giamma78
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giovedì 3 febbraio 2005
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..genio e pazzia..
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Film riuscito. Le quasi tre ore di video non pesano, la vita di Howard Hughes prende per mano lo spettatore e gli fa vivere il concetto di Sogno americano in pieno... L'analisi della società dell'epoca è chiara, e permette di capire i suoi pregi e i suoi difetti..
Prova impeccabile per tutti gli attori, Di Caprio messo di fronte ad un arduo impegno dovendo recitare la parte di un malato ossessivo ne esce a testa alta..
Io non me lo perderei...
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stefano fucelli
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martedì 1 febbraio 2005
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the aviator: amore a prima vista
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Chi rispetta la settima arte e chi nutre una profonda conoscenza del cinema americano degli anni '50, non può far altro che innamorarsi dell'ultima fatica di Scorsese: un grandioso omaggio al cinema di quel periodo (con tutte le sue sfaccettature, anche quelle più dure da mandare giù), un mirabile esempio di abilissima regia e non ultima una singolare lezione di recitazione (Di Caprio ha superato davvero se stesso) ...una perla rara insomma ...solo per pochi.
E se poi alla fine il film non abbia riscontrato il favore di qualcuno vuole dire semplicemente che non dobbiamo continuare a dare le perle ai porci.
Se fossi tra questi, mi comincerei a preoccupare delle mie capacità mentali.
W THE AVIATOR, W IL FIUME DI NOMINATION ALL'OSCAR, W IL CINEMA AMERICANO.
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(di daniela)
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gianni
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lunedì 31 gennaio 2005
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piu' bello .... che colossal!
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La storia del Genio (un pò tiranno) Howard Hughes è senza dubbio molto affascinante per la sua tenacia, il suo perfezionismo, la sua irriducibilità e la straordinaria caparbietà a non limitare le sue geniali visioni a dei semplici sogni ma addirittura a realizzarli con tutti i mezzi, anche a lui non disponibili. E come se non bastasse, un'incredibile capacità di controllare la sua terribile malattia (disordine ossessivo compulsivo) che, in alcuni casi, (straordinario il contro-interrogatorio che riesce a scatenare nella scena della convocazione con la corrotta commissione d'inchiesta) riesce addirittura a sopraffare.
(Della serie: "Volere è Potere"!!!)
Il Film"AVIATOR" è un bel film, ma ha lasciato delusi molti spettatori probabilmente perchè si aspettavano un Colossal, da come ne avevano parlato i media e dalle 11 candidature agli Oscar.
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La storia del Genio (un pò tiranno) Howard Hughes è senza dubbio molto affascinante per la sua tenacia, il suo perfezionismo, la sua irriducibilità e la straordinaria caparbietà a non limitare le sue geniali visioni a dei semplici sogni ma addirittura a realizzarli con tutti i mezzi, anche a lui non disponibili. E come se non bastasse, un'incredibile capacità di controllare la sua terribile malattia (disordine ossessivo compulsivo) che, in alcuni casi, (straordinario il contro-interrogatorio che riesce a scatenare nella scena della convocazione con la corrotta commissione d'inchiesta) riesce addirittura a sopraffare.
(Della serie: "Volere è Potere"!!!)
Il Film"AVIATOR" è un bel film, ma ha lasciato delusi molti spettatori probabilmente perchè si aspettavano un Colossal, da come ne avevano parlato i media e dalle 11 candidature agli Oscar.
Tipico film "Maledetto" che, nonostante tutto, coniuga la perfezione stilistica di tutto il cast, (eccellente l'interpretazione di L. Di Caprio) accompagnata dal suono delle più belle canzoni d'epoca, ad una difficile e bizzarra biografia.
Comunque .... da non perdere!
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(di fs)
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eric
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lunedì 31 gennaio 2005
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fa veramente shifo
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Mamma mia che schifo di film... mi è caduto proprio in basso di caprio!!! non si capisce nulla e poi non è per niente realsitico e chiaro (impazzisce ben 6 volte e per 6 volte torna come niente alla normalità)... è assurdo e per di più è interminabile... vedete altro... è un consiglio!!!
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(di eternal)
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[+] di caprio è un pesce palla
(di manola)
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marco bonardelli di inside the dubbing
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domenica 30 gennaio 2005
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the aviator
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Gli anni più importanti della vita di Howard Hughes, produttore hollywoodiano, regista di pellicole fuori dal suo tempo e pioniere dell'aviazione la cui genialità è stata minata dal disturbo compulsivo offensivo. Aiutato dalla sceneggiatura di John Logan, Scorsese li racconta con la stessa sobrietà di Gangs Of New York, rifiutando ogni enfatizzazione o stereotipo, privileggiando episodi staccati e momenti topici e delineando benissimo i personaggi. Istrionico come non mai Leonardo Di Caprio (con la voce italiana di Francesco Pezzulli), meritatamente candidato all'Oscar e premiato col Golden Globe ma contano anche gli altri interpreti (e i loro doppiatori): una Cate Blanchette (Cristiana Lionello) sopra le righe ma funzionale alla sua Katherine Hepburn, i camei di Jude Law (Niseem Onorato) e Willem Dafoe (Massimo Lodolo), un bravo Alec Baldwin (Paolo Buglioni) e tre ottimi attori di contorno come Danny Huston (Angelo Maggi, già sua voce in Birth), John C.
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Gli anni più importanti della vita di Howard Hughes, produttore hollywoodiano, regista di pellicole fuori dal suo tempo e pioniere dell'aviazione la cui genialità è stata minata dal disturbo compulsivo offensivo. Aiutato dalla sceneggiatura di John Logan, Scorsese li racconta con la stessa sobrietà di Gangs Of New York, rifiutando ogni enfatizzazione o stereotipo, privileggiando episodi staccati e momenti topici e delineando benissimo i personaggi. Istrionico come non mai Leonardo Di Caprio (con la voce italiana di Francesco Pezzulli), meritatamente candidato all'Oscar e premiato col Golden Globe ma contano anche gli altri interpreti (e i loro doppiatori): una Cate Blanchette (Cristiana Lionello) sopra le righe ma funzionale alla sua Katherine Hepburn, i camei di Jude Law (Niseem Onorato) e Willem Dafoe (Massimo Lodolo), un bravo Alec Baldwin (Paolo Buglioni) e tre ottimi attori di contorno come Danny Huston (Angelo Maggi, già sua voce in Birth), John C.Reilly (Franco Mannella) e Alan Alda (Dario Penne). Decorosa comparsa dellca ntanta Gwen Stefani nei panni di Jean Harlow. Non pienamente convincente l'Ava Gardner di Kate Beckinsale, valorizzata da Giuppy Izzo (già voce dell'attrice inglese in Van Helsing). Il diretto del doppiaggio Francesco Vairano è tra gli speaker dei cinegiornali.
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[+] va a pazzeà ca' pall 'e pezz
(di dave'87)
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domenica 30 gennaio 2005
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marty è tornato!
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Che film bellissimo! E' un tripudio di colori, un rutilare di sogni, un volo vertiginoso nei cieli della fantasia. Mai coi piedi per terra, Martin Scorsese ci proietta in un universo prima dominato poi subito da Howard Hughes (un DiCaprio inarrivabile), sciorinando con grande classe tre ore di cinema stratosferico. Spalleggiato dalle favolose scenografie di Dante Ferretti, dalla prodigiosa fotografia di Robert Richardson, dallo splendido montaggio di Thelma Schoonmaker e dalle irresistibili musiche di Howard Leslie Shore, Scorsese muove la macchina da presa con indicibile padronanza e dirige splendidamente gli attori (la Blanchett è un vero portento), non perdendo mai il controllo della situazione.
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Che film bellissimo! E' un tripudio di colori, un rutilare di sogni, un volo vertiginoso nei cieli della fantasia. Mai coi piedi per terra, Martin Scorsese ci proietta in un universo prima dominato poi subito da Howard Hughes (un DiCaprio inarrivabile), sciorinando con grande classe tre ore di cinema stratosferico. Spalleggiato dalle favolose scenografie di Dante Ferretti, dalla prodigiosa fotografia di Robert Richardson, dallo splendido montaggio di Thelma Schoonmaker e dalle irresistibili musiche di Howard Leslie Shore, Scorsese muove la macchina da presa con indicibile padronanza e dirige splendidamente gli attori (la Blanchett è un vero portento), non perdendo mai il controllo della situazione. Togliamoci il cappello, Marty è tornato!
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serpico
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domenica 30 gennaio 2005
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il film non "decolla" ...
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Tanto per esser chiari, diciamo subito una cosa: se il prossimo 27 febbraio Martin Scorsese si porterà a casa il suo primo Oscar, il sottoscritto sarà il primo ad applaudire, e ci mancherebbe altro! Nella sua pluridecennale carriera il grande regista americano ha diretto capolavori assoluti (inutile ricordare quali) e certamente non merita di continuare a far parte della “lista nera” dei “dimenticati” dall’ Academy. Il fatto, però, che il premio gli venga assegnato per un film come “The Aviator” lascia molti dubbi sull’effettivo valore (aldilà dell’aspetto commerciale) della prestigiosa statuetta… Già, perché questo filmone vecchio stile, lungo, prolisso e verboso, di sicuro non lascerà traccia nella filmografia di Scorsese.
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Tanto per esser chiari, diciamo subito una cosa: se il prossimo 27 febbraio Martin Scorsese si porterà a casa il suo primo Oscar, il sottoscritto sarà il primo ad applaudire, e ci mancherebbe altro! Nella sua pluridecennale carriera il grande regista americano ha diretto capolavori assoluti (inutile ricordare quali) e certamente non merita di continuare a far parte della “lista nera” dei “dimenticati” dall’ Academy. Il fatto, però, che il premio gli venga assegnato per un film come “The Aviator” lascia molti dubbi sull’effettivo valore (aldilà dell’aspetto commerciale) della prestigiosa statuetta… Già, perché questo filmone vecchio stile, lungo, prolisso e verboso, di sicuro non lascerà traccia nella filmografia di Scorsese. Verrebbe da chiedersi, semmai, il motivo per cui il grande Martin, ultimamente, non ne infila una… ma questa è un’altra storia. Parliamo, invece, di “The Aviator”, ennesimo biopic arrivato nelle sale in questo scorcio di stagione. Il fatto che questi film siano ormai tanto di moda è il segnale lampante della crisi di idee e di coraggio che sta attraversando l’industria hollywoodiana: visto, cioè, che non si riesce a produrre niente di nuovo, non resta che affidarsi alle biografie di personaggi celebri, tanto per andare sul sicuro… E così, dopo Alessandro Magno e Ray Charles, ecco arrivare al cinema la storia di Howard Hughes, magnate texano del petrolio che, ereditata da giovanissimo l’azienda di famiglia, si mise in testa di diventare (secondo quanto scritto nel suo diario): 1) il più grande golfista del mondo 2) il miglior pilota di aerei 3) il miglior produttore di film… “The Aviator” è un film classico, con tutti i pregi (pochi) e i difetti (molti) di tutti i film biografici: è una pellicola piatta, monocorde, noiosa e troppo lunga. Ci sono, naturalmente, dei momenti di grande cinema (Scorsese è sempre Scorsese), vedi le scene iniziali (quelle che ripercorrono la lavorazione di “Hell’s angels”) o quelle che ricostruiscono le acrobazie volanti del protagonista (incidenti compresi). Ma sono, appunto, solo dei momenti in quasi tre ore di proiezione dove troppo spesso si guarda l’orologio e dove quasi mai ci si emoziona veramente. Lo scopo del regista era chiaro: fare un film che celebrasse la Grande Hollywood di una volta, quella degli anni ’20-’40, un mondo rutilante e davvero magico, fatto di divismo, locali notturni, abiti e macchine di lusso, personaggi eccentrici proprio come Howard Hughes… Un mondo dove ci si poteva trovare a cena, contemporaneamente, insieme a Jean Harlow e Katherine Hepburn, e magari portarsele a letto oppure fare un giretto in aereo in una Los Angeles notturna ed elegantissima… Altri tempi, altre storie… Ma lo spento Scorsese di oggi non riesce a farci assaporare neppure un grammo di quella polvere di stelle. E la colpa, va detto, è anche degli attori protagonisti: di Leonardo Di Caprio vorremmo dire tutto il bene possibile, perché è un bravo attore (e anche molto sottovalutato), ma qui è quasi insopportabile nella sua recitazione sempre costantemente sopra le righe, del tutto innaturale. E anche i tanto strombazzati camei delle altre star lasciano decisamente a desiderare, risultando del tutto estranei al film: da quello di Kate Beckinsale/Ava Gardner, quello di Gwen Stefani/Jean Harlow e quello di Alec Baldwin/Juan Tripp, boss della PAN-AM. L’unica che si salva è la brava Cate Blanchett che riesce a regalarci un magnifico ritratto (anche se non troppo veritiero) della grande Katherine Hepburn. Insomma, per farla breve, “The Aviator” è un kolossal che, ironia della sorte, non riesce proprio a decollare, esattamente come l’Hercules, l’ultimo aereo ideato da Hughes, emblema della sua megalomania. E’ un film irrisolto, impalpabile, dove le uniche scene che si ricordano sono proprio quelle girate nei cieli di Los Angeles, dove il protagonista amava librarsi in volo e lasciare a terra le brutture del mondo… Bei momenti, certo, ma per uno come Scorsese è davvero troppo poco.
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aviator58
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sabato 29 gennaio 2005
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deludente
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Film molto "pompato" dai media, mi ha francamente deluso.
Sono un appassionato della storia del volo e mi aspettavo di più, qualche bella ripresa di aerei in volo che rendesse la passione che provava lo stesso H.H.
Ho visto invece soprattutto dei modellini animati in modo poco realistico, scene sintetizzate al computer tipo quelle di Pearl Harbor, dove forse con il Flight Simulator della Microsoft o quelli di Maddoz riesco a far qualcosa di meglio anch'io, qualche replica poco convincente (v. aerei della I G.M. all'inzio). L'unico aereo d'epoca autentico mi è sembrato il "flying boat" di Howard (splendido) usato per l'atterraggio sulla spiaggia e la scena del volo di notte con Kate, la più bella del film per me.
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Film molto "pompato" dai media, mi ha francamente deluso.
Sono un appassionato della storia del volo e mi aspettavo di più, qualche bella ripresa di aerei in volo che rendesse la passione che provava lo stesso H.H.
Ho visto invece soprattutto dei modellini animati in modo poco realistico, scene sintetizzate al computer tipo quelle di Pearl Harbor, dove forse con il Flight Simulator della Microsoft o quelli di Maddoz riesco a far qualcosa di meglio anch'io, qualche replica poco convincente (v. aerei della I G.M. all'inzio). L'unico aereo d'epoca autentico mi è sembrato il "flying boat" di Howard (splendido) usato per l'atterraggio sulla spiaggia e la scena del volo di notte con Kate, la più bella del film per me. Dai mezi tecnici di Hollywood mi aspettavo molto di più.
A parte la delusione di cui sopra per le mie aspettative aeronautiche, anche dialoghi, sceneggiatura e interpretazione non mi hanno entusiasmato, lasciando spesso una sensazione di superficialità, di mancato approfondimento.
Di Caprio ha sempre la stessa faccia da bamboccio a 20 e a 40 anni, i truccatori di Hollywood non sono riusciti a invecchiarlo neanche un po' con quei baffetti da adolescente. Che abisso dal De Niro trasfigurato e ingrassato di Toro Scatenato.
Non sapevo che fosse un film di Scorsese e sono rimasto male quando ho visto i titoli di coda. La seconda stella è solo di stima, al film ne avrei data al massimo una.
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anonimo
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sabato 29 gennaio 2005
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bellissimo
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bellissimo, grande Leonardo
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tofaz
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sabato 29 gennaio 2005
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holazzzzzzzz
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un saluto a tutti dai shockati di torino
by tofaz yovinem turin street racer
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