Non ci vuole QUASI NIENTE per fare di un lavoro come questo un bellissimo film, che per la prima volta in assoluto nella storia del cinema gay - l'ennesimo genere, come lo definisce Schinardi - affronta tutte le tematiche inerenti in modo genuino, semplice e diretto.
Sebastien Lifshitz ha il tocco giusto, per l'appunto è un cineasta francese... PRESQUE RIEN - QUASI NIENTE tratta con maestria un argomento delicatissimo e soggetto alla caduta in mille impacci di vario genere (gli stereotipi dell'autoesclusione e le conseguenti messe in scena, l'AIDS, il senso di colpa verso i genitori ecc), mostrandoci il tutto epurato attraverso gli occhi ingenui di un normalissimo ragazzo, il quale si scoprirà omosessuale durante una vacanza estiva qualsiasi. mJeremey Elkaim si trova in una località marina insieme alla famiglia sgangherata: una madre malata di nervi che passa maggior parte del tempo a letto, un padre per lo più assente se non per qualche telefonata, una cugina gelosa e scorbutica ma anche affettuosa e una zia troppo estrosa che deve tenere le redini di tutto, compresa la rivelazione di natura sessuale che farà Mathieu dopo aver conosciuto un altro ragazzo in spiaggia, Cèdric, solare taurino e bello, i due si innamorano follemente, consumano l'estate nella passione dolce e frenetica (la scene di sesso più esplicite sono un coito anale fra le dune girato dalla cinepresa a dovuta distanza, ma sorprendentemente in pieno sole d'agosto e un'altra, più breve, nella quale ci viene mostrato un primissimo piano del membro semieretto del protagonista maschile dopo che si è fatto una doccia, scena d'un approccio mancato alla masturbazione). Ma la materia del film non è tanto il sesso, piuttosto la crescita di un adolescente in un mondo postmoderno che se ti lascia esser libero di amare un uomo, comunque trova il modo di imprigionarti in mille situazioni inevitabili, il lavoro, il sacrificio che in generale è la vita e altri obblighi, che in un certo senso fanno da repellente per l'amore e la passione.
Film quindi duro, drammatico ma per niente affliggente, fra l'altro dalla struttura narrativa piuttosto ardita (si mescolano tre periodi diversi, quindi episodi, nella vita del protagonista: 1) primo amore omosessuale di Mathieu consumato durante un periodo estivo 2) ciò che accade di non tanto piacevole alla fine dell'estate 3) un periodo, piuttosto oscuro, di degenza in clinica psichiatrica non ben definito nel tempo, giusto per amplificare ancora di più il senso di confusione e incertezza del protagonista.
Il finale è tutt'altro che felice, ma trasmette tantissimo senza che si sprechino parole (come invece accade troppo spesso in un cinema di questo tipo, il dramma sessuale esaustivo sta diventando sem pre più di moda, vedi CLOSER o il meno recente SESSO BUGIE E VIDEOTAPES) e la tranquillità e la speranza sembrano essere quello che si vuole lasciare ben marchiato dentro il pubblico.
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samuele siani
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lunedì 22 maggio 2006
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lento e ingarbugliato
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Ciao Furio, io ho trovato il film assai pesante, talvolta ingarbugliato con quel passare da un periodo all'altro. Ma un merito ce l'ha: quello di aver mostrato un amore omossessuale al sole, senza false pruderie. Un normalissimo amore estivo.
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furio
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martedì 23 maggio 2006
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cinema europeo
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Dichiaratamente complesso, il film richiede multiple visioni. Cmq sappi che il cinema europeo, se ne sei a digiuno, è sempre stato così caratterizzato da lentezza&pensiero. Comunque mi pare d'aver capito che tutto sommato t'è piaciuto. ciao
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furio
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martedì 23 maggio 2006
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piccolo errore
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Ho recensito in maniera più stringata e differente lo stesso film nell'altra scheda dello stesso film che stranamente compare nel sito sotto due diversi titoli...
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samuele siani
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martedì 23 maggio 2006
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non tutto il cinema europeo è lento
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Ciao Furio,non sono a digiuno di cinema europeo.Un certo cinema francese è lento- A tout vitesse, Le clan, L'età acerba, etc. Per altro tutti a tematica.Ma puoi dire lo stesso di Amelie?O Una lunga domenica di passione?Del film,mi è piaciuto Stephan!
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furio
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mercoledì 24 maggio 2006
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un tocco giusto può farla dimentica la pesantezza
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Pensopiuttosto a Rivette, Chabrol, Leconte, Chereau.. Se prendi 1film come INTIMACY che condivide con qst il tema del sesso, anke se si svolge a Londra è 1 produzione francese. Anche quello è pesante, ma non è detto che ciò possa nuocereA qualitàfilm
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stefano
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sabato 6 dicembre 2008
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bella recensione
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Bella recensione la tua. Un film che mi è piaciuto senza comunque avermi entusiasmato come ho scritto nella mia recensione del 06.12.08. L'ho anche visto nella versione originale francese dove la recitazione è migliore.
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