My Beautiful Laundrette |
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Un film di Stephen Frears.
Con Daniel Day-Lewis, Gordon Warnecke, Saeed Jaffrey, Roshan Seth, Derrick Branche.
continua»
Drammatico,
durata 97 min.
- Gran Bretagna 1985.
- VM 14 -
MYMONETRO
My Beautiful Laundrette
valutazione media:
2,61
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Piccoli egrandi affari........già allora sporchidi Francesco2Feedback: 41676 | altri commenti e recensioni di Francesco2 |
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venerdì 26 agosto 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Una sequenza di "Piccoli affari sporchi"(2002), sempre di Frears, vuole -credo- introdurre alla dimensione dolceamara del film: una musica "sinuosa" che dice e non dice al contempo, delle inquadrature lente e suadenti che non svelano quasi nulla su quanto vedremo. Questo film, girato oltre quindici anni prima, si serve inizialmente di un analogo procedimento stilistico: prima di conoscere i personaggi assistiamo ad una presentazione sorniona(Più di ciò che sarà il film, purtroppo). L'ottimo Roberto Escobar, anziché celebrarlo come farà chi lo consideri una delle opere più significative di Frears, ha scritto che "Non è un film riuscito, ma contiene tre film interessanti". E anche secondo chi scrive il miglior Frears è senza dubbio un altro: forse anche perché disporrà di mezzi più adeguati. L'ironia crudamente tagliente di "Rischiose abitudini"(1991) non si pone cetamente (Certamente?) le stesse tematiche da un punto di vista sociale, ma si compone di una serie di ritratti sferzanti su un gruppetto di delinquentelli, dove non li si giudica ma si pongono in evidenza i raggiri che ne alimentano l'esistenza. E come dimenticare il Frears di "The Queen", così tagliente sui media come così poetico (!)in altri momenti. Qui l'inizio lascerebbe sperare meglio: una serie di piccolia antieroi(Anche qui), che non si amano totalmente tra di loro(Anche qui), che non sono i cattivacci senza pieàt(Il regista non ha mai quest'atteggiamento manicheo), ma non sono neanche dei veri poveracci: forse a volte, o spesso, personaggi(?) che cercano di bancare il lunario attraverso espedienti discutibili. Ma quando si scambia una certa rozzezza nel tratteggiare le situazioni per semplicità e provocazione, nel 2011 non mi sento in dovere di valutare questo film molto superiore a quello con la Taautou, che ho citato inizialmente. Anche quando vengano proposte figure più provocatorie, specie a livello femminile, si ha troppo spesso la sensazione di vedere storie sgraziate, che finiscono paradossalmente per commettere gli stessi errori dei personaggi che vorrebbero ritrarre. L'amore gay, se non si sapesse chi è Frears, potrebbe essere scambiato per una trovata che nell'85 faceva scandalo, e quanto all'argomento "Pakistani" la denuncia(?) appare un tantino supwerficiale, non andando oltre film come "East is East", nella migliore delle ipotesi appena simpatici. Del regista comunque conservo un'immagine (Intra)vista in un anotte degli Oscar: lì, in prima fila, con quell'aria elegante ed al contempo sfrontata. Uno che SE la prende, come scrisse una volta Gianni Canova per altro cinema. Ed anche questo è cinema che se la prende, senza fare retorica abuon mercato sugli "Ultimi" ma facendosi carico delle loro piccole e grandi sofferenze.
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