shiningeyes
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mercoledì 12 giugno 2013
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un altro capolavoro di martin!
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Martin Scorsese di solito predilige il genere gangster, ma un vero maestro della regia sa anche adattarsi alla grande su altri generi. Martin ha questa peculiarità, lo sappiamo tutti.
Il biografico è anche un genere che Martin ha provato (“Toro Scatenato”) con grandi risultati, però, fare un biopic su una personalità complessa e disturbata come quella di Howard Hughes è un 'impresa tutt'altro che facile; troppo forte la tentazione di cascare sul romanzesco stucchevole che accontenterebbe spettatori poco critici.
Per fortuna, non è cosa che accade in questo film, Martin ci offre una visione completa del personaggio Hughes: la determinazione, il fascino, la lungimiranza, ma anche la pazzia, il suo terrore per i germi che lo accompagneranno a vita, rendendosi ridicolo e curioso agli occhi indiscreti della stampa.
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Martin Scorsese di solito predilige il genere gangster, ma un vero maestro della regia sa anche adattarsi alla grande su altri generi. Martin ha questa peculiarità, lo sappiamo tutti.
Il biografico è anche un genere che Martin ha provato (“Toro Scatenato”) con grandi risultati, però, fare un biopic su una personalità complessa e disturbata come quella di Howard Hughes è un 'impresa tutt'altro che facile; troppo forte la tentazione di cascare sul romanzesco stucchevole che accontenterebbe spettatori poco critici.
Per fortuna, non è cosa che accade in questo film, Martin ci offre una visione completa del personaggio Hughes: la determinazione, il fascino, la lungimiranza, ma anche la pazzia, il suo terrore per i germi che lo accompagneranno a vita, rendendosi ridicolo e curioso agli occhi indiscreti della stampa.
Non sarebbe giusto poi, rendere merito a Leonardo di Caprio per un'interpretazione assolutamente eccelsa, che lo allontana dal suo tipico stile recitativo fatto di scatti d'ira, osservando quindi, un'operazione di immedesimazione nel personaggio d'alta scuola; non me ne voglia il bravissimo Foxx di “Ray”, ma l'Oscar era più di Di Caprio che suo.
E sempre parlando di recitazione, non ci sfugge la grandissima Blanchett nel ruolo della leggendaria Katharine Hepburn, la cui Blanchett diventa praticamente la Hepburn, esaltandone il carattere avventuroso e peperino e le sue tipiche gestualità.
Parlando un po' del film in generale, si nota la grandiosità della fotografia di Richardson, che è un collant di immagine epiche e dinamiche che rimandano a scene di film storici e fondamentali dell'epoca di Hughes, senza scordarci delle bellissime scene aeree, che descrivono la vera dimensione di Howard Hughes e del suo correre ambizioso verso i suoi obiettivi; notevole soprattutto la scena dell'incidente aereo di Hughes, dotata di un impatto visivo impressionante e di un impatto drammatico di notevole spessore.
Inutile continuare a parlare della perfezione tecnica che pervade il film, anche il più ignorante in materia la saprebbe riconoscere. Preferisco parlare dell'immensa qualità offerta di un film come “Aviator” che, avrebbe dovuto regalare il primo Oscar alla regia di Scorsese (e non me ne voglia neanche il mio adorato Clint, che lo ha strappato a Martin per “Million Dollar Baby), arrivato un po' troppo tardi con “The Departed”.
“The Aviator” è un film epico che parla di una grandezza raggiunta, a discapito della propria salute mentale, che potrebbe farci capire che, per raggiungere i propri sogni toccherebbe mostrare un po' della nostra pazzia, ma più di tutto, credere in noi stessi e non porci alcun limite.
Parla di un'America patinata, che però nasconde un velo malevole fatto di corruzione, spionaggio, concorrenza sleale e di invasione mediatica, che ci fa notare un sempre più elevato potere della stampa in pieno stile Welles.
Non lo ritengo il miglior film di Martin Scorsese, ma si affianca ai primi posti della mia classifica personale.
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renato c.
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domenica 6 gennaio 2013
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una bella biografia
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Non conoscevo la vita di Howard Hughes, pilota areonautico, costruttore di aerei e peroduttore cinematografico. Quello che ricordavo di lui era che è stato il produttore de "Il mio corpo ti scalderà", uno dei vari films su Billy the Kid, con una attraentissima Jane Russel che faceva particolarmente effetto visto in Tv in bianco e naro, diversi anni or sono! Certo che se questo film è fedele alla biografia è veramente un ottimo film! Ci fa conoscere i retroscena di Hollywood e le paure ed i difetti di personaggi che magari apparivano impeccabili! Leonardo Di Caprio si rivela un bravissimo attore nell'interpretare un personaggio noto come Hughes, specialmente nei momenti delle paure come quando va nel bagno a lavarsi col sapone nero rifiutando perfino di passare un asciugamano ad un uomo che si doveva muovere con le stampelle! Comunque queste fisime non gli hanno impedito di avere per amanti dive del calibro di Katharine Hepburn (interpretata da una poco somigliante ma brava Cate Blanchett!), Ava Gardner e Jean Harlow! Comunque Martin Scorsese ci fatto conoscere anche i retroscena della politica americana, purtroppo anch'essa piena di corruzione, clientelismo ecc.
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Non conoscevo la vita di Howard Hughes, pilota areonautico, costruttore di aerei e peroduttore cinematografico. Quello che ricordavo di lui era che è stato il produttore de "Il mio corpo ti scalderà", uno dei vari films su Billy the Kid, con una attraentissima Jane Russel che faceva particolarmente effetto visto in Tv in bianco e naro, diversi anni or sono! Certo che se questo film è fedele alla biografia è veramente un ottimo film! Ci fa conoscere i retroscena di Hollywood e le paure ed i difetti di personaggi che magari apparivano impeccabili! Leonardo Di Caprio si rivela un bravissimo attore nell'interpretare un personaggio noto come Hughes, specialmente nei momenti delle paure come quando va nel bagno a lavarsi col sapone nero rifiutando perfino di passare un asciugamano ad un uomo che si doveva muovere con le stampelle! Comunque queste fisime non gli hanno impedito di avere per amanti dive del calibro di Katharine Hepburn (interpretata da una poco somigliante ma brava Cate Blanchett!), Ava Gardner e Jean Harlow! Comunque Martin Scorsese ci fatto conoscere anche i retroscena della politica americana, purtroppo anch'essa piena di corruzione, clientelismo ecc. Ma che di fronte a dei duri come Howard Hughes, ha poco da imperare! Un film degno di essre visto!
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marco petrini
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sabato 3 marzo 2012
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pesante
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Sinceramente non riesco a definirlo un capolavoro: forse troppo lungo, oppure discontinuo, fatto sta che mi risulta abbastanza faticoso da vedere. Un grande Leonardo di Caprio. Ma il film rimane comunque abbastanza pesante da digerire.
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fabs91
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giovedì 16 dicembre 2010
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accattivante ed introspettivo
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Entrando nell'ottica spaziale ed introspettiva di Martin Scorsese non ci si può meravigliare se si assiste ad un film del genere. La bellezza di questa pellicola è dovuta sia ad un interpretazione ottima di Di Caprio, sia all' accorttezza di Scorsese nel accattivare lo spettatore, andando a creare un personaggio dotato di un intelligenza e di un fascino fuori dal comune. Ambientato in un epoca dove le innovazioni tecnologiche accompagnavano la crescita del cinema, Hughes mescola queste due componenti, ossia la sua passione per il cinema e il suo amore verso il volo, creando qualcosa di irrefrenabile. Questa continua lotta personale di Hughes nel creare sempre qualcosa di nuovo e nello sperimentare, saranno le cause principali della sua fine.
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Entrando nell'ottica spaziale ed introspettiva di Martin Scorsese non ci si può meravigliare se si assiste ad un film del genere. La bellezza di questa pellicola è dovuta sia ad un interpretazione ottima di Di Caprio, sia all' accorttezza di Scorsese nel accattivare lo spettatore, andando a creare un personaggio dotato di un intelligenza e di un fascino fuori dal comune. Ambientato in un epoca dove le innovazioni tecnologiche accompagnavano la crescita del cinema, Hughes mescola queste due componenti, ossia la sua passione per il cinema e il suo amore verso il volo, creando qualcosa di irrefrenabile. Questa continua lotta personale di Hughes nel creare sempre qualcosa di nuovo e nello sperimentare, saranno le cause principali della sua fine. Sicuramente il momento più profiquo e bello di Hughes, riguarda la sua storia d'amore con la bella e famosa attrice Katherina Hepburn che lo sosterrà, ma lo lascierà nel suo momento piu difficile. Arriva così un periodo di crisi dovuto ad un incidente con l 'aereo e al continuo tentativo di ostruzione da parte di molte compagnie aeree, che lo porterà ad ad uno stato di paranoia e squilibrio mentale, facendolo allontanare dal mondo dei colossi. Poco dopo grazie alla collaborazione di alcuni "amici" , suoi collaboratori, esce allo scoperto , ma ormai era diventato un Hughes irriconoscibile e incapace di reggere il peso dei suoi incarichi, essendo tormentato da un insicurezza e da una carica emotiva forse troppo repressa.
Fabio Massimo Lombardi
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george bailey
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venerdì 26 novembre 2010
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l' hercules decolla e vola a buona quota
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Ritengo il tuo commento poco costruttivo e basato su luoghi comuni tipici dei cinofili che seguono i clichè in cui l'industria hollywoodiana è in crisi di idee ma ci tengo a farti presente che questo fantomatico periodo che attraversa l'industria cinematografica ogni anno a sentire i critici...,the aviator non è sicuramente un capolavoro e sono d'accordo nel dire che scorsese ha fatto film di livello superiore ma riesce comunque ad essere un buon film. La scelta di raccontare attraverso un film la storia di un personaggio tanto interessante quanto introverso non la ritengo la conseguenza di una mancanza di idee ma al contrario una sfida che solo pochi registi del calibro di scorsese possono permettersi di intraprendere e nel suo intento riesce a donare emozioni in una sequenza di azioni che nonostante si prolunghino per quasi tre ore non risultano affatto noiose grazie a una sceneggiatura da oscar.
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Ritengo il tuo commento poco costruttivo e basato su luoghi comuni tipici dei cinofili che seguono i clichè in cui l'industria hollywoodiana è in crisi di idee ma ci tengo a farti presente che questo fantomatico periodo che attraversa l'industria cinematografica ogni anno a sentire i critici...,the aviator non è sicuramente un capolavoro e sono d'accordo nel dire che scorsese ha fatto film di livello superiore ma riesce comunque ad essere un buon film. La scelta di raccontare attraverso un film la storia di un personaggio tanto interessante quanto introverso non la ritengo la conseguenza di una mancanza di idee ma al contrario una sfida che solo pochi registi del calibro di scorsese possono permettersi di intraprendere e nel suo intento riesce a donare emozioni in una sequenza di azioni che nonostante si prolunghino per quasi tre ore non risultano affatto noiose grazie a una sceneggiatura da oscar. Per quanto riguarda la recitazione effettivamente Di Capro non si supera ma non ritengo innaturale la sua recitazione ma al contrario contribuisce al risultato finale del film che per l'appunto più che distinto a dispetto di tanti altri nell'ultimo decennio anche se non è sicuramente un buon metro di giudizio dato che ce ne sono davvero molti frutto della mancanza di idee ma,come ti faccio notare, decolla con efficienza quanto l'hercules di Hughes che vola a buona quota anche se non ai livelli di altri capolavori.
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brucemyhero
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martedì 24 agosto 2010
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the aviator
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Scorzese è un maestro come pochi prima di lui, e con Di Caprio, ha trovato il miglior tramite possibile per tradurre in opere cinematografiche le sue idee, il suo genio. Siano esse biografie o non. Impressionante, veramente impressionante l'intensità ed il magnetismo di Leonardo. 10 con lode..........
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ivan91
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sabato 14 agosto 2010
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un di caprio da oscar
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bel film primo del genere biografico che scorzese di rige in meniera magistrale l'ascesa e la caduta di un uomo èotente amante delle belle donne e del denaro che però a causa delle sue manie ossesssive finirà per diventarne schiavo finoi al completo isolamente. bravisssimi tutti gli attori compresa cate blanchett che è stat davvero straordinaria il suo oscar lo ha meritato. storia appassionante ma il ritmo è un po lento, questo comunque non pesa più di tanto perchè le interpretazione degli attori sono tuttte coinvincenti a cominciare da dicaprio cheè stato davvero sublime. oscra meritati non un capolavoro ma si avvicina molto
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ivan91
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venerdì 13 agosto 2010
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scorzese mette tutto il suo talento
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uno straordinario film con un leonardo di caprio sempre più barvo!!!!! un miliardario eccentrico con una mania ossessiva per i germi che lo porterà alla rovina
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mr.619
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domenica 4 luglio 2010
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estremo spettacolo di una concentrazione magnetica
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La parabola anamnetica ascendente e discendente di Howard Hughes, eccentrico personaggio e certamente uomo maggiormente intercalato sotto le luci della ribaltà degli anni '20 e '30 americani, che, in quanto essere umano, è simbolo, anche in questa pellicola scarsamente valutata di Martin Scorsese, della radicale e profonda debolezza umana.Per giustificare il suo comportamento, compresa la sua progressiva ricaduta dai Campi Elisi verso l'Ade mentale, sarebbe fin troppo riduttivo parlare di assoluta dissolutezza ed insoddisfazione della propria vita (risultato dell'intero), quanto, in particolar modo, di "complesso edipico"( che, pur tuttavia, rappresenta il reale motivo scatenante ed imperante nella psicologia del personaggio).
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La parabola anamnetica ascendente e discendente di Howard Hughes, eccentrico personaggio e certamente uomo maggiormente intercalato sotto le luci della ribaltà degli anni '20 e '30 americani, che, in quanto essere umano, è simbolo, anche in questa pellicola scarsamente valutata di Martin Scorsese, della radicale e profonda debolezza umana.Per giustificare il suo comportamento, compresa la sua progressiva ricaduta dai Campi Elisi verso l'Ade mentale, sarebbe fin troppo riduttivo parlare di assoluta dissolutezza ed insoddisfazione della propria vita (risultato dell'intero), quanto, in particolar modo, di "complesso edipico"( che, pur tuttavia, rappresenta il reale motivo scatenante ed imperante nella psicologia del personaggio).Molto ipoteticamente, alla maniera di "Quarto potere", noi non sapremo mai quali fossero i pensieri, i sogni, le fantasie e le megalomanie di fastosità e gloria più reconditi della sua anima ("No trespassing"), ma, se nella pellicola di Orson Welles Charles Forster Kane è un "homo novus", nato da una famiglia non propriamente ricca e pertanto volente distinguersi fra tutti ( l'altero e così puro e sprezzante "egocentrismo"di derivazione infantile e pre-umana), invece, in "The aviator", il nostro eroe è l'erede di una grande compagnia aerea, il cui unico punto d'appoggio fisso, "manìa" restrittiva, risiede nel " fare i più grandi film mai visti sulla Terra e gli aerei più veloci mai pilotati".Questo è il manifesto anti-climax di un più che umano "super-uomo", innalzato dal quarto potere dei mass-media e dal suo stesso Super-Io prevalente sul suo subinconscio più regredito, il quale, però, non verrà mai compreso appieno, ma soprattutto "per lo più", in seguito alla sua secessione come mezzo di produzione di massa ( la rivalità politica con un ottimo Alan Alda) e alter-ego ancenstrale (la dissolvenza nel bianco della sua finta realtà onirica).La corruzione avviene non per opposizione, ma per accondiscendenza alle ceneri.
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f.vassia 81
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giovedì 1 luglio 2010
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sempre scorsese, ma con intoppi
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L'inizio è folgorante: Scorsese evoca in modo straordinario la Hollywood " Babilonia " degli anni Venti-Trenta, e sembra proiettarci, con la consueta, geniale abilità di regista-narratore, in una storia davvero eccezionale. Poi qualcosa s'intoppa, nella sceneggiatura, che si fa sempre più piatta, banale, addirittura insulsa ( tanto più che gli aspetti più negativi della vita di Hughes, come le simpatie fasciste, vengono tralasciati ); in questo modo, diventa inevitabile vedere i pur innegabili singoli pezzi di bravura del regista come un disperato tentativo di mantenere in vita una storia che, inesorabilmente, perde mordente scena dopo scena.
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L'inizio è folgorante: Scorsese evoca in modo straordinario la Hollywood " Babilonia " degli anni Venti-Trenta, e sembra proiettarci, con la consueta, geniale abilità di regista-narratore, in una storia davvero eccezionale. Poi qualcosa s'intoppa, nella sceneggiatura, che si fa sempre più piatta, banale, addirittura insulsa ( tanto più che gli aspetti più negativi della vita di Hughes, come le simpatie fasciste, vengono tralasciati ); in questo modo, diventa inevitabile vedere i pur innegabili singoli pezzi di bravura del regista come un disperato tentativo di mantenere in vita una storia che, inesorabilmente, perde mordente scena dopo scena. Il film, insomma, pur con i suoi grandi momenti, ha sostanzialmente fallito nel suo proposito di farci rimanere affascinati da una figura abnorme (nelle ambizioni, nei pregi, nelle manie) che forse, per essere raccontata al meglio, avrebbe avuto bisogno di Orson Welles; il quale, in effetti, s'ispirò in parte proprio a Hughes per il suo Kane. E pensare che la prova di DiCaprio è convinta ed efficace; quanto al resto del cast, la Blanchett è perfetta nei panni della Hepburn, mentre gli altri non sono particolarmente degni di nota, specie i sacrificati Law e Dafoe.
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