Balla coi lupi |
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Un film di Kevin Costner.
Con Kevin Costner, Mary McDonnell, Graham Greene (II), Rodney A. Grant, Floyd Red Crow Westerman.
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Titolo originale Dances with Wolves.
Western,
Ratings: Kids+13,
durata 180 min.
- USA 1990.
MYMONETRO
Balla coi lupi
valutazione media:
4,27
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Uno dei migliori western moderni per eterogeneità.di Great StevenFeedback: 70023 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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giovedì 25 dicembre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
BALLA COI LUPI (USA, 1990) diretto da KEVIN COSTNER. Interpretato da KEVIN COSTNER, MARY MCDONNELL, GRAHAM GREENE, RODNEY A. GRANT, FLOYD “RED CROW” WESTERMAN, ROBERT PASTORELLI
Nel 1863, mentre infuria la Guerra di Secessione, al tenente John J. Dunbar viene assegnato il delicato e impegnativo compito di presidiare e annettere agli stati confederati un territorio ancora popolato e dominato da una tribù di Sioux. Inizialmente intriso di odio verso i nativi americani, il bravo soldato si accinge a compiere la sua missione ma, col tempo, entrando a contatto coi pacifici e tolleranti abitanti di quella zona montuosa e semidesertica, impara a rispettarli e diventa addirittura uno di loro, aggregandosi definitivamente al gruppo etnico come membro effettivo e sposando una donna bianca da tempo residente coi Sioux, Alzata Con Pugno. Il tenente (ribattezzato Balla Coi Lupi per la sua caratteristica di giocare con quegli animali carnivori) diventa anche molto del futuro suocero Uccello Scalciante e del vivace Vento Nei Capelli. E quando le autorità superiori del commando militare che gli ha affidato l’incarico di conquista si muovono per richiamarlo ai suoi doveri bellici, lui ingaggerà, appoggiato dai nuovi e fedelissimi amici, una battaglia senza quartiere per difendere quella terra e farla restare a chi appartiene di diritto. Esordio alla regia di Costner, e non si può fare a meno di levarsi il cappello e inchinarsi di fronte alla bravura eccelsa di un debuttante così sorprendente (andando indietro nel panorama cinematografico USA, solo Orson Welles aveva effettuato un inizio tanto clamoroso, per la precisione con Quarto potere). Il regista, a suo agio come sempre anche nelle vesti di attore, coniuga la semplicità di un racconto epico con le peculiarità contraddistinguenti di un film d’azione molto fruibile dal pubblico popolare, e mette in piedi una storia avvincente e straordinaria raccontando di un paradiso perduto e insegnando che ci si può confondere con la natura anziché distruggerla, il che è in effetti molto meglio. La pellicola non presenta la minima caduta di ritmo e rivela un’energia prorompente e magnifica non solo nelle sequenze belliche ma anche nei momenti più intimi, caratterizzati dal linguaggio originario dei Sioux e dal sentimento che traspare grazie all’amore che gli americani nativi mostrano fra loro, facendone una colonna portante della loro minacciata sopravvivenza. Una compagnia di attori tutti fortemente motivati e stupefacenti: nessuno incappa in brutte figure o inciampi burrascosi. Inoltre, e il merito va pure alla superba sceneggiatura (tratta da un romanzo di Michael Blake), Costner si schiera dalla parte del giusto senza manicheismo, e coinvolge e commuove lo spettatore senza ricorrere alla demagogia, e suggerisce anche il sogno (o l’utopia) dando il conto del dolore, di quel retaggio di rabbia che fecero delle guerre contro gli indiani d’America “il più disperato degli inferni”. Magico, tenebroso, umoristico, fatale, incisivo e tagliente come la lama di un coltello appena affilato. Sa coniugare con fantastica facilità e giocosa ambiguità il pathos con l’ironia, la tenerezza con il gusto del gotico. Non a caso ha portato a casa la bellezza di sette Oscar: film, regia, sceneggiatura non originale, musica, fotografia, montaggio e sonoro. Nella versione italiana, Costner ha la voce di Michele Gammino, che ancora una volta si conferma un doppiatore di lungo corso a ragione ben veduta, che sa infondere agli attori stranieri un timbro profondo e caloroso con la sua esperienza che va al di là di una semplice e mera professionalità. Ne esiste anche una versione lunga 237 minuti.
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