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martedì 30 gennaio 2007
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quannettroppoettroppo
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Passi per gli ultras del Matera che insozzano i muri di Gerusalemme, passi per una siberiana Cerveteri, passi che ti muoia la moglie(che dimostra 16 anni) e non gli faccia manco il funerale, passi che i tabloid inglesi mettano in prima prima pagina foto che manco su rotten, passi che seppelliscano la gente in un cimitero-non-etrusco senza bara, passi che quando tuo figlio era un neonato non fosti stato capace di notare un enorme 666 sulla capoccia, passi per situazioni spazio-temporali impossibili e passi per tante altre cazzate inverosimili...ma che un tassinaro romano ti dica "ANDIEDE A FUOCO" mi sembra davvero troppo per sopportare 'sta boiata pazzesca. Semplicemente RIDICOLO
p.s. La dizione corretta romanesca, per chi possa essere interessato è: "è 'nnato affoco"
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massimo
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venerdì 23 giugno 2006
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diavolo di un remake
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Un film che si guadagna la sufficienza solo grazie al soggetto, che peraltro non è originale perchè ricalca quello del "Presagio" del 1976 con il grande Gregory Peck.
Per chi ha visto - e amato - il primo film, questo remake sarà una delusione. Non c'è tensione, gli attori che interpretano i coniugi Thorn sono poco credibili e il bambino che fa Damien non ha nulla di diabolico - oltre a non proferire una singola parola per tutte le 2 ore della pellicola. Brava Mia Farrow nel ruolo della bambinaia, anche se il suo personaggio meritava uno sviluppo migliore. Il regista introduce solo una, trascurabile novità rispetto al film originale - il marchio 666 che fa capolino anche sul corpo di un sacerdote.
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Un film che si guadagna la sufficienza solo grazie al soggetto, che peraltro non è originale perchè ricalca quello del "Presagio" del 1976 con il grande Gregory Peck.
Per chi ha visto - e amato - il primo film, questo remake sarà una delusione. Non c'è tensione, gli attori che interpretano i coniugi Thorn sono poco credibili e il bambino che fa Damien non ha nulla di diabolico - oltre a non proferire una singola parola per tutte le 2 ore della pellicola. Brava Mia Farrow nel ruolo della bambinaia, anche se il suo personaggio meritava uno sviluppo migliore. Il regista introduce solo una, trascurabile novità rispetto al film originale - il marchio 666 che fa capolino anche sul corpo di un sacerdote. Ottima la scena girata nel cimitero di Cerveteri, con un effetto-neve tanto suggestivo quanto inverosimile per chiunque abbia basilari nozioni di meteorologia. Da rivedere il finale, in cui al povero ambasciatore non è concessa la possibilità di spiegarsi - nel film di Donner le cose vanno diversamente, e in modo più credibile.
Il battage pubblicitario e la strategica uscita del 6 Giugno hanno fatto miracoli: quando arriverà un film del terrore che non incuta solo la paura di rimanere delusi?
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essesteve7
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domenica 1 luglio 2007
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e questo sarebbe un film????
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A questo film sinceramente avrei dato le 5 stelle... si se fossimo nel 1945, ma dato che da quel lontano anno ad oggi di tempo ne e' passato molto, mi chiedo se ci sia ancora qualcosa di piu' noioso che vedere un bambino (figlio del male) cn 2 genitori che osservano un numero folle di disastri che li circondano e invertrebati restano li a pensare alle coicidenze, per poi capire la strana e demoniaca realta' quando oramai mancano 4 minuti alla fine del film.
Del tutto privo di dialoghi, al film e' bastato spegnere la luce per creare ambienti bui e pieni di ombre per dare un po di senso al genere horror a cui appartiene, ma questo non basta anzi non e' nemmeno l' inizio. Fotocopia identica di tantissimi altri film che lo hanno preceduto e a questo punto mi chiedo.
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A questo film sinceramente avrei dato le 5 stelle... si se fossimo nel 1945, ma dato che da quel lontano anno ad oggi di tempo ne e' passato molto, mi chiedo se ci sia ancora qualcosa di piu' noioso che vedere un bambino (figlio del male) cn 2 genitori che osservano un numero folle di disastri che li circondano e invertrebati restano li a pensare alle coicidenze, per poi capire la strana e demoniaca realta' quando oramai mancano 4 minuti alla fine del film.
Del tutto privo di dialoghi, al film e' bastato spegnere la luce per creare ambienti bui e pieni di ombre per dare un po di senso al genere horror a cui appartiene, ma questo non basta anzi non e' nemmeno l' inizio. Fotocopia identica di tantissimi altri film che lo hanno preceduto e a questo punto mi chiedo.. C'E' QUALCOSA DIDIVERSO DAL FIGLIO DEL MALE, DA UN TELEFNO CHE SUONA E LA GENTE MUORE O UNA VIDEOCASSETTA(almeno aggiornatevi passate al Dvd.. sembra piu' vicino ai ns giorni)O ALTRE CAVOLATE DEL GENERE? IO HO IL TERRIBILE SOSPETTO CHE LE IDEE ORIGINALI SIANO DAVVEWRO FINITE E LA COSA MI DISPIACE UN PO'. Resto in attesa di nuove sfide e nel frattempo sconsiglio Omen!!!(ps. almeno un bambino piu' carino lo potevate trovare... questo e' proprio ingurdabile, si capiva che era IL MALE anche se il film fosse stato A SCUOLA CON CIP E CIOP!
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nicolò
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sabato 2 giugno 2007
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torna damien, meno inquietante di prima
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La vita felice dell’ambasciatore americano Thorn (Liev Schreiber) e di sua moglie Kathryn (Julia Stiles) è sconvolta dal loro figlio (Seamous Davey-Fitzpatrick) che ovunque va porta con sé fatti di sangue inquietanti ed è protetto ad una bambinaia (Mia Farrow) dall’aura maligna. Quel che Kathryn Thorn non sa è che il bambino che ha messo alla luce è morto ed è stato sostituito con un trovatello per iniziativa di suo marito. E quello che ora ha sei anni si rivelerà il figlio del diavolo… È il remake de Il presagio (1976), uno dei classici dell’horror anni ’70, che inaugurò una saga copiatissima sulla venuta dell’Anticristo. Ne è responsabile l’inglese Moore, che è riuscito a rinnovare la vecchia sceneggiatura di David Seltzer senza esagerare negli effetti truculenti.
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La vita felice dell’ambasciatore americano Thorn (Liev Schreiber) e di sua moglie Kathryn (Julia Stiles) è sconvolta dal loro figlio (Seamous Davey-Fitzpatrick) che ovunque va porta con sé fatti di sangue inquietanti ed è protetto ad una bambinaia (Mia Farrow) dall’aura maligna. Quel che Kathryn Thorn non sa è che il bambino che ha messo alla luce è morto ed è stato sostituito con un trovatello per iniziativa di suo marito. E quello che ora ha sei anni si rivelerà il figlio del diavolo… È il remake de Il presagio (1976), uno dei classici dell’horror anni ’70, che inaugurò una saga copiatissima sulla venuta dell’Anticristo. Ne è responsabile l’inglese Moore, che è riuscito a rinnovare la vecchia sceneggiatura di David Seltzer senza esagerare negli effetti truculenti. Buono il cast in cui spicca la “ritrovata” Mia Farrow nella parte della bambinaia. Musiche, come nell’originale, di Jerry Goldsmith.
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leo
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venerdì 9 giugno 2006
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occhio alla data, puo' essere un presagio
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Nell’epoca dei remake non poteva mancare questo: il rifacimento di un successo degli anni 70, che ha avuto ben 2 sequel ufficiali e 1 per la TV, una schiera di imitazioni e che ha dato l’avvio ad un vero e proprio filone, del quale è debitore persino “Giorni contati” con Schwarzy.
I più giovani non avranno visto l’originale, tratto da un ottimo romanzo di David Seltzer, ma poco male: questo nuovo “Omen 666” si rifà quasi perfettamente alla sua matrice, con personaggi ringiovaniti di qualche anno per un’identificazione maggiore col target di pubblico, qualche effetto computerizzato in più e una dose aggiunta di violenza. Una data come il 6/6/06, che capita ogni millennio, è stata così sapientemente sfruttata, ed è pure azzeccata l’intuizione di inserire le ultime tragedie mondiali come elementi del disegno demoniaco.
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Nell’epoca dei remake non poteva mancare questo: il rifacimento di un successo degli anni 70, che ha avuto ben 2 sequel ufficiali e 1 per la TV, una schiera di imitazioni e che ha dato l’avvio ad un vero e proprio filone, del quale è debitore persino “Giorni contati” con Schwarzy.
I più giovani non avranno visto l’originale, tratto da un ottimo romanzo di David Seltzer, ma poco male: questo nuovo “Omen 666” si rifà quasi perfettamente alla sua matrice, con personaggi ringiovaniti di qualche anno per un’identificazione maggiore col target di pubblico, qualche effetto computerizzato in più e una dose aggiunta di violenza. Una data come il 6/6/06, che capita ogni millennio, è stata così sapientemente sfruttata, ed è pure azzeccata l’intuizione di inserire le ultime tragedie mondiali come elementi del disegno demoniaco. Chi ha visto il film degli anni 70 avrà senz'altro qualcosa - poco, in verità - da ridire, la critica ufficiale come scontato storcerà il naso, la dinamica cinematografica odierna è più attenta al cardiopalma che all’inquietudine del silenzio, il gusto di far vedere tutto da più angolazioni toglie un po’ il brivido all’immaginazione, ma va bene così. Dovremmo dire degli attori, che svolgono ben benino il compito, ma ci basta aggiungere che il novello Damien è forse meno inquietante del suo predecessore. Da evitare se si ha la fobia delle premonizioni o la sindrome da olocausto imminente. Ottimi i titoli di testa.
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mimmo
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martedì 29 agosto 2006
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recensione del film 'omen, il presagio'.
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Il film è la ripresa dell'omonima trama datata nel 1976 che riscuoteva già allora un notevolissimo successo. Ambientato e prodotto negli USA, tratta di una coppia di coniugi, Thorn e Kate, benestanti entrambi ma privi dell'unica cosa che li renderebbe pienamente felici: un figlio che non arriva perchè la giovane Kate subisce un aborto e non potrà, a detta dei medici, mai più avere figli in futuro. Il marito Thorn, divenuto da poco viceambasciatore, tace l'accaduto alla moglie e all'insaputa di lei adotta, spinto da un prete, un neonato rimasto orfano. La scelta segnerà il destino di quella famiglia, una delle più ricche d'America, che solo più tardi scoprirà che la sterilità della donna è stata un errore fatale del personale ospedaliero che, se non avvenuto, non avrebbe portato all'adozione proprio di quella creatura (di nome Damien) che non tarderà a manifestare la realtà della sua provenienza.
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Il film è la ripresa dell'omonima trama datata nel 1976 che riscuoteva già allora un notevolissimo successo. Ambientato e prodotto negli USA, tratta di una coppia di coniugi, Thorn e Kate, benestanti entrambi ma privi dell'unica cosa che li renderebbe pienamente felici: un figlio che non arriva perchè la giovane Kate subisce un aborto e non potrà, a detta dei medici, mai più avere figli in futuro. Il marito Thorn, divenuto da poco viceambasciatore, tace l'accaduto alla moglie e all'insaputa di lei adotta, spinto da un prete, un neonato rimasto orfano. La scelta segnerà il destino di quella famiglia, una delle più ricche d'America, che solo più tardi scoprirà che la sterilità della donna è stata un errore fatale del personale ospedaliero che, se non avvenuto, non avrebbe portato all'adozione proprio di quella creatura (di nome Damien) che non tarderà a manifestare la realtà della sua provenienza.
Gli incubi di Kate, spinta alla depressione dai comportamenti inspiegabili di Damien, i tragici avvenimenti contorniati da una colonna sonora che si confà al contesto della scena, creano attimi di inesorabile suspense cui lo spettatore fatica a sottrarsi.
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il cinefilo
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sabato 24 maggio 2014
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questa volta hanno toccato il fondo...
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Riferendoci alla data di uscita nelle sale di questa roba ci accorgiamo che sono trascorsi esattamente trent'anni dal leggendario capolavoro originario con Gregory Peck e Lee Remick, dal titolo IL PRESAGIO e che avrebbe segnato una generazione di fan,di illuminati pensatori dell'orrorifico,di filosofi e intellettuali...il presidente dell'Algeria disse:"ne IL PRESAGIO brillano gli astri del firmamento perenne e imperituro".
Harvey Stephens faceva,letteralmente,tremare lo schermo con quello sguardo sinistro e glaciale,impenetrabile,imperituro...Lee Remick trasmetteva angosce con il solo arricciamento del naso e Gregory Peck sembrava venuto al mondo apposta per interpretare quel ruolo.
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Riferendoci alla data di uscita nelle sale di questa roba ci accorgiamo che sono trascorsi esattamente trent'anni dal leggendario capolavoro originario con Gregory Peck e Lee Remick, dal titolo IL PRESAGIO e che avrebbe segnato una generazione di fan,di illuminati pensatori dell'orrorifico,di filosofi e intellettuali...il presidente dell'Algeria disse:"ne IL PRESAGIO brillano gli astri del firmamento perenne e imperituro".
Harvey Stephens faceva,letteralmente,tremare lo schermo con quello sguardo sinistro e glaciale,impenetrabile,imperituro...Lee Remick trasmetteva angosce con il solo arricciamento del naso e Gregory Peck sembrava venuto al mondo apposta per interpretare quel ruolo...la loro grandezza correva di pari passo con la loro intelligenza artistica, ogni loro movimento era forza.
Dal 1976 in poi inizia la parabola decadente di OMEN:si incomincia con il ridicolo LA MALEDIZIONE DI DAMIEN,tensione a picco, William Holden bolso e patetico, Lee Grant si limita a lanciare urla isteriche e scuotere l'acconciatura per tutto il film, Sylvia Sydney(vecchia gloria della settima arte di Fritz Lang)schiatta dopo 5 minuti dall'entrata in scena, dobermann sostituito da un inutile corvo, il leggendario muro di Hygael(che nel primo film nemmeno viene citato e adesso sì,non si sa bene come mai e in CONFLITTO FINALE uscirà nuovamente fuori dalla minchia)non è altro che uno schizzo di acquerelli che sembra composto in seconda elementare, la scena dell'attacco dei corvi alla giornalista sulla strada da antologia del comico...ma soprattutto sentire Jonathan Scott-Taylor declamare tali fesserie("A IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELLA PIU' GRANDE POTENZA DEL MONDO!")da far gridare vendetta al cielo ripensando al capolavoro originale
Si prosegue, in caduta libera, con CONFLITTO FINALE:l'idea di approdare a un Damien adulto era ottima ma tutto il resto meriterebbe un onoreficenza speciale alla demenza, a cominciare dagli accidenti mortali(che ormai vanno avanti col pilota automatico)da fare invidia al ragionier Fantozzi dell'ufficio sinistri, i monaci"armati nel nome del signore"con i pugnali di Megiddo e impegnati nella santa missione di eliminare Damien e che,puntualmente,vanno invece incontro a una fine orrenda ma le cui modalità fanno sospettare di più il coinvolgimento della mera sfiga anzichè di Satana...ad aggravare questa scempiaggine si aggiungono la seconda venuta di Gesu'(ma perchè?),la comica riunione dei seguaci sul monte e, soprattutto, Sam Neill nel momento in cui si lancia in gigioneschi monologhi sul"padre suo cacciato dal paradiso",straparla da trombone,strabuzza gli occhi facendo innervosire i cavalli, e tira avanti così fino al momento in cui gli arriva una strameritata coltellata dietro le chiappe, levandocelo dalle palle per sempre...con allegata musichetta evangelica a chiudere il film.
Su OMEN IV è preferibile stendere un velo pietoso e passiamo quindi al disgraziato e irresponsabile remake del 2006.
Arrivo subito al guaio peggiore:il cast. Non c'è un solo attore credibile:Liev Schreiber è una sardina, Julia Stiles è l'unica che si sforza un poco di guadagnarsi la lauta paga,una decrepita Mia Farrow arranca pateticamente nel tentativo di arpionare le luci della ribaltà...speranza rasa al suolo dal tonfo globale al botteghino del suddetto remake...Pete Posthlwhite e Micheal Gambon toccano il punto più basso della loro carriera,e buonanotte.
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don64
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lunedì 11 gennaio 2010
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film..siciliano
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Film ambientato nella Sicila del 1940 fino ai giorni di oggi.La trama e' piu' che discreta come lo e'l'interpretazione dei tanti attori noti siciliani e non.Nel complesso un film piu' che discreto magari adatto ai siciliani per le loro culture e tradizioni.Voto 6+
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