Ju-on: rancore 2

Il secondo episodio cinematografico della saga Ju On conferma la vena dell'horror nipponico e di Shimizu. I rimandi dell'episodio precedente ai celebri "consanguinei", Ringu su tutti, vengono qui riproposti, elevandosi in buona fede da omaggi a fattori funzionali. Trascorsi tre anni dai tragici eventi che originarono la maledizione, la storia della casa stregata è divenuta famosa al punto da ispirare una serie di film, basati sulle misteriosi morti e sparizioni collegate ad essa. Ancora una volta sarà terrore, ma l'attrice protagonista delle fiction, incinta, apparirà misteriosamente immune al contagio mortale. Qualità in crescita per la regia di Shimizu, che, come un bambino entusiasta delle proprie scoperte, a tratti si compiace visibilmente dei propri progressi. L'inserimento di un ulteriore filo conduttore, la donna incinta, tra i classici capitoli trasmette nuova linfa ai contenuti "obbligatori", sviluppandoli in modo efficace e dinamico. Interessante la focalizzazione interna in alcuni caratteri, in passato quasi oggettizzati una volta colpiti dalla maledizione. Appare forzato l'uso/abuso di colpi di scena in stile fantasmi-che-sbucano-da-ogni-angolo: in due film i pertugi da cui far comparire gli spettri sono quasi esauriti, e se aggiungiamo le versioni televisive rimangono due o tre "buchi" inviolati. L'onnipresente bambino rischia poi di diventare un gadget, ed i gadget non fanno paura. Nel complesso, un titolo in cui trovate encomiabili coesitono con grossolane cadute di ispirazione. Privo per scelta della tensione continua che ha reso celebre il suo predecessore, Ju On: The Grudge 2 tenta di evolversi, riuscendo ad essere nonostante tutto decisamente inquietante. 