viskio
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martedì 24 febbraio 2015
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re per una notte o buffone per sempre?
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Rupert Pupkin (Robert De Niro) è un aspirante comico, accanito fan dello showman televisivo Jerry Langford (Jerry Lewis), il quale dopo un incontro con lui, comincia ad assillarlo nel tentativo di ottenere un provino, e la comparsa nel suo show televisivo.
Langford, uomo schivo e scontroso al di fuori delle telecamere, mattatore dello spettacolo televisivo "The King of Comedy", respinge ogni tentativo di avvicinamento da parte di Pupkin.
Dopo i numerosi rifiuti, Rupert Pupkin aiutato dalla sua amica Marsha, poco più che ventenne e follemente innamorata del divo, attua un piano: Sequestra Langford e ricatta la sua libertà in cambio di una notte da protagonista nello show televisivo dove Jerry Langford é la star.
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Rupert Pupkin (Robert De Niro) è un aspirante comico, accanito fan dello showman televisivo Jerry Langford (Jerry Lewis), il quale dopo un incontro con lui, comincia ad assillarlo nel tentativo di ottenere un provino, e la comparsa nel suo show televisivo.
Langford, uomo schivo e scontroso al di fuori delle telecamere, mattatore dello spettacolo televisivo "The King of Comedy", respinge ogni tentativo di avvicinamento da parte di Pupkin.
Dopo i numerosi rifiuti, Rupert Pupkin aiutato dalla sua amica Marsha, poco più che ventenne e follemente innamorata del divo, attua un piano: Sequestra Langford e ricatta la sua libertà in cambio di una notte da protagonista nello show televisivo dove Jerry Langford é la star.
I produttori cedono e, Rupert Pupkin appare in TV per fare il suo numero, sorvegliato dalla polizia e dall'FBI. Ma almeno quella sera il "king of comedy" è lui.
Intanto, Jerry riesce a liberarsi da Marsha e a fuggire di corsa verso gli studi televisivi, per poi assistere alla messa in onda del programma registrato.
Rupert, condannato a sei anni di reclusione, ne sconta solo due e mezzo per buona condotta: tornato in libertà si gode la conquistata celebrità.
"Re dei comici" soltanto "per una notte" ha tuttavia trovato la gloria: la sua biografia viene stampata e diffusa in tutta l'America.
Il film pone l’attenzione sull'assetato e ossessivo desiderio di arrivare al successo, rappresentato dalla televisione.
Il paradosso sta nel fatto che, per quanto esagerato, l'atto immorale che nel film Pupkin compie, proviene da una persona che si rivela capace di fare il comico, mentre oggi la maggior parte delle persone che passano dall'anonimato all’essere "re", sono persone qualunque che vogliono diventare qualcuno pur non sapendo fare nulla (vedi i Reality Show o partner di personaggi famosi), e nemmeno volendolo ad ogni costo come nel caso di Rupert Pupkin.
Una domanda posta da Pupkin durante il suo spazio nello show, "giustifica" il suo operato:
"Meglio essere re per una notte o buffone per sempre?"
La sceneggiatura originale e geniale fanno di Re per una notte uno dei film più sottovalutati di Martin Scorsese e della storia del cinema.
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demon_daedra
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mercoledì 3 novembre 2010
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brillante e sottovalutato
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New York. Si, ancora New York. Ma quel che colpisce di più di Scorsese è proprio la sua capacità di mostrarcela ogni volta sotto un nuovo risvolto. Questa volta la vediamo attraverso gli occhi di un comico da due soldi (De Niro), ossessionato dalla fama e dalla paura dell'insuccesso. Convinto della sua bravura, arriverà perfino a sequestrare il noto conduttore televisivo (Jerry Lewis), così da conquistarsi i suoi dieci minuti di gloria e diventare Re per una notte. Il film è scorrevole, vivace; gli interpreti all'altezza dei personaggi. Ci viene allora da pensare perchè proprio questo, tra i tanti frutti della celebre coppia Scorsese-De Niro, sia stato quello a riscuotere minor successo.
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New York. Si, ancora New York. Ma quel che colpisce di più di Scorsese è proprio la sua capacità di mostrarcela ogni volta sotto un nuovo risvolto. Questa volta la vediamo attraverso gli occhi di un comico da due soldi (De Niro), ossessionato dalla fama e dalla paura dell'insuccesso. Convinto della sua bravura, arriverà perfino a sequestrare il noto conduttore televisivo (Jerry Lewis), così da conquistarsi i suoi dieci minuti di gloria e diventare Re per una notte. Il film è scorrevole, vivace; gli interpreti all'altezza dei personaggi. Ci viene allora da pensare perchè proprio questo, tra i tanti frutti della celebre coppia Scorsese-De Niro, sia stato quello a riscuotere minor successo. Forse perchè ci fa paura pensare che il Robert Pupkin di "The King of Comedy" non sia poi cosi diverso da noi stessi. Cosa si è disposti a fare pur di apparire in televisione? La brillante risposta di Scorsese ad una domanda che in quegli anni sembrava essere nella mente di tutti (vedi Tootsie di Pollack).
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il brandani
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domenica 26 dicembre 2010
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volere tutto subito... ad ogni costo!
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New York, 1983. Rupert Pupkin (Robert De Niro), accanito fan del comico televisivo Jerry Langford (Jerry Lewis) ed a sua volta aspirante comico, dopo un fortuito incontro con il suo idolo comincia a perseguitarlo nel tentativo di ottenere un’audizione. Langford inizialmente asseconderà il comportamento insistente di Pupkin, finché questi non gli farà perdere la pazienza. Di fronte ai rifiuti di Langford, Pupkin, aiutato dalla sua amica Marsha (Sandra Bernhard), escogiterà un folle piano per avere i suoi minuti di gloria.
Se dovessimo nominare due registi che più di tutti hanno dimostrato un’appartenenza umana e artistica, che sfocia in un vero e proprio attaccamento amoroso, alla città di New York, non avremmo dubbi: faremmo i nomi di Woody Allen e Martin Scorsese.
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New York, 1983. Rupert Pupkin (Robert De Niro), accanito fan del comico televisivo Jerry Langford (Jerry Lewis) ed a sua volta aspirante comico, dopo un fortuito incontro con il suo idolo comincia a perseguitarlo nel tentativo di ottenere un’audizione. Langford inizialmente asseconderà il comportamento insistente di Pupkin, finché questi non gli farà perdere la pazienza. Di fronte ai rifiuti di Langford, Pupkin, aiutato dalla sua amica Marsha (Sandra Bernhard), escogiterà un folle piano per avere i suoi minuti di gloria.
Se dovessimo nominare due registi che più di tutti hanno dimostrato un’appartenenza umana e artistica, che sfocia in un vero e proprio attaccamento amoroso, alla città di New York, non avremmo dubbi: faremmo i nomi di Woody Allen e Martin Scorsese. Se c’è una cosa che accomuna queste due personalità così diverse è proprio il rivolgersi frequente a quella realtà così grande, sfaccettata e affascinante che non possono fare a meno di raccontare (summa di questo sentimento è sicuramente New York Stories).
Allen e Scorsese sono innamorati della loro città. Di lei amano parlare perché sanno che di lei non si stancheranno mai di parlare. Ma se il primo nel corso degli anni, tramite un personale e ricercato linguaggio, ha rivoluzionato la romantic comedy (Io e Annie) il secondo si è sempre mostrato più cupo, meno dialogico, a volte persino noir nel rappresentare i rapporti interpersonali dei suoi personaggi.
Questo film rappresenta un’eccezione alla regola ed è semplicemente un piccolo capolavoro.
Ci si chiede come abbia fatto a rivelarsi un tale flop al botteghino da costringere Scorsese ad avvalersi di una produzione indipendente per il suo successivo lavoro (Fuori orario).
La sceneggiatura geniale e la bravura oltremodo magistrale degli interpretifanno di Re per una notte uno dei film più sottovalutati della storia del cinema. Oltre ad uno strepitoso Robert De Niro, è doveroso segnalare l’interpretazione di Sandra Bernhard, perfettamente calata nella parte della pazza amica del protagonista. Bella e azzeccata, inoltre, la suggestiva colonna sonora di Robbie Robertson (ex-chitarrista dei The Band), il quale collaborerà con Scorsese anche per le colonne sonore de Il colore dei soldi e Casinò.
È probabilmente la miglior dimostrazione di poliedricità da parte di Scorsese come regista e di De Niro come attore. La pellicola rappresenta infatti una triplice “prima volta”.
Per Scorsese si tratta della sua prima commedia; non si era mai visto De Niro nei panni di un personaggio così comico (e che per giunta è un comico!); ed infine ci viene mostrato un inedito Jerry Lewis, per la prima volta alle prese con un ruolo drammatico. Questo particolare è degno di nota perché crea una bizzarra e interessante alchimia tra De Niro e Lewis. Pare che Scorsese si sia divertito a giocare allo scambio dei ruoli: i due infatti si ritrovano l’uno a interpretare il ruolo che solitamente viene dato all’altro. Ecco allora che l’incorreggibile toro scatenato cede il posto a un comportamento grottesco e surreale, mentre il folle dr. Jerryll assume toni freddi, seri e autorevoli.
Il film pone l’attenzione sul feroce e morboso desiderio di apparire in tv, sull’adunata dentro lo schermo (fino a infrangerlo) della folla assetata di fama, sulla risposta sempre più numerosa alla domanda “se ci può andare lui, a me cosa manca?”. La disposizione del protagonista (volere tutto subito) anticipa di molto un atteggiamento che col passare degli anni si imporrà sempre più prepotentemente. Il retrogusto amaro risiede nel fatto che, per quanto esagerato, il gesto nel film proviene da una persona che si rivela capace di fare il comico, mentre oggi la maggior parte delle persone che passano improvvisamente dall’essere anonimo all’essere re (e non solo per una notte) sono persone qualunque che vogliono diventare qualcuno pur non sapendo fare nulla. E per diventarlo non devono nemmeno volerlo “ad ogni costo” come il nostro Rupert Pupkin.
In conclusione, un film straordinario che consiglio a tutti.
E poi nel film appaiono in un cameo Mick Jones, Joe Strummer e Paul Simonon, membri dello storico gruppo punk-rock The Clash ... come può essere brutto?
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newman 25
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venerdì 24 gennaio 2014
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"un insuccesso che fa onore a scorsese"
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Scorsese si serve di questa commedia satirica per demistificare, e allo stesso tempo demonizzare, le inarrestabili ma effimere ascese che da sempre accompagnano le persone all'interno del mondo della TV, ma anche dentro l'intero star system. Rupert Pupkin (Robert De Niro), misconosciuto comico, diviene il prototipo di chi aspira a diventare celebre in TV, arrivando persino a farsi stigmatizzare come "pregiudicato pericoloso". Il tutto accompagnato e subordinato dalla menzogna,dalla meschinità e dall'ipocrisia - elementi imprescindibili della maggior parte delle celebrità che sono riuscite a "primeggiare" e a non "soccombere" nell'oblio e nella reticenza - disprezzando quel pubblico che lo ha reso famoso.
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Scorsese si serve di questa commedia satirica per demistificare, e allo stesso tempo demonizzare, le inarrestabili ma effimere ascese che da sempre accompagnano le persone all'interno del mondo della TV, ma anche dentro l'intero star system. Rupert Pupkin (Robert De Niro), misconosciuto comico, diviene il prototipo di chi aspira a diventare celebre in TV, arrivando persino a farsi stigmatizzare come "pregiudicato pericoloso". Il tutto accompagnato e subordinato dalla menzogna,dalla meschinità e dall'ipocrisia - elementi imprescindibili della maggior parte delle celebrità che sono riuscite a "primeggiare" e a non "soccombere" nell'oblio e nella reticenza - disprezzando quel pubblico che lo ha reso famoso.
A differenza di "Quinto potere" - meglio conosciuto come NETWORK - di Sidney Lumet, dove l'autore - dopo una scoppiettante prima ora si perde nelle argomentazioni trascendendo il punto centrale dello script, Scorsese non tocca un apice come Lumet del primo tempo, ma riesce ad essere più cinico, più diretto e più incisivo ottenendo una critica sprezzante dritta come un fuso. Un film geniale come l'autore, il quale è riuscito a manifestare il proprio sentimento in uno scenario complicato, lasciando lo spettatore con un quesito apocalittico: "Meglio essere re per una notte o buffone per sempre?".
Film sottovalutato da gran parte della critica e letteralmente evitato dal pubblico.
Come afferma il Morandini: "un insuccesso che fa onore a Scorsese".
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alexander tioz
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venerdì 9 ottobre 2015
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sottovalutata commedia nera tuttora attuale
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Rupert Pupkin ha una passione, un sogno, un'ossessione: essere uno stand-up comedian. Jerry Langford è un showman della tv comica americana, un Letterman o un Leno. Il destino del primo, che prepara da una vita il suo grande ingresso nel mondo della tv e della fama, deve necessariamente passare al vaglio del secondo per definitivamente decollare. Cosa succede però se la bravura comica è scarsissima ma la tenacia al limite della follia? Quanto è disposto a rischiare una persona convinta di valere qualcosa, pur di ottenere la sua tanto agognata possibilità? "What if you're right and they're wrong?"
Incredibile insuccesso di pubblico di Martin Scorsese, commedia nera irresistibile con un perfetto De Niro nel ruolo di un maniaco aspirante stand-up comedian e un ormai ingrassato Jerry Lewis ancora in grado di reggere la scena nella parte di un navigato comico televisivo.
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Rupert Pupkin ha una passione, un sogno, un'ossessione: essere uno stand-up comedian. Jerry Langford è un showman della tv comica americana, un Letterman o un Leno. Il destino del primo, che prepara da una vita il suo grande ingresso nel mondo della tv e della fama, deve necessariamente passare al vaglio del secondo per definitivamente decollare. Cosa succede però se la bravura comica è scarsissima ma la tenacia al limite della follia? Quanto è disposto a rischiare una persona convinta di valere qualcosa, pur di ottenere la sua tanto agognata possibilità? "What if you're right and they're wrong?"
Incredibile insuccesso di pubblico di Martin Scorsese, commedia nera irresistibile con un perfetto De Niro nel ruolo di un maniaco aspirante stand-up comedian e un ormai ingrassato Jerry Lewis ancora in grado di reggere la scena nella parte di un navigato comico televisivo. La pellicola sberleffa lo star system televisivo, con il suo inviolabile ordine stabilito, lanciando nel mezzo dell'immobilità la bomba a orologeria rappresentata dal giovane Pupkin, pronto addirittura a sequestrare il Re dei comici pur di ottenere quei 15 minuti di fama di warholiana memoria. Ennesima ma cattivissima parodia del sogno americano, che paradossalmente alla fine premia chi è disposto a tutto, pur non essendo capace. Con l'ultimo quarto d'ora da antologia, neanche il pubblico si salva dalla critica ed è rappresentato come un vorace divoratore di qualsiasi cosa la tv finisca col trasmettere.
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williamd
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sabato 24 ottobre 2015
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sensazionale!
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Rupert Pupkin ha 34 anni e sogna ancora ardentemente di diventare un comico professionista, benché in realtà non abbia ancora dato alcuno spettacolo, neppure piccolo. Egli nutre per il famoso presentatore televisivo Jerry Langford un'ammirazione quasi morbosa e, quando ha finalmente l'occasione di parlargli faccia a faccia, cerca di convincerlo a farsi invitare come ospite nella sua popolare trasmissione. Langford, avvezzo alle improbabili richieste di gente comune, dice al bizzarro Rupert che ascolterà qualche suo nastro, tanto per placare la sua eccessiva esuberanza.
Purtroppo per Rupert le cose non vanno come egli spera, e più le sue aspettative peggiorano, più le fantasticherie che si fa nella testa sono grandi.
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Rupert Pupkin ha 34 anni e sogna ancora ardentemente di diventare un comico professionista, benché in realtà non abbia ancora dato alcuno spettacolo, neppure piccolo. Egli nutre per il famoso presentatore televisivo Jerry Langford un'ammirazione quasi morbosa e, quando ha finalmente l'occasione di parlargli faccia a faccia, cerca di convincerlo a farsi invitare come ospite nella sua popolare trasmissione. Langford, avvezzo alle improbabili richieste di gente comune, dice al bizzarro Rupert che ascolterà qualche suo nastro, tanto per placare la sua eccessiva esuberanza.
Purtroppo per Rupert le cose non vanno come egli spera, e più le sue aspettative peggiorano, più le fantasticherie che si fa nella testa sono grandi. Le sue illusioni però non sono soltanto astratte, hanno anche effetti reali, e Rupert si convince inconsciamente di essere stato invitato a casa di Langford per negoziare le clausole delle sua apparizioni in televisione, fatto assolutamente non vero. Soltanto l'evidente diniego di Langford che minaccia di chiamare la polizia riuscirà a portare Rupert con i piedi per terra, il quale si renderà finalmente conto di quale sia la realtà. Deciderà così di farsi aiutare dalla sua amica Marsha, anch'ella patologicamente attratta da Langford, ad attuare un impensabile piano che lo porterà a realizzare il suo sogno: Langford verrà rapito e tenuto in ostaggio, e sarà liberato solo nel caso in cui a Rupert Pupkin, che per l'occasione si farà chiamare “il Re” venga concessa l'opportunità di salire sul palcoscenico ed esibirsi in teleschermo.
Quello che più piace del film – oltre alla magistrale ed irreprensibile regia di Martin Scorsese – è il personaggio megalomane di Rupert, magnificamente incarnato da Robert De Niro. Egli attua nel corso del film una radicale trasformazione: passa dall'incoscienza di un utopista, al realismo di un uomo disincantato. Egli adora smisuratamente Langford, ma lo rapisce in quanto diviene consapevole che questo sia l'unico modo per il suo personale successo. Rupert verrà poi quasi “felicemente” arrestato e condannato alla prigione dove trascorrerà quasi tre anni, uscendo poi da vera celebrità.
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williamd
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sabato 24 ottobre 2015
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sensazionale!
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Rupert Pupkin ha 34 anni e sogna ancora ardentemente di diventare un comico professionista, benché in realtà non abbia ancora dato alcuno spettacolo, neppure piccolo. Egli nutre per il famoso presentatore televisivo Jerry Langford un'ammirazione quasi morbosa e, quando ha finalmente l'occasione di parlargli faccia a faccia, cerca di convincerlo a farsi invitare come ospite nella sua popolare trasmissione. Langford, avvezzo alle improbabili richieste di gente comune, dice al bizzarro Rupert che ascolterà qualche suo nastro, tanto per placare la sua eccessiva esuberanza.
Purtroppo per Rupert le cose non vanno come egli spera, e più le sue aspettative peggiorano, più le fantasticherie che si fa nella testa sono grandi.
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Rupert Pupkin ha 34 anni e sogna ancora ardentemente di diventare un comico professionista, benché in realtà non abbia ancora dato alcuno spettacolo, neppure piccolo. Egli nutre per il famoso presentatore televisivo Jerry Langford un'ammirazione quasi morbosa e, quando ha finalmente l'occasione di parlargli faccia a faccia, cerca di convincerlo a farsi invitare come ospite nella sua popolare trasmissione. Langford, avvezzo alle improbabili richieste di gente comune, dice al bizzarro Rupert che ascolterà qualche suo nastro, tanto per placare la sua eccessiva esuberanza.
Purtroppo per Rupert le cose non vanno come egli spera, e più le sue aspettative peggiorano, più le fantasticherie che si fa nella testa sono grandi. Le sue illusioni però non sono soltanto astratte, hanno anche effetti reali, e Rupert si convince inconsciamente di essere stato invitato a casa di Langford per negoziare le clausole delle sua apparizioni in televisione, fatto assolutamente non vero. Soltanto l'evidente diniego di Langford che minaccia di chiamare la polizia riuscirà a portare Rupert con i piedi per terra, il quale si renderà finalmente conto di quale sia la realtà. Deciderà così di farsi aiutare dalla sua amica Marsha, anch'ella patologicamente attratta da Langford, ad attuare un impensabile piano che lo porterà a realizzare il suo sogno: Langford verrà rapito e tenuto in ostaggio, e sarà liberato solo nel caso in cui a Rupert Pupkin, che per l'occasione si farà chiamare “il Re”, venga concessa l'opportunità di salire sul palcoscenico ed esibirsi in teleschermo.
Quello che più piace del film – oltre alla magistrale ed irreprensibile regia di Martin Scorsese – è il personaggio megalomane di Rupert, magnificamente incarnato da Robert De Niro. Egli attua nel corso del film una radicale trasformazione: passa dall'incoscienza di un utopista, al realismo di un uomo disincantato. Egli adora smisuratamente Langford, ma lo rapisce in quanto diviene consapevole che questo sia l'unico modo per il suo personale successo. Rupert verrà poi quasi “felicemente” arrestato e condannato alla prigione dove trascorrerà quasi tre anni, uscendo poi da vera celebrità.
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dandy
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mercoledì 10 febbraio 2021
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meglio re per una notte che buffone per sempre.
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Feroce commedia grottesca in anticipo sui tempi nel mostrare sia l'ossessione per il successo ad ogni costo del singolo alienato che l'adorazione fanatica per le celebrità ciniche nel loro potere di showman.E che infatti fece fiasco all'uscita(tant'è che il regista dovette rivolgersi a produttori indipendenti per poter girare il successivo "Fuori orario")per poi essere rivalutato come merita nel corso degli anni per l'ottimo duetto di attori.Un memorabile DeNiro,inarrestabile patetico con baffetti e un Jerry Lewis severo e sprezzante che sembra l'autoparodia sgradevole di se stesso(non a caso il suo personaggio ha il suo stesso nome).E anche per il sottintesto politico(le frecciate alle forze dell'ordine,pronte anche a sacrificare l'ostaggio per scongiurare eventuali manovere terroristiche)e sociale,dove la lotta di classe vede ancora una volta il povero non meno "colpevole" del ricco che invidia,e che in questo caso saprà fare il cinico calcolo per assicurarsi un futuro sfruttando la propria impresa folle attraverso la stessa fama mediatica della sua vittima(geniale l'idea di mostrare il pezzo comico di Rupert solo in diretta,nel finale).
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Feroce commedia grottesca in anticipo sui tempi nel mostrare sia l'ossessione per il successo ad ogni costo del singolo alienato che l'adorazione fanatica per le celebrità ciniche nel loro potere di showman.E che infatti fece fiasco all'uscita(tant'è che il regista dovette rivolgersi a produttori indipendenti per poter girare il successivo "Fuori orario")per poi essere rivalutato come merita nel corso degli anni per l'ottimo duetto di attori.Un memorabile DeNiro,inarrestabile patetico con baffetti e un Jerry Lewis severo e sprezzante che sembra l'autoparodia sgradevole di se stesso(non a caso il suo personaggio ha il suo stesso nome).E anche per il sottintesto politico(le frecciate alle forze dell'ordine,pronte anche a sacrificare l'ostaggio per scongiurare eventuali manovere terroristiche)e sociale,dove la lotta di classe vede ancora una volta il povero non meno "colpevole" del ricco che invidia,e che in questo caso saprà fare il cinico calcolo per assicurarsi un futuro sfruttando la propria impresa folle attraverso la stessa fama mediatica della sua vittima(geniale l'idea di mostrare il pezzo comico di Rupert solo in diretta,nel finale).anticipando anche la riflessione sulla fama guadagnata in tv grazie ai fatti di cronaca nera.Il lato ironico è sorprendentemente più inquietante che beffardo:si vedano gli spassosi momenti in cui Rupert immagina di dialogare con Jerry(ovviamente in adorazione nei suoi confronti) o la visita di prepotenza in casa di quest'ultimo(dove pare che DeNiro improvvisò sorprendendo Lewis),o anche la scena quasi da thriller in cui Jerry è solo e legato in balia della nevrotica Masha(interpretata dalla stand-up comedian Sandra Bernhard).Funzionale lo stile freddamente rigido e sobrio,dopo le sperimentazioni dei precedenti film dei Scorsese,che fa la consueta apparizione nel ruolo del regista televisivo.Mick Jones,Paul Simon e Joe Strummer sono i punk che sbeffeggiano Masha.A dispetto di quel che dicono,è più da questo film che "Joker" ha preso spunto,piuttosto che da "Taxi Driver".
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