Eragon

Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori…Antiche leggende rimaneggiate dalla fantasia di Christopher Paolini, “Eragon” è una saga d’altri tempi che farà la gioia di grandi e piccini. Scenari fiabeschi ed effetti speciali, queste le regole di un fantasy ma non sempre la ricetta produce buoni risultati. L’esordiente Stefen Fangmeier non riesce ad orientarsi in mezzo ad elfi, draghi e cavalieri dirigendo un film che si salva grazie al computer. Eroe suo malgrado il giovane contadino che un bel giorno si ritrova alle costole i soldati del re per aver trovato l’uovo di un drago; ma in ogni favola c’è sempre una principessa, meglio se prigioniera, scocca l’amore anche se il dovere chiama e i due piccioncini sono divisi dal destino, ma poi si ritroveranno fianco a fianco per lo scontro finale. Intanto il pennuto sputafuoco è cresciuto ed il padre adottivo è diventato pure un cavaliere, il re sanguinario si muove contro l’unica popolazione che non è stata ancora sottomessa ma perde la battaglia ed il suo fido generale. Primo di una trilogia –lo scrittore americano è al lavoro per l’uscita del terzo libro-, “Eragon” è un fantasy dalla sceneggiatura semplicistica che si affida agli effetti speciali per irretire il pubblico in sala: manicheo –la lotta tra bene e male è rappresentata senza troppi giri di parole- e spettacolare, il film strizza l’occhio a “Il Signore degli anelli” cercando di emulare il suo predecessore. Tanti punti in comune eppure il paragone non regge perché la storia del giovane dai sani principi non ha la forza evocativa dei cavalieri di Tolkien, mentre la caratterizzazione dei personaggi risulta superfiale anche quando sullo schermo ci sono attori come John Malkovich, Jeremy Irons e Robert Carlyle; sbiadita la regia di Fangmeier che per l’occasione si adagia sugli allori. Anzi, sugli effetti speciali. Momenti spettacolari con il volo sul dorso del drago e le battaglie tra i rispettivi eserciti che rimandano alla mitica battaglia di cinquanta minuti de “Il Signore degli anelli”. Pur con le buone intenzioni l’epica è assente, il regista americano ci regala solo i pensieri di un drago femmina che ha un rapporto d’amore con il suo cavaliere: per chi vuole trascorrere due ore spensierate “Eragon” farà al caso suo, per i nostalgici di Tolkien e Jackson è meglio restare a casa. Antonello Villani (Salerno)