L'ora di religione - Il sorriso di mia madre |
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Un film di Marco Bellocchio.
Con Sergio Castellitto, Piera Degli Esposti, Jacqueline Lustig, Gigio Alberti, Gianfelice Imparato.
continua»
Drammatico,
b/n
durata 102 min.
- Italia 2002.
MYMONETRO
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L' ora del grande cinema italiano
di DiegoFeedback: 0 |
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venerdì 17 maggio 2002 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il protagonista Ernesto è un uomo che conduce una vita tranquilla,fatta di certezze alle quali ormai non pensa nemmeno più.La possibile beatificazione della madre è la scintilla che abolisce(almeno per qualche giorno)le sue convinzioni.La religione è,questo si sa,la più alta rappresentazione di quella che può essere definita scelta di vita:decidere se appartenere alla religione cattolica, o invece avere convinzioni atee significa anche decidere su che basi la propria vita deve partire.Ed è proprio il piccolo figlio del protagonista che sta per essere avviato a questa fondamentale scelta.Ernesto si trova cosi’ a consolidare le sue decisioni,e ad avviare il figlio alla vita.Emblematico è il sorriso di Castellitto:quel sorriso,che tanto somiglia a quello della quasi odiata madre,simboleggia il fatto che, in fondo, ognuno di noi non ha vere certezze,ma spesso proprio quegli aspetti di una persona,che riteniamo negativi o odiosi si nascondono,in parte,direttamente dentro di noi.L’ odio o il disprezzo quindi,sembra dirci il regista,hanno un che di fascino oscuro.C’ è un’ immagine che ritorna spesso:l’ intera famigloia Picciafuoco che si appresta all’ udienza papale,accompagnata da una musica quasi minacciosa.E’ la raffigurazione di una società nociva e bacchettona,che vuole imporre regole apparentemente corrette,ma che non fanno altro che favorire loro stessi.Parlavo di società bigotta precedentemente.E’ la stessa identica società che, all’ uscita nelle sale di “L’ ora di religione”,ha protestato nei confronti di Bellocchio e dei distributori,in quanto ritengono il film un’ offesa alla religione cattolica.Motivo principale di discussione:la doppia bestemmia del fratello di Ernesto.E’ agghiacciante vedere come nel 2002 ci sono persone che si scandalizzano per tali motivi,e che non capiscono il significato di quell’ urlo disperato:anche un pazzo ha bisogno di essere amato.E’ la bestemmia è un insulto,non gratuito,ad un ceto privo di sentimenti,e non un’ offesa diretta alla Chiesa.Bello e significativo il finale:l’ esperienza appena vissuta non ha fatto altro che affermare le idee del protagonista,e forse il figlio viaggerà per la strada del padre:è quest’ ultimo,infatti, ad accompagnarlo a scuola nella sequenza finale quasi in sospeso.
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