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giovedì 2 ottobre 2014
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il nemico alle porte
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Grande sorpresa da "Il nemico alle porte": pellicola largamente bistrattata dalla critica, ma che, personalmente, ritengo assolutamente godibile.
Il primo tra i punti di forza è la rappresentazione dello scontro tra due totalitarismi: da una parte il nazismo, i cui crimini sono ben noti a tutti; dall'altra il comunismo del periodo staliniano, mostrato con grande crudezza ( basta prendere come esempio le scene in cui gli ufficiali russi sparano contro i compagni ritenuti disertori in quanto fuggitivi dagli scontrisenza speranza con i tedeschi). E' evidente che si è calcata la mano sull'ideologia sovietica alla ricerca del politically correct, ma non si può negare che siano fatti realmente accaduti.
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Grande sorpresa da "Il nemico alle porte": pellicola largamente bistrattata dalla critica, ma che, personalmente, ritengo assolutamente godibile.
Il primo tra i punti di forza è la rappresentazione dello scontro tra due totalitarismi: da una parte il nazismo, i cui crimini sono ben noti a tutti; dall'altra il comunismo del periodo staliniano, mostrato con grande crudezza ( basta prendere come esempio le scene in cui gli ufficiali russi sparano contro i compagni ritenuti disertori in quanto fuggitivi dagli scontrisenza speranza con i tedeschi). E' evidente che si è calcata la mano sull'ideologia sovietica alla ricerca del politically correct, ma non si può negare che siano fatti realmente accaduti.
Il secondo punto di forza è la ricostruzione della Stalingrado distrutta, allegoria di un mondo devastato dalla bramosia di potere.
Il terzo è la virtuosa colonna sonora elaborata da James Horner, in grado di rimandare all'atmosfera dei vecchi film sulla prima guerra mondiale.
Il lavoro svolto dagli attori ha dato ottimi risultati: Jude Law, Rachel Weisz e Joseph Fienns convincenti nei panni dei sovietici, l'amato Bob Hoskins impersona con carisma Cruscev, Ed Harris nei panni del freddissimo e senza cuore maggiore Konig è una vera sorpresa.
Non credo che il triangolo d'amore Vasilij-Danilov-Tania abbia poi così tanto compromesso lo spirito del film: anzi, ha dato lo spunto a uno deidialoghi più importanti: <<L'uomo sarà sempre l'uomo, non esiste l'uomo nuovo>> dice Danilov. Ci saranno sempre delle differenze tra gli uomini, anche se li si spoglia di tutti i beni materiali, anche se si decide di sterminare chi è diverso o pensa diversamente.
La fotografia è interessante, con tanti zoom di rimando ai visori dei fucili, eil sole che filtra tra il fumo e la polvere solo quando Vasilij si libera della minaccia del maggiore Konig.
Senza dubbio è un film sulla guerra molto valido, in quanto ci mostra le vicende da un angolatura differente.
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thesenderminator
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domenica 28 dicembre 2014
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storia, leggenda, fantastico.
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sembra essere la storia del più grande cecchino militare, vassili zaitsev l'americano... Il cecchino,
di cui si narrano le vicende, kyle, ( e comunque tra non molto, direi lo possiamo
vedere e come narreranno altresì quel film ) pur avendo colpito
centinaia di bersagli non sembra aver infierito sulle sorti di una
guerra, la seconda guerra mondiale, come vassili zaitsev, la cui precisione, ha
contribuito e portato il proprio paese contro il nazismo alla vittoria e alla libertà,
dopo la missione terra bruciata.., che ricordiamo con orgoglio,
quando sembrava in atto l'imminente invasione totale
del nazismo... l'americano ed harris interpreta bene il ruolo del
nazifuciliere, con schiere di paesi catturati al
servizio del nazismo e in cerca direi del noto fuciliere cecchino, sino a
servirsi di piccoli ingenui finendo sottosfruttati per pendere alla corda del nemico,
il film narra anche il finto amico della stampa.
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sembra essere la storia del più grande cecchino militare, vassili zaitsev l'americano... Il cecchino,
di cui si narrano le vicende, kyle, ( e comunque tra non molto, direi lo possiamo
vedere e come narreranno altresì quel film ) pur avendo colpito
centinaia di bersagli non sembra aver infierito sulle sorti di una
guerra, la seconda guerra mondiale, come vassili zaitsev, la cui precisione, ha
contribuito e portato il proprio paese contro il nazismo alla vittoria e alla libertà,
dopo la missione terra bruciata.., che ricordiamo con orgoglio,
quando sembrava in atto l'imminente invasione totale
del nazismo... l'americano ed harris interpreta bene il ruolo del
nazifuciliere, con schiere di paesi catturati al
servizio del nazismo e in cerca direi del noto fuciliere cecchino, sino a
servirsi di piccoli ingenui finendo sottosfruttati per pendere alla corda del nemico,
il film narra anche il finto amico della stampa... che aveva vassili zaitsev, egli faceva solo il
proprio interesse, esaltando le imprese del cecchino per motivi
patriottistici, escluso l'incolumità del cecchino, sparlandone a
braccetto col nemico poi, per alterarne fra un rospetto e una rosicata, le imprese, del mito,
e anche perchè la bella... militare, per vassili zaitsev,
stravedeva... per una storia non come le altre, alchè l'amico
della stampa..., cominciò a screditare sabotando il mito di zaitsev,
e i peggiori nemici cominciarono oltre al cecchino trappola sistemato col solito
fucile a 45 gradi per così dire, per tenere sotto tiro il mito, a mettere
taglie trappole e tagliole, al chè, vassili zaitsev a
un certo punto sembra fermo gioca di astuzia però
col topo e altrettanto inorgoglito, e nascosto tra
i cadaveri aspetta.., circondato dall'orrore della guerra, fa ciò per
cui una nazione, un popolo invaso dai peggiori nemici s'aspetta, ciò
che è importante ormai per poche persone, e che hanno il compito e l'onore di fare..,
non credere d'essere dalla parte sbagliata della storia, solo
perchè i nazisti una mattina si sono levati con l'idea malsana di attaccare
un paese, e non cadere in mano ai nemici: prenderci pure anche il
the a colazione sembrano dire dall'alto i vertici militari, però,
c'è da ricordarsi di quelle
due stelle e quelle medaglie conferite alla divisa, e mentre
sergenti e ufficiali nemici si fanno vanto
dei loro allori, zaitsev incarna sempre più la carica
per loro inarrivabile, del mito, il resto lasciamolo per chi va a
veder il film, un grazie come sempre dovremmo in qualche caso dire
agli scenografi, perchè hanno dato modo di
riscoprire un lato della guerra artistico celebrando il mito, di vassili zaitzev.
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jayan
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giovedì 14 maggio 2015
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una storia di guerra, d'amore e di valori
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Un'altra grande opera di Jean Jacques Annaud. Stavolta un film ambientato in Russia durante la seconda guerra mondiale, durante la battaglia decisiva per la presa da parte dei tedeschi di Stalingrado, sull'eroica resistenza dei russi. Si narrano tiratore scelto, Vassilli Zaitsev, che riuscì a uccidere numerosi ufficiali tedeschi. In seguito viene affidato il compito di ucciderlo al migliore tiratore scelto tedesco, un alto ufficiale con grande esperienza. Così il film diventa una caccia tra due uomini entrambi valorosi, entrambi disposti a tutto per uccidere il nemico e cambiare le sorti della guerra. In questo contesto c'è l'innammoramento di Vassilli con Tania e un intreccio a tre.
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Un'altra grande opera di Jean Jacques Annaud. Stavolta un film ambientato in Russia durante la seconda guerra mondiale, durante la battaglia decisiva per la presa da parte dei tedeschi di Stalingrado, sull'eroica resistenza dei russi. Si narrano tiratore scelto, Vassilli Zaitsev, che riuscì a uccidere numerosi ufficiali tedeschi. In seguito viene affidato il compito di ucciderlo al migliore tiratore scelto tedesco, un alto ufficiale con grande esperienza. Così il film diventa una caccia tra due uomini entrambi valorosi, entrambi disposti a tutto per uccidere il nemico e cambiare le sorti della guerra. In questo contesto c'è l'innammoramento di Vassilli con Tania e un intreccio a tre. Si vedono i veri valori e le sofferenze della guerra. Il regista è stato molto abile nel non decadere nel solito film di guerra alla John Wayne, ma si è mantenuto nei confini della realtà e dei fatti veramente accaduti. E' riuscito a sviscerare l'animo di entrambi gli eroi e di coloro che gli ruotano intorno, senza mostrare una parte superiore all'altra. L'unica cosa che manca è una buona colonna sonora, così il film sarebbe stato apprezzato ancora di più. Gli attori sono tutti bravi, sia quelli eccellenti e famosi che quelli meno conosciuti. Complimenti ad Annaud che ci regala sempre bei film. Non Sono affatto d'accordo con il commento del critico Giancarlo Zappoli, che spesso tende a ridurre i capolavori a filmetti di poco valore.
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paolp78
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mercoledì 5 luglio 2023
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alla maniera hollywoodiana
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Di questa raccolta dedicata al grande cinema americano, fanno parte numerosi autori non americani, né di lingua inglese, ma che ciò nonostante hanno realizzato in una parte considerevole della propria carriera opere che possono ricondursi a quel tipo di cinema che si gira ad Hollywood, ovvero caratterizzato da grandi mezzi, celebri divi hollywoodiani e capacità di offrire intrattenimento genuino. Di tale categoria di registi internazionali fa certamente parte il francese Jean-Jacques Annaud la cui cinematografia è caratterizzata dal costante tentativo di realizzare quel grande cinema spettacolare di intrattenimento, proprio dell’industria cinematografica hollywoodiana.
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Di questa raccolta dedicata al grande cinema americano, fanno parte numerosi autori non americani, né di lingua inglese, ma che ciò nonostante hanno realizzato in una parte considerevole della propria carriera opere che possono ricondursi a quel tipo di cinema che si gira ad Hollywood, ovvero caratterizzato da grandi mezzi, celebri divi hollywoodiani e capacità di offrire intrattenimento genuino. Di tale categoria di registi internazionali fa certamente parte il francese Jean-Jacques Annaud la cui cinematografia è caratterizzata dal costante tentativo di realizzare quel grande cinema spettacolare di intrattenimento, proprio dell’industria cinematografica hollywoodiana.
Questa pellicola del 2001 è emblematica in questa chiave, rappresentando un chiaro esempio di cinema “filo-americano” … mi si passi il termine.
Si tratta di un film bellico che dispone di grandi mezzi, messi in scena in modo curato, suggestivo e spettacolare, grazie all’ottima tecnica registica di Annaud. In questa chiave merita di essere citata l’impressionante scena iniziale dello sbarco e del primo combattimento, che benché molto più breve, per epica ed intensità ricorda un po’ quella iniziale di “Salvate il soldato Ryan” di Steven Spielberg, con la precisazione che rispetto a questo capolavoro assoluto il divario è enorme.
Restando nel parallelismo col film di Spielberg, l’opera di Annaud non è un film di guerra altrettanto rigoroso e legato alla descrizione realistica del conflitto: Annaud nel contesto dello storico assedio di Stalingrado, battaglia cruciale della Seconda Guerra Mondiale, realizza un’opera fortemente romanzata che esplora numerose altre tematiche, oltre a quella bellica, quali l’amore, l’amicizia, l’invidia, l’eroismo.
Il cast è composto da grandi star hollywoodiane: Jude Law, Ed Harris, Rachel Weisz e Joseph Fiennes a cui vanno i quattro ruoli principali, sono tutti molto credibili e ben in parte, costituendo un quartetto di grandi interpreti, senza dubbio valore aggiunto della pellicola. Il cast conta poi la partecipazione di Ron Perlman, alla terza collaborazione con Annaud (celebre quella “Il nome della Rosa”, con l’indimenticabile interpretazione del deforme monaco Salvatore), e quella di Bob Hoskins che dopo aver interpretato il potente Berija, braccio destro di Stalin, ne “Il Proiezionista” di Konchalovsky, trona a vestire i panni di un importante personaggio della storia sovietica, come Nikita Chruščëv.
La pellicola ha qualche lungaggine di troppo e non sempre riesce a mantenere la giusta intensità narrativa ed emotiva. Buono il finale, di cui va ricordato il dialogo chiarificatore tra i due amici interpretati da Law e Fiennes.
La storia seppur romanzata trae spunto da personaggi reali; il protagonista è un eroe di guerra sovietico realmente esistito, mentre la storia del duello con il cecchino tedesco, seppur proveniente dalla propaganda di guerra russa non trova riscontri storici certi. Tuttavia resta un’idea estremamente suggestiva che riporta a sfide epiche della mitologia antica come quella tra Ettore ed Achille o tra Orazi e Curiazi, e comunque paga molto sul piano cinematografico.
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trouffldpotemkez
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sabato 21 luglio 2018
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stellare spettacolo
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il cruco sembra finisce tipo geddafi, il grande zaitzef lo cucina e lo
pappa a gradimento, scarlacchiando le sue
ossessioni da dittatore, facendi ciao ciao ai
libiconazi e giornalistpubblicitari, costringendolo a 'saltare', e a
sentir dire, sei salvo, compagno dell'armata rossa, l'hiroes, narrasi la storia,
nel secondo conflitto mondiale della storia e di
75 anni fa nelle atmosfere più svariate si sbandierava ai
4 venti oltre le propagande nazy, del grande vazzily recordmn dell'esercito
nonchè della madre patria, dominò il conflitto e il confronto in
germania, appostato di rimpiatto con 25 frittelle nella sacca per il nutrimento, non
si scorse facendo il nemico in 25 fettine, non bastarono, progetti investimento
di qualsiasi tipo, costruzioni edilizie meccanodontici e sprechi inconcepibili, nenache la
casa hilter in aspromonte, il sovietico zaitzef in 5 secondi individuò il malfattore supportando in
modo incommensurabile l'armata rossa che, con 8mila manovre, sanzionò il nemico nella
steppa con freddo e il combattimento memorabile, film di spettacolo e di holliwood.
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il cruco sembra finisce tipo geddafi, il grande zaitzef lo cucina e lo
pappa a gradimento, scarlacchiando le sue
ossessioni da dittatore, facendi ciao ciao ai
libiconazi e giornalistpubblicitari, costringendolo a 'saltare', e a
sentir dire, sei salvo, compagno dell'armata rossa, l'hiroes, narrasi la storia,
nel secondo conflitto mondiale della storia e di
75 anni fa nelle atmosfere più svariate si sbandierava ai
4 venti oltre le propagande nazy, del grande vazzily recordmn dell'esercito
nonchè della madre patria, dominò il conflitto e il confronto in
germania, appostato di rimpiatto con 25 frittelle nella sacca per il nutrimento, non
si scorse facendo il nemico in 25 fettine, non bastarono, progetti investimento
di qualsiasi tipo, costruzioni edilizie meccanodontici e sprechi inconcepibili, nenache la
casa hilter in aspromonte, il sovietico zaitzef in 5 secondi individuò il malfattore supportando in
modo incommensurabile l'armata rossa che, con 8mila manovre, sanzionò il nemico nella
steppa con freddo e il combattimento memorabile, film di spettacolo e di holliwood.
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andyflash77
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domenica 29 luglio 2012
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due cecchini all'assedio di stalingrado
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Stalingrado, 1942. Nella città sovietica si sta combattendo un'aspra battaglia. Dopo una serie di sconfitte l'Unione Sovietica è sull'orlo del collasso e la perdita della città a vantaggio degli invasori assicurerebbe la vittoria finale alle truppe naziste. A vigilare su Stalingrado Stalin manda Kruscev. La battaglia decisiva del fronte russo, e snodo fondamentale di tutta la Seconda guerra mondiale, è raccontata come un duello tra cecchini che, nelle loro personalità, riassumono la lotta di classe. Il sovietico,Vassili, viene dagli Urali ed è figlio di contadini, il tedesco, König, è nobile, azzimato, chiaramente sadico. La storia è autentica, Vassili Zaitsev fu davvero un tiratore infallibile e nell'Urss del dopoguerra divenne una specie di "divo".
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Stalingrado, 1942. Nella città sovietica si sta combattendo un'aspra battaglia. Dopo una serie di sconfitte l'Unione Sovietica è sull'orlo del collasso e la perdita della città a vantaggio degli invasori assicurerebbe la vittoria finale alle truppe naziste. A vigilare su Stalingrado Stalin manda Kruscev. La battaglia decisiva del fronte russo, e snodo fondamentale di tutta la Seconda guerra mondiale, è raccontata come un duello tra cecchini che, nelle loro personalità, riassumono la lotta di classe. Il sovietico,Vassili, viene dagli Urali ed è figlio di contadini, il tedesco, König, è nobile, azzimato, chiaramente sadico. La storia è autentica, Vassili Zaitsev fu davvero un tiratore infallibile e nell'Urss del dopoguerra divenne una specie di "divo". Ma tutt'intorno ai due "pistoleri" o fucilieri, c'era una guerra, uno scontro epocale in cui l'Armata Rossa comandata da Zhukov compì atti di eroismo (e inventò per così dire, la guerriglia urbana moderna) per tener testa alle forze di Von Paulus. Annaud descrive invece un esercito sovietico da operetta, in balia dei deliri propagandistici di Kruscev (Bob Hoskins) e dai commissari politici. Se fosse andata così, i tedeschi avrebbero preso Stalingrado e noi, forse, oggi non saremmo qui. "Il nemico alle porte" è spettacolare nella prima parte (più corale), emozionante e girato meravigliosamente in alcune sequenze centrali, ridicolo nel finale "alla Sergio Leone". Nel complesso una grande occasione perduta.
La guerra vista come semplice scontro di individualità in cui la massa (che va a morire) non conta:è importante solo la sfida tra i rispettivi campioni in cui la vittoria permetterà di esibire un trofeo galvanizzante per la propria parte.
Annaud riduce a questo la battaglia di Stalingrado:le scene corali all'inizio sono decisamente buone(e ricordano l'inizio tellurico di Salvate il soldato Ryan mondate di particolari troppo sanguinolenti) e fanno entrare subito nell'atmosfera del film, poi tutto si impantana nel duello tra i due cecchini.Una sorta di sfida all'OK Corral in quel di Stalingrado,un gigantesco affresco della Seconda Guerra Mondiale diventa una sorta di misero sfondo preso da in videogame a uno scontro tra due sublimi tiratori, cecchini infallibili. Praticamente uno scontro visto chissà quante volte nel cinema western .La tensione c'è ma quella che vediamo non è la battaglia di Stalingrado,vediamo un film in cui sia sovietici che nazisti sono ideologicamente da tenere ben lontani,impossibile parteggiare per l'uno o per l'altro:i russi perchè ammazzano anche i propri soldati che osano ritirarsi, perchè più che da strateghi militari sono guidati da politicanti opportunisti specialisti nell'arte della propaganda,i tedeschi perchè sono nazisti,uccidono bambini,anche loro hanno bisogno di generose dosi di propaganda e poi la storia ci ha già detto tutto il male possibile su di loro.
Del resto questo era un problema per Annaud che rischiava di far passare per buoni gli stalinisti anche loro colpevoli ai nostri occhi di pene inenarrabili. Purtroppo però quello che poteva diventare un racconto epico di uomini schiacciati da una guerra troppo grande per loro,diventa un uno contro uno squisitamente tattico in cui il resto non conta,il tono diventa enfatico e la magniloquenza di effetti visivi ma soprattutto sonori non aiuta certo. Nonostante il cast ricchissimo solo i due antagonisti suscitano un briciolo di interesse
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querontin
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domenica 12 giugno 2011
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le opinioni e l'evento storico
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L'imparzialità non dovrebbe essere un vincolo nella valutazione di un film. Si possono fare film smaccatamente parziali, ma che sono allo stesso tempo opere validissime. Penso, tanto per stare in argomento, a film quali Ottobre o La Corazzata Potemkin di Ejzenstejn. Film assolutamente di propaganda, ma che restano grandi capolavori che hanno riscontrato l'apprezzamento anche di cinefili che non condividono quell'ideologia. Il problema de Il Nemico Alle Porte non è quello di essere parziale oltre il lecito, ma di rimanere incastrato in questa parzialità, di non sapere andare aldilà della sua posizione politica.
Quello che succede quando la critica ai Sovietici va oltre dati e fatti storici, fino a mettere continuamente in bocca ai personaggi improbabili frasi con il solo scopo di lanciare un messaggio politico, è semplicemente che la pellicola passa da film “di storia” a film “di parte”.
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L'imparzialità non dovrebbe essere un vincolo nella valutazione di un film. Si possono fare film smaccatamente parziali, ma che sono allo stesso tempo opere validissime. Penso, tanto per stare in argomento, a film quali Ottobre o La Corazzata Potemkin di Ejzenstejn. Film assolutamente di propaganda, ma che restano grandi capolavori che hanno riscontrato l'apprezzamento anche di cinefili che non condividono quell'ideologia. Il problema de Il Nemico Alle Porte non è quello di essere parziale oltre il lecito, ma di rimanere incastrato in questa parzialità, di non sapere andare aldilà della sua posizione politica.
Quello che succede quando la critica ai Sovietici va oltre dati e fatti storici, fino a mettere continuamente in bocca ai personaggi improbabili frasi con il solo scopo di lanciare un messaggio politico, è semplicemente che la pellicola passa da film “di storia” a film “di parte”. Questo non è un problema, del resto quello di dare opinioni è un inviolabile diritto del regista. In questo caso, però, il film non riesce a superare il livello delle opinioni, e queste diventano un limite alla riuscita dello stesso. Così accade che per raccontare un fatto storico, quale la vittoria dei Sovietici nella battaglia di Stalingrado, non ci sia una sola vittoria dei Russi in tutto il film. Si sottolinea a lungo che la città sta per capitolare, si mostrano i cittadini abbandonarla, poi all’ultimo minuto, una breve didascalia: “due mesi dopo” dal nulla spunta che la battaglia è stata vinta. Questo solo per paura di mitizzare l'Urss e la visione socialista, mostrandoli come vincitori.
Annaud non riesce a parlare dell’evento, non riesce a spiegarlo, resta bloccato nei suoi pareri e, alla fine, tutto quello che ci rimane è un fiabesco duello, buono per Hollywood, ma lontano dalla sostanza storica. Qualche spettacolare scena di massa e l’immancabile storia d’amore avvicinano il film ad altre “americanate” sensazionali ma prive di succo, tipo Pearl Harbour. Potranno aiutare al botteghino, ma non soddisfano lo spettatore un po’ più esigente.
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[+] non confondiamoci
(di marco romani)
[ - ] non confondiamoci
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