Jade Warrior

Nella Finlandia di oggi, Kai è un fabbro che si è da poco lasciato con la sua ragazza. Attraverso uno strano scrigno scoprirà di essere la reincarnazione di Sintai, il figlio del fabbro, un guerriero del passato di cui si ritroverà a rivivere le gesta, difendendo il mondo dall'ultimo e più terribile figlio di una divinità malvagia che presto chiederà di saldare i conti anche nel tempo presente.
L'idea di base è di quelle che farebbero tremare le vene ai polsi di qualsiasi produttore sensato: unire la tradizione finlandese e quella cinese, mettendo in scena una vicenda che, a partire dalla contemporaneità, si riverberi in un'antichità mitica. Ma Jade Warrior, attenzione, ha abbastanza faccia tosta per raccogliere consensi e entusiasmi. Alla sua prima prova in un lungometraggio, il finlandese Antti-Jussi Annila cerca la temperatura di fusione di una storia-scommessa intentata nel suo Paese, un giocattolone a due facce, l'una contemporanea e l'altra ambientata in un'era indefinita, la prima filtrata in lieve ottica rétro-fantasy e la seconda in stile semi-wuxia, discretamente amalgamate nel loro andirivieni tra paesaggi mitici e scorci moderni.
Se l'ossatura narrativa attinge al Kalevala, poema epico della metà dell'Ottocento che raccoglie canti popolari finlandesi, visivamente il film ha molti padri, di origini americane e cinesi, ma comunque nati in zona blockbuster: proprio la zoppicante grandeur potrebbe essere, ugualmente, il pregio migliore e il difetto peggiore di un lungometraggio che punta alto, con il suo sottofondo di amore ritornante, ma pur sempre legato ad un concept tipicamente exploitation. Alla fine di una visione architettata in tutto per un pubblico giovane, difatti, la sensazione è quella di aver assistito ad un ibrido interessante, ma non del tutto riuscito, di fatto divertente, ma irrisolto, con il nodo della vertigine temporale trattato senza particolare originalità. Nonostante l'alternanza dei diversi piani funzioni per più della meta dell'intera durata, la conclusione non regge la rivelazione sulla "vera identità" dell'antagonista-demone.
Prodotto da Finlandia, Paesi bassi, Cina e Estonia, Jade Warrior mescola in originale finlandese e mandarino, un mix sorprendente e innovativo indice della direzione eccentrica del percorso di Antti-Jussi Annila, che esplorerà le strade del genere anche con il successivo Sauna (2008), horror in costume interpretato dallo stesso Tommi Eronen. 