unica idea caruccia: il diavolo tiene per mano il potere ed è tenuto per mano dal potere, nell'ultima scena. Peccato.
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jollyroger27488
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domenica 10 aprile 2016
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il 6\6\06
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il 6\6\06 capita ogni secolo, non ogni millennio
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zero99
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venerdì 22 gennaio 2016
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666 il diavolo
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Davvero un bel remake, molto più bello dell'originale sicuramente! una storia inquietante, tecnicamente fatto bene, il bambino sembra veramente il figlio del demonio, bravi gli attori. E' un storia che diventa più interessante nella seconda metà della pellicola, ma è un buon film.
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il cinefilo
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sabato 24 maggio 2014
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questa volta hanno toccato il fondo...
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Riferendoci alla data di uscita nelle sale di questa roba ci accorgiamo che sono trascorsi esattamente trent'anni dal leggendario capolavoro originario con Gregory Peck e Lee Remick, dal titolo IL PRESAGIO e che avrebbe segnato una generazione di fan,di illuminati pensatori dell'orrorifico,di filosofi e intellettuali...il presidente dell'Algeria disse:"ne IL PRESAGIO brillano gli astri del firmamento perenne e imperituro".
Harvey Stephens faceva,letteralmente,tremare lo schermo con quello sguardo sinistro e glaciale,impenetrabile,imperituro...Lee Remick trasmetteva angosce con il solo arricciamento del naso e Gregory Peck sembrava venuto al mondo apposta per interpretare quel ruolo.
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Riferendoci alla data di uscita nelle sale di questa roba ci accorgiamo che sono trascorsi esattamente trent'anni dal leggendario capolavoro originario con Gregory Peck e Lee Remick, dal titolo IL PRESAGIO e che avrebbe segnato una generazione di fan,di illuminati pensatori dell'orrorifico,di filosofi e intellettuali...il presidente dell'Algeria disse:"ne IL PRESAGIO brillano gli astri del firmamento perenne e imperituro".
Harvey Stephens faceva,letteralmente,tremare lo schermo con quello sguardo sinistro e glaciale,impenetrabile,imperituro...Lee Remick trasmetteva angosce con il solo arricciamento del naso e Gregory Peck sembrava venuto al mondo apposta per interpretare quel ruolo...la loro grandezza correva di pari passo con la loro intelligenza artistica, ogni loro movimento era forza.
Dal 1976 in poi inizia la parabola decadente di OMEN:si incomincia con il ridicolo LA MALEDIZIONE DI DAMIEN,tensione a picco, William Holden bolso e patetico, Lee Grant si limita a lanciare urla isteriche e scuotere l'acconciatura per tutto il film, Sylvia Sydney(vecchia gloria della settima arte di Fritz Lang)schiatta dopo 5 minuti dall'entrata in scena, dobermann sostituito da un inutile corvo, il leggendario muro di Hygael(che nel primo film nemmeno viene citato e adesso sì,non si sa bene come mai e in CONFLITTO FINALE uscirà nuovamente fuori dalla minchia)non è altro che uno schizzo di acquerelli che sembra composto in seconda elementare, la scena dell'attacco dei corvi alla giornalista sulla strada da antologia del comico...ma soprattutto sentire Jonathan Scott-Taylor declamare tali fesserie("A IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELLA PIU' GRANDE POTENZA DEL MONDO!")da far gridare vendetta al cielo ripensando al capolavoro originale
Si prosegue, in caduta libera, con CONFLITTO FINALE:l'idea di approdare a un Damien adulto era ottima ma tutto il resto meriterebbe un onoreficenza speciale alla demenza, a cominciare dagli accidenti mortali(che ormai vanno avanti col pilota automatico)da fare invidia al ragionier Fantozzi dell'ufficio sinistri, i monaci"armati nel nome del signore"con i pugnali di Megiddo e impegnati nella santa missione di eliminare Damien e che,puntualmente,vanno invece incontro a una fine orrenda ma le cui modalità fanno sospettare di più il coinvolgimento della mera sfiga anzichè di Satana...ad aggravare questa scempiaggine si aggiungono la seconda venuta di Gesu'(ma perchè?),la comica riunione dei seguaci sul monte e, soprattutto, Sam Neill nel momento in cui si lancia in gigioneschi monologhi sul"padre suo cacciato dal paradiso",straparla da trombone,strabuzza gli occhi facendo innervosire i cavalli, e tira avanti così fino al momento in cui gli arriva una strameritata coltellata dietro le chiappe, levandocelo dalle palle per sempre...con allegata musichetta evangelica a chiudere il film.
Su OMEN IV è preferibile stendere un velo pietoso e passiamo quindi al disgraziato e irresponsabile remake del 2006.
Arrivo subito al guaio peggiore:il cast. Non c'è un solo attore credibile:Liev Schreiber è una sardina, Julia Stiles è l'unica che si sforza un poco di guadagnarsi la lauta paga,una decrepita Mia Farrow arranca pateticamente nel tentativo di arpionare le luci della ribaltà...speranza rasa al suolo dal tonfo globale al botteghino del suddetto remake...Pete Posthlwhite e Micheal Gambon toccano il punto più basso della loro carriera,e buonanotte.
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raffaellabc
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martedì 7 maggio 2013
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emozionante...bellissimo!!!
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Bellissimo...a volte sembrava di essere li in mezzo a quella gente a vivere tutto quello....cosa dire di AARON ECKHART LO AMO... FILM STUPENDO.. I LOVE AMERICA !!!!! PATRIOTTISMO UNICO NEL SUO GENERE...
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nico g.
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martedì 1 maggio 2012
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il nuovo damien mi fa simpatia
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E' sempre difficile proporre una nuova versione di un film che ai suoi tempi ebbe un buon successo.
Liev Schreiber e Julia Stiles si sono ritrovati a dover reggere il confronto con "mostri sacri" come Gregory Peck e Lee Remick, perciò i nuovi interpreti dei coniugi Thorn partivano già svantaggiati; ma il divario più evidente è quello tra i due piccoli protagonisti. Il Damien del 2006, Seamus Davey-Fitzpatrick, mi fa simpatia, perché più che diabolico sembra imbronciato, dalle nostre parti si dice "incagnato". Ben più sinistra e luciferina era l'espressione di Harvey S. Stephens nel 1976.
L'esperta e quasi "specializzata" Mia Farrow regge bene il paragone con Billie Whitelaw nel ruolo della seconda bambinaia di Damien.
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omar79bx
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mercoledì 16 marzo 2011
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buon remake
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Sono tra quelli che apprezzano i remake, e questo lo trovo un buon lavoro. Gli horror '80 sono buone pellicole che hanno anche fatto la storia in certi casi, ma molto meglio i lifting di 20 anni più tardi.
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nicolòmatta
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lunedì 19 aprile 2010
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omen: il presagio
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Il remake è un'arma a doppio taglio: imbarcarsi nell'impresa del confronto con l'originale è follia, specie se si tratta di un grande film. Non è il caso di Il presagio (1976), classico dell'horror diretto da Richard Donner e interpretato da un Gregory Peck insolito, ma che comunque garantiva brividi e suspense agli amanti del genere, secondo la moda lanciata tre anni prima dall'Esorcista. Il nuovo Omen di John Moore è un'operazione in altalena fra il riciclo e l'innovazione. Partendo dalla medesima sceneggiatura (di David Seltzer, tratta dal suo romanzo), la storia è quella dell'ambasciatore USA che adotta a Roma, per sopperire alla morte del figlio subito dopo il parto, un trovatello che si rivela essere l'Anticristo, sceso sulla Terra ad inaugurare l'Apocalisse biblica.
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Il remake è un'arma a doppio taglio: imbarcarsi nell'impresa del confronto con l'originale è follia, specie se si tratta di un grande film. Non è il caso di Il presagio (1976), classico dell'horror diretto da Richard Donner e interpretato da un Gregory Peck insolito, ma che comunque garantiva brividi e suspense agli amanti del genere, secondo la moda lanciata tre anni prima dall'Esorcista. Il nuovo Omen di John Moore è un'operazione in altalena fra il riciclo e l'innovazione. Partendo dalla medesima sceneggiatura (di David Seltzer, tratta dal suo romanzo), la storia è quella dell'ambasciatore USA che adotta a Roma, per sopperire alla morte del figlio subito dopo il parto, un trovatello che si rivela essere l'Anticristo, sceso sulla Terra ad inaugurare l'Apocalisse biblica. Il piccolo Damien compie sei anni e da lì in poi cominciano ad accadere cose terrificanti: la bambinaia s'impicca e viene sostituita da una nuova che è in realtà l'apostola di Satana, un prete finisce impalato, la madre adottiva dell'Anticristo perde il secondo figlio e precipita dall'ospedale, un reporter che aiuta l'ambasciatore nelle indagini decapitato. E se il papà adottivo era indeciso sulla natura demoniaca di Damien, gli eventi accaduti lo confermano e toccherà a lui ripetere il sacrificio di Isacco con sette pugnali sull'altare di una chiesa. Quando muore anche lui, il piccolo innocente viene adottato, insomma non è finita. Sostanzialmente il film è lo stesso, ma con gli opportuni rimaneggiamenti: un omicidio in più - tanto perché non bastavano - e la ricerca dello shock è affidata ad un montaggio forsennato (p.e. nella scena del cimitero di Cerveteri, dove ambasciatore e reporter vengono aggrediti dai cani) che include immagini subliminali più ridicole che terrificanti per accentuare le turbe psichiche della povera mamma dell'Anticristo. E non bastasse, l'audacia di regista e sceneggiatore collega la venuta dell'Anticristo come ultimo di una serie di eventi che precede la fine del mondo: l'attentato alle Torri Gemelle, l'uragano Katrina e l'apparizione di una seconda stella cometa che, mentre la prima annunciava l'arrivo del Messia, la seconda segna la nascita del figlio di Satana. Tecnicamente il film è ben fatto (anche se la colonna sonora di Marco Beltrami non è quella arcaica di Jerry Goldsmith, peraltro premiata con l'Oscar) ma sfuggire al confronto è inevitabile: Liev Schreiber non è Gregory Peck e Julia Stiles non è Lee Remick, seppur il richiamo in azione di Mia Farrow come nursery diabolica ricorderà ai più i bei tempi di Rosemary's Baby-Nastro rosso a New York, dove era incinta del demonio.
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don64
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lunedì 11 gennaio 2010
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film..siciliano
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Film ambientato nella Sicila del 1940 fino ai giorni di oggi.La trama e' piu' che discreta come lo e'l'interpretazione dei tanti attori noti siciliani e non.Nel complesso un film piu' che discreto magari adatto ai siciliani per le loro culture e tradizioni.Voto 6+
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charlotte_alice
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martedì 25 agosto 2009
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un vero "mortorio"
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E' un film piatto, non mi è piaciuto affatto. Era meglio lasciare questo film nella sua versione originale, che è ben diverso. Quello che proprio ha attirato è stata la suggestione perchè è uscito il 6 giugno del 2006. Ma dai.
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