mario
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martedì 12 settembre 2006
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quel pinguino nell'occhio d'un ciclone di emozioni
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Sul finire del 1989, il regista Tim Burton trasportò sul grande schermo le gesta di uno degli "eroi in calzamaglia" più amati nel panorama dei comic-books americani: era Batman e il film ebbe un
grande successo di pubblico e di critica che conserva ancora oggi, essendo universalmente riconosciuto come uno dei migliori esempi di "cinema ispirato da un fumetto". Riconoscimento ben guadagnato, considerata la regia visionaria di Burton, la trascinante colonna sonora di Danny Elfman, le meravigliose scenografie di Anton Furst (vinsero il premio Oscar) e le straordinarie interpretazioni dei protagonisti Jack Nicholson e Michael Keaton. Qualche anno dopo, nel 1992, il Cavaliere Oscuro tornò sul grande schermo e la casa produttrice, la Warner Bros, aveva deciso giustamente di mantenere la squadra vincente: Burton alla regia, Elfman alle musiche e Keaton nella parte principale.
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Sul finire del 1989, il regista Tim Burton trasportò sul grande schermo le gesta di uno degli "eroi in calzamaglia" più amati nel panorama dei comic-books americani: era Batman e il film ebbe un
grande successo di pubblico e di critica che conserva ancora oggi, essendo universalmente riconosciuto come uno dei migliori esempi di "cinema ispirato da un fumetto". Riconoscimento ben guadagnato, considerata la regia visionaria di Burton, la trascinante colonna sonora di Danny Elfman, le meravigliose scenografie di Anton Furst (vinsero il premio Oscar) e le straordinarie interpretazioni dei protagonisti Jack Nicholson e Michael Keaton. Qualche anno dopo, nel 1992, il Cavaliere Oscuro tornò sul grande schermo e la casa produttrice, la Warner Bros, aveva deciso giustamente di mantenere la squadra vincente: Burton alla regia, Elfman alle musiche e Keaton nella parte principale. Nel ruolo dei cattivi c'erano invece Michelle Pfeiffer (la sensualissima Catwoman), Danny DeVito (il tormentato Pinguino) e Christopher Walken (un magnate dell'industria corrotto e senza scrupoli di nome Max Schreck,un omaggio al celeberrimo Nosferatu di Murnau). Dal punto di vista puramente visivo, Batman Returns risulta essere un'evoluzione del già magnifico primo capitolo: le scenografie sono ancora più maestose, così come il trucco, i costumi, la fotografia, ecc... Ma le attinenze tra le due opere non si esauriscono qui: infatti la figura di Batman (sempre ottima la recitazione di Keaton) è volutamente ancora più sacrificata di come era già avvenuto per dare spazio ai cattivi: il Pinguino e Catwoman, tra l'altro splendidamente resi e interpretati. Tuttavia non bisogna commettere l'errore di credere che Batman Returns sia semplicemente una "copia" tecnicamente e visivamente evoluta del predecessore. Il film è anche questo ma è sopratutto, per il regista, l'occasione per raccontare una storia del tutto nuova, una storia che penetra nell'anima degli spettatori e che parla della paura verso ciò che è diverso, inusuale e i sentimenti che essa scatena in chi vi è vittima. La maschera di Batman diventa così il simbolo di una deformità interiore, la maschera di Catwoman diventa invece lo sfogo quasi fisico di una frustrazione repressa mentre la deformità esteriore del personaggio di DeVito è il catalizzatore del rancore che cova dentro l'animo umano. Alla fine, difficilmente lo spettatore riuscirà a non cadere nella trappola del regista che lo sospingerà, all'inizio in modo quasi ipnotico e poi in modo sempre più coinvolgente, a provare sentimenti tanto forti quanto contrapposti verso il Pinguino: odio e amore, rifiuto e immedesimazione, vendicativa collera e amorevole commiserazione. Sentimenti destinati ad esplodere in un vortice di malinconia nel tragico finale.
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[+] recensione a dir poco perfetta
(di fierrrurussu80)
[ - ] recensione a dir poco perfetta
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the man of steel
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lunedì 13 settembre 2010
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immenso burton!
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Dopo il vero inizio della sua carriera con il primo batman, tim burton sforna un film che non è certamente un capolavoro ma resta comunque uno dei migliori cine-fumetti in circolazione e poi prosegue con la magnifica favola edward manidiforbice, 2 anni dopo ritorna lui e ritorna pure batman in un film più dark che mai, visivamente eccelso, di ottima qualità e allo stesso tempo di grande produzione. Gli attori sono sempre più bravi e la visionarietà del regista prende forma in uno dei suoi film più belli! La Pfeiffer è perfetta e DeVito anche...picco di creatività per burton dopo il calo di mars attacks.
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claudiofedele93
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mercoledì 26 agosto 2015
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"io sono catwoman. ascolta il mio ruggito!"
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Con il primo episodio, uscito nel 1989, Burton aveva conquistato critica e pubblico, unendo all'unanimità gran parte dei fan della sua modus operandi e del fumetto d'origine, dando, pur contro i pareri della casa di produzione, il ruolo principale a Michael Keaton, con cui aveva lavorato sul set di Beetlejuice, ed offrendo a noi tutti la figura del Joker, antagonista per antonomasia del paladino di Gotham, con il sorriso tirato di Jack Nicholson.
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Con il primo episodio, uscito nel 1989, Burton aveva conquistato critica e pubblico, unendo all'unanimità gran parte dei fan della sua modus operandi e del fumetto d'origine, dando, pur contro i pareri della casa di produzione, il ruolo principale a Michael Keaton, con cui aveva lavorato sul set di Beetlejuice, ed offrendo a noi tutti la figura del Joker, antagonista per antonomasia del paladino di Gotham, con il sorriso tirato di Jack Nicholson. A riempire, di fatto, il resto del cast vi erano nomi di spessore, come ogni mega-produzione che si rispetti, quali Kim Basinger, nel pieno di quella fase che, dopo 9 Settimane e Mezzo, la identificava come una delle donne più sensuali ed appetitose sfornate dalla mecca del Cinema: Hollywood.
Dopo tanto clamore ed acclamazioni per un primo capitolo a dir poco strabiliante, e dopo aver dato alla luce quello che, probabilmente, verrà ricordato come il capolavoro del regista californiano, Edward Mani di Forbice, Tim Burton, nel 1992, torna tra i vicoli sporchi, maleodoranti, e oscuri di quella Sodoma del ventesimo secolo quale Gotham City e, nel farlo, cambia le carte in tavola, mostrando, è vero, dei forti punti di contatto con il precedente Batman, vi è persino un accenno alla Vicky Vale di Basinger, ma costruendo un’opera capace di stare saldamente in piedi da sola, non per forza figlia di un predecessore né arrufianata da un finale "aperto" che avrebbe indirizzato lo spettatore medio nella speranza di un'imminente terzo atto (cosa che, purtroppo, accadrà con conseguente cambio di regista e cast).
Batman Returns è, presumibilmente, ambientato pochi anni dopo la sconfitta del Joker, e Gotham sembra, in apparenza, passare un periodo natalizio sereno, pur riscontrando, tra le proprie strade, sempre crimini e criminali che potrebbero rientrare nella "normalità" degli eventi. Con un vigilante mascherato che con occhio attento osserva i movimenti del malviventi, pochi osano irrompere nella città con piani malvagi o epocali sommosse, ad eccezione di un ambiguo personaggio, il Pinguino, nato e cresciuto nelle fogne, in solitudine, deforme e ripugnante, un mostro abbandonato fin da bambino dai suoi genitori a causa delle sue fattezze.
La strana alleanza, nata quasi casualmente, tra Pinguino, alias Oswald Cobblepot, e Max Shreck, imprenditore di successo che, all'oscuro di tutti, inquina Gotham con sostanze chimiche derivate dagli scarti delle sue industrie, porta lentamente il caos nelle strade e, per ambizione e avidità, i due cercheranno di instaurare il proprio potere sui cittadini attraverso l'elezione di un nuovo Sindaco, con la nomina di una figura che sappia offrire sicurezza e prenda a cuore Gotham, una presenza necessaria, quale può essere solo quella di Cobblepot. Chiude il cerchio, infine, la presenza di Catwoman, sensuale predatrice, bramosa di vendetta e rivalsa, in un mondo che, senza troppi preavvisi e avvertimenti, non ha mostrato un minimo di comprensione nei confronti del suo timido alter ego Selina Kyle.
Se il primo Batman poteva accusare alcune rare ingenuità o momenti ove la ripetitività o la lentezza ne appesantivano sensibilmente la visione, magari riscontrabili anche a seconda dei gusti personali, e dimostrasse che, per quanto l'immensa bravura di Nicholson puntasse sempre i riflettori sul suo personaggi non cadendo mai nel banale né nella parodia, portando a chiudere un occhio su piccole deficienze della pellicola, mancasse un qualcosa, un piccolo guizzo di genialità o quell'approfondimento in più sulla vita di Bruce Wayne che indubbiamente avrebbe dato più spessore al personaggio principale, con Returns Burton dà alla luce un (quasi) capolavoro che sa andare ben oltre al cinecomics, o al genere di intrattenimento di appartenenza, tant'è che, a riprova della natura quasi più drammatica in senso teatrale che assimilabile al mondo dei fumetti, molti fans della controparte cartacea e gli stessi creatori, mal videro di buon occhio questo secondo episodio, a detta loro eccessivamente lontano dai toni e dalle storie originali.
In effetti, la seconda avventura dell'uomo-pipistrello si distacca non poco sia dalle tinte noir del film del 1989, che dal materiale di partenza, magari non tanto nelle scenografie, che con gli anni hanno fatto storia e indirizzato, per future produzioni, una determinata chiave di lettura estetica ancora originale, bensì nei contenuti e nell’analisi e genesi di determinati personaggi. Il risultato, ad ogni modo, resta encomiabile ed il tutto si appresta a diventare, probabilmente, una delle migliori cinque trasposizioni sullo schermo di un super-eroe nato dai comics.
Si potrebbe quasi considerare questo lavoro, forte di una messa in scena ispirata, una direzione tecnica esemplare ed una sceneggiatura solida, una rappresentazione che rimanda ad un certo tipo di cinema espressionista, dagli echi europei e dal sapore tedesco, che identifica i personaggi non solo attraverso gli atteggiamenti e la personalità, ma anche con l'ausilio della scenografia, la quale rivela lo stato d'animo e la caratterizzazione dei protagonisti sulla scena e non viene sfruttata unicamente come un banale fattore estetico, nel senso più superficiale del termine. Prerogativa del cinema di Burton, costantemente più vicino a noi, che ai canoni "americani", quanto detto sopra si rispecchia, nella figura del Pinguino, con gli angusti cunicoli freddi e sporchi delle fogne di Gotham, gelidi per il clima natalizio e le temperature proibitive; Batman viene, invece, costantemente raffigurato nella sua bat-caverna, anch'essa rappresentata come un luogo spoglio e buio, che contrasta con la bella magione, accogliente e ben arredata, del miliardario Wayne; mentre Selina Kyle, vive la sua sfortunata vita da (ex) segretaria in un appartamento privo di personalità, interamente dipinto di rosa, che, dopo la "trasformazione" in Catwoman, sarà radicalmente modificato in virtù di un profondo mutamento nella natura della protagonista, non più una timida assistente, ma una figura intraprendente, sexy e combattiva che brama, contro gli uomini, il mondo, e la società, la propria vendetta.
Burton, senza dimenticare di avere tra le mani un blockbuster in piena regola, inserisce all'interno di Batman Returns tutte le tematiche del suo Cinema, pone allo spettatore delle riflessioni su cui porta a interrogarsi più e più volte, senza mai appesantire l'opera, aggiungendo una buona dose di ironia e humour nero persino nei momenti più drammatici, pur non minimizzando l'importanza e la presenza sulla scena dei molti personaggi.
Laddove, altri film sui super-eroi, concentrano tutto sulla figura del protagonista, analizzando anche troppo puntigliosamente il concetto di beniamino o eroe senza macchia, questo secondo episodio del Cavaliere Oscuro pare quasi sdegnare il paladino di Gotham, e non nasconde una maggiore predilezione, nel narrare i fatti, per i tre comprimari e dal loro punto di vista. Batman si vede raramente, e quando è sulla scena, vuoi per le musiche suggestive di Elfman, vuoi per i tagli di luce o le scelte, a volte tutt'altro che morali che questi compie, si rivela essere un'entità crudele e spietata quasi quanto coloro che combatte, non a caso, proprio come diceva il Joker, egli è nato per mano del male, creato dall’orrore e dalla morte dei genitori. Se, infatti, come è noto dai lavori di Nolan, una delle principali regole del Cavaliere Oscuro, sta proprio nel "non uccidere", Burton fa infrangere, senza alcun remore, questo principio al suo Bruce Wayne, che se messo alle strette, non mostrerà alcun risentimento nell'assassinare un determinato rivale, evidenziando quindi anche in esso una forma di violenza e criminalità pari a coloro che con impegno combatte in nome della giustizia.
Viene ancora una volta preso sotto analisi il concetto di “mostro”, in particolar modo tutto ciò trova grande enfasi nei dialoghi che vedono coinvolti il Pinguino, interpretato da uno straordinario Danny DeVito, il quale viene costantemente accusato di essere un animale solo perché deforme, mentre questi, figlio di echi Lynchiani, urlerà al mondo intero ch’egli non è una aberrazione della natura, ma un uomo come tutti gli altri, e che le persone, nella loro ignoranza, non fanno altro che vedere sempre in modo dispregiativo ciò che trovano diverso.
Se, tuttavia, Cobblepot si rivelerà tale non tanto per com'è, o appare, ma per chi è realmente, spietato e complessato assassino, questo aspetto cruciale della pellicola viene continuamente sottolineato anche per quanto riguarda gli altri personaggi, dove, sia per Batman che per Catwoman, la dualità tra mostro (con maschera annessa) e persona per bene, si dimostra sempre vittima di una complessa convivenza interiore, che sfocia non solo nella difficoltà di relazionarsi con gli altri, ma anche con se stessi.
Sotto una pioggia incessante di fiocchi di neve Tim Burton firma un’opera complessa, nettamente superiore alla media ed alla prima, benché già Batman fosse un lavoro davvero curato e appagante, ricca di momenti destinati a fare la storia del cinema; non si vergogna a consegnare a noi tutti uno degli apici, probabilmente, del cinema relegato alla figura dei super-eroi, donando al suo Batman Returns un’alone oscuro e tenebroso, cucendo addosso al Michael Keaton un ruolo tanto semplice quanto complesso, e enfatizzando, giustamente, la figura del Pinguino e degli altri comprimari. Grazie alla brillante e sensuale prova di Michelle Pfeiffer, unica vera catwoman sullo schermo, ed alla colonna sonora, le scenografie, l'affiatamento del cast, le tematiche prese in considerazione, così come i tanti dialoghi brillanti, Batman Returns rimane una pellicola straordinaria, ad oggi, totalmente incapace di sentire gli acciacchi del tempo, figlia di un genio visionario capace di fare di Gotham una cittadina incantata, come quelle quelle fiabe, marcia e corrotta, pienamente nelle corde di Tim Burton, vigilata da un guardiano silenzioso ricco di lucente oscurità al suo interno, che, tuttavia, viene meno sullo schermo, quando a comparire sono i suoi indimenticabili antagonisti.
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gianpaolo
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martedì 28 giugno 2005
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tenebre espressioniste
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Il talentuoso "Tim-burton" attribuisce al suo Film i classici connotati del cinema espressionista tedesco, la cui genesi risale all'inizio degli anni venti,...e nel quale le scenografie non si limitavano alla consueta funzione decorativa,..ma erano una sorta di estensione introspettiva dei personaggi.
In questo suo raffinato lavoro, il visionario regista americano estremizza il concetto di solitudine, e lo abbina a "Batman", dando al personaggio un essenza antieroica, decisamente atipica per un personaggio che da sempre è definito un super-eroe,..componente che non lo rende diverso dai suoi antagonisti, (Cat-Woman,e il Pinguino) i quali sono a loro volta un "prodotto" del lato oscuro della società.
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Il talentuoso "Tim-burton" attribuisce al suo Film i classici connotati del cinema espressionista tedesco, la cui genesi risale all'inizio degli anni venti,...e nel quale le scenografie non si limitavano alla consueta funzione decorativa,..ma erano una sorta di estensione introspettiva dei personaggi.
In questo suo raffinato lavoro, il visionario regista americano estremizza il concetto di solitudine, e lo abbina a "Batman", dando al personaggio un essenza antieroica, decisamente atipica per un personaggio che da sempre è definito un super-eroe,..componente che non lo rende diverso dai suoi antagonisti, (Cat-Woman,e il Pinguino) i quali sono a loro volta un "prodotto" del lato oscuro della società.
Da segnalare l'ottima colonna sonora di "Elfman", la cui suggestività si "fonde" perfettamente con le tenebre del contesto.
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dandy
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venerdì 6 aprile 2012
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mitico numero 2
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Sequel di gran lunga migliore del primo episodio.Una sorta di versione più nera e crudele di "Edward mani di forbice".Cupa epopea di personaggi destinati a essere soli,e (criminali o no)condannati a fare i conti con la propria diversità.Nonchè a reprimere le proprie emozioni,rinunciando in primis all'amore.La sceneggiatura è forse più esile che nel primo "Batman",ma il tono fiabesco/gotico e il talento visivo,con invenzioni ad ogni inquadratura sono eccelsi.E temi come la maschera che tutti portiamo e il doppio vengono trattati con intelligenza.Ancora una volta Keaton(sempre in forma)si fa rubare la scena dal cattivo(un grandioso DeVito),e Michelle Pfeiffer è al momento la Catwoman più sensuale e conturbante apparsa sullo schermo(Halle Berry è indegnia anche di lucidarle gli stivali).
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Sequel di gran lunga migliore del primo episodio.Una sorta di versione più nera e crudele di "Edward mani di forbice".Cupa epopea di personaggi destinati a essere soli,e (criminali o no)condannati a fare i conti con la propria diversità.Nonchè a reprimere le proprie emozioni,rinunciando in primis all'amore.La sceneggiatura è forse più esile che nel primo "Batman",ma il tono fiabesco/gotico e il talento visivo,con invenzioni ad ogni inquadratura sono eccelsi.E temi come la maschera che tutti portiamo e il doppio vengono trattati con intelligenza.Ancora una volta Keaton(sempre in forma)si fa rubare la scena dal cattivo(un grandioso DeVito),e Michelle Pfeiffer è al momento la Catwoman più sensuale e conturbante apparsa sullo schermo(Halle Berry è indegnia anche di lucidarle gli stivali).Grande anche Walken,il cui personaggio porta il nome dell'interprete del "Nosferatu" del 1922.Il finale una volta tanto è altezza,con uno struggente "funerale".Un seguito "adulto",tutt'altro che per teen ager smaniosi di azione fracassona e basta.Da qui in poi l'uomo pipistrello vola basso......
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alex41
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lunedì 25 gennaio 2010
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il batman di tim burton
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Tutti, o quasi tutti di noi, hanno dato un'occhiata alla serie di film vari del pipistrello mascherato più famoso dei fumetti e del cinema. Il primo Batman risal al 1989, diretto da Tim Burton e con un Jack Nicholson azzeccatissimo nei panni del Joker (un ruolo che gli doveva dare almeno una nomination per l'Oscar), e il seguito è del 1992 con il nome di "Batman Returns". Ed è su quest'ultimo che vorrei discutere. Prima di tutto, in questo Batman si nota soprattutto lo stile dark di Tim Burton, dalla scenografia pazzesca al trucco dei personaggi (su tutti il mitico Pinguino), e inoltre è forse il più fantasioso della lunga saga di capitoli.
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Tutti, o quasi tutti di noi, hanno dato un'occhiata alla serie di film vari del pipistrello mascherato più famoso dei fumetti e del cinema. Il primo Batman risal al 1989, diretto da Tim Burton e con un Jack Nicholson azzeccatissimo nei panni del Joker (un ruolo che gli doveva dare almeno una nomination per l'Oscar), e il seguito è del 1992 con il nome di "Batman Returns". Ed è su quest'ultimo che vorrei discutere. Prima di tutto, in questo Batman si nota soprattutto lo stile dark di Tim Burton, dalla scenografia pazzesca al trucco dei personaggi (su tutti il mitico Pinguino), e inoltre è forse il più fantasioso della lunga saga di capitoli. Le atmosfere quasi inquietanti, l'ottima scenografia, la comparsa dei personaggi insieme alle musiche di Danny Elfman (stesso compositore di Edward Mani di Forbice e Nightmare Before Christmas), il tutto diretto dal grande Tim Burton. Decisamente incredible, quasi una favola da raccontare ai vostri bambini ogni sera, la favola di un pinguino umano e di una donna che, quando credeva di essere morta invece, rinasce sotto forma di donna-gatto (l'interpretazione di Halle Berry del 2003 fa quasi rimpiangere l'ottima Pfeiffer). Stesso Batman (Michael Keaton), nuove musiche e anche una nuova avventura al di fuori del normale, tipico da Burton. Il motivo che però il primo Batman resterà sempre il migliore, è il fatto che questo sequel non regge il confronto in alcuni casi. Prima di tutto, la storia è buona sì ma più che altro una storiella comica senza un senso preciso, meno scene di combattimento (sigh!), zero realismo, e inoltre non ci sono scene mozzafiato, tranne forse la presenza del trucco dei personaggi, e inoltre più che un film di azione sembra più che altro un cartone animato. A parte queste variabilità comunque, do un bel voto a questo film perchè l'ho trovato un buon sequel.
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tony montana
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sabato 30 ottobre 2010
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dark, tenebroso e perfetto
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Il Pinguino è un essere deforme abbandonato dai genitori e cresciuto nelle fogne di Gotham City covando vendetta. Per ottenerla si allea col miliardario Max Schreck, che riconosce nel Batman il loro ostacolo più pericoloso. Intanto sui tetti si staglia la figura di Catwoman…
Tim Burton è di nuovo al timone della corazzata batmaniana, ma questa volta la conduce in acque ancor più personali e decisamente meno commerciali rispetto al viaggio inaugurale. Il regista incentra la propria attenzione – e di conseguenza quella del pubblico – sulle figure del Pinguino e di Catwoman, trasformando il film in una visionaria fiaba dark, una discesa nei tormenti dell’animo umano grazie alla lente d’ingrandimento rappresentata dalla figura del diverso.
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Il Pinguino è un essere deforme abbandonato dai genitori e cresciuto nelle fogne di Gotham City covando vendetta. Per ottenerla si allea col miliardario Max Schreck, che riconosce nel Batman il loro ostacolo più pericoloso. Intanto sui tetti si staglia la figura di Catwoman…
Tim Burton è di nuovo al timone della corazzata batmaniana, ma questa volta la conduce in acque ancor più personali e decisamente meno commerciali rispetto al viaggio inaugurale. Il regista incentra la propria attenzione – e di conseguenza quella del pubblico – sulle figure del Pinguino e di Catwoman, trasformando il film in una visionaria fiaba dark, una discesa nei tormenti dell’animo umano grazie alla lente d’ingrandimento rappresentata dalla figura del diverso. Se il Pinguino è un reietto della società a causa del suo aspetto, Selina Kyle lo è per via della sua scarsa personalità. Entrambi trovano occasione di riscatto quando smettono di nascondersi, quando decidono di farsi notare. Entrambi sono personaggi cinematograficamente più riusciti rispetto a Batman. Danny DeVito e Michelle Pfeiffer offrono forse le migliori interpretazioni delle loro carriere, e al loro confronto anche un deciso Michael Keaton deve farsi da parte, così come un poco convincente Christopher Walken. Ma questa gloria concessa ad una coppia di cattivi ha finito per influenzare negativamente tutto il seguente cinema di derivazione fumettistica: un cattivo solo non basta, per creare davvero dei super-problemi ad un super-eroe ce ne vogliono (almeno) due. Il risultato, con rare eccezioni, è che l’eroe finisce per avere troppo poco spazio e dar quindi l’impressione di essere tagliato con l’accetta. Visivamente ancor più accattivante del primo episodio, Batman – Il Ritorno è splendidamente fotografato da Stefan Czapsky, capace di creare un fascinoso contrasto tra il nero gotico della città ed il candido biancore della neve che la ricopre. Due nomination all’Oscar, effetti speciali visivi e make-up, per questo sequel che costò più del doppio dell’originale ma che incassò qualcosa più della metà. Il pubblico gradì poco, la Warner ancora meno. L’atmosfera cupa del film ha diviso la critica in due: chi lo ha definito eccessivamente violento e chi lo ha considerato un’opera d’arte, come me, appunto. Batman è tornato alla grande.
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batjoke
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martedì 5 marzo 2013
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il batman più dark e gotico di sempre
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Dato il clamoroso successo critico e finanziario ottenuto dal primo film nel 1989, Tim Burton tornò a dirigere Batman in un nuovo capitolo nel 1992, sempre con Michael Keaton come protagonista. Anche questa volta, l'attore è perfettamente riuscito a portare in scena altri aspetti che caratterizzano la personalità dell' uomo pipistrello, avendo più spazio e più battute rispetto alla precedente pellicola. In questo secondo lungometraggio la protagonista femminile è la catwoman di Michelle Pfeiffer che (diciamolo!) non ha bisogno di commenti, data la sua M-O-S-T-R-U-O-S-A bravura nell'interpretare un personaggio così tragico, così contradditorio e così intrigante che è entrato nel mito ormai.
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Dato il clamoroso successo critico e finanziario ottenuto dal primo film nel 1989, Tim Burton tornò a dirigere Batman in un nuovo capitolo nel 1992, sempre con Michael Keaton come protagonista. Anche questa volta, l'attore è perfettamente riuscito a portare in scena altri aspetti che caratterizzano la personalità dell' uomo pipistrello, avendo più spazio e più battute rispetto alla precedente pellicola. In questo secondo lungometraggio la protagonista femminile è la catwoman di Michelle Pfeiffer che (diciamolo!) non ha bisogno di commenti, data la sua M-O-S-T-R-U-O-S-A bravura nell'interpretare un personaggio così tragico, così contradditorio e così intrigante che è entrato nel mito ormai. Tutto un altro stile rispetto alla totale inferiorità della catwoman di Anne Hathaway. Una nota di merito deve essere fatta anche per il Pinguino/Oswald Cobblepot di Danny de Vito, che ha dato al suo personaggio un livello straordinario di drammaticità e questo rende l' antagonista di Batman molto diverso rispetto al Joker di Jack Nicholson. Nonostante la sua cattiveria, è difficile non provare pietà per questo sventurato rinnegato, vittima di un tragico destino, molto simile a quello del mostro di Frankenstein. Insomma, Burton ha formato uno straordinario terzetto, formato da individui che, a loro modo, sono degli emarginati (degli outsiders) che cercano solo di trovare un posto in una società (la società burtoniana) che appare veramente ambigua e contradditoria nei confronti di questi "mutanti" (deformi fisicamente e moralmente), accettandoli o rifiutandoli. A questo proposito, c' è un aspetto che ho trovato molto interessante; ovvero, il fatto che il Pinguino, una volta tornato alla luce, sia osannato dai cittadini di Gotham; tanto da essere favorito alla carica di "sindaco". Questa caratteristica del film sembra essere molto allegorica (quasi satirica), come se i cittadini fossero arrivati ad un livello tale di disperazione da smettere di porre la loro fiducia in persone normali, arrivando ad affidarsi ad un essere deforme, ingenuamente convinti che possa portare qualcosa di nuovo a Gotham, finchè non capiscono la sua vera opinione su di loro. Questo aspetto risulta molto strano e non so se Burton volesse fare riferimento alla società o alla politica, che dipinte in questo film sembrano credulone, facilmente corruttibili e false oltre ogni immaginazione. Sta di fatto però che il regista abbia fornito una storia bella, interessante e molto curiosa, contando sempre sulla maestosa colonna sonora di Danny Elfman e su una scenografia ancora più dark e gotica rispetto al primo film. Inoltre, non posso fare a meno di notare l' aspetto di favola nera che contraddistingue il film, e questo fa vedere chiaramente come l 'impronta burtoniana abbia dato un tocco ancora più cupo ed oscuro alla figura dell' uomo pipistrello. Da segnalare anche l' interpretazione bizzarra ed ambigua di Christopher Walken, che sforna un Max Schreck (chiaro riferimento al vero nome dell' attore del Nosferatu di Murnau) molto diverso nella sua cattiveria rispetto al Pinguino, ma comunque cinico, senza scrupoli e codardo. Tutte queste caratteristiche rendono "Batman- Il ritorno" il giusto sequel di Batman 1989 e un film che, nella sua diversità dai Batman di Christopher Nolan, non è per niente inferiore.
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enigmista12
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martedì 24 marzo 2015
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la diversità è il tema del nuovo film di burton
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Batman è tornato: stavolta deve vedersela con l'inquietante e deforme Pinguino, abbandonato da neonato nelle fogne, e l'affascinante Catwoman alias Selina Kyle che altri non è che la fiamma di Batman. Il secondo film della saga dell'uomo pipistrello è ancora più avvincente e magnifico del primo.Il tema, ben azzeccato, è la diversità che assilla il trio di protagonisti (Batman, Pinguino e Catwoman) e con il finale più tragico della saga di Burton. Gli effetti speciali sono splendidi, e il trucco eccellente, con un Pinguino da far paura e una Catwoman che sembra uscita dal fumetto. Il duo di cattivi è uno dei più belli, al secondo posto dopo quello di Due Facce e l'Enigmista del successivo Batman Forever.
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Batman è tornato: stavolta deve vedersela con l'inquietante e deforme Pinguino, abbandonato da neonato nelle fogne, e l'affascinante Catwoman alias Selina Kyle che altri non è che la fiamma di Batman. Il secondo film della saga dell'uomo pipistrello è ancora più avvincente e magnifico del primo.Il tema, ben azzeccato, è la diversità che assilla il trio di protagonisti (Batman, Pinguino e Catwoman) e con il finale più tragico della saga di Burton. Gli effetti speciali sono splendidi, e il trucco eccellente, con un Pinguino da far paura e una Catwoman che sembra uscita dal fumetto. Il duo di cattivi è uno dei più belli, al secondo posto dopo quello di Due Facce e l'Enigmista del successivo Batman Forever. La trama è ben fatta, e oltre ad essere composta da vari combattimenti fra il Bene ed il Male parla anche del dramma di tre persone, diverse dalle altre che cercano di entrare nella società.
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eugen
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mercoledì 5 luglio 2023
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grande burton, sempre
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"Batman Returns"(Tim Burton, scritto da Daniel Waters; Sam Hamm e Wesley Stricks, 1992)racconta ala storia di un neonato considerato degenere che viene ge3ttato nelle fogne dellla cittta di Gotham City, che pero', 33 anni dopo, diventa l'umo-pinguino e minaccia la citta'e potenzialmente il mondo, con l'appoggio di un oscuro e criminale indiustriale e anche con vari entrourages politico-criminali. Anche una brava, bella ma sfortunata assistente dell'inettto sindaco della citta', dopo esserres tata manacciata e gravmente ferita dal citato industriale, come Batman, diveneter'una persona dalla doppia personalita', diventando"Catwoman", in versiopne quasi malvagia.
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"Batman Returns"(Tim Burton, scritto da Daniel Waters; Sam Hamm e Wesley Stricks, 1992)racconta ala storia di un neonato considerato degenere che viene ge3ttato nelle fogne dellla cittta di Gotham City, che pero', 33 anni dopo, diventa l'umo-pinguino e minaccia la citta'e potenzialmente il mondo, con l'appoggio di un oscuro e criminale indiustriale e anche con vari entrourages politico-criminali. Anche una brava, bella ma sfortunata assistente dell'inettto sindaco della citta', dopo esserres tata manacciata e gravmente ferita dal citato industriale, come Batman, diveneter'una persona dalla doppia personalita', diventando"Catwoman", in versiopne quasi malvagia. L'incontro con il salvatore di sempre, Batman, avra'conseguenze sentimentali solo quando i due sono in una condizione"normale", osisa i amibiti cicibili e nvece si blocchera'quando i due impersona i celebri personaggi.... Deicsmaente un"Number two"che e'a livelli del primo foilm, anzi in qualche modo superiore, in qunaot l'abmientazione ntalizia conferisce al tutto motivi di ispirazione visionaria maggiore , di creativita' ulteriore, se possibile, L'ambientazione "in the darkness"del film, particolarmeente congeniale a Tim Burton, gli fa creare notevolissime sequenze nelle quali la fanatasia pura irrompe senza riserve e senza limitazioni di sorta: dal canto suo Michael Keaton e'nuovamente un Batman che in versione civile e'deliziosamnete "sfuggente", Danny de Vito e'"Pinguino" come anche il primogenito"mancato"di una nobile famiglia razzista, Michelle Pfeiffer e'una Catwoman particolamente seducente, Christopher Walken un efficacissimo Shreck, nomen omen , indiustriale criminale. Le musiche e la sceneografia, inutile quasi irperterlo, sono particola,enete curate e funzionalizzate alla crattivita di Tim Burton, che segna tutte le sequqenze dle fikm. Eugen
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